Chorus è una nuovissima avventura spaziale open world sviluppata dallo studio interno di Deep Silver, Fishlabs, in cui saremo tenuti a entrare nei panni di Nara e il suo caccia stellare “senziente”, Forsa. Una volta guerriero più letale di un culto spaziale malvagio, ora sei fuggitiva più ricercata della galassia, in Chorus parteciperemo a combattimenti aerei a gravità zero, e nel frattempo utilizzeremo armi e abilità di vario genere – senza togliere nulla all’aspetto esplorativo, piuttosto predominante in questo open world.

Da “non fan” degli space shooter, Chorus è riuscito a farci ricredere, grazie ad una trama ed atmosfera decisamente sopra la media del genere e ad un gameplay che, nonostante la ripetitività alla base, riesce comunque a divertire e a offrire un livello di sfida adeguato.

Vi spieghiamo perchè nella nostra recensione…

Un’epopea sci-fi sorprendente…

Non diversamente dall’universo di Star Wars, Chorus presenta alcuni personaggi dotati di “abilità speciali” e, ovviamente, Nara è uno di loro. Nara ha subito riti che le conferiscono poteri speciali, tra cui una sorta di sesto senso atto a rilevare tutto ciò che le succede intorno, ma anche abilità “meno pacifiche”, come il teletrasportarsi dietro i nemici, farli esplodere con l’illuminazione forzata e lanciarsi attraverso caccia stellari ostili come un “raggio laser umano” .

Poiché è così abile nell’usare le sue abilità, Nara diventa l’arma preferita da Circolo, una sorta di culto spaziale intenzionato a dominare la galassia, indottrinando tutte le altre popolazioni con le proprie credenze, ovviamente non senza violenza. Dopo la distruzione di un pianeta, e la vita di miliardi di persone sulla coscienza, Nara inizia un percorso sul viale della redenzione, ribellandosi al culto del Circolo e diventando una sorta di eroina della ribellione…

Da questa ottima premessa narrativa, spiegata attraverso interessanti cutscene che denotano una notevole cura sul comparto artistico ma soprattutto sonoro (la “voce” interiore è la cosa più angosciante e allo stesso tempo affascinante che abbiamo avuto modo di sperimentare dai tempi di Hellblade). La voce di Nara interiore ti aiuta a capire maggiormente il personaggio e le sue motivazioni e, man mano che il gioco procede, diventa sempre più facile affezionarsi alla protagonista, nonostante le premesse abbastanza infelici.

Riacquistare la memoria perduta

Nara in quanto avviata sul percorso della redenzione, rinuncia ai suoi poteri nelle fasi iniziali dell’avventura e, con questo intelligente spunto narrativo, si configura lo sviluppo del personaggio.

Durante lo svolgimento del gioco, dovremo ri-acquisire i Riti perduti, poiché avremo bisogno di tutto il loro potenziale offensivo per affrontare il culto. Il potere più utile di Nara ci permette di “percepire” l’ambiente circostante, mettendo in evidenza oggetti difficili da individuare nella vastità dello spazio.

Chorus si configura, alla base, come uno sparatutto spaziale in terza persona, con la classica telecamera posta alle spalle della navicella guidata da Nara. Ci vuole un po’ di tempo per prendere confidenza con tutte le opzioni di mobilità che avremo a disposizione, ma una volta padroneggiati i riti il risultato è molto soddisfacente. Non c’è niente di più divertente che teletrasportarsi dietro il nemico e poi farlo esplodere con tutta la potenza di fuoco a disposizione.

Se affrontare così tanti nemici più piccoli può, alla fine, diventare ripetitivo, Chorus rende le cose “più piccanti” vedendoti affrontare gigantesche astronavi che devono essere smantellate a poco a poco, abbattendo i loro scudi e poi distruggendoli dall’interno, ed è onestamente una sensazione davvero potenziante.

In Chorus, tra una missione e un’altra, potremo potenziare la nostra navetta in diversi hangar, spendendo valuta in-game, ma sarà possibile trovare potenziamenti nascosti nel mondo di gioco. Il mondo di Chorus è pieno zeppo di attività secondarie, da quelle uniche che ti danno un po’ di conoscenza in più su determinati personaggi e sul tuo passato, a quelle ripetibili come schermaglie casuali o missioni di salvataggio, ricompensate con denaro o modifiche.

Tecnicamente parlando, Chorus si affida al solido Unreal Engine 4. Fresco di un ottimo supporto alle configurazioni ultrawide (la risoluzione 3440×1440), abbiamo trovato il lavoro svolto da Fishlabs assolutamente soddisfacente: Chorus offre degli scenari senza dubbio vasti e soddisfacenti, sul fronte mole poligonale e dettagli.

Come già dicevamo, lato sonoro abbiamo apprezzato musiche ma soprattutto doppiaggio, in lingua inglese, supportato da una buona traduzione testuale in italiano.

Concludendo…

Chorus, nella sua imperfezione, ci ha sorpresi in positivo. Nonostante una ripetitività alla base del gameplay, il lavoro svolto da Fishlabs si configura come un ottimo action in terza persona, dalla forte componente narrativa e dal buon comparto audiovisivo.

Gli appassionati del genere sci-fi sicuramente non dovrebbero farsi scappare questa produzione che sarà in grado di tenervi occupati per diverse ore di gameplay.

Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Intel Core i7-11700K
RAM: 32 GB DDR4

CI PIACE
  • Narrativa dal forte impatto
  • Ottimo comparto audiovisivo su PC
  • Gameplay solido e convincente…
NON CI PIACE
  • …anche se pecca di una forte ripetitività di fondo
  • Open world un po’ scarno
  • Qualche sbilanciamento sul fronte della difficoltà
7.8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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