Hellraid è un nome con un passato travagliato. Nacque infatti come mod per un altro titolo Techland, Dead Island, ed in seguito venne promosso come un titolo a sé stante, mostrato per la prima volta nel 2013, e fu descritto come una fusione tra lo stesso Dead Island e titoli dark fantasy quali Elders Scrolls ed Hexen. Dopo numerosi ritardi ed un rilascio di uno spin-off per la piattaforma mobile, nel 2015 il progetto fu infine accantonato, senza dare troppe spiegazioni sulle motivazioni. Ebbene dopo 5 anni di sepoltura, lo scorso aprile Techland prese tutti alla sprovvista, annunciando che Hellraid sarebbe infine rinato come DLC per Dying Light, entro questa stessa estate. La notizia sorprese perché ancora oggi il seguito ufficiale di Dying Light continua a subire ritardi ed è privo di una data certa di uscita – com’era quindi possibile rilasciare in così poco tempo un altro titolo? Potrebbe il rilascio improvviso di Hellraid essere una manovra equivoca per appagare i fan, tenerli buoni ancora per un po’, senza fare troppi sforzi?

Ebbene, scopriamo insieme se è vero, nella nostra recensione!

Please Insert Soul

Per coloro che bazzicano la scena videoludica risulta innegabile che, tra tutti i titoli dedicati al tema “zombie”, Dying Light ricopra un posto importante. Il 2015 infatti, anno di rilascio per PC, consacrò Techland come una società in grado di creare titoli AAA best seller al pari delle “big” del settore. Nel corso di questi cinque anni, la casa polacca ha quindi tenuto fede alla promessa di alimentare la fiamma del gioco senza abbandonarlo: Dying Light è ancora un titolo molto giocato con tantissimi player attivi; questo grazie al riuscito gioco online, ai vari DLC rilasciati e ai periodici eventi a tema con ricompense, tutte cose che invogliano a continuare la demolizione di crani putrefatti.

dying-light-hellraid-cabinato
Il terrificante cabinato arcade di Hellraid compare nella torre di Brecken…

Insomma, sotto questo aspetto, si tratta di un esempio che andrebbe preso come riferimento da tutti. Hellraid si propone quindi come un ricco DLC che introduce nuovi livelli, armi, sfide, senza però arricchire la trama in alcun modo: si tratta di azione arcade pura. Comprando il contenuto aggiuntivo comparirà nella torre di Brecken questo oscuro cabinato, che consentirà di catapultarsi nei meandri della torre di Ba’al ed iniziare il massacro per accedere alla cripta del tesoro…

Contenuto aggiuntivo … oppure no?

Hellraid, in pillole, propone una serie di stanze in difficoltà crescente dove il giocatore (o i giocatori) affronta ondate di nemici per ottenere i tre pezzi della pietra di Clavis; una volta in possesso delle tre parti sarà possibile affrontare il temibile Minotauro, sconfitto il quale si potrà aprire e razziare il tesoro sepolto. Per completare l’opera si dispone inizialmente di tre sole vite che, se venissero esaurite, costringerebbero a ricominciare daccapo l’impresa. Questo piccolo riassunto descrive in realtà davvero bene quello che c’è.

dying-light-hellraid-cesta
Una cesta da frugare per ottenere … monete. Che altro?

I livelli sono statici e lineari, niente libertà di movimento: si procede dal punto A al punto B, dal punto B al punto C, con in mezzo orde di non-morti e portoni da aprire, tramite leve o altari demoniaci. Si inizia con una bieca spada arrugginita e si ottengono vari gradi di potenza per poter ottenere armi via via più efficaci. I nemici proposti sono visivamente diversi rispeto ai non morti di Harran ma, per un buon 90%, i movimenti ed i comportamenti sono ereditati direttamente dalle controparti del mondo reale (per esempio il boss finale, il Minotauro, altro non è che un “re-skin” del Demolitore). Considerato che i vari asset e texture probabilmente risalgono al progetto abbandonato nel 2015 è evidente che il tutto si riduce ad una specie di skin-fest e, in generale, sembra che sia stato tutto sviluppato con poco sforzo o volontà da parte dei Techland.

All’arma bianca

Il combattimento prevede l’ausilio di sole armi bianche medioevali, visto che in Hellraid non si spara e non ci sono magie. Il roster di armi aggiuntive in realtà è anche abbastanza vario ma, estetica a parte, è difficile trovare una sostanziale differenza tra le armi esclusive di Hellraid e quelle già presenti in Dying Light. La componente parkour viene messa presto a tacere dal level design volutamente semplice e piatto, quindi quello che rimane è pura azione hack’n’slash, dall’inizio alla fine, attraverso una serie di livelli che disgraziatamente sembrano davvero tutti uguali.

Il semi-boss Torturatore. Dopo l’uccisione diviene un nemico normale, come da tradizione…

Difficile distinguere la prima stanza dall’ultima, se non dalla difficoltà delle ondate proposte. Ogni nemico o cesta può fornire un certo numero di monete, utili per “acquistare” le armi sbloccate a fine sessione ed utilizzarle così nel mondo “reale”. Uno degli aspetti peggiori, però, è causato proprio dalla necessità di raccolta del bottino, ci sono così tanti nemici che alla fine i cadaveri accatastati diventano davvero tantissimi e, dato che sarà obbligatorio usare la funzione di “perquisizione” di Dying Light per ottenere l’incasso delle uccisioni, dopo pochi minuti diventa davvero scomodo e tedioso doverlo fare.

Comparto tecnico

Sull’aspetto tecnico c’è poco da dire dato che, a parte le nuove ambientazioni, null’altro è variato. Armi, scenari e nemici sono stati disegnati con decoro, attestandosi sugli stessi livelli del gioco principale che, nonostante gli anni, è sempre gradevole alla vista. I nuovi arrivati, come gli scheletri ed il Torturatore, sono stati animati con poca cura ed appaiono piuttosto legnosi e meno reattivi rispetto ai soliti zombi, risultando anche parzialmente impervi alle varie mosse per atterrarli, ma nulla al confronto del boss finale, il Minotauro, sul quale è meglio stendere un velo pietoso.

dying-light-hellraid-minotauro
Ecco il Minotauro, in tutta la sua … ehm … gloria.

Fatta eccezione per le occasionali leve e porte, le scenografie proposte sono davvero statiche e totalmente prive di una qualsiasi interattività, insomma il tutto trasuda una decisa sensazione di fretta nello sviluppo. Il comparto audio supplementare galleggia decisamente nell’anonimato, offrendo ben poche novità e tanto materiale riciclato: ci sono giusto un paio di nuovi effetti ambient, qualche grugnito, una musica a tema e poco altro…

Concludendo…

Giocare dentro il mondo di Hellraid ci ha ricordato per certi versi lo storico Doom: azione pura senza cervello, ma qui purtroppo alcune cose stonano, perché sono state concepite per un gameplay differente. Intanto nel leggendario titolo ID Software c’era varietà di armi, mentre qui poco cambia tra un’arma bianca ed un’altra. Forse però la cosa che ci ha infastidito di più in questo DLC è la costante necessità di chinarsi su ogni cadavere per ottenere il bottino: non è proprio accettabile dover spendere 10 minuti ad uccidere zombi e i 10 minuti successivi a cercare cadaveri e frugarvi per ottenere le ricompense guadagnate (oltretutto l’azione di disamina dei corpi è associata ad un movimento della telecamera che, a lungo andare, dà anche molto fastidio). A meno che non siate dei rabbiosi cacciatori di achievement abbiamo trovato, in generale, le ricompense offerte poco motivanti per rigiocare più volte il percorso. Una volta sbloccate le armi, diciamo dopo circa tre run complete, difficilmente rimetterete mano al gioco. Insomma, non è proprio un DLC da buttare, ma, al prezzo a cui è attualmente proposto di 9.99€, Hellraid arricchisce davvero poco l’ottima esperienza originale e merita poca considerazione.

CI PIACE
  • Una manciata di nuove armi da sbloccare ed usare anche fuori dal DLC.
  • Massacrare zombi e scheletri è pur sempre divertente.
NON CI PIACE
  • Il contenuto nuovo si limita ad una skin-fest per nemici, armi e livelli. Nessuna verà novità.
  • Gameplay amputato di molte componenti che hanno reso celebre Dying Light.
  • La perquisizione obbligatoria dei cadaveri spezza l’azione e stride tantissimo con la natura action del DLC.
  • Prezzo troppo alto considerati i contenuti offerti.
Conclusioni

Hellraid si rivela essere un DLC frettoloso e mal concepito, che si limita a proporre combattimenti ignoranti in un gameplay di pura azione contro gli stessi nemici di prima, a cui sono state semplicemente apposte nuove skin. Il level design è languido, privo di fantasia, con un grado di interazione assolutamente inesistente, mentre le nuove armi sono sprovviste di qualunque novità rilevante e da sole non bastano ad incentivarne l’acquisto. Consigliato solo se siete fan hard-core del franchise.

6Cyberludus.com

Articolo precedentePeaky Blinders: Mastermind – Recensione
Prossimo articoloMortal Shell – Recensione
Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!