“I nostri nomi sono eclissati dalle parole che li seguono”

A distanza di poche settimane dall’uscita di L’Eredità Perduta è approdato sugli scaffali dei negozi nostrani un altro titolo standalone di grande caratura. Esattamente come accaduto per Uncharted 4 e l’indovinatissima avventura di Chloe e Nadine, La Morte dell’Esterno non è una semplice costola del secondo capitolo di Dishonored ma è una vera e propria estensione narrativa dell’universo di Corvo Attano & co.

Questa volta non saremo più in compagnia del letale Protettore Reale o di sua figlia, l’imperatrice Emily Kaldwin, ma vestiremo i panni della misteriosa figura di Billie Lurk. Tornata a Karnaca a bordo della famosa Dreadful Wale, la nave che ha ospitato lo stesso Corvo ed Anton Sokolov, Billie è intenzionata a ritrovare Daud, suo vecchio mentore e uccisore di Jessamine Kaldwin.

Sfortunatamente per l’ex assassina, il suo viaggio di redenzione non è destinato a finire con il salvataggio di Daud: è tempo per Billie di aiutare il mentore a espiare i suoi peccati. Daud è consapevole di aver commesso degli atti deplorevoli, quindi quale prezzo dovrà pagare per poter considerare chiusi i conti con il suo oscuro passato? Il sottotitolo del gioco stesso è la chiave per rispondere a questa domanda.

Così ha inizio il nuovo viaggio di Billie Lurk, una discesa verso l’Oblio che dovrebbe terminare con la morte del potentissimo Esterno. Intrigati da queste premesse di trama ci siamo subito tuffati tra i luridi vicoli di Karnaca e abbiamo esplorato enormi sale di scintillanti palazzi che – in pieno stile Dishonored – si sono ben presto rivelate fragili maschere celanti la più nera corruzione.

Ritorno a Karnaca

I ragazzi di Arkane Studios, ad oggi, sono tra coloro che meglio hanno saputo incarnare il concetto di “gameplay di nuova generazione”. Con Dishonored 2 e Prey infatti hanno dimostrato una cura maniacale per il design dei livelli e un’innata abilità nel farcire i propri titoli con meccaniche di gioco semplicemente geniali. La quasi totale libertà d’azione si percepisce senza soluzione di continuità nella serie Dishonored e La Morte dell’Esterno non tradisce le aspettative dei fan in tal senso. Non aspettatevi di trovare strutture “mutaforma” in stile villa di Kirin Jindosh ma preparatevi a vivere il classico divertimento tipico dei lavori di Arkane.

Le cinque missioni principali che compongono l’avventura sono completabili in una miriade di modi differenti. Non si tratta soltanto di scegliere tra l’approccio stealth e i ben più ignoranti (ma appaganti come sempre) massacri ad armi spianate: l’avanzamento nelle missioni è dettato da una rapida sequenza di valutazioni che possono tener conto del percorso giusto da intraprendere, della possibilità di disattivare o di “crackare” i sistemi di sicurezza e di quanto audaci siamo nell’utilizzare i poteri che l’Esterno in persona ci ha conferito.

Sempre in mano al giocatore è la scelta di ampliare o meno l’esperienza di gioco con il completamento di diversi compiti secondari per ciascuna missione principale. I tipi che adorano “sbirciare” nella ricca lore offerta dall’universo di Dishonored avranno pane per i loro denti, non soltanto con la scoperta di macabre sottotrame ma anche grazie alle centinaia di documenti sparsi per i livelli. Esplorata la prima area più lineare, La Morte dell’Esterno saprà regalare mappe ampie e piene zeppe di segreti. Proprio per questo motivo saper utilizzare i poteri magici diverrà fondamentale man mano che si avanzerà nel gioco.

Grazie a Preveggenza si potrà assumere una forma eterea per raggiungere luoghi inaccessibili ed evidenziare le locazioni dei preziosi amuleti d’osso. Con Somiglianza copieremo le sembianze di un nemico – magari per attraversare indisturbati un’area riservata – ma bisognerà prestare molta attenzione all’infallibile fiuto dei segugi. Dislocazione è invece l’equivalente di Traslazione del buon Corvo Attano, salvo alcune differenze: Billie potrà posizionare una copia invisibile di sé in un determinato punto della mappa per poi raggiungerlo in un istante alla bisogna. Questa particolare funzione di Dislocazione sarà cruciale per fuggire dai pericoli o per attuare intricate combinazioni in combattimento. Un’altra interessante capacità di Billie? Il saper ascoltare i sussurri dei ratti. I piccoli roditori, in pratica, ci forniranno utili informazioni sull’ambiente di gioco. Dimenticatevi degli spietati “piranha di strada” evocati da Corvo.

Agire da eroi o da spietati assassini? Evitare i nemici o smembrarli in combattimento? Ancora una volta sarà il giocatore a essere l’artefice assoluto del proprio destino e non importa quali scelte farà: difficilmente La Morte dell’Esterno potrà annoiarlo o risultare banale ai suoi occhi.

Stessa spiaggia, stesso mare…

La Morte dell’Esterno – c’era da aspettarselo – è stato costruito con lo stesso motore grafico del suo predecessore, il Void Engine. Il colpo d’occhio risulta sempre piacevole grazie al particolarissimo stile visivo e viene accompagnato da prestazioni sempre all’altezza: il gioco infatti gira in 1080p e a 30 fps granitici su PlayStation 4. Le sezioni di combattimento sono sempre convincenti e appaganti, così come l’effettistica relativa agli smembramenti, alle esplosioni e ai poteri di Billie. Il doppiaggio in italiano è più che buono e il commento sonoro risulta posato e mai di troppo rispetto all’incedere dell’azione.

Concludendo…

Un’avventura standalone che riesce a far luce su quella che probabilmente è la figura più misteriosa di tutta la serie senza intaccare la freschezza e la libertà d’approccio che la contraddistinguono da sempre. La Morte dell’Esterno è un’esperienza più condensata – si completa in 8-9 ore con missioni secondarie annesse – ma degna dei capitoli principali ed è un acquisto obbligato per tutti i fan di Arkane Studios. Il gioco è proposto a un prezzo contenuto e potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per coloro che vogliono avvicinarsi al suo universo.

CI PIACE
  • Ottima esperienza standalone
  • Compiti secondari ben assortiti
  • Prezzo interessante
  • Poteri convincenti...
NON CI PIACE
  • ... ma abbastanza simili a quelli del predecessore
  • Nessuna vera novità alla formula di gioco
Conclusioni
La Morte dell'Esterno è una divertentissima discesa verso l'oblio in puro stile Dishonored. L'avventura di Billie e Daud è più condensata ma è completa di tutto il genio di Arkane Studios. Perfetta anche per coloro che vogliono avvicinarsi alla serie per la prima volta grazie al prezzo ridotto del "biglietto".
8.3Cyberludus.com
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Ha conseguito una laurea triennale in fotografia, cinema e televisione e, attualmente, si dedica a tempo pieno alla divulgazione dell’arte audiovisiva definitiva: il videogioco. Gira e sceneggia cortometraggi, video di dubbia sanità mentale con The Gentlemen e cura il canale YouTube “Lo Spazio di Donte”. Assieme ai compagni d’arme in Cyberludus.com e VG24/7.it, cerca di crescere nel campo del giornalismo videoludico ma, mal che vada, continua a coltivare il sogno proibito: costruire un insieme di piattaforme in mezzo al mare senza il controllo di governi, sistemi e religioni… Outer Heaven.

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