Lo ammetto. Non sono mai stato un fan sfegatato della saga di picchiaduro “Made in Capcom. Nonostante abbia giocato uno smodato quantitativo di ore alla versione Nintendo 3DS di Street Fighter 4 – ma, forse, più per l’effetto “wow” dato dalla novità del 3D – mi son sempre più considerato un giocatore da Tekken o, perchè no, Mortal Kombat, che nelle ultime iterazioni è stato in grado di catalizzarsi come punto fisso per tutti gli appassionati di picchiaduro nel mondo (a questo pro, andatevi a dare un’occhiata al gameplay dell’ultimo Mortal Kombat 1, in uscita tra qualche mese).

Street Fighter 6 è stato accolto, da pubblico e critica, con un certo entusiasmo vuoi per una lunga serie di novità e contenuti atti a rinnovare la formula di gioco, vuoi per questa particolare abilità di Capcom, negli ultimi anni, di non sbagliare una grossa uscita sul mercato: caratteristica che, senza volerci girare troppo intorno, ha permesso alla software house giapponese di ri-guadagnarsi una buona fetta di pubblico fidelizzato.
Attratti, non poco, dalle novità promesse da Capcom per questo nuovo capitolo, ci siamo quindi lanciati nell’avventura Street Fighter 6, provando ad approfittare della piena compatibilità del titolo con Steam Deck visto che, a causa di limiti dettati dal genere di riferimento, su risoluzioni ultrawide il titolo non riesce a dare il meglio di se.

Diamo quindi il via alle danze nella nostra recensione di Street Fighter 6, relativa alla versione PC

Street Fighter Like a Dragon!

Street Fighter 6 è, in sostanza, un titolo dalla duplice anima. La prima, è quella che ti aspetti da un nuovo Street Fighter, con miglioramenti grafici, nuovi schemi di controllo e nuovi personaggi (nonché tonnellate di quelli mancanti). I personaggi sembrano meno “plastici” rispetto ai loro controparti di Street Fighter V, anche se le loro forme corporee sembrano bizzarre. Ma d’altronde, questo è Street Fighter: è il suo stile. Alcuni nuovi personaggi sono interessanti, mentre alcune ridisegnature dei personaggi ritornanti risultano strane, in particolare quella di Blanka.

Tutto in Street Fighter 6 ha un’atmosfera più “urbana”. I personaggi si vestono meno come veri combattenti e più come il roster di Def Jam. Gli ambienti sono meno fantastici e globali, concentrandosi di più su arene urbane (ma, d’altronde, suppongo che rimanga fedele al nome del franchise). L’intero art design dietro al gioco è fortemente incentrato sui graffiti e una buona parte della colonna sonora è composta da funk e rap. All’inizio era strano, non possiamo negarlo, ma più ci addentravamo nei meandri del titolo Capcom, più siamo rimasti “colpiti” dal design generale di questa produzione

Il nuovissimo schema di controllo è stato motivo di controversie, addirittura prima del lancio effettivo del titolo, controversia che, a nostro parere, può considerarsi del tutto inutile, visto che il nuovo “controller schema” è solo una nuova opzione per i principianti, e ciò non è nulla di nuovo da parte di Capcom. Concentrandosi esclusivamente sul gioco competitivo, si ha comunque accesso a uno schema di controllo altrettanto reattivo, fluido e frenetico che conosci e ami. Se sei un principiante, puoi eseguire Shinku-Hadouken senza la necessità di memorizzare combinazioni di pulsanti. Le opzioni di accessibilità non sono mai una cosa negativa.

Se tutto questo fosse tutto ciò che Street Fighter 6 ha da offrire, sarebbe migliore del suo predecessore, ma non esattamente un cambiamento di gioco nel genere. Certo, le modalità arcade con sequenze animate ben realizzate sono piacevoli, e le modalità online sono fluide come ci si aspetterebbe da un gioco che utilizza il RE Engine (nonostante un netcode non sempre ottimale), ma come accennato in precedenza, questa è solo metà di ciò che il gioco ha da offrire. La vera sostanza dell’esperienza arriva sotto forma di una campagna per giocatore singolo completa e approfondita.

Nella modalità World Tour, sarà possibile creare il nostro lottatore, sfruttando un avanzato editor del personaggio. Diventeremo allievi di uno dei nuovi combattenti del gioco e ci verrà chiesto di girare per la città alla ricerca di modi per migliorare le tue abilità. All’inizio, la trama sembra non aver un senso, ma le cose migliorano mano a mano che avanzeremo. Ci verrà data, fin da subito, una sorprendente libertà per esplorare le numerose mappe della modalità, in un ciclo di gameplay che, alla fine, ci ha ricordato meno quello di Street Fighter e più quello di un capitolo di Yakuza: camminare per la mappa, incontrare persone, affronta piccole missioni, potenziare le abilità e poi partecipare a combattimenti contro nemici o persone – che puoi semplicemente invitare a una piccola rissa. È praticamente simile a Yakuza, con la differenza che combatti contro nemici su un piano bidimensionale. Man mano che avanzi nella storia, incontri sempre più personaggi di Street Fighter, che inizieranno ad insegnarti nuove abilità. In questo modo potremo così migliorare e personalizzare il nostro personaggio, poiché puoi ereditare le loro mosse e stili di combattimento, consentendoti di creare una “bestia” tutta nostra.

Una città ai nostri piedi

Il Battle Hub è una modalità fondamentale di Street Fighter 6 in cui i giocatori possono riunirsi, comunicare e diventare più forti insieme. Utilizza l’avatar creato nel World Tour per giocare ai cabinati del Battle Hub e sfidare altri giocatori, oppure visita la Sala giochi per divertirti con alcuni dei classici giochi arcade di Capcom.

Street Fighter 6 è un gioco splendido, ma c’è qualcosa di strano riguardo alla qualità generale durante lo svolgimento della modalità World Tour. Probabilmente si tratta di un problema legato al rendering di una città enorme in tempo reale, mantenendo allo stesso tempo un frame rate fluido di 60 fps. Ciò che è successo è una chiara riduzione della qualità complessiva delle texture, degli effetti di particelle e dell’elaborazione post. Anche l’anti-aliasing sembrava un po’ strano, o meglio, inesistente, almeno su questa versione per PC.

“Voglio chiarire che il PC in questione aveva una potenza di elaborazione superiore ai requisiti consigliati, quindi suppongo che sia o un difetto che può essere risolto o un compromesso per garantire comunque una fluidità di gioco.”

Quello che stupisce, invece, come avevamo già accennato in fase di avvio della recensione, è l’estrema qualità del titolo su Steam Deck, di cui, il titolo Capcom, vanta il bollino di “Verificato”. Il gioco viaggia senza problemi a 60 frame al secondo sulla console ibrida di casa Valve e ora che il periodo estivo ci porta a stare più lontano dalle nostre postazioni “fisse”, abbiamo apprezzato tantissimo la possibilità di portare sempre con noi il picchiaduro di Capcom.

Concludendo…

Alla fine, ciò che conta, è che Street Fighter 6 sia riuscito a superare molte difficoltà. Potrebbe avere uno o due problemi riguardanti la fedeltà visiva della modalità campagna, così come alcune “particolari” decisioni artistiche che non potrebbero andare a genio ai più, ma come pacchetto completo, ci sono poche cose di cui lamentarsi: Capcom, ancora una volta, riesce a fare centro. Street Fighter 6 è un picchiaduro eccellente, caratterizzato da un ottimo sistema di controllo, prestazioni incredibilmente fluide (anche su Steam Deck) e una delle migliori campagne per giocatore singolo mai realizzate in un gioco di combattimento, sono solo alcuni dei punti salienti di questo titolo di grande successo.

Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Ryzen 7 5800X
RAM: 16 GB DDR4

CI PIACE
  • Il RE Engine mette in mostra un’ottimizzazione senza precedenti, ancora una volta
  • Sistema di controllo vario e pressocchè perfetto
  • La modalità World Tour è una ventata di aria fresca per la serie targata Capcom
NON CI PIACE
  • L’art design potrebbe non andare a genio a tutti
  • Qualche inciampo lato tecnico nel World Tour
  • Net code nelle partite online non sempre perfetto
Conclusioni

Street Fighter 6 è un picchiaduro eccellente, caratterizzato da un ottimo sistema di controllo, prestazioni incredibilmente fluide (anche su Steam Deck) e una delle migliori campagne per giocatore singolo mai realizzate in un gioco di combattimento, sono solo alcuni dei punti salienti di questo titolo di grande successo.

9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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