E tornano di prepotenza gli anni ’90
Evidentemente a Nintendo non bastava che rivivessi gli anni ’90 sparandomi le tre stagioni di Twin Peaks tutte d’un fiato ma ha fatto in modo che introducessi la cartuccia di un Metroid classico nella mia console portatile. Di nuovo.
Nel 1992 il grigissimo Game Boy ospitava infatti la seconda avventura di Samus Aran, quel Metroid II che riuscì a convincere critica e pubblico grazie alla qualità assoluta con la quale era stato confezionato. Fu un grandissimo momento soprattutto per me, appassionatissimo del genere, avere tra le mani il primo “metroidvania” giocabile all’aria aperta.
Oggi ne riassaporiamo l’atmosfera grazie a Metroid Samus Returns, remake per 3DS del gioco che riuscì a deliziarmi ventisei (!) anni fa, in una versione riveduta e corretta da parte dei talentuosissimi ragazzi di Mercury Steam, già apprezzati sulla piccola di casa Nintendo per il buon lavoro svolto su Castlevania: Lords of Shadow – Mirror of Fate.
Saranno riusciti a rendere onore al franchise di Metroid più di quanto abbiano fatto Other M e Federation Forge? Scopriamolo insieme.
Ecco a voi “Metroid II.1”
Com’era lecito aspettarsi, di Metroid II nulla è stato stravolto in termini di trama.
Ormai Samus Aran è riuscita a porre fine agli esperimenti dei Pirati Spaziali sul pianeta Zebes e viaggia alla volta dell’inospitale SR-388 per cercare di distruggere tutti i Metroid che incontrerà sul suo cammino. L’esplorazione del pianeta – e soprattutto del suo sottosuolo – è finalizzata alla ricerca e la distruzione di circa quaranta evoluzioni dei sopracitati parassiti, la cui disfatta ci permetterà di far evolvere il vero nucleo di tutto il gameplay: la nostra exotuta. Non sarebbe infatti un “metroidvania” se il gioco non offrisse un rodato sistema di potenziamento delle abilità in grado di rendere accessibili progressivamente nuove aree, qui presente all’apice della sua conservativa essenza.
Ma non pensiate di ritrovarvi tra le mani una copia esatta del titolo per Game Boy poiché le novità introdotte dai ragazzi di Mercury Steam sono talmente sostanziose da trasformarlo in un gioco godibilissimo sia per chi ha divorato Metroid II tempo addietro, sia per chi è rimasto a digiuno di metroidvania fino ad ora. Insomma, un prodotto trasversale che non può essere bollato come semplice “copia”.
Innanzitutto è stato introdotto il “contrattacco”, una mossa che, se gestita a dovere, sarà in grado di stordire momentaneamente i nemici – sempre tignosi – per causargli un ingente quantitativo di danni. Sarà necessario imparare a padroneggiarla perfettamente sin da subito, soprattutto alla luce del fatto che, a differenza dei suoi avversari, la Samus Aran di questo Metroid Samus Returns ci è sembrata piuttosto gracilina: non sarà Dark Souls ma il game over è sempre dietro l’angolo.
Altre novità riguardano quattro abilità a disposizione del giocatore, attivabili consumando una certa quantità di Aeion (un tipo di energia droppata alla morte dei nemici), e la modalità di mira libera. Quest’ultima è utilizzabile premendo il dorsale L, non esattamente il tasto più comodo della portatile di Nintendo, e spesso non ci è sembrata precisissima. Ne consegue una macchinosità di fondo di cui tener decisamente conto in sede di valutazione.
Quello che succede su SR-388… rimane su SR-388
Sotto il profilo tecnico Metroid Samus Returns è una piccola perla. Nonostante la visibile esiguità di poligoni a schermo, un magistrale lavoro artistico da parte degli sviluppatori ha saputo infondere ulteriore personalità ad un gioco che era già forte di suo. Le tonalità acide delle texture, seppure in bassissima risoluzione, – stiamo comunque parlando di un gioco che gira su un hardware con ben sei primavere sul groppone – regalano scorci davvero pregevoli e degni della migliore fantascienza videoludica. Ma il vero punto forte dell’esperienza è senza timore di dubbio il 3D. Mai come in questo caso ci sentiamo in dovere di consigliarvi di attivare l’effetto sulla vostra fidata 3DS, soprattutto se siete in possesso della versione XL: la vastità dei paesaggi e l’ampiezza della profondità di campo concorrono a rendere l’atmosfera ancor più desolante. E per un gioco che fa dell’esplorazione di un mondo selvaggio e ostile una delle colonne portanti del proprio gameplay non è di certo poco. L’aspetto sonoro vince e convince grazie ad una ripresa dello stile dei capitoli della serie Prime, talvolta avvincente grazie ai nuovi arrangiamenti dei temi classici, talvolta in grado di evocare il senso di solitudine di cui parlavamo prima attraverso l’uso di un ambient elegante, minimale ed elettronico. Insomma, Mercury Steam si conferma così ancora una volta una delle poche realtà capaci di gestire sapientemente l’hardware della piccola di casa Nintendo, oltre a dare ennesima prova – se mai ce ne fosse bisogno – delle proprie qualità artistiche.
Concludendo…
Se le parole spese fino a ora non fossero chiare lo ribadiamo senza mezzi termini: questo Metroid Samus Returns a noi è piaciuto. Superati i momenti di incertezza dovuti ad un sistema di controllo che, a causa dei tasti non propriamente comodi della console, potrebbe risultare inizialmente macchinoso, quello che ci si ritrova tra le mani è un prodotto dall’indubbio valore ludico, divertente da giocare sia per il nostalgico, sia per chi si avvicina al genere per la prima volta. Una piccola nota a margine: avere il raro amiibo di Metroid è, per ora, l’unico modo per giocare ad una modalità esclusiva davvero divertente, la Fusion Mode, caratterizzata da un elevato livello di sfida. Saprà di certo far felici i fan più hardcore della bionda cacciatrice di taglie a patto che possiedano una di queste rarità.