Grime è una new entry nel filone sempre più numeroso dei metroidvania, genere che annovera, tra i suoi punti di forza, un gameplay di stampo “hardcore” ed una grafica davvero fuori dall’ordinario. Come è possibile intuire anche solo guardando l’immagine di copertina infatti, i ragazzi israeliani di Clover Bite hanno portato alla luce un titolo che fa dell’impatto visivo grottesco uno dei suoi punti di forza, ma non è questa l’unica sua peculiarità che ci ha ricordato la storica serie Shadow Of The Beast…
Il protagonista del gioco in questione è un insolito essere di pietra antropomorfo – con una sorta di buco nero dove normalmente è situata la testa. Gli antefatti della sua storia, in realtà, rimangono piuttosto oscuri per gran parte dell’avventura, anche se il silenzioso protagonista pare essere consapevole degli eventi di gioco che, eventualmente, vengono poi svelati anche al giocatore. Questa sorta di disconnessione è uno degli elementi che Grime preleva dai titoli Dark Souls e contribuisce alla sensazione di mistero che crea tensione, ma che allo stesso tempo invoglia a progredire. La storia si svela durante l’avventura grazie all’incontro casuale con altri esseri senzienti, più o meno bizzarri, con i quali si potrà interagire per ottenere informazioni, oltre che poter scambiare ed acquistare oggetti, armi ed armature. La grande area di gioco a disposizione è stata divisa in macro settori con nomi altisonanti, per i quali ovviamente è disponibile una mappa interattiva, i tradizionali checkpoint oltre che un sistema di fast travel. Per ogni settore la mappa deve essere sbloccata tramite dei fari da trovare ed attivare – senza di questi l’esplorazione avviene alla cieca. I livelli sono invero abbastanza articolati e, per una volta tanto, non generati da un algoritmo procedurale, fattore che troviamo sempre più apprezzabile in tempi recenti. Ciononostante, il level design non è tra i migliori: talvolta ci si ritrova a girovagare per vaste zone che sporadicamente risultano leggermente confuse.
Gameplay
Partiamo dalle basi: trattandosi di un metroidvania gran parte del gameplay si divide tra esplorazione e combattimento. In questo senso Grime prende in prestito un’altra caratteristica fondamentale dei Souls: la difficoltà. Gli scontri sono davvero impietosi e bastano pochi colpi, anche dell’ultimo essere strisciante, per essere sgominati – senza una buona dose di riflessi ed abilità. Tramite un apposito tasto è possibile bloccare gli attacchi standard dei nemici, ma non tutti: quelli che iniziano con una vampata rossa infatti devono essere esclusivamente schivati. Se il nemico è abbastanza indebolito, il blocco consente al giocatore di assorbire la sua essenza, distruggendolo – una volta assorbiti sufficienti nemici della stessa tipologia (il numero varia in base al tipo) viene sbloccato l’accesso ad una distinta abilità dal pannello di crescita che vedremo più avanti. La parata così concepita nella maggior parte dei casi riesce a ribaltare completamente l’approccio agli scontri, a patto che si sia disposti a familiarizzare con le animazioni e i tempi specifici di ogni minimo movimento dei nemici. Grazie ad essa dopo pochi minuti si attiva anche una sorta di accumulatore che si ricarica man mano che vengono assorbiti con successo gli attacchi, permettendo al giocatore di curarsi quando questi è pieno – un elemento che aiuta a sgravare lo stress da combattimento.
Un metroidvania più maturo
Come dicevamo esistono vari oggetti a disposizione del granitico protagonista, che si suddividono in tre tipi: consumabili, armi, armature. I consumabili, come suggerisce il nome, sono i classici elementi usa-e-getta che consentono di ottenere vari vantaggi durante gli scontri, ma non aspettatevi di trovarvi oggetti che consentono il ripristino della salute – sarebbe troppo facile. Le armi sono davvero molte e variegate, spaziando da coltelli, guanti di pietra fino ad arrivare a chele ed enormi martelli devastanti. Ogni arma porta con sé pregi e difetti, anche se i fattori più determinanti sono il danno, la velocità di attacco e l’allungo, dovuto principalmente alla forma delle stesse. Dobbiamo dire che molte di queste risultano più o meno simili tra loro, durante l’utilizzo, e, a conti fatti, cambia solo l’estetica – qualche potere o mossa supplementare specifica avrebbe contribuito ad arricchire la varietà. Le armature, ad oggi, sono esclusivamente cosmetiche e non variano in nessun modo i parametri di gioco anche se i Clover Bite stano valutando se introdurre un elemento di difesa aggiuntivo con una futura patch.
Un fattore che non abbiamo proprio gradito è che tutti gli oggetti nel mondo di gioco compaiono esattamente con la stessa identica icona. Se da un lato questa circostanza può incrementare la curiosità, magari per raggiungere un determinato elemento su piattaforme lontane e scoprirne la natura, dall’altro è un elemento decisamente confusionario, specie per un titolo che sfoggia una qualità grafica come questo. Viene naturale avere l’impressione che alcune di queste mancanze siano feature imbastite, ma non completata in tempo per il rilascio finale del gioco – vedremo nei futuri aggiornamenti se riusciranno a metterci una pezza.
Skill tree ed affini
Grime sfoggia una componente RPG che, in qualche modo, rende in parte meno punitiva la difficoltà di gioco. Una volta eliminati i nemici, infatti, il giocatore potrà assorbirne i punti potenziamento, tramite il buco nero posto sulla sua testa. Questi, fortunosamente, non vengono persi quando si viene uccisi – in questo modo, nonostante la frequenza elevata di tumulazioni subite, non si ha mai la sensazione di aver perso del tempo ed è possibile, seppur in una maniera minima, potenziare il proprio personaggio. Attenzione però: i potenziamenti di livello sono davvero lievi e non costituiscono mai un elemento su cui appoggiarsi per sconfiggere gli avversari più temibili (come i boss), per i quali l’unico metodo rimane sempre quello di affinare i riflessi ed imparare a conoscere i pattern di attacco degli avversari. I punti raccolti possono essere associati a cinque valori: salute, potere, forza, destrezza e risonanza. Il primo non ha bisogno di essere descritto: incrementa l’energia vitale del protagonista. Il potere è un elemento fondamentale: ogni attacco o mossa sferrata dal giocatore lo consuma, una volta terminato si rimane inermi ed occorre qualche secondo per recuperarlo. Gli ultimi tre elementi consentono di rendere più efficaci le armi raccolte che appartengono sempre alle tre abilità indicate: tendenzialmente per utilizzare le armi pesanti e lente serve forza, mentre la destrezza serve per quelle più veloci e così via. Oltre alle abilità ci sono numerosi “tratti” da sbloccare grazie ad alcune gemme che vengono assegnate combattendo, che in alcuni casi riescono davvero a cambiare il gameplay costituendo vantaggi più o meno efficaci. Questo tratti sono legati al completamento del processo di assorbimento dei nemici, tramite la meccanica di blocco descritta in precedenza.
Comparto Tecnico
Grime fa un uso magistrale del motore Unity sia per gestire il suo ottimo gamplay e soprattutto il suo pregevolissimo comparto grafico. Partendo dai fondali, tutti finemente realizzati e molto caratteristici, per finire con il ricchissimo roster di personaggi, più o meno grotteschi, che prendono vita sotto un comparto animazione di primissimo ordine. I ragazzi di Clover Bite dimostrano grande maestria e creatività, proponendo una serie di esseri orripilanti che sembrano fondere insieme arti ed elementi del corpo del tutto aliene tra loro. Anche nella divisione audio è stata riposta grandissima cura – le musiche ambient sono splendide e contribuiscono nel costituire un’atmosfera tetra di rara eccezione. In questo senso abbiamo percepito una sensazione davvero simile a quando solcammo per la prima volta le spettacolari lande di Shadow Of The Beast 2: chapeau ai ragazzi israeliani!
Questa ricchezza grafica ha ovviamente un prezzo: nonostante Grime sia fondamentalmente un platform, non aspettatevi di potervi giocare su un computer privo di GPU 3D dedicata, con almeno 2 GB di VRAM, ma per fortuna qualunque scheda video di medio livello oggi può gestirlo senza troppi problemi al massimo del dettaglio. Sulla questione bug dobbiamo però far presente che abbiamo incontrato in diverse occasioni problemi sulla gestione delle collisioni tra giocatore/fondale, causando in alcuni casi specifici anche delle morti accidentali, ma recenti patch hanno decisamente migliorato la situazione. Il gioco non sfoggia un parlato vero e proprio, ma è fornito di una certa quantità di testo, dichiaratamente tradotto in italiano, anche se non siamo davvero riusciti ad impostarlo.
Concludendo…
Grime è un titolo indie di grande pregio, che ha solo bisogno di una piccola affinatura per essere considerato un grande classico. La sua difficoltà elevata potrebbe allontanare molti giocatori meno hardcore, un po’ come accade anche in altri titoli come Cuphead, ma fidatevi se vi diciamo che vale la pena giocarlo anche solo per ammirare tutte le splendide creature che i ragazzi di Clover Bite hanno saputo partorire!