Da quando la Disney ha acquisito il brand di Star Wars, l’epica saga cinematografica che ha fatto sognare milioni di appassionati è tornata sulla cresta dell’onda. La nuova trilogia – iniziata nel 2015 con Il Risveglio della Forza – non ha di certo brillato per originalità ma, innegabilmente, ha saputo mantenere vivo il fascino dell’eterna lotta contro il Lato oscuro. Impresa, questa, riuscita anche da Respawn Entertainment con l’ottimo Star Wars Jedi: Fallen Order.

Il talentuoso team californiano ha colto in pieno l’anima dell’iconica saga cinematografica,  creando un action-adventure estremamente divertente e spettacolare. Anche Fallen Order non spicca certo per originalità, ma si presenta come un ottimo mix che vi intratterrà egregiamente per tutta la sua durata.

Star Wars Jedi: Fallen Order
Cal ed il suo inseparabile compagno robotico

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

Saggiamente, a nostro parere, Respawn Entertainment ha deciso di ambientare Star Wars Jedi: Fallen Order in un’epoca ben lontana dall’attuale trilogia cinematografica. Gli eventi narrati nel gioco, infatti, intercorrono tra la trilogia prequel e la trilogia originale. Ambientato dopo l’Ordine 66, ossia l’apice della macchinazione orchestrata da Palpatine con lo scopo di porre fine all’Ordine Jedi, il gioco racconta la storia di un sopravvissuto che vive nascondendo la sua reale identità, il tutto mentre l’Impero esercita la sua violenta e repressiva morsa sulla galassia.

Il sopravvissuto in questione è Cal Kestis, un promettente ex-padawan reinventatosi operaio sul pianeta Bracca, riuscito così a nascondere la sua identità per diversi anni. Eppure, non ci si può nascondere per sempre e presto il nostro protagonista si ritroverà in fuga in una sorta di Odissea nello spazio che lo porterà ad esplorare vari pianeti alla ricerca di determinati soggetti sensibili alla Forza, cercando al contempo di non farsi sopraffare dall’Impero.

Come la tradizione di Star Wars impone, la storia è arricchita da una serie di carismatici comprimari che affiancano il nostro eroe nel corso dell’avventura, come l’ex Jedi Cere, il burbero pilota Greez e l’adorabile droide di nome BD-1 che ha l’impegnativo compito di assistere Cal sul campo, aiutandolo in svariate situazione di gioco.

Effettivamente, la trama di Fallen Order ha ben poco da invidiare ai vari film della saga e si va ad innestare perfettamente poco prima degli eventi narrati nell’ottimo Rogue One coinvolgendo abbastanza nel corso delle circa 14 ore di durata (che possono anche raddoppiare se puntate al 100%). Persino l’ottima interpretazione di Cameron Monaghan nei panni di Cal è credibile a tal punto da non sfigurare minimamente con i suoi colleghi che hanno interpretato, nel corso dei decenni, alcuni dei personaggi più iconici del franchise.

Fallen Order Screenshot
Quell’essere disgustoso saprà darvi del filo da torcere

Un pizzico di Uncharted ed una spruzzata di Sekiro

Uno dei tanti pregi di Star Wars Jedi: Fallen Order è quello di riuscire a traslare egregiamente la sensazione di controllare un agguerrito combattente Jedi. Respawn ha però voluto plasmare l’esperienza di gioco prendendo spunto da mamma From Software e rendendo il titolo una sorta di soulslike, con le dovute precisazioni. Ok, lo sappiamo, questo termine sta diventando fin troppo abusato ma diverse meccaniche di gioco rendono inevitabile il paragone.

Gli epici combattimenti “all’arma bianca” in cui vi imbatterete sono basati principalmente su parate, schivate e contrattacchi fulminei. Inoltre, i nemici hanno un indicatore della resistenza che una volta azzerato permette di sferrare un colpo mortale. Vi ricorda qualcosa?

Star Wars Jedi: Fallen Order

Abbiamo giocato Fallen Order a livello di difficoltà Maestro Jedi – il corrispettivo di “difficile” – e abbiamo goduto di un’esperienza di gioco impegnativa e dannatamente appagante. Si muore, spesso, e dopo ogni game over si rinasce nei punti di meditazione (l’equivalente dei falò) e si dovrà danneggiare il nemico che ci ha ucciso per recuperare l’esperienza perduta. Rimanendo a corto di oggetti curativi, è possibile recuperarli riposando nei punti di meditazione, ma ciò farà rinascere i nemici.

Nonostante l’evidente impronta di riferimento, raramente abbiamo provato la sensazione di frustrazione tipica dei souls, d’altronde in Star Wars Jedi: Fallen Order impersoniamo un potente cavaliere Jedi dotato di svariate abilità letali: dai letali fendenti a base di spada laser alle potenti abilità della Forza come la spinta o il rallentamento dei nemici. Insomma, giustamente, gli strumenti per abbattere vari Stormtroopers contemporaneamente sono tutti nelle nostre mani e vengono sbloccati progressivamente avanzando nell’avventura. Parlando del sistema di progressione, all’inizio del gioco Cal dispone di pochissime abilità ma arrivando alle battute finali la situazione sarà ben diversa permettendovi di respingere interi gruppi di nemici con un singolo attacco della Forza e sbizzarrirvi nell’utilizzo della spada laser, una volta padroneggiate le varie combo.

Purtroppo, è mancato qualcosa in fase di rifinitura del combat system e lo si percepisce nelle fasi di battaglia, sulla carta, più adrenaliniche e ricche di tensione: gli scontri 1vs1 contro mid-boss o boss. Il parry è essenziale per ottenere una finestra utile ad attaccare e sfondare la guardia dell’avversario di turno, ma spesso si ha la sensazione che questa meccanica non sia fluida e precisa al punto giusto. Sembra quasi che Cal perda una fondamentale frazione di secondo prima di alzare la spada e parare, portando spesso ad affidarsi alla parata normale e ad un approccio, conseguentemente, più statico e basato principalmente sullo sfruttare a dovere i poteri della Forza. In questo caso, il confronto con Sekiro è impietoso, rendendo evidente come a Star Wars Jedi: Fallen Order manchi qualcosa in termini di reattività nel parry ed, in minima parte, anche nella schivata.

Star Wars Jedi: Fallen Order Rogue One
Una vecchia conoscenza.. Direttamente da Rogue One

Un’altra serie che ha prepotentemente influenzato Fallen Order è certamente quella di Uncharted. Respawn ha evidentemente attinto dalle opere di Naughty Dog proponendo ambientazioni ricche di grotte da esplorare, pareti da scalare, funi da cui dondolare, segreti da sbloccare, enigmi da risolvere e tante sezioni dall’alto tasso cinematografico.

L’esperienza nella progettazione dei livelli che il team di sviluppo ha acquisito lavorando ai due Titanfall è evidente, basti pensare alle corse sui muri essenziali in molte sezioni di gioco. Non sottovalutate comunque l’anima da metroidvania del titolo: nel gioco, infatti, si esplorano ampie mappe e si ottengono abilità che permettono di sbloccare nuovi percorsi e accedere a posti prima inaccessibili. Ogni pianeta ha diverse aree tutte connesse tra loro che formano un’unica grande mappa. Da notare, inoltre, che non c’è alcun tipo di viaggio rapido da un punto all’altro della mappa e per tornare alla nostra nave, la Mantis, bisognerà percorrere a ritroso l’area di gioco. Ciò amplifica ulteriormente il senso di esplorazione, permettendo di imbattersi in nuovi posti che magari ci sono sfuggiti precedentemente. Questa dinamica di gameplay sembrerebbe favorire un fastidioso backtracking ma possiamo assicurarvi che non è così, viste le numerose scorciatoie che, una volta sbloccate, permettono di attraversare più rapidamente la mappa.

Star Wars Jedi: Fallen Order Seconda Sorella
Il preludio della prima boss fight del titolo

L’esplorazione nel gioco ricopre un ruolo che ha ben poco da invidiare alla componente prettamente action, scandagliare minuziosamente gli otto pianeti presenti in Star Wars Jedi: Fallen Order è estremamente piacevole e proprio in queste fasi risulta particolarmente utile il contributo di BD-1 che vi aiuterà scannerizzando determinati elementi in modo da fornirvi dettagli di lore e facendovi guadagnare preziosi punti esperienza. Degli otto, cinque pianeti possono essere rivisitati a piacimento usando l’Olotavolo della Mantis.

Il design dei livelli, così come il combat system, non è certamente innovativo. Tuttavia, raggiunge un livello di stratificazione e complessità che pochi giochi possono eguagliare, pur presentando qualche svarione in un paio di pianeti che risultano meno riusciti ed accattivanti. Vi approccerete a Fallen Order per padroneggiare l’arte della spada laser, finirete inevitabilmente per innamorarvi della componente esplorativa del titolo.

EA, tutto bene?

In pieno contrasto con le canoniche strategie di marketing targate Electronic Arts, Star Wars Jedi: Fallen Order non ha microtransazioni o DLC programmati. Dopo il caos successo ai tempi di Battlefront II, una manovra del genere era imprescindibile per evitare di mettere sul piede di guerra i giocatori di vecchia data. Tutto ciò rende ulteriormente Fallen Order un gioco dall’apprezzato retrogusto old-school. Volete una nuovo poncho per Cal o una colorazione diversa per l’adorabile BD-1? O magari desiderate modificare il materiale di base della vostra spada laser? Bene, armatevi di pazienza e voglia di esplorare ed il mondo di gioco saprà ricompensarvi… indipendentemente dalla quantità di euro presente nei vostri portafogli virtuali.

Fallen Order

Star Wars Jedi: Fallen Order è stato realizzato con l’ausilio dell’Unreal Engine 4 che, come di consueto, si comporta egregiamente se sfruttato da sviluppatori competenti. A livello grafico il titolo presenta un livello di dettaglio invidiabile, donando scorci di memorabile bellezza. I modelli dei personaggi sono credibili ed ottimamente realizzati mentre per quanto riguarda le animazioni si poteva fare qualcosa di più per renderle più naturali e fluide.

L’art design, ovviamente, pesca a piene mani dall’universo di Star Wars e siamo certi che anche i fan più esigenti rimarranno soddisfatti dal risultato raggiunto. Tutta una serie di piccoli dettagli, inoltre, donano estremo carattere al gioco, come quando ci si imbatte in alcuni nemici che combattono tra loro.. In questi casi, fatevi indietro e lasciateli fare! Sfortunatamente, nessuno dei pianeti presenti nel gioco è civilizato. Ciò significa che esplorerete per lo più terre selvagge punteggiate da un avamposto imperiale qua e là.

Il comparto sonoro vanta musiche basate sul classico modello orchestrale di John Williams, puntando su quell’intramontabile mix di epicità e mistero che da decenni caratterizza la colonna sono di Star Wars. Promosso il doppiaggio italiano, abbastanza convincente.

Star Wars Jedi: Fallen Order AT-AT
Cosa c’è di meglio di un bel giro su un AT-AT?

Concludendo…

Star Wars Jedi: The Fallen Order è certamente un titolo alquanto derivativo, tuttavia il gioco riesce a divertire, anche tanto, grazie ad una struttura di gioco ben amalgamata ed un combat system spettacolare. Il notevole focus posto da Respawn Entertainment sull’esplorazione è un gran tocco di classe che eleva il titolo ben oltre il semplice status di action game. Se cercate un’avventura nel mondo di Star Wars frenetica ed appagante, Fallen Order è il gioco che fa per voi… nonostante qualche minuzia che inficia leggermente la godibilità dei combattimenti.

CI PIACE
  • Usare la Forza dona soddisfazioni
  • Riuscito mix tra combattimenti ed esplorazione
  • Rende pieno onore all’universo di Star Wars
  • Ottimo comparto tecnico
NON CI PIACE
  • Qualche sbavatura nel combat system
  • Gameplay abbastanza derivativo
Conclusioni

Fallen Order è un ottimo gioco di Star Wars, basato su meccaniche derivative ma collaudate e capace di proporre una campagna avvincente ed estremamente divertente.

8Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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