I milioni non fanno il capolavoro

Non sempre l’amore dei fan verso un progetto nato – e cresciuto – su Kickstarter riesce a trasformare un prodotto potenzialmente eccezionale in un capolavoro. Questo è il caso, ahimè, di Might no. 9, il super atteso platform a scorrimento laterale ideato “da un certo” Keiji Inafune, storica mente dietro a lavori del calibro di Resident Evil, OnimushaMega Man. Mighty no. 9, fin dal suo annuncio, è stato presentato come l’erede spirituale dell’iconico Mega Man, serie che, negli ultimi anni, è caduta nel limbo senza mai riapparire sulle nostre amate console, fisse o portatili che siano.

Dopo la cancellazione di Mega Man Legends 3, che sarebbe dovuto approdare su Nintendo 3DS nel 2011 come titolo di lancio dell’eShop, Keiji Inafune lanciò una seguitissima campagna di crowdfunding su Kickstarter per il suo nuovo e ambizioso lavoro, Mighty no. 9. Dopo aver avviato la campagna ben tre anni fa, con un obiettivo prefissato di 900.000 dollari, il lavoro di Inafune si rivelò essere uno tra i prodotti più seguiti dalla community, permettendo quindi al team di sviluppo di raccogliere fondi che andavano ben oltre la somma inizialmente richiesta, raggiungendo inaspettatamente “l’imponente” cifra di 4 milioni di dollari. Un budget che Inafune ed il suo team avrebbero impiegato per lavorare a svariati porting di Mighty no. 9, dalla versione Nintendo 3DS a quella Playstation Vita. Il tutto, sfortunatamente, portò lo studio a collezionare non poche complicanze nella fase di sviluppo dell’attesissimo titolo, cui conseguirono diversi ritardi che fecero slittare la data di uscita, inizialmente prevista per aprile 2015, di oltre un anno.

Dopo aver quindi atteso con ansia e trepidazione l’arrivo del nuovo lavoro targato Keiji Inafune, ci siamo gettati a capofitto su Mighty no. 9, grazie ad una copia promo – versione Playstation 4 – fornitaci da Deep Silver.

Il nostro parere?
Scopritelo insieme a noi nella recensione di Mighty no. 9!

 

In origine fu Rockman…

In origine fu RockmanMega Man per noi occidentali – la storica serie di platform di casa Capcom che, nel lontano 1987, divenne una vera e propria icona di questo intramontabile genere.
Dopo il primo, storico, capitolo vennero sviluppati ben 117 seguiti, un numero davvero mostruoso che tiene conto di tutte le innumerevoli sotto-serie uscite in oltre trentanni di storia della saga.
Mega Man, lo storico e buffo personaggio blu, è divenuto una vera e propria icona dell’universo videoludico, quasi al pari dei vari Mario, Sonic e Link. Tra i già precedentemente citati spin-off, fino ai più improbabili cross-over (tanto amati dai game designer giapponesi), Mega Man giunse su quasi tutte le piattaforme in commercio, dalle prime console casalinghe 8-bit fino alle portatili di casa Sony e Nintendo.
Dal successo mondiale la serie iniziò a cadere sempre più lentamente in un oscuro dimenticatoio che portò Capcom ad abbandonare il mercato occidentale, concentrandosi su – sporadiche – release in terra giapponese.

 

mighty no. 9

 

Perché tutto questo preambolo?

Beh, molto semplice: Mighty no.9 è a tutti gli effetti l’erede spirituale di Mega Man, visto che cerca di riprenderne molti aspetti dal gameplay – preso in toto dalla storica saga di Capcom – fino al protagonista. Beck, l’eroe di Mighty no. 9, è un cyborg di colore blu dotato di un braccio bionico, ovvero la copia sputata di quello che fu il Mega Man di Capcom.

Mighty no. 9 cerca di puntare forte sul fattore “familiarità” fin dall’inizio del gioco, sfoggiando un plot semplicistico tipico dei titoli platform delle prime generazioni di console. Il protagonista Beck è il nono di una serie di potenti robot da battaglia, creati per combattere all’interno del Battle Colosseum. Il protagonista è inoltre l’unico non infettato da un misterioso virus che ha reso instabili e pericolosi, nel giro di poche ore, tutti i robot della serie Mighty. Il nostro obiettivo sarà quindi fermare tutti e 8 i robot instabili in altrettanti livelli di gioco, rigiocabili in diversi livelli di difficoltà e sfide.

 

mighty no. 9

 

Scatta e spara

Leviamoci subito questo dente: sul fronte gameplay Mighty no.9 ci ha delusi, parecchio. Il titolo cerca di riprendere le meccaniche che resero celebre la serie Mega Man, rovinando il tutto con un level design di qualità altalenante, capace di rendere alcune sequenze di gioco una vera e propria sfida per i nervi dei giocatori, e caratterizzato da una fastidiosa mancanza di varietà.

Basteranno una manciata di ore per portare a termine Mighty no. 9 anche se, per i completisti, il gioco propone un buon quantitativo di sfide (dalla durata variabile) e diversi livelli di difficoltà. Una volta completato il titolo a difficoltà Normale, sarà difatti possibile rigiocare tutti i livelli principali con tre diverse difficoltà: Hard, Hyper e Maniac (sfida per soli veterani, caratterizzata dal perma-death). Una volta completata la modalità principale, i giocatori più esigenti troveranno pane per i loro denti con diversi contenuti extra, tra cui sfide VR sullo stile del primissimo Metal Gear Solid, cooperativa online e classifiche con cui confrontarci con gli altri giocatori sparsi per il mondo.

 

mighty no. 9

 

Pad alla mano, Mighty no. 9 risulta molto simile ai capitolo originali usciti sulle prime console Nintendo, almeno nella sostanza. Il gioco si sviluppa come un classico platform a scorrimento laterale, in tre dimensioni, dove alle classiche sequenze salta/schiva tipiche del genere alterneremo scontri a fuoco sfruttando il braccio-cannone di Beck. Una delle differenze rispetto all’originale Mega Man è rappresentata dallo scatto, una mossa attivabile con il grilletto che permette al protagonista di spostarsi più rapidamente all’interno dei livelli di gioco e di assorbire l’energia dei nemici indeboliti. Ognuno degli otto livelli di gioco culminerà con una boss fight piuttosto classica, al termine della quale verremo ricompensati con una nuova armatura speciale per Beck, che offrirà diversi vantaggi sui nemici che affronteremo durante il gioco. Le boss fight rappresentano, a nostro parere, il punto più alto del titolo di Keiji Inafune, grazie ai diversi pattern di attacco che mettono a dura prova le abilità del videogiocatore, costringendolo a studiare con pazienza ogni singola mossa dell’avversario e a dosare opportunamente power up e trasformazioni.

 

Alla ricerca del frame perduto

In aggiunta ad un gameplay tutt’altro che soddisfacente, Mighty no. 9 si dimostra essere un titolo estremamente problematico anche sul fronte tecnico.
Sfruttando “l’evergreen” Unreal Engine 3, il titolo di Inafune e Comcept non riesce a garantire quella solidità grafica – e artistica – che ci saremmo aspettati dopo tutti questi lunghi anni di lavoro. Il dettaglio delle ambientazioni e dei personaggi appare blando e poco ispirato, così come il precedentemente citato level design che per tutta la durata del gioco passa da sequenze discretamente curate ad altre a dir poco dimenticabili. Le cutscene, nella loro banalità di fondo, non riescono a cattuare il videogiocatore a causa di un character design privo di originalità e cura poligonale.
In aggiunta, abbiamo riscontrato diversi problemi tecnici durante lo svolgimento della nostra avventura, come ad esempio diversi – e pesanti – cali di frame rate che, in un titolo di questo genere, non fanno altro che rendere l’esperienza di gioco più problematica del dovuto. Su questo fronte è necessario che il team operi al più presto, applicando una patch correttiva atta a riportare la fluidità generale di Mighty no. 9 su livelli accettabili.

 

mighty no. 9

 

Anche sul fronte sonoro, purtroppo, viaggiamo sull’anonimato. Le melodie proposte – tra l’altro presenti sia in versione retrò sia “modernizzata” – non riescono mai a fare presa sul giocatore, così come il doppiaggio (inglese e giapponese) che nei pochi e brevi dialoghi si attesta su livelli di assoluta mediocrità.

 

Concludendo…

Mighty no. 9 non è un brutto gioco ma, a conti fatti, una enorme delusione per svariati motivi. Un team di veterani dell’industria videoludica, capeggiati da una personalità come Keiji Inafune, avrebbero dovuto sfruttare al meglio le enormi risorse regalate, letteralmente, dalla community di appassionati per cercare di proporre un prodotto degno dei suoi predecessori. Quello che doveva essere un tributo ad una iconica saga come Mega Man, pare più una parodia che, livello di sfida e contenuti a parte, non riesce mai a regalare momenti memorabili. Mighty no. 9 è un titolo per pochi, pochissimi, eletti che non riusciranno a fare a meno di una avventura ispirata all’iconica saga Capcom, sorvolando sui numerosi problemi tecnici che affliggono il lavoro dei Comcept.

Come disse il buon Inafune – praticamente sputando in faccia ai migliaia di donatori su Kickstarter – all’uscita del titolo: “Mighty no. 9 alla fine, anche se non è perfetto, è meglio di niente”. Siamo sicuri?

P.S. Nel frattempo vi ricordo che, praticamente allo stesso prezzo, è disponibile su console (Playstation 4 e Xbox One) la Mega Man Legacy Collection…fate i vostri calcoli.

CI PIACE
- Boss fight varie e complesse
- Le trasformazioni
- Tanti contenuti...
NON CI PIACE
- ...anche se otto livelli principali sono davvero pochi
- Level design altalenante
- Tecnicamente disastroso
Conclusioni
Un titolo sufficiente che, a conti fatti, rappresenta una grossa delusione per tutti i fan che attendevano con ansia un prodotto in grado di raccogliere la pesante eredità di Mega Man.
6.5Cyberludus.com
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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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