Mechwarrior 5 è, come è facile immaginare, il seguito ufficiale di Mechwarrior 4, un gioco per PC uscito nel lontano 2000. Tralasciando la controparte multiplayer, Mechwarrior Online, uscito nel 2013, questo è il primo titolo del franchise orientato al single-player dal 2002, quando uscì Mechwarrior 4: Mercenaries. Questo quinto capitolo fu presentato per la prima volta durante il Mechcon 2016 in Vancouver con un promettente video di 7 minuti e, dopo un paio di rinvii sulla data di rilascio, eccolo pronto per il mercato su Epic Games Store. Siete pronti per conoscere la nostra opinione? Continuate a leggere…

Guerra nel terzo millennio

Ci troviamo nel trentunesimo secolo. Dopo l’anno 2108 l’umanità ha iniziato la colonizzazione dello spazio, arrivando a costruire uno sconfinato impero che viene chiamato Inner Sphere, guidato dalla Lega Stellare. L’innata avidità dell’uomo però prende presto il sopravvento e vengono a formarsi numerose Casate, che cercano di prendere il possesso sui sistemi stellari a discapito delle altre: la Lega viene sciolta ed inizia un turbolento periodo di conflitti battezzato “Le Guerre di Successione”. Nel corso dei secoli le grandi casate fanno ampio uso di forze mercenarie per duellare tra di loro e le macchine da guerra tradizionali vengono rese obsolete dai BattleMech, colossali robot bipedi pilotati da impavidi combattenti, i Mechwarrior. Questi prodi soldati si catapultano a bordo del loro fidato colosso metallico nei campi di battaglia di ogni sistema stellare conosciuto da oltre 500 anni, per ottenere giustizia, ricchezze ed infine gloria, aspirando a diventare leggende viventi.
La storia della campagna single player viene messa in moto nei primi minuti di gioco con l’introduzione del protagonista, il Comandante Mason, che fa parte di un piccolo gruppo di mercenari al seguito del maggiore Ryana Campbell e di suo padre, Nikolai. La narrativa è, sfortunatamente, uno dei punti più fiacchi di questo interessante titolo: l’incipit iniziale porterà i nostri eroi lungo una scontata storia di vendetta e riscatto.

La grafica in generale è decisamente convincente.

Gameplay

Mechwarrior 5: Mercenaries è fondamentalmente un gioco d’azione tattico con alcuni elementi gestionali. Durante la campagna single-player al giocatore viene affidato il compito di gestire una minuscola (inizialmente) compagnia di mercenari che deve crescere ed acquisire fama per poter infine ottenere la propria rivincita, seguendo le missioni principali. Per farlo sarà necessario svolgere innumerevoli missioni generate casualmente per ottenere i CC-Bill, la moneta intergalattica, ingaggiando nuovi piloti tra il proprio roster, acquistando e customizzando battlemechs di potenza crescente.
Nonostante il comparto gestionale delle risorse, piloti e battlemech rivesta un ruolo abbastanza significativo per la riuscita delle missioni, è durante i combattimenti che dimora il vero cuore del gioco. Questi ultimi infatti occupano un buon 80% del tempo speso a giocare ed è evidente che Piranha Games abbia investito gran parte delle risorse in essi; il risultato è in definitiva decisamente convincente e quando ci si trova all’interno della cabina dei vari giganti metallici si prova una reale sensazione di potenza e maestosità.

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I negozi dove acquistare nuovi mech ed armamenti non sono sempre presenti nei sistemi in guerra ed occorre muoversi spesso.

Weapons online…

Le regole di combattimento si conformano alla tradizione di Battletech, già ampiamente descritte anche per l’ottimo strategico uscito l’anno scorso. Ogni Mech dispone di un peso caratteristico, misurato in tonnellate, che spazia da 20 per i mezzi leggeri fino alle centinaia dei giganti da assalto.
Ogni modello di Mech possiede degli slot predefiniti di dimensioni diverse per armi di genere specifico, che sono fondamentalmente tre: ad energia, balistiche o missili di vario tipo. Per i fan del franchise facciamo subito notare che il combattimento corpo a corpo risulta misteriosamente assente in questo capitolo – peccato. Non è concesso alterare la tipologia delle armi installabili nei vari mech, quindi se ad esempio sono presenti 3 slot per armi ad energia si dovrà per forza rispettare questo vincolo, potendo però cambiare il modello a piacimento.
Ogni armamento presenta caratteristiche come gittata, danno, cadenza di fuoco e calore emanato. Quest’ultimo è una peculiarità del franchise che per tradizione rappresenta anche uno dei punti deboli dei giganti di acciaio: generare troppa potenza di fuoco infatti rischia di surriscaldare l’avveniristico reattore a fusione che li alimenta. Occorre quindi controllarlo a dovere con opportuni radiatori, che provvedono ad abbassare la temperatura. Eccessivo calore causa un surriscaldamento che induce ad un immediato shutdown dei sistemi, ivi inclusi quelli che governano il movimento e, dato che rimanere completamente inermi durante una concitata battaglia può essere determinante, si tratta di un’eventualità da scongiurare. Il giocatore ha il compito di ponderare accuratamente come equipaggiare il proprio mech per ottenere un buon equilibrio tra potenza di fuoco, corazza e raffreddamento, senza mai eccedere nel peso massimo consentito.
In definitiva Mechwarrior 5 riesce efficientemente nella sua componente gestionale perchè al giocatore vengono forniti tutti i mezzi necessari che gli consentono di personalizzare adeguatamente i vari mech e conciliare le tre componenti appena citate, senza eccedere in complessità.

Abbiamo surriscaldato il reattore che si è spento … quando questa eventualità si presenta pregate di non essere sotto il fuoco nemico!

Reactors online…

Oltre ai già citati armamenti molti bipedi possono essere anche dotati di piccoli razzi jet che consentono una veloce propulsione verso l’alto, come un salto, funzione che si rivela molto utile per evitare ostacoli oppure per dileguarsi da una situazione scomoda; inutile dire che anche questi pesano, per cui vanno oculatamente aggiunti valutando le già citate limitazioni.
Per la distribuzione di armi ed accessori il corpo dei colossi viene diviso in settori come testa, braccia, gambe e busto, diviso a sua volta in tre porzioni: destro, sinistro e centrale. Ogni parte può montare una quantità di corazza variabile dipendente dalla stazza del mech, ma che ovviamente va bilanciata con tutto il resto per non eccedere i limiti di peso. Durante i combattimenti ognuna di queste porzioni può subire singolarmente danno ed essere distrutta, causando anche la perdita di ogni armamento o accessorio montatovi sopra. La distruzione della parte centrale del busto causa l’abbattimento del mech, mentre nel caso in cui venga demolita la testa avverrà anche la morte del pilota, che andrà rimpiazzato. Tra una missione e l’altra è possibile muovere il comandante Mason a piedi all’interno della nave madre, nella quale è possibile interagire con alcuni personaggi umani, animati alla stregua di animatronic da parco giochi: si tratta di una componente piuttosto insipida, priva di valore aggiunto e che forse andava semplicemente rimossa.

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La sezione dove è possibile reclutare nuovi mechwarrior.

Sensors online…

La parte gestionale prevede il reclutamento ed il mantenimento della propria squadra di mercenari, che vanno assoldati nei vari sistemi. Ognuno dispone di una serie di abilità che spazia dall’utilizzo delle varie tipologie di armi allo sfruttamento della corazza, e via dicendo. Essendo mercenari ovviamente questi vanno anche pagati: più bravo il pilota, più alto il suo stipendio che riceverà ogni mese. La gestione del bilancio è un aspetto che non va mai trascurato per evitare di finire in bancarotta: occorre sempre acquistare solo quanto necessario senza sperperare. In ogni missione è possibile fare partecipare fino a 4 mech, che possono essere anche pilotati da giocatori umani tramite una funzione di gioco online che abbiamo avuto modo di provare ed è risultata davvero piacevole.
Al termine di ogni missione riuscita si acquisisce esperienza, elemento necessario per accrescere la fama della squadra. Più alto il livello di fama, più potenti i mezzi ed armamenti a cui si può avere accesso, senza considerare che il suo innalzamento è un prerequisito fondamentale per progredire nella storia.

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Questa zanzara ha finito di infastidirci…

All Systems Nominal!

Le missioni generate casualmente si associano ad alcune tipologie standard: assassinio, raid, difesa, zona di guerra, demolizione. Nonostante la varietà sia abbastanza marcata, alla lunga possono sembrare tutte molto simili: si parte e si raggiunge l’obiettivo, che non è mai troppo distante, si combatte ed alla fine si scappa verso il punto di raccolta della dropship. Curiosamente quest’ultima non ha il consueto aspetto sferico a cui ci ha abituati il franchise, ma ha le sembianze di un aeromobile tradizionale. Per fortuna il riuscitissimo gameplay di combattimento, unito alla varietà di mezzi ed armamenti da acquistare, che includono mezzi leggendari ai quali dare la caccia, consentono di tenere alto l’interesse durante tutto il corso della lunga campagna, che può arrivare ad oltre 40 ore di gioco!

La funzione di editing dei mech risulta presto molto comoda da usare.

Comparto tecnico

Mechwarrior 5: Mercenaries, a differenza di Mechwarrior Online, fa uso di Unreal Engine 4, un motore che sta diventando quasi uno standard per le produzioni videoludiche di ogni livello. In questo caso la resa grafica si colloca su una fascia decisamente alta: iniziando dai magnifici paesaggi per arrivare ai fabbricati che forse peccano solo nella varietà. I giganti metallici sono ovviamente il fiore all’occhiello della produzione: molto curati ed animati con estro. Ogni danno ricevuto si ripercuote visivamente sulle singole parti che compongono i mezzi: devastare i nemici è un’esperienza decisamente appagante. Tutto quanto descritto ha però un costo in termini di potenza: su un computer di medio livello sarà necessario ridurre alcuni dettagli per ottenere dei buoni risultati e a questo proposito PCGamer ha fatto un’interessante analisi dove elenca gli impatti delle varie impostazioni sulle performance e mostra le differenze visive dei vari settaggi.
Il comparto audio si attesta su un livello tutto sommato onorevole: se da un lato abbiamo una serie di ottimi effetti sonori selezionati con cura, anche se forse poco vari, la colonna sonora è invece anonima e decisamente poco ispirata. Si fa largo uso di chitarre elettriche, uno strumento che abbiamo trovato poco consono con il tema fantascientifico proposto: certamente anni luce rispetto agli storici pezzi di Mechwarrior 2 composti da grandi autori come Gregory Alper and Jeehun Hwang. I dialoghi parlati in inglese sono generalmente convincenti, ma purtroppo sono tragicamente assenti i sottotitoli in italiano. Infine una menzione sulla IA che muove i vari veicoli, che necessita di qualche aggiustamento: nonostante quella dei nemici riesca a fornire un giusto grado di sfida, quella dei nostri alleati ha ancora molte difficoltà a gestire il movimento nell’ambiente. In alcune missioni di difesa non è raro vedere i nostri colleghi mechwarrior calpestare senza riguardo le costruzioni che sono preposti a difendere. Per fortuna non si tratta di grossi problemi che precludono il divertimento.

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La storica dropship sferica è tragicamente assente…

Concludendo…

Mechwarrior 5 è un gioco che riesce benissimo in alcuni settori, mentre fallisce miseramente in altri. La resa dei combattimenti, la gestione dei mech e delle finanze sono tre elementi dai quali esce vittorioso. Devastare mezzi ed installazioni avversarie è divertente ed appagante, mentre si prova davvero la sensazione di pilotare un possente colosso da guerra. La tattica su come affrontare una missione impartendo ordini alla squadra è davvero rilevante e non basta buttarsi a capofitto negli scontri. Il comparto gestionale è essenziale, ma stimolante e mai tedioso: la ricerca e l’acquisto di armi e mech leggendari è poi una raffinatezza apprezzabile.
La narrativa, come già menzionato, è sicuramente l’aspetto più trascurato dell’intera produzione: la storia è scontata, povera, con personaggi piatti e senz’anima. Durante la campagna si affrontano molte scelte morali sulle quali però si passa sopra senza troppi fronzoli: capita talvolta che una installazione civile chieda pietà durante l’attacco dei nostri “eroi”, che però sembrano completamente disinteressati. Nessuna scelta in questo senso: la missione va completata. Tanto poi si prendono i soldi, si passa alla prossima e non se ne parla più… dopotutto, siamo mercenari, no?

CI PIACE
  • I combattimenti sono seducenti ed appaganti.
  • Comparto gestionale ben bilanciato.
  • Grande varietà di mezzi ed armamenti.
  • Il co-op online è una bel valore aggiunto.
NON CI PIACE
  • Narrativa atroce.
  • IA da migliorare.
  • Poca varietà di situazioni.
  • Niente sottotitoli in italiano.
Conclusioni

Mechwarrior 5: Mercenaries è sicuramente il titolo dedicato al franchise più riuscito degli ultimi 20 anni. Il gameplay sviluppato dai Piranha Games è in grado di catturare abilmente il feeling degli ottimi giochi passati, coadiuvato da una miriade di mezzi ed armamenti con cui sperimentare. Se, in definitiva, siete disposti a passare sopra ad una narrativa piuttosto sciatta, compratelo senza esitare: è un titolo che saprà regalarvi decine di ore di gioco di qualità.

8.2Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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