Saints Row è, da quasi tre lustri, il gemello “folle e schizzato” di GTA. Se il titolo Rockstar, nella sua “esagerata” critica alla società americana, è sempre stato un po’ più teso alla verosimiglianza, Saints Row, beh… tutt’altro. La saga di Saints Row, iniziata come esclusiva Xbox 360 nel 2006 come “antagonista” prediletto di GTA, ha sempre conservato uno zoccolo duro di fan e fedelissimi, pronti a inneggiare alla follia gangster che contraddistingue la serie. In questa sede, analizzeremo l’attesissima rimasterizzazione del terzo capitolo della serie nella sua versione Xbox One: seppur il filone delle remastered abbia chiari e scuri di pari entità, tra giochi completamente rifatti e rinnovati che si alternano a semplici “stretch” delle texture, la nuova edizione di Saints Row The Third, rimasterizzazione con tanto di “full package” di contenuti aggiuntivi del terzo episodio pubblicato da Deep Silver e sviluppato da Volition, è stata per certi versi accolta come un’autentica brezza “fresca”, seppur… non sia proprio esente da qualche “brivido”.
Andiamo con ordine!
Follia, portami via!
Saints Row The Third Remastered è la rimasterizzazione del terzo episodio della saga di Saints Row: in sostanza, si parla di uno sparatutto in terza persona ambientato in una vasta città in stile nord-americano, chiamata Stillwater, totalmente esplorabile. La trama del gioco ci vedrà al comando della “terribile” gang dei Saints, ora giunta all’apice del suo successo, capace di unificare il proprio dominio assoluto nel mondo della malavita ad un vero e proprio impero economico fatto di marketing, brand di moda e autografi, che ha tramutato i Santi in star degne dei più famosi influencer. Ma, nonostante ciò, nelle battute iniziali pesteremo i piedi ad un’altra, potentissima organizzazione criminale che, nostro malgrado, ci prenderà a legnate, riducendoci ai minimi termini.
In sostanza, nel titolo saremo chiamati, missione dopo missione, tra inseguimenti improbabili e scontri a fuoco apocalittici, a riconquistare il potere perduto impadronendoci di un pezzo di città alla volta. È bene sottolineare che, se in GTA la follia è pur presente ma con limiti ben definiti e sempre più o meno votati ad una sottile critica nei confronti dell'”american dream”, in Saints Row le cose prendono una piega completamente diversa: ultraviolenza, contenuti sessuali e situazioni al limite della “decenza” saranno lo standard. Una serie di contenuti che, da un lato, potrebbe fare la felicità di taluni ma, al contempo, dall’altro potrebbe far desistere coloro alla ricerca di un’avventura dai toni più “seriosi”.
Da un punto di vista più meramente ludico, il gameplay di Saints Row The Third Remastered offrirà il classico “spara a tutto ciò che si muove”, senza tanti grattacapi: una formula “ignorante” e dannatamente divertente che contraddistingue la saga dal suo debutto su Xbox. La gran parte del gioco verterà su missioni concettualmente semplicissime e che saranno, in larga misura, strutturate sulla formula “Raggiungi il punto X e distruggi ogni cosa”, senza grandi variazioni alla formula. Una formula standard nel passato ma che oggi, una decade dopo, risulta “solo” la base di partenza da cui poi sviluppare le necessarie caratteristiche di gameplay. Completando le missioni, otterremo punti “rispetto” e soldi in quantità che ci garantiranno l’accesso ad una vagonata di armi, vestiti – tra cui, oggetti allucinati come dildo giganti e costumi fuori di testa – e proprietà immobiliari, ottenibili in giro per la città. Un gameplay piuttosto basico e “vetusto”, che potrebbe in linea ipotetica non soddisfare le “pretese” dei giocatori più recenti. A tamponare parzialmente questi limiti, la possibilità di poter liberamente seminare distruzione a Stillwater in cooperativo online a due giocatori: un’aggiunta fondamentale e che rende il gioco una chicca per tanti alla ricerca di una feature che appare sempre più come una mosca bianca.
Guarda che curve quella… macchina
Da un punto di vista più squisitamente tecnico, Volition ha compiuto un piccolo miracolo, migliorando la grafica in modo netto e rendendo il prodotto ancora più fluido di prima, aggiungendo diverse migliorie non solo nel comparto estetico, in cui Stillwater è totalmente rivoluzionata grazie a texture in alta risoluzione, effetti particellari e di luce di altissimo livello, ma anche nel generale feeling della città che, sfruttando una potenza di calcolo maggiore rispetto al passato, ora appare molto più viva e verosimile. Il lavoro di Volition è apprezzabile anche a livello fisico, soprattutto per quanto concerne collisioni tra mezzi e, in generale, al comportamento degli oggetti e degli ambienti distruttibili. In sostanza, non è un semplice lavoro di “appiccico” di dettagli in alta risoluzione: Saints Row The Third Remastered è, tecnicamente parlando, un gioco modernissimo.
A rendere sicuramente più apprezzabili il lavoro tecnicamente svolto dagli sviluppatori, ci sarà anche la variabilità del meteo, che renderà la cittadina, soprattutto nelle sessioni in notturna costellate da pioggia, un piccolo gioiello visivo. Dicevamo, un’ottima restaurazione tecnica seppur il passato, alle volte, ritorni improvvisamente in auge: ad esempio, alcune animazioni nelle cutscene non particolarmente “morbide”, mentre i dettagli della vegetazione saranno un po’ ondivaghi e non particolarmente. Anche la gestione della telecamera, alle volte “inspiegabile”, sporadicamente farà le bizze complicandoci – e non poco – la vita, specialmente nelle situazioni più concitate. Per quanto concerne il frame rate, la versione testata, su Xbox One X, si è mostrata sostanzialmente stabile ed ancorata ai suoi 60 frame al secondo, con rarissimi cali di frame unicamente nelle situazioni più concitate.
Concludendo…
Cosa resta da dire? Saints Row The Third Remastered è un gioco consigliato, da spolpare nella sua follia con un amico o con la propria dolce metà. Nonostante non sia un prodotto perfetto e soffra delle “rughe” del tempo, il lavoro messo in campo da Volition ha totalmente rivoluzionato, almeno tecnicamente, il gioco.