Un nostalgico calcio sulle gengive
Dopo l’edizione in esclusiva per Xbox 360 di Sensible World of Soccer del lontano 2007, Dino Dini’s Kick Off Revival è l’ultimo tentativo di resuscitare uno dei franchise calcistici che hanno fatto la storia dei videogiochi alla fine degli anni ’80: Kick Off. Franco Baresi World Cup Kick Off (titolo italiano) è il primo gioco della serie e uscì nel 1989 prima per Atari ST e poi per l’intramontabile Amiga. Qualche anno dopo, con la seconda edizione Kick Off 2, il titolo godette di uno strabiliante successo introducendo diversi miglioramenti sul fronte gameplay. Tra Le caratteristiche principali del gioco c’erano una visuale a “volo d’uccello” (Kick Off 2) e controlli estremamente semplificati, con un solo tasto adibito ad ogni azione di gioco: tiri, passaggi, colpi di testa, cross e tackle. Nonostante questo sistema, denominato aftertouch, possa sembrare semplice, all’atto pratico risultava estremamente impegnativo, soprattutto perché il pallone non rimaneva ancorato ai piedi dei giocatori ma doveva essere controllato dall’utente. Lo scorso anno, sul blog ufficiale Playstation, è stato annunciato il ritorno di Dino Dini per la programmazione di un revival del suo più grande successo.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso sviluppatore sul proprio account Twitter, Sony, in occasione degli Europei di calcio, avrebbe spinto per far uscire il gioco proprio in coincidenza del torneo. Una decisione, quella del publisher, che si è rivelata decisamente funesta.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire perché Dino Dini’s Kick Off Revival non è il “revival” che ci saremmo aspettati di giocare.
Game Mode: OFF
Una volta avviato il gioco, mi ha insospettito immediatamente il menù, scarno e privo persino della voce “opzioni”, così ho cliccato su play per vedere quali modalità di gioco offrisse Dino Dini’s Kick Off Revival. Non mi aspettavo certo una quantità eccezionale di modalità ma perlomeno una serie di tornei e squadre con cui giocare. E invece no, le modalità sono tre: partita in locale (CPU o secondo giocatore), partita online ed Euro 2016.
Stop.
Di una modalità carriera o campionato che ricordasse i vecchi giochi e integrasse le vecchie glorie dello stesso sviluppatore – si, parlo del Player Manager – nemmeno l’ombra. Mi sarebbe piaciuto vedere una modalità campionato come quella della serie Sensible Soccer, ovvero una combinazione tra manager e giocatore. Avrebbe certamente aiutato ad aumentare la longevità del titolo.
La modalità Euro 2016 ci mette nei panni di una delle nazionali presenti al torneo, facendoci percorrere l’intero cammino verso – si spera – la vittoria degli europei.
La modalità online è probabilmente la sfida più interessante e ci mette nella condizione di sfidare altri giocatori. Peccato che, oltre alle problematiche del gameplay, i match online soffrano sia a causa di un netcode tutt’altro che stabile, sia per le bizze di un onnipresente input lag, due elementi che inficiano profondamente la godibilità del titolo. Insomma, anche nelle poche modalità presenti il divertimento non è affatto assicurato.
La modalità “pratica” – la seconda e ultima opzione del menu principale – mi è sembrata un buon punto di partenza per far esercizio con i comandi e le dinamiche di gioco. Stranamente, però, questa modalità si gioca sotto forma di una partita di 11 v 11, con tanto di tempo di gioco e risultato finale. Gli unici elementi che ci fanno capire che si tratta di un allenamento, sono dei cerchi sul terreno di gioco che una volta attivati fanno partire una sfida. Gli obiettivi di queste sfide spaziano dal gol da centrocampo alla realizzazione di 20 passaggi in 30 secondi e non si distinguono per essere particolarmente ispirati o divertenti.
Gameplay: cartellino “gaillo”
Se le modalità di gioco sono ridicolmente esigue, è proprio sul campo che Dino Dini’s Kick Off Revival fallisce miseramente. Il calcio espresso da questo revival è stanco, sottotono e ricco di imprecisioni. Lo schema di controllo basato sulla sola pressione del tasto X non è al passo con i tempi e, sebbene potesse andar bene con i vecchi joystick, risulta decisamente fuori luogo e anacronistico alla prova del pad PS4. I giocatori in campo, come da tradizione della serie, non hanno la palla “incollata” ai piedi, ma la versione 2016 del sistema aftertouch, gestito con la levetta analogica del pad, si dimostra sorpassato e piuttosto complicato da gestire anche per chi, come il sottoscritto, ha giocato i titoli originali su Amiga. Dino Dini, per ovviare questa sensazione di smarrimento, ha pubblicato su twitter una guida di “sopravvivenza” che spiega come eseguire passaggi, controlli e tiri. Una patch pochi giorni dopo il rilascio ha migliorato visibilmente i controlli ma siamo ancora lontani dal titolo a cui si ispira.
The Revival Survival Guide: https://t.co/kmtLyjmzZH https://t.co/rjMuVld4x6 https://t.co/PGZVCQIyhvhttps://t.co/g1iHCkC1Av
— Dino Dini (@dndn1011) 24 giugno 2016
Mettendo da parte la giocabilità, con la quale si può trovare un compromesso, ci troviamo di fronte una discutibile intelligenza artificiale sia dei portieri che degli avversari. I primi si contraddistinguono per una resa altalenante, e passano dal lisciare palle semplicissime al compiere parate impossibili nell’arco di pochi secondi. Lo stesso discorso vale per i giocatori avversari che, sebbene non sbaglino praticamente mai un contrasto, alternano giocate degne di Cristiano Ronaldo a gaffe incomprensibili. Questa intelligenza artificiale instabile è accompagnata dalla totale assenza dei cartellini e degli infortuni dei giocatori.
Ed ecco che, in un attimo, una partita a Dino Dini’s Kick Off Revival si trasforma in una partita di rugby. A queste colpevoli mancanze, va aggiunta la completa impossibilità di controllare il portiere nei rinvii dal fondo campo, in modo da decidere, ad esempio, se passare la palla al difensore più vicino o scaraventarla verso il centro del campo. Niente di tutto questo. Il portiere, una volta uscita la palla oltre la linea, rinvia automaticamente verso il cerchio di centrocampo.
Sempre e comunque.
In ultima analisi, sospendo le critiche scagliando una freccia in favore di Dino Dini: in Kick Off Revival non esiste il fuorigioco. Bene, giusto così. Se ricordiamo i titoli calcistici dell’epoca, o se semplicemente prendiamo atto di quanto siano frenetici questi giochi, la regola del fuorigioco appare del tutto superflua, per cui non mi sono minimamente stupito della sua assenza.
Tanti adorabili pixel
Graficamente il titolo rispecchia la sua controparte originale, con tutte le migliorie grafiche del caso. Il motore di gioco e le animazioni sono credibili e ben realizzate, e l’unico neo visibile, sotto questo aspetto, sono le scivolate sproporzionate e il conseguente rimbalzo del pallone a volte troppo esagerato. Le squadre nazionali presenti nel gioco, godono di nomi aggiornati alle rose attuali, cambiando a volte qualche lettera per mancanza delle onerose licenze. Quello che stento a comprendere è il motivo per cui tutti i giocatori debbano essere bianchi con i capelli scuri. Non vedere giocatori di colore o nessun calciatore biondo o rosso, è alquanto straniante.
Concludendo…
Molti giocatori nostalgici hanno sperato che Dino Dini’s Kick Off Revival avrebbe lasciato loro rivivere i giorni di gloria del capostipite di un genere e di una filosofia che ancora oggi rimane imbattuta. Sogni retro-nostalgici che, purtroppo, si infrangono miseramente contro un palo. Il titolo è caratterizzato da un senso di incompletezza che permea ogni singolo dettaglio, dalle modalità di gioco risicate, ai controlli problematici con le levette analogiche, passando per l’esperienza online piena di lag e ritardi nella risposta dei controlli. Dino Dini dovrebbe capire che ciò che manca a Kick Off Revival è proprio quel presupposto che ha sempre reso il gioco un’icona: il gameplay rapido e i controlli precisi.
#DinoDIni Freak out video extract (fair use) after #KickOffrevival hit the worst PS4 title: https://t.co/iVuLKGYt49 pic.twitter.com/X05VgBXsah
— Kick Off World (@KickOffWorld) 28 giugno 2016