L’eterna lotta tra il be…PES e FIFA!
L’eterna lotta tra FIFA, cavallo di battaglia dell’americana EA Sports, e Pro Evolution Soccer, il nipponico Winning Eleven di casa Konami, sembra non avere mai tregua. Ogni anno, a colpi di dribbling e tiri dalla distanza, i due simulatori calcistici per eccellenza cercando di accaparrarsi consensi di pubblico e critica. Quest’anno, il calcistico di Konami, Pro Evolution Soccer 2018, arriva per primo nelle nostre case, cercando di battere il concorrente FIFA sul tempo. Dopo aver provato la versione dimostrativa, scaricabile sugli store rispettivi di Playstation e Xbox, ci siamo catapultati nella rinnovata versione PC che, quest’anno più che mai, ci ha attirato particolarmente a seguito delle promesse di Konami di una versione – finalmente – all’altezza delle controparti PS4 e Xbox One.
Dopo qualche giornata passata tra le varie modalità proposte dal calcistico targato Konami, siamo pronti a fornirvi il nostro responso ufficiale su Pro Evolution Soccer 2018. Buona lettura!
La strada verso il realismo
La serie di Pro Evolution Soccer, più semplicemente nota come PES, da qualche anno a questa parte si è visto scavalcare dal suo – unico – rivale FIFA. Nonostante il buon responso di critica delle ultime edizioni i tempi d’oro della serie, vissuti nei primi anni 2000 in piena era Playstation 2, sembrano ormai ancorati nel passato. Nonostante l’utenza occidentale continui a preferire lo sportivo di Electronic Arts per sfamare le proprie voglie calcistiche, su console e PC, Konami ha sempre cercato di evolvere le meccaniche di gameplay, proponendo qualcosa di diverso dal suo rivale. In particolare, Pro Evolution Soccer 2018 sembra voler proporre un’esperienza particolarmente simulativi, andando a toccare certi aspetti del gameplay atti a rendere l’esperienza ludica il più simile possibile a quella reale. Dalla fisica del pallone alle pure animazioni dei giocatori, tutto sembra molto credibile e, pad alla mano, il tutto riesce a garantire un feeling di gioco senza precedenti. Grazie a questo sistema, rinominato Real Touch +, i giocatori in mezzo al campo reagiranno in maniera più credibile, a partire dalla semplice ricezione della palla che verrà effettuata utilizzando le varie parti del corpo, producendo passaggi controllati a seconda di fattori come altezza e velocità del pallone.
D’altra parte, il sistema di tiri necessiterebbe di una ulteriore limatura. Il dosaggio della potenza del tiro ci è parso eccessivamente complesso nell’esecuzione, soprattutto in occasione di un lungo scatto.
Miglioramenti piuttosto evidenti si denotano nei portieri, ora più reattivi e meno “impacciati” rispetto alle passate edizioni. Sia chiaro, capiteranno ancora autogol rocamboleschi di dubbia entità, ma si tratta di casi puramente isolati che – si spera – vengano risolti con i prossimi update.
Netti miglioramenti anche sul fronte animazioni e – in particolare – sui movimenti dei giocatori che finalmente sembrano schiodarsi da quei fastidiosissimi “binari” che hanno afflitto la serie Konami nelle passate edizioni. L’eliminazione dei binari ha consentito a Konami di affidarsi ad un sistema di dribbling più libero e ragionato, che comunque necessiterà di tanta pratica per essere padroneggiato a dovere.
Le ulteriori rifiniture nell’ambito dei calci piazzati ci hanno soddisfatto particolarmente, così come le meccaniche di pressing nelle fasi difensive.
Discorso a parte, invece, per quanto riguarda l’IA delle squadre avversarie che ci son sembrate forse troppo “corrette” a livello di mentalità, risultando in svariate partite senza alcun episodio arbitrale da segnalare.
Se da un lato siamo rimasti pienamente convinti dai miglioramenti tecnici di Pro Evolution Soccer 2018, dall’altro non possiamo fare a meno di notare una totale mancanza di innovazione nell’ambito delle modalità disponibili, online e singole.
A partire dalle due classiche modalità a giocatore singolo, in particolare Master League e Diventa un Mito, infatti non sono state introdotte alcune novità di sorta se non con qualche piccola aggiunta come la presenza delle clausole rescissorie nei contratti e i tornei pre-campionato.
Permangono le solite modalità Uefa Champions League ed Europa League, con tanto di grafiche, video e musiche ufficiali, concesse in licenza dalla Uefa.
Tra le modalità online a spiccare è il MyClub, la rivale dell’Ultimate Team di FIFA. Anche la modalità MyClub non presenta particolari novità e differenza dalla passata edizione se non attraverso diversi miglioramenti grafici alla UI dei menu. L’aggiunta delle PES League, le qualificazioni ai campionati e-sport di PES, e della cooperativa – sia online che locale – rimediano in parte al catalogo di modalità piuttosto scarno dell’ultimo titolo Konami.
Annosa questione che dall’alba dei tempi travolge il titolo Konami è sicuramente quella relativa alle licenze. Quest’anno, per nostra sfortuna, le licenze di PES 2018 sono ai minimi storici. Oltre alla mancanza della solita Juventus nel nostro campionato italiano (rinominata in “PM Black and White”), la situazione del campionato inglese, spagnolo e tedesco è piuttosto tragica. Squadre come Real Madrid (storico partner di PES), Bayern Monaco e tutte le più importanti del campionato di Premier League (ad esclusione di poche elette quali Liverpool e Arsenal) non vanteranno licenze ufficiali se non circoscritte ai soli giocatori. Il problema è in parte aggirabile attraverso mod e options file che, almeno su PC, permettono con pochi click di sistemare la grave situazione che affligge l’ultima fatica Konami. Peccato.
Finalmente PC!
Abbiamo tirato un piccolo urlo di gioia all’annuncio di Konami che, nei mesi precedenti all’uscita del gioco, promise di rilasciare una versione PC finalmente alla pari con le versioni Playstation 4 e Xbox One. Diciamocela tutta: i risultati si vedono!
Abbiamo provato PES 2018 su due configurazioni diverse ottenendo ottimi risultati su entrambi i PC, dotati rispettivamente di configurazioni medie AMD e NVIDIA (in particolare una R9 390 accoppiata ad un FX-8370 e una GTX 1050Ti con processore Intel i7-7700HQ).
Il gioco su PC riesce finalmente a regalare un dettaglio grafico convincente, grazie ad un migliorato sistema di illuminazione, un livello di dettaglio degli stadi – e del pubblico – davvero ottimo e infine volti (molto più realistici e curati rispetto al rivale FIFA) e animazioni estremamente curati.
Sul fronte sonoro, ottima la soundtrack di gioco che vanta artisti come i Linkin Park e Bruno Mars, e discreta – anche se imperfetta – la telecronaca di Fabio Caressa e Luca Marchegiani.
Concludendo…
Pro Evolution Soccer 2018 è un titolo dai due volti. Le meccaniche di gameplay – capaci di regalare un soddisfacente realismo alle partite – si devono scontrare con le diverse mancanze a livello contenutistico. Le modalità presenti risultano pressoché invariate rispetto allo scorso anno, così come l’annosa questione delle licenze che, in questa edizione, risultano ancora più carenti rispetto agli scorsi anni. Buona infine la rinnovata versione PC che ora vanta un comparto tecnico finalmente al passo con le edizioni Playstation 4 e Xbox One.