Le produzioni cinematografiche legate al celebre archeologo interpretato da Harrison Ford, Indiana Jones, hanno vissuto un innegabile calo qualitativo negli ultimi anni. L’ultimo film, Il Quadrante del Destino, non è stato solo un fallimento finanziario con una perdita stimata di circa 100 milioni di dollari a causa degli alti costi di produzione e promozione, ma ha anche ricevuto un’accoglienza critica tutt’altro che entusiastica. Questo insuccesso ha messo in evidenza la perdita di “potenza” di un brand che sembra ormai affidarsi a scelte registiche e di scrittura discutibili, aggravate dall’età avanzata del suo interprete principale, ormai al limite per partecipare a produzioni di questo tipo.

A risollevare il nome di Indiana Jones, almeno sul fronte videoludico, ci ha pensato Microsoft. L’azienda ha affidato il progetto a MachineGames, lo studio già acclamato per i recenti capitoli di Wolfenstein, con la supervisione di Todd Howard di Bethesda. Il risultato di questa collaborazione è Indiana Jones e l’Antico Cerchio, un’avventura originale che porta il celebre archeologo in una nuova epopea ricca di misteri e azione.

Disponibile per Xbox Series S/X e PC, Indiana Jones e l’Antico Cerchio si presenta come un ambizioso tentativo di rilanciare il fascino dell’archeologo più famoso del mondo in una nuova veste. Grazie a un codice fornito dal publisher, abbiamo potuto immergerci in questa produzione, che ci ha lasciati a tratti esaltati per la portata e la cura del lavoro svolto da Machine Games. Ecco perché…

Una nuova avventura per Indy

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un capitolo che si rifà moltissimo ai primi tre film originali della saga, a partire dalla sua collocazione temporale, situata tra I Predatori dell’Arca Perduta e L’Ultima Crociata. Questo legame con i classici della serie è evidente già dal prologo giocabile, che offre un chiaro tributo ai fan, riproducendo in chiave videoludica l’iconica scena iniziale de I Predatori dell’Arca Perduta. La transizione al formato videoludico avviene con una prospettiva in prima persona, una scelta piuttosto particolare per un’avventura nei panni di Indiana Jones.

Durante il prologo, i giocatori si trovano a rivivere un’esperienza ricca di dettagli nostalgici, con inquadrature nelle cutscene e una modellazione poligonale dei personaggi secondari che ricalcano fedelmente quelle del film. Questo segmento iniziale permette di prendere confidenza con i controlli, l’interazione con l’ambiente e l’utilizzo basilare della frusta, fedele compagna di mille avventure.

Concluso il prologo, ha inizio la vera avventura. Nei panni del professor Jones, ci troviamo tra i banchi universitari dove viene brevemente mostrata la sua vita accademica. Tuttavia, la calma è destinata a spezzarsi con l’arrivo di un misterioso – e gigantesco – individuo, che dopo uno scontro ruberà un prezioso artefatto dal museo del college. Questo evento spinge Indy a seguire gli indizi lasciati dall’intruso, portandolo a salire sul primo aereo diretto per l’Italia, precisamente a Città del Vaticano, la prima grande location dell’avventura.

Il contesto storico si colloca nel periodo pre-Seconda Guerra Mondiale, e Machine Games è riuscita a rappresentarlo con grande fedeltà. L’ascesa di Mussolini e la presenza delle camicie nere in Vaticano creano un’atmosfera cupa e oppressiva, che si integra perfettamente nella narrazione. L’Italia viene raffigurata con una cura storica che evidenzia le ombre di quel periodo tragico.

La trama principale alterna momenti di azione e mistero, supportata da un cast di personaggi che include volti familiari e nuove figure create appositamente per questa avventura. Accanto alla campagna principale, il gioco offre una vasta gamma di missioni secondarie e collezionabili che arricchiscono ulteriormente l’esperienza. Completare solo la trama principale richiede circa venti ore, ma esplorando a fondo ogni ambientazione e dedicandosi ai contenuti opzionali, l’avventura può durare ben di più, rendendo Indiana Jones e l’Antico Cerchio un’epopea davvero memorabile.

Un titolo inusuale per Machine Games

Uno degli aspetti più sorprendenti di Indiana Jones e l’Antico Cerchio è la scelta di una visuale in prima persona, che rappresenta una novità per il franchise. Nonostante questa impostazione possa inizialmente spiazzare, si rivela ben studiata e adatta a immergere il giocatore nel mondo di Indiana Jones. La prospettiva cambia occasionalmente in terza persona durante le cutscene o nelle sequenze di arrampicata e utilizzo della frusta, offrendo una varietà visiva che arricchisce l’esperienza.

Machine Games, conosciuta per i suoi titoli adrenalinici e dal ritmo serrato, ha optato per un approccio più riflessivo e bilanciato in questa produzione. Il gioco dà ampio spazio all’esplorazione, alla risoluzione di enigmi e all’utilizzo della furtività per superare situazioni pericolose. Questo cambio di ritmo, rispetto agli standard dello studio, si adatta perfettamente al personaggio di Indiana Jones e alle sue avventure: il titolo incorpora elementi da immersive sim, spingendo il giocatore a valutare diverse strategie per raggiungere i propri obiettivi. L’orientamento nel mondo di gioco è affidato al diario di Indy, che contiene mappe e segnalini utili per identificare i luoghi di interesse e gli obiettivi delle missioni. Questa scelta di design riduce al minimo la mano guida, lasciando spazio alla scoperta e all’ingegno del giocatore.

In Indiana Jones e il Grande Cerchio, l’esplorazione del mondo di gioco è strettamente legata al sistema di crescita del personaggio. Completando missioni secondarie e raccogliendo manufatti e documenti, Indy guadagna punti avventura. Questi punti possono essere spesi per migliorare le sue abilità, utilizzando i Libri sparsi nel mondo di gioco. Questi libri fungono da perk, offrendo bonus a caratteristiche come la stamina, le abilità corpo a corpo e altre competenze.

Questa meccanica incoraggia i giocatori a esplorare ogni angolo del gioco, premiando la curiosità e l’impegno con potenziamenti significativi per il protagonista. Inoltre, la varietà di ambientazioni, tra cui il Vaticano, le piramidi di Giza e l’Himalaya innevato, offre numerose opportunità per scoprire segreti e affrontare sfide uniche. Queste appena citate sono le tre macro mappe presenti all’interno del gioco che, se vogliamo, fungono da piccoli open world con sezioni interconnesse tra loro, sbloccabili con lo svolgimento dell’avventura principale, che “costringono” i giocatori interessati a esplorare ogni singolo anfratto a tornare sui loro passi, accedendo a location altrimenti bloccate.

Gli enigmi rappresentano una parte significativa del gameplay, richiamando atmosfere e situazioni tipiche dei film d’avventura. Il gioco offre una buona varietà di enigmi, inizialmente più semplici e intuitivi, che si fanno via via più complessi nella seconda metà. Alcuni coinvolgono il posizionamento corretto di interruttori, mentre altri richiedono di osservare attentamente l’ambiente. Puoi trovare indizi scattando foto in determinate aree, e in alcuni casi il tuo taccuino registrerà automaticamente la soluzione dopo aver raccolto abbastanza informazioni. Pur non raggiungendo la complessità dei classici punta-e-clicca, il design complessivo è soddisfacente, arricchito da dialoghi che accompagnano ogni passaggio nella risoluzione.

Non chiamatelo B.J. Indyzkowicz

Il sistema di combattimento in Indiana Jones e il Grande Cerchio fonde armoniosamente elementi tradizionali e innovativi. Le armi da fuoco, seppur presenti, sono utilizzate con parsimonia: le munizioni sono limitate, pochi nemici ne dispongono e l’uso delle pistole attira rapidamente orde di avversari, rendendo l’azione rischiosa. Il frustino, oltre a essere impiegato in combattimento, è principalmente utile per stordire o disarmare gli avversari. La maggior parte degli scontri avviene corpo a corpo, utilizzando pugni, oggetti contundenti o armi improvvisate. La varietà di armi è notevole, spaziando da oggetti comuni come bottiglie e martelli a strumenti più insoliti come chitarre, scope e padelle, che risultano efficaci e divertenti. Persino le armi da fuoco possono essere impiegate come strumenti contundenti, aggiungendo versatilità al sistema.

Il sistema di combattimento è ben bilanciato, grazie a meccaniche come la resistenza delle armi, che si deteriorano dopo un certo numero di utilizzi, e una barra della stamina che limita gli attacchi consecutivi. Questo approccio rende gli scontri più strategici, evitando il semplice button-mashing. Tuttavia, affrontare gruppi numerosi di nemici può risultare snervante, poiché non attendono il loro turno per attaccare, aumentando significativamente la difficoltà.

Il gioco include anche un sistema di furtività che alterna elementi basilari a soluzioni più avanzate. È possibile nascondersi dietro oggetti per ridurre il rumore o indossare travestimenti per non attirare l’attenzione. Sebbene non vi sia un indicatore del campo visivo dei nemici, sono presenti segnali che mostrano il loro livello di sospetto. Non è possibile effettuare attacchi silenziosi, ma si possono occultare i corpi o spingere i nemici dalle sporgenze senza allertare gli altri. Tuttavia, questa meccanica risulta la meno sviluppata del gioco. Le guardie reagiscono in modo imprevedibile alla scoperta di un corpo, e il loro livello di allerta è spesso incoerente. Inoltre, indossare un travestimento talvolta si rivela inutile, poiché i nemici riconoscono il protagonista da lontano senza una ragione apparente. Fortunatamente, il fallimento di sezioni stealth non impedisce il progresso, ma il sistema avrebbe potuto essere più curato.

Un “Motor” per l’id Tech 7

In Indiana Jones e l’Antico Cerchio, il comparto tecnico si distingue per l’uso del motore grafico “Motor”, una versione personalizzata dell’id Tech 7 sviluppata da MachineGames. Questa scelta consente al gioco di offrire un’esperienza visiva straordinaria, con dettagli ricchi e una resa espressiva dei personaggi di altissimo livello.

La digitalizzazione di Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones è impeccabile, mentre la performance vocale di Troy Baker conferisce al protagonista una profondità unica, rendendo la sua interpretazione quasi indistinguibile da quella dell’attore nei primi film. Le animazioni e l’espressività dei personaggi sono di indubbia qualità, come evidenziato nelle numerose sequenze cinematografiche.

Le ambientazioni sono curate nei minimi dettagli, con il Vaticano che spicca per la sua ricchezza visiva. L’implementazione del path tracing nella versione PC eleva ulteriormente la qualità grafica, offrendo un livello di realismo impressionante. La cura per i dettagli e l’accuratezza storica delle location contribuiscono a immergere il giocatore in un mondo affascinante e credibile. In termini di prestazioni, il gioco è ben ottimizzato, offrendo un’esperienza fluida anche su hardware di fascia media. La scalabilità del gioco permette di adattare le impostazioni grafiche alle capacità del sistema, garantendo una fruizione ottimale per un ampio spettro di configurazioni hardware.

Abbiamo giocato il titolo in italiano, rimanendo comunque soddisfatti del doppiaggio e della recitazione complessiva, che risultano di ottimo livello. Purtroppo, non è possibile utilizzare il doppiaggio in lingua originale senza cambiare completamente la lingua del gioco. Vi consigliamo comunque di provarlo almeno una volta, poiché la performance di tutti i personaggi secondari è sicuramente superiore. Come sempre, le soundtrack si distinguono per la loro qualità, ricalcando perfettamente quelle del film e offrendo un accompagnamento sonoro impeccabile per questa nuova avventura di Indy.

Concludendo…

Indiana Jones e l’Antico Cerchio rappresenta una piacevole sorpresa. La dedizione e l’attenzione con cui MachineGames ha realizzato questa avventura, che si avvicina tanto ai primi film amati dai fan della saga, sono davvero encomiabili. Il gioco offre un gameplay stratificato e mai scontato, premiando l’esplorazione e puntando fortemente su una contestualizzazione storica impeccabile, arricchita da un comparto tecnico di alto livello che, specialmente su PC, regala una resa visiva straordinaria. Un titolo che tutti gli appassionati di Indiana Jones dovrebbero provare, ma anche chi si avvicina per la prima volta a questo franchise troverà un’avventura coinvolgente e di spessore, nonostante manchino alcuni riferimenti storici.

CI PIACE
  • Cattura l’essenza dei primi film di Indiana Jones, offrendo una storia coinvolgente e ricca di momenti iconici.
  • Mix bilanciato tra esplorazione, azione e puzzle, che mantiene l’esperienza sempre interessante.
  • Comparto audiovisivo di spessore, soprattutto su PC, con dettagli realistici e ambientazioni curate.
NON CI PIACE
  • Seppur interessanti, le meccaniche stealth risultano poco precise e talvolta incoerenti, influenzando negativamente l’esperienza.
  • Poco rifinito in alcune sezioni di gioco, soggetto a diversi bug
Conclusioni

Indiana Jones e l’Antico Cerchio offre un’avventura emozionante e ricca di nostalgia, trasportando i fan della saga in un’esperienza coinvolgente e immersiva. I ragazzi di MachineGames sono riusciti a creare un’esperienza unica in prima persona, premiando l’esplorazione e chi desidera esplorare ogni angolo del gioco. Nonostante alcune imperfezioni nel gameplay e dettagli poco rifiniti, ci troviamo di fronte a una delle esperienze più incredibili dell’anno videoludico.

9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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