Ciò che contraddistingue l’uomo dalla bestia è l’intelletto, in grado di compiere magie che spaziano da mirabolanti tecnologie a storie immaginifiche e fantastiche. In quest’ultimo ambito, è facile abbandonarsi nei “turbolenti” mari dei miti e delle leggende che, in salse diverse (anche se unite da un sostrato magico e sovrumano), uniscono l’intero globo terracqueo, in una catena invisibile intrisa di mistero e fantasia. Yaga, opera prima del piccolo team indie Breadcumbs Interactive e distribuita da Versus Evil, ci immerge appieno nel folklore slavo, fatti da boschi cupi e ombrosi in cui si nascondono storie che si ergono figlie del sogno che travalica la realtà e viceversa.
Un fabbro sfortunato
Yaga è un gioco di ruolo del genere ARPG, con una visuale a scorrimento in due dimensioni ed una pregevole estetica cartoon. Nel gioco, impersoneremo il “tondo” Ivan, un fabbro che, ahilui, ha la nomea d’esser una persone sfortunatissima (e, il non avere più parte di un braccio, ne sarebbe la dimostrazione). Ciliegina sulla torta, lo zar decide di mettere alla prova queste dicerie, affidando al buon Ivan una serie via via più assurda di missioni impossibili. Un incipit narrativo originale che, in realtà, fa da apripista ad una trama rappresentata volutamente con toni leggeri e cosparsa di tanto humour nero, con dialoghi in rima e dagli argomenti indubbiamente folli, ma che nasconde un sostrato piuttosto profondo legato al significato e al senso stretto d’essere uomini. Una trama che, nel corso del gioco, ci mettere dinanzi ad una serie di scelte multiple che, oltre a delineare la caratterizzazione intrinseca del nostro protagonista, andranno a concretizzarsi in finali multipli di un’esperienza di gioco che durerà intorno alla decina di ore.
Di fianco alla missione principale affidataci dall’imperatore, troveremo una serie di missioni secondarie, che avranno un peso più o meno importante nello svolgimento della trama. Yaga non ci impone di esplorare né tanto meno di dedicarci anima e corpo ad attività non necessarie, ma esse celeranno dietro premesse tendenzialmente folli alcuni “pezzi” di gioco piuttosto divertenti, senza contare l’ipotetica perdita a livello di item e oggetti che potrebbe rivelarsi fatale contro nemici particolarmente potenti. Parlando d’essi, il nostro panciuto eroe, tra foreste cupe e villaggi decadenti, affronterà un nutrito e diversificato numero di nemici: i combattimenti saranno tutti in tempo reale e poggeranno su di un sistema action piuttosto basico e tipico degli hack ‘n slash, perfettamente integrato nel titolo che offrirà un livello di sfida medio/alto oltre che un ottimo dinamismo. Il nostro barbuto e “sferico” eroe potrà utilizzare un mix specifico di capriole e parate per annullare gli effetti dei colpi dei suoi avversari, il quale doneranno al combattimento una certa profondità e dinamismo seppur non lo esenteranno da una certa ripetitività. La stessa che, per certi versi, sarà la conseguenza diretta dell’unico neo della produzione, ovvero la mancanza di una sezione ruolistca più accentuata, in grado magari di rendere un po’ differente e maggiormente personalizzabile l’avventura del nostro buon Ivan.
Incudine e martello
Rispetto ad altri titoli del settore, spesso “gravati” da un complesso sistema ruolistico basato su classi, statistiche e quant’altro, in Yaga il tutto sarà fondamentalmente legato all’equipaggiamento, in modo particolare il suo fido martello che può essere migliorato in diversi modi, per far più danni grezzi, far danni “particolari” o addirittura per poter colpire da distanza gli avversari. Il titolo sarà dotato di un un sistema di crafting semplice e ben integrato, incentrato sulla raccolta di materiali ottenibili dall’esplorazione e/o dalla sistematica eliminazione dei nemici. Essendo il nostro buon Ivan un fabbro provetto, non avrà bisogno di acquistare le armi da vendor specifici ma, usando la sua maestria, potrà forgiarsele da solo. Naturalmente, i materiali avranno un livello di rarità differente e, in linea di massima, gli ingredienti più “difficili” saranno solitamente legati all’eliminazione di un boss o di un nemico piuttosto forte.
Gli sviluppatori non hanno inserito centinaia di oggetti nel gioco, così com’è quasi dogma nel settore, ma l’esplorazione e la creazione di oggetti ad hoc donerà al titolo un senso piuttosto particolare di progressione, che risulterà più “personale” rispetto ad una più canonica e “impersonale” raccolta del loot lasciato in terra dai nemici sconfitti. Yaga avrà al suo interno anche una leggera componente roguelike: ogni qual volta il vostro Ivan passerà a miglior vita, oltre ad esser apostrofato in malo modo da un sabba di streghe non particolarmente simpatiche, il nostro fabbro tornerà in vita con un piccolo upgrade che ci renderà le cose un po’ più semplici. Un plauso va fatto sia alla direzione artistica, ispirata e pregevolmente personale, la quale pesca dalla tradizione classica delle fiabe slave riuscendo nel difficile compito di amalgamare il “buio magico” del folklore con uno humour più moderno e deliziosamente cinico. Stesso plauso anche al complessivo lavoro di resa tecnica, che su Playstation 4 Pro non mostra sbavature o rallentamenti di nessun tipo, lasciandosi giocare in modo più che egregio senza incappare in vistosi intoppi. Altra menzione d’onore la colonna sonora, in gran parte composta da brani di stampo folcloristico che si amalgamano alla perfezione nel contesto complessivo del gioco.
Concludendo…
Yaga è un gioco originale, divertente e di indubbio valore. Un piccola perla del mondo Arpg che ci prende per mano e ci accompagna nel magico mondo del folklore slavo. Una produzione tecnica e artistica ottima e un gioco più che pregevole che qualche piccolo neo non gli dona uno score superiore.