E’ stato un vero piacere immergersi nella fiaba dark narrata da Tails Of Iron, l’ultimo parto del gruppo indie Odd Bug Studios, con sede a Manchester. I ragazzi inglesi hanno saputo sfornare un piccolo capolavoro che appartiene ad un genere ibrido, parzialmente metroidvania, parzialmente souls-like, con un pizzico di elementi RPG e puzzle da risolvere…

Tails Of Iron sfoggia una trama che tutto sommato intriga e non va vista come un elemento secondario, cosa che invece accade in altri titoli come A Robot Named Fight. Il nostro avatar è Redgi, un piccolo topo che è anche principe della Fortezza Cremisi, completamente popolato da roditori. Tutto inizia alla vigilia della sua incoronazione, quando il coraggioso roditore deve presiedere ad un duello con il nerboruto fratello, per conquistare il diritto di regnare al posto del vecchio padre. Questa prima fase funge ingegnosamente da tutorial dato che ci viene insegnato come si gioca e sopratutto come si combatte, secondo alcune meccaniche che ricordano molto i giochi Souls come vedremo più avanti.
Nonostante possa inizialmente apparire come un tenero gioco fiabesco, dopo pochi minuti il tono cambia decisamente, perché il regno Cremisi viene devastato da un vero e proprio golpe ad opera del popolo delle rane, nemici mortali dei roditori. In questo preciso momento Tails Of Iron svela la sua natura dark: il re infatti viene inforcato violentemente al muro mentre il sangue dei piccoli ratti scorre a fiumi. Redgi viene messo fuori combattimento da un terrificante rospo all’apparenza invincibile, ma fortunosamente viene risparmiato – ha così inizio l’avventura …

Combattere per sopravvivere

Poco fa abbiamo anticipato che Tails Of Iron prende in prestito meccaniche dai giochi Souls-like, ebbene, il motivo è che il vero cuore di questo intrepido indie è proprio il combattimento.
Il protagonista può effettuare un nutrito numero di azioni, si può colpire con due armi diverse (leggera, ad una mano, pesante, a due mani), schivare, parare, contrattaccare – il tutto secondo dinamiche che richiedono molta precisione e riflessi.
Redgi infatti è veloce e può causare grossi danni, ma è privo di resistenza – pochi colpi sono sufficienti per metterlo al tappeto. Fortunatamente i controlli sono reattivi al punto giusto, mentre i pattern di attacco dei nemici sono piuttosto riconoscibili grazie ad indicatori visivi che indicano gli attacchi da schivare e quelli da parare. Alla fine anche davanti ad i boss più impegnativi non si sente mai la sensazione di trovarsi di fronte ad ostacoli insormontabili: basta impegnarsi e perseverare!
Il combattimento non è l’unico aspetto che arricchisce il gameplay di questo titolo: c’è anche un forte componente esplorativa, qualche elemento puzzle ed immancabilmente una gestione degli oggetti in stile RPG. Sebbene Tails Of Iron non ambisca ad essere un platform, gli scenari presenti spaziano nelle 2 direzioni cardinali senza troppi limiti – spesso ci si muove orizzontalmente, ma ci sono le occasionali scale od ostacoli da superare salendo. Il loot presente nel gioco è un’altra chicca che abbiamo davvero apprezzato: il nostro peloso amico può infatti indossare 2 capi di abbigliamento (elmo, armatura) ed impugnare fino a 3 tipi di armi o scudi. Le armi includono vari tipi di spade, pugnali, asce, mentre esistono anche armi secondarie a distanza tra le quali figurano archi, balestre e pistole. Le armatura posseggono poi alcuni attributi che aumentano la difesa in base alla specie del nemico affrontato tra le quattro principali specie nemiche – una scelta che rende anche oggetti trovati in precedenza potenzialmente sempre utili. Ogni indossabile infine possiede un valore di peso che influenza direttamente la velocità dei movimenti del piccolo Redgi: al giocatore quindi la scelta tra un assetto lento, ma robusto e potente oppure uno agile, ma fragile e debole.

Stasera, minestra di Zanza!

Tutti gli oggetti summenzionati possono venire ritrovati andando a zonzo per le aree esplorabili, ma soprattutto sconfiggendo nemici e razziando le loro spoglie a fine combattimento.
Oltre alle armi ed armature l’arsenale del nostro beniamino include anche una pozione di cura ricaricabile ed un certo numero di decotti velenosi da applicare alle armi, per potenziare gli attacchi.
I nemici in Tails Of Iron sono molto vari e fanno parte delle cinque specie principali presenti nell’universo di gioco: ovviamente ci sono i topi, le già citate rane, le talpe, le zanze (zanzare troppo cresciute) e le larve. Visivamente i personaggi sono tutti molto dettagliati e pieni di interessanti schemi di attacco. Odd Bug Studios ha speso molto tempo per produrre molti tipi di nemici unici fino alla parte finale della storia, tutti molto peculiari, talvolta anche ironici (beh, almeno fino a quando non si viene sbudellati).
I combattimenti sono spesso cruenti e richiedono una buona dose di riflessi, oltre che una conoscenza dei pattern di attacco degli avversari e se si viene uccisi si viene rispediti all’ultimo punto di salvataggio, posto saggiamente spesso vicino agli incontri più duri. Qui di norma si trova anche una botte per ricaricare la pozione di cura, una cesta dove cambiare le armi, una per ricaricare le frecce/pallettoni ed un barile per le pozioni velenose. Questa scelta aiuta davvero molto a ridurre lo stress quando si deve ripetere decine di volte lo stesso combattimento e vi possiamo garantire che è una situazione frequente. Questo però non deve far credere che Tails Of Iron sia un gioco difficile, il livello della difficoltà è decisamente più basso di altri titoli come Grime, nonostante sia comunque tendente all’impegnativo.

Comparto tecnico

Nonostante il gameplay sia di prim’ordine, è la veste grafica il vero punto di forza di Tails Of Iron. Realizzato interamente con Unity ed Fmod per la parte audio, il titolo degli Odd Bug presenta una deliziosa grafica 2D simil-cartoon, con bellissime ambientazioni e personaggi – le foto invero non rendono merito all’egregio lavoro svolto dai grafici inglesi. Le animazioni dei personaggi abbracciano il modello delle “marionette”, alla stregua di altri titoli indie come Smoke And Sacrifice, riuscendo in gran parte a convincere, sebbene talvolta risultino un po’ poco armoniose.
Il comparto audio include una serie di musiche di sottofondo che spaziano generi diversi, in generale nulla di memorabile, ma fanno il loro dovere e non annoiano, così come gli effetti sonori. Tutto il gioco è tradotto in un buon italiano. Data la natura tecnicamente semplice non è necessario un grande hardware per giocare – è comunque raccomandata una GPU dedicata con 2 Gbyte di VRAM e, sebbene si possa giocare con mouse/tastiera, consigliamo l’utilizzo di un joypad compatibile.

Concludendo …

Tails Of Iron è una piccola perla nella scena indie, un bellissimo gioco che fonde più generi per raccontare una coinvolgente fiaba di vendetta ed eroismo. Sebbene il vero cuore del gioco siano i combattimenti, tutto il contorno è ben riuscito e, per una volta, la difficoltà non è eccedente, ma anzi, si percepisce un deciso desiderio degli Odd Bug di non stressare troppo il giocatore.

CI PIACE
  • Grafica 2D di grande pregio, distintiva e curata.
  • Gameplay ben calibrato, mai stressante.
  • Tantissimo contenuto che mantiene alto l’interesse fino alla fine.
NON CI PIACE
  • Fattore rigiocabilità limitato.
Conclusioni

Tails of Iron è un piccolo capolavoro che arricchisce le fila dei metroidvania a testa alta, con un sistema di combattimento ben calibrato, una grafica particolarissima e tanta varietà. Nonostante la storia principale possa essere conclusa in circa 10 ore esistono molte missioni secondarie che possono prolungarne la longevità. Consigliatissimo a tutti i fan del genere.

8.8Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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