Gli alieni ci affascinano da decenni, rappresentando uno dei miti che più scatena la fantasia di noi miseri umani. Romanzi epocali da cui sono scaturiti alcuni dei film di fantascienza più memorabili della storia del cinema che raccontano i possibili approcci tra l’uomo e queste misteriose creature, raramente cordiali e spesso malvagie e bramose di conquistare il pianeta Terra. Nei videogiochi siamo solitamente abituati ad interpretare eroi retti e valorosi pronti a salvare il mondo dalla temibile minaccia aliena… Tuttavia, nel lontano 2005 la tristemente defunta software house Pandemic Studios sorprese tutti rilasciando Destroy All Humans, titolo che metteva i giocatori negli inediti panni degli alieni.
Il franchise ha avuto vita breve, annoverando diversi sequel che hanno rappresentato una parabola qualitativa discendente per la serie, scomparendo definitivamente nel 2009. Nonostante non si sia mai trattato di capolavori, quantomeno i primi due capitoli raggiunsero lo status di cult guadagnando una fanbase ristretta ma fortemente affezionata ai titoli. Sarà per questo che THQ Nordic ha ben pensato di riportare alla ribalta la serie.
Sviluppato da Black Forest Games, Destroy All Humans! è disponibile da qualche giorno per PlayStation 4, Xbox One e PC.
L’attacco dei cloni
La breve storia che caratterizza Destroy All Humans! è carica di umorismo non particolarmente politically correct e risulta divertente e scanzonata, dandoci la possibilità di vivere un’invasione aliena nei panni di Crypto 137, uno dei tanti cloni del pianeta Furon, che giunge sulla Terra con una duplice missione: salvare un suo compagno catturato dai terrestri e recuperare il DNA primordiale dei furoniani che, per motivi che non vi sveliamo, è presente nelle cellule umane.
Ambientato alla fine degli anni ’50, il titolo omaggia con ironia la cultura americana del periodo, ponendo particolare enfasi sulla Guerra Fredda e la Paura rossa, con continui attacchi e sfottò rivolti nei confronti dei comunisti, visti come la vera minaccia che attanaglia il paese ma, in realtà, semplicemente sfruttati come capro espiatorio per celare al popolo la minaccia aliena. Destroy All Humans! rappresenta una vera e propria lettera d’amore dedicata alle classiche storie di invasione aliena: Crypto è un minuto extraterrestre col testone che svolazza su un disco volante distruggendo tutto ciò che lo circonda, rapendo mucche e usano sonde anali sulle persone. Una cosa è certa: essere l’alieno in questo gioco è dannatamente divertente.
Prima di immergerci nel gameplay vero e proprio, però, vogliamo spendere due righe sull’atmosfera che fa da sfondo all’avventura, poiché rappresenta una delle caratteristiche migliori e più interessanti della produzione. Siamo ormai sempre più abituati a videogames dai toni maturi e seriosi, un tipo di mood che può stancare se non rappresentato a dovere. Destroy All Humans! si distingue da tutto ciò ricordando più che altro i film di serie B sugli alieni, dimenticate dunque gli impegnati kolossal hollywoodiani e focalizzatevi su quelle produzioni a basso budget che riuscivano nell’intento di risultare involontariamente comiche. Proprio la comicità è il focus dell’esperienza, tra dialoghi irriverenti e una comicità che potrebbe far storcere il naso ai più beceri moralisti, nonostante l’ironia presente nel gioco sia molto più fine e stuzzicante di quanto possa apparire in superficie.
Il remake propone poche differenze a livello narrativo, segnaliamo giusto un paio di evitabili censure rispetto all’originale PS2. Inoltre, è stata aggiunta un’area inedita che era stata esclusa dal gioco originale (un po’ come successo con il livello Stormy Ascent nella Crash Bandicoot n.Sane Trilogy) e modificato qualche dialogo per rendere la trama più coerente e fluida.
Destroy All Humans, sparare a vista
Il nostro Crypto ha a disposizione diversi metodi per sbarazzarsi degli umani, tra fantasiose armi da fuoco, inquietanti poteri psichici e la roboante distruzione attuabile tramite l’astronave. Inizialmente sarà piuttosto semplice eliminare i nemici e recuperare il DNA necessario a upgradare il protagonista e il suo disco volante tramite un sistema di potenziamenti diretto e ben amalgamato. L’esperienza diventerà man mano più ostica con il procedere delle missioni pur senza risultare mai frustrante, grazie alle migliorie tecniche apportate rispetto all’originale, una su tutte la migliore gestione dei checkpoint. Ogni missione ci catapulta in un piccolo scenario sand-box che propone vari obbiettivi, dalla distruzione più disparata alle missioni stealth in cui Crypto assume le sembianze degli umani, anche se proprio queste sezioni sono probabilmente le meno riuscite. Il disco volante è utilizzabile solo in determinate sezioni della campagna, in queste basterà semplicemente salirci a bordo e cominciare a distruggere tutti gli obbiettivi. Quando si è a bordo, la telecamera risulta stranamente goffa, rendendo lo svolazzare più scomodo del dovuto. Le armi del disco volante, inoltre, non conferiscono le stesse sensazioni positive di quelle imbracciate da Crypto, risultando meno divertenti da usare.
Nonostante l’esperienza risulti abbastanza immediata, dobbiamo riconoscere che l’interfaccia appare forse troppo caotica e che i tasti da usare sono fin troppi, tra lo switch delle varie armi ed i diversi poteri psichici che vanno dalla telecinesi alla lettura della mente umana passando per il recupero del DNA, tutte azioni legate a diversi pulsanti. E’ però soprattutto il level design a non convincere pienamente, essendo invecchiato non particolarmente bene e risultando fortemente limitato. Nonostante le missioni siano state arricchite da simpatici obbiettivi opzionali e le poche missioni secondarie siano alquanto gradevoli… Alla fine si tratta sempre di eliminare più umani possibile o recuperare un tot specifico di DNA, senza preoccuparsi minimamente di esplorazione, rendendo praticamente inutile la vastità delle mappe. Un vero peccato, anche se c’è da dire che Destroy All Humans! riesce comunque a divertire, facendoci spegnere il cervello per le circa 12 ore necessarie al completamento dell’avventura volendo fare i completisti. Un’esperienza di gioco non memorabile ma assolutamente godibile.
Visto che si tratta di un remake, era importante per il “nuovo” Destroy All Humans brillare quantomeno a livello grafico. Anche in questo caso, il titolo si discosta dai pomposi titoli AAA dei giorni nostri non puntando su una grafica super realistica, bensì su un’estetica avvincente e d’impatto.
In ogni caso, le varie ambientazioni sono ben dettagliate e artisticamente molto eterogenee. I personaggi sono realizzati in stile cartoonesco, una scelta che ben si sposa con i toni dell’avventura anche se probabilmente si poteva lavorare meglio per rendere i modelli poligonali più al passo con i tempi. Non è presente il doppiaggio italiano, accontentiamoci dunque dei sottotitoli.
Concludendo…
Nel complesso, questo remake di Destroy All Humans rappresenta l’ottimo restauro di un titolo che non era un capolavoro nel 2005 e non lo è certamente nemmeno oggi. Nonostante la struttura di gioco sia molto limitata e senta il peso degli anni, l’esperienza generale risulta sorprendentemente divertente, persino di più rispetto a 15 anni fa. Giocare questo remake rende evidenti i passi in avanti che il genere (ed i videogames in generale) hanno compiuto nelle ultime due generazioni. Nonostante ciò speriamo che il franchise non finisca nuovamente nel dimenticatoio, auspicandoci quantomeno un remake del secondo capitolo.
Se non vi spaventa l’idea di vivere un’avventura dal sapore retrò, priva di molte caratteristiche che oggi nei videogames diamo per scontate, provate a dare una chance a Destroy All Humans, potreste rimanere sorpresi.