Quando circa undici anni fa, i giovani ragazzi di From Software – guidati dall’allora sconosciuto Hidetaka Miyazaki – rilasciarono in esclusiva Playstation 3 l’action RPG Demon’s Souls, nessuno si sarebbe mai aspettato un impatto di tali proporzioni. Ampliando la formula del loro primo souls-like, con Dark Souls vennero gettate delle basi importanti per questo vera e propria nuova branchia del genere dei giochi di ruolo. Se da un lato From Software ha continuato la propria avventura, proponendo al pubblico altre IP apprezzate come Sekiro: Shadows Die Twice o Bloodborne, molte compagnie videoludiche hanno ben presto afferrato diverse meccaniche dai titoli sopraccitati, proponendo a loro volta varianti più o meno riuscite. Ne è un esempio l’ottimo Jedi Fallen Order, che eredita parte delle meccaniche “punitive” dei titoli From Software, o il più recente Nioh 2.
Il titolo di cui vi andremo a parlare oggi, fa sì parte della neonata categoria dei souls-like ma anziché prendere solo alcune delle meccaniche tipiche dei Souls, ne eredita le atmosfere – tipicamente dark fantasy – così come la stessa cripticità della lore, da sempre marchio di fabbrica dei Dark Souls.
Mortal Shell è, come ci piace definirlo, una lettera d’amore alle produzioni From Software, un titolo che, seppur con diversi limiti in termini di budget e forza lavoro (il team di Cold Symmetry è composto da appena quindici persone), è riuscito nell’intento di proporre un’esperienza souls-like di pregevole fattura. Ne parliamo insieme nella nostra recensione, relativa alla versione PC del titolo…
Un guscio vuoto alla ricerca della propria identità
Narrativamente parlando, Mortal Shell si presenta come uno tra i titoli più criptici sul mercato. Il titolo dei Cold Symmetry porta ad un nuovo livello la “timida” lore tipica della saga di Dark Souls, immergendo il giocatore in una ambientazione dark fantasy, senza fornire alcuna spiegazione di sorta e/o filmati introduttivi atti ad introdurre protagonista, mondo di gioco e scopo della nostra avventura.
In Mortal Shell, fin dalle prime battute, assumeremo le sembianze di una “creatura” antropomorfa, completamente svestita, il Foundling. Dopo una prima sezione di gameplay, atta ad introdurci alcune meccaniche basilari di gioco, verremo catapultati nella prima area di gioco, nella quale entreremo a contatto con una tra le feature principali del titolo Cold Symmetry: il Foundling potrà entrare – letteralmente – in alcuni involucri, dei guerrieri “vuoti” e privi di vita da chissà quanto tempo, controllandone movimenti e abilità – in totale, Mortal Shell, mette a disposizione quattro involucri che fungono da classi per questo peculiare gioco di ruolo. Ogni involucro, presente all’interno del gioco, offre un sistema di crescita indipendente, strutturato in maniera simile ad un albero delle abilità.
A differenza dei Souls, Mortal Shell non ci consentirà di aumentare singolarmente ogni attributo per la nostra classe/involucro, ma saremo solamente limitati all’acquisto di specifi perk nell’albero delle abilità che forniscono particolari bonus (rispettando alcuni prerequisiti) e/o abilità aggiuntive nel combattimento; scelta piuttosto bizzarra che, a conti fatti, rende il sistema di progressione meno profondo di quanto ci saremmo inizialmente aspettati. Per acquisire i perk per ogni involucro avremo bisogno di due risorse fondamentali: il Tar e le Visioni. Il primo potrà essere facilmente acquisito uccidendo malcapitati nemici (Dark Souls docet) mentre il secondo, dovrà essere necessariamente estrapolato da alcuni particolari oggetti. Sul discorso inventario, apriamo una piccola parentesi meritevole di attenzione: in Mortal Shell non sapremo mai, fin dall’inizio, l’utilità di ogni singolo oggetto/strumento finché non lo utilizzeremo almeno una volta – una volta fatto, porteremo alla luce il suo scopo andando inoltre ad aumentare il grado di familiarità con l’oggetto stesso che, se portato al massimo, ci consentirà di sfruttarne il pieno potenziale.
Ottenute Tar e Visioni, potremo così fare la conoscenza di Sorella Genessa – l’impersonificazione dei falò From Software – un misterioso personaggio che ci offrirà il Tar Divino, una bevanda atta al ristoro del nostro involucro e all’acquisizione di perk/abilità nello specifico albero. Se da un lato, lo sviluppo dell’involucro risulta, a conti fatti, poco approfondito, abbiamo apprezzato la possibilità di sbloccare nuove armi per il nostro personaggio e la possibilità di sbloccare nuove abilità in combattimento utilizzando specifici oggetti sparsi per il mondo di gioco, tramite la fucina presso alcuni “campi base”.
La campagna di Mortal Shell potrà essere portata a termine in una decina di ore abbondanti, durante le quali saremo tenuti ad attraversare un mondo di gioco strutturato “a ragnatela”, dove tutte le aree si dipanano, in maniera piuttosto disordinata, dalla foresta centrale – scordatevi quindi le meravigliose aree interconnesse dei Dark Souls. Il gioco, senza entrare nel dettaglio, prevede infatti la ricerca di determinati oggetti, posti all’estremità di ogni sotto area: il giocatore sarà quindi tenuto a scovarli e riportarli nell’hub centrale, esplorando il mondo di gioco proposto dal team di Cold Symmetry.
“La miglior difesa è la pietrificazione” semi-cit.
Se di primo acchito il titolo Cold Symmetry presenta un combat system facilmente associabile a quello dei vari souls-like sul mercato, abbiamo apprezzato – particolarmente – alcune interessanti feature introdotte dagli sviluppatori. Il gioco presenta sì la classica diversificazione tra attacchi leggeri e pesanti, a cui si può combinare corsa e schivata per cogliere impreparati i nemici, ma è sul discorso “parata” che Mortal Shell riesce a introdurre un’ottima meccanica: la pietrificazione. Tramite la pressione del grilletto sinistro, infatti, potremo letteralmente pietrificare il nostro involucro, rendendo il successo attacco del nemico totalmente inutile. La possibilità di pietrificarsi anche durante i nostri stessi attacchi, aggiunge una buona dose di varietà agli scontri che, dal canto loro, risultano essere parecchio più lenti rispetto alla concorrenza. Oltre alla pietrificazione, avremo anche modo di deviare gli attacchi, contrattaccando così i colpi dei nemici e portarli verso morte certa anzitempo. Attacchi, corsa e schivata provocano una riduzione della stamina: dovremo quindi sempre tenere d’occhio l’indicatore – posto nella parte inferiore dello schermo – per evitare di rimanere lenti e inermi davanti ai nemici più potenti; a questo pro, Mortal Shell non perdona anche se, in maniera simile a Sekiro, ci viene concessa una seconda chance di “rientrare” nell’involucro, una volta terminata la prima barra della vita. Una terza barra, oltre a stamina e salute, è rappresentata dalla determinazione che ci consentirà di eseguire specifiche abilità contro i nemici, una volta sbloccate.
Se da un lato abbiamo adorato il lavoro svolto dai Cold Symmetry nel rendere solide le basi di gameplay all’arma bianca, abbiamo qualcosa da ridire sull’applicazione dello stesso, visti i numerosi limiti dei nemici, specialmente per quanto riguarda i pattern d’attacco. I nemici in Mortal Shell sono lenti, parecchio e spesso molto prevedibili: spesso, per riuscire ad avere la meglio sui boss, basta tenersi sulla difensiva, schivando all’occorrenza e colpendo nei momenti di stallo. L’imprevedibilità dei boss, fattore che ha sempre reso unici i titoli From Software, viene qui a mancare, provocando una netta diminuzione del fattore divertimento negli scontri contro i nemici più complessi.
Mortal Shell presenta un comparto audiovisivo sorprendente, considerata la natura low budget del titolo. Appoggiandosi all’evergreen Unreal Engine 4, i Cold Symmetry son riusciti a creare delle ambientazioni di buon impatto e, sicuramente, particolareggiate (almeno nella versione PC da noi provata – esclusiva Epic Store). L’influenza stilistica dei vari Dark Souls è evidente, ma abbiamo comunque apprezzato la cura rivolta dal team nella modellazione poligonale dei personaggi, dai nemici ai vari involucri giocabili.
Il gioco presenta un buon doppiaggio in lingua inglese, mentre menù e sottotitoli sono stati tradotti in italiano.
Concludendo…
Nonostante i diversi limiti, abbiamo apprezzato Mortal Shell. L’opera prima dei Cold Symmetry è una sorta di tributo ai titoli From Software che, in qualche modo, riesce a ritagliarsi una propria identità, grazie all’ottima suddivisione in classi tramite gli involucri e alcune buone pensate per quanto riguarda il combat system. I pattern d’attacco limitati dei nemici e dei boss, ed un level design a volte troppo confusionario, impediscono al titolo di svettare verso standard qualitativi più elevati, ma resta comunque una produzione consigliata agli amanti dei souls-like, rimasti digiuni dalle ultime proposte sul mercato.