So Long, and Thanks for All the Fish
Nel corso degli ultimi anni, le avventure grafiche hanno accompagnato vecchi e nuovi videogiocatori alla scoperta di un genere che nell’ultimo ventennio sembrava aver perso la propria attrattiva verso un pubblico ormai orientato a prediligere l’aspetto grafico piuttosto che quello contenutistico dei videogames. Il grande merito che abbiamo attribuito allo studio tedesco Daedalic Entertainment nel corso degli ultimi anni, è stato quello di creare delle vere e proprie opere d’intrattenimento, riportando in auge le avventure punta-e-clicca. La saga di Deponia, che con quest’ultimo Goodbye Deponia giunge al termine, è senza alcun dubbio tra le migliori storie raccontate dal team tedesco. Complici uno humor incalzante e mai noioso, una storia narrata attraverso le gesta di personaggi ben delineati e – decisamente – fuori dagli schemi ed una grafica colorata e accattivante, questa trilogia ha contribuito a mantenere vivo l’interesse dei videogiocatori (e dei publisher) verso un genere che sta vivendo una seconda giovinezza. Un ultimo viaggio, quindi, che ci accompagnerà nel mondo di Deponia nei panni del folle Rufus, al fianco della giovane e bella Goal e alle prese con una cospirazione che si risolverà in un finale che si prospetta epico.
Sicuro, sicurissimo, perfettamente sicuro
Chi ha seguito le precedenti avventure a Deponia conoscerà il carattere fuori dalla norma del protagonista dei primi episodi, Rufus, un eroe che riesce a tirare fuori le scelte più folli e incoerenti che si possano immaginare. L’unico suo “pregio” è quello di scatenare il caos e portare i disastri sempre con se, uscendone sempre indenne e con un bel sorriso ebete stampato sul volto. Sin dal principio della sua avventura il suo unico obiettivo è quello di fuggire dal mondo spazzatura di Deponia per raggiungere il paradiso utopico rappresentato dall’isola galleggiante di Elysium in compagnia della sua (o di quella che vorrebbe fosse la sua) ragazza, Goal, colei che è giunta a Deponia da Elysium grazie alle bravate di Rufus. Il terzo capitolo della serie segue il modello delle precedenti avventure con un’introduzione-tutorial che per l’ennesima volta regala un lungo dialogo senza senso ed una sorta di presa in giro dei tutorial che, soprattutto in questo genere, sono particolarmente utili a nessuna categoria di giocatori. La storia si svolge attraverso diverse location che si trovano lungo un percorso che porta verso Elysium e si svolge in modo molto simile ai precedenti episodi della serie, continuando a mantenere un buon livello di rompicapi, personaggi e situazioni assurde. Ma non è il solo Rufus, e le sue buffonate egoiste e completamente fuori di testa, a mantenere alto l’interesse e lo sviluppo della trama. Ogni personaggio sviluppa una propria identità pur mantenendo i tratti caratteristici del proprio carattere; così abbiamo Doc che continua ad essere il maestro aggiusta-tutto che Rufus sminuisce continuamente, Bozo con la sua naturale inclinazione a smorzare pacificamente ogni situazione e Cletus, il “gemello” malvagio di Rufus, il quale nella sua pseudo-malvagità non si sa bene da che parte voglia schierarsi. Come ogni gioco di avventura punta-e-clicca che si rispetti, Goodbye Deponia segue i canoni del genere mettendo il giocatore di fronte ad un’infinità di dialoghi che molto spesso contribuiscono a risolvere un intreccio o un rompicapo, portando Rufus a girovagare in lungo e in largo per svariate location. Qualsiasi oggetto che si può raccogliere può essere collocato nell’inventario di Rufus ed essere combinato per creare nuovi elementi. È possibile esaminare qualsiasi elemento o punto d’interesse presente nell’ambiente per raccogliere informazioni e grazie all’aiuto della barra spaziatrice questo compito viene notevolmente facilitato. Dopo aver avuto a che fare con le diverse personalità di Goal nel secondo capitolo, questa volta toccherà a Rufus (e al giocatore) mettersi nei panni di tre cloni del protagonista e, senza svelare ulteriori dettagli, farsi in quattro – anzi in tre – per svelare i loschi piani della resistenza. E’ proprio in questo momento che la trama si infittisce e comincia ad essere più interessante sino a risolvere tutte le trame lasciate aperte nei capitoli precedenti.
Un mondo coloratissimo
Gli scenari che fanno da sfondo all’ultimo capitolo della saga continuano a stupire seguendo i canoni alla quale lo studio di sviluppo ci ha abituato nelle sue produzioni. Le ambientazioni curate a mano e realizzate con dovizia di particolari sono arricchite da una gamma di colori che donano la giusta atmosfera e le giuste sfumature. Il comparto audio si suddivide tra una colonna sonora ben realizzata e sempre ricca di brani allegri e movimentati, e un doppiaggio (per il momento ancora in lingua inglese) che si attesta su un buon livello. Una menzione particolare la meritano gli intermezzi cantati e suonati dalla versione “deponia” del Creative Director di Dedalic Jan Muller-Michaelis.
Il viaggio verso l’Elysium termina qui
L’ultimo capitolo di Deponia si presenta allegro e divertente, continuando a presentare una serie di personaggi fuori dal comune immersi in situazioni e vicende che spaziano dal comico all’inverosimile. Gli eccessivi dialoghi potrebbero far storcere il naso a coloro che non gradiscono l’idioma anglosassone (l’attesa per la versione italiana non dovrebbe essere comunque molta). Un comparto tecnico sempre di prim’ordine e una colonna sonora azzeccata completano il quadro di una storia ben costruita nel corso di tre episodi. L’ultimo capitolo di Deponia, dunque, non deluderà gli appassionati della serie, ponendo la parola fine ad una bellissima storia che è stata raccontata come solo lo studio tedesco sa fare. Goodbye Deponia…