Il team di Insomniac Games è, senza dubbio, considerabile come quello prolifico nel ramo dei first party di Sony, specialmente per quanto concerne esclusive Playstation 5. Non a caso, uno dei titoli di lancio della nuova ammiraglia Sony, fu proprio Spider-Man: Miles Morales, una sorta di “espansione standalone” che, nel suo piccolo, riusciva a mostrare al pubblico le potenzialità tecniche della nuova console. Fu poi il turno del prodigio tecnico di Ratchet & Clank: Rift Apart, titolo magari non innovativo in termini di meccaniche, ma visivamente una tra le migliori esperienze su Playstation 5.

Arriviamo quindi all’anno 2023, una vera e propria “anomalia” per quanto concerne il mercato videoludico: tra veri e propri capolavori, come Baldur’s Gate 3, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e Resident Evil 4, abbiamo visto arrivare altre ottime produzioni, a cui si va ad inserire con merito anche Marvel’s Spider-Man 2, seguito diretto del primo capitolo, che riporta su PS5 le avventure dei due arrampicamuri di Insomniac Games, Peter Parker e Miles Morales, alle prese con nuove minacce pronte a compromettere la sicurezza degli abitanti di New York.

Dopo aver giocato a lungo la nuova esclusiva Sony, siamo quindi pronti ad analizzarla insieme a voi in questa recensione: buona lettura!

Gli amichevoli Spider-Man di quartiere

Come dicevamo, narrativamente parlando Marvel’s Spider-Man 2 è strettamente legato ai precedenti due capitoli, mostrando su schermo il rinnovato duo di protagonisti, ora utilizzabili in maniera alternata, dopo le due produzioni singole a loro dedicate.

New York si prepara ad affrontare una nuova minaccia: un gruppo di loschi figuri, che si fanno chiamare “Cacciatori”, guidati dalla imponente figura di Kraven, sono alla ricerca di nuove prede nella giungla urbana newyorkese. Il loro scopo è semplice quanto inquietante: catturare i super-cattivi più pericolosi, per farli affrontare da Kraven, in modo che possa reclamare quanti più trofei possibili per il suo “status” di cacciatore.

A questo, si va ad aggiungere la figura di Harry Osborn, miracolosamente guarita dopo il periodo di malattia lontano da New York che, ovviamente, custodisce un segreto (neanche troppo segreto) che impatterà notevolmente sulla narrativa generale dell’avventura.

Oltre ad elogiare il livello di scrittura generale – a cui gli scrittori dietro il Marvel Cinematic Universe dovrebbero trarre ispirazione – abbiamo apprezzato la qualità generale delle cinematiche, in linea con le precedenti iterazioni ma ancora più “spinte” sul fronte tecnico e coreografico. La figura di Kraven, su schermo, funziona benissimo e non mancherà spesso di imporre il suo status di “minaccia” nelle sue molteplici apparizioni durante la campagna.

Abbiamo apprezzato particolarmente, la volontà di Insomniac Games di dare maggior risulto alle figure di Peter Parker e Miles Morales, nelle loro diverse apparizioni “fuori dal costume”, mettendo in primo piano le loro problematiche personali che, inevitabilmente, si intersecano con la loro volontà di fare del bene alla comunità. Non bastano dei superpoter per diventare degli eroi, e questo concetto Insomniac riesce ad esprimerlo molto bene, con una narrativa sempre molto cinematografica ma mai banale. La recitazione, il doppiaggio e la qualità delle scene di intermezzo – che ben si mescolano con il gameplay – sono la principale attrattiva di questa produzione videoludica, forse uno tra i pochi aspetti davvero inattaccabili. La storia si consuma comunque abbastanza in fretta, basteranno infatti una quindicina di ore per giungere agli agognati titoli di coda, lasciando comunque spazio al giocatore di interfacciarsi con le diverse quest secondarie e attività collaterali dell’open world di New York.

Un open world che sa di vecchio

Se narrativamente parlando abbiamo poco da dire Marvel’s Spider-Man 2, alla sua scrittura e al suo ritmo in particolare, lo stesso non possiamo dire di quello che, effettivamente, il titolo Insomniac Games ha da offrire pad alla mano.

L’esclusiva PS5 è, a conti fatti, un grosso “more of the same” delle meccaniche di gameplay già viste nei due precedenti capitoli – senza contare che le attività dell’open world sembrano non aver imparato la lezione impartita dal predecessore. New York, fin dalle prime battute, mette a disposizioni collezionabili, sotto-forma di Spider-Bot, opportunità fotografiche (sì, ancora loro), arene di nemici da ripulire dalla forma di rifugi o realtà “virtuali” di Mysterio e crimini che spawnano a non finire per le strade. Insomma, tutte attività che non portano valore alle meccaniche di gioco e risultano stantii già dopo poche ore di gioco – un vero peccato perchè erano sicuramente uno tra gli aspetti più deboli del precedente capitolo e risultano esserlo tuttora in questo sequel.

C’è veramente poco che incentivi ad esplorare New York, in questo sequel: fatta eccezione per le pochissime quest secondarie, che a volte mettono in mostra una scrittura e una creatività davvero notevole, collezionabili e task collaterali sembrano seguire lo stesso pattern del precedente capitolo, con giusto qualche flebile variazione sul tema. Un vero peccato.

Lo spirito degli Arkham

A seguire lo stesso pattern “conservativo” della gestione dell’open world, troviamo il sistema di combattimento. In soldoni, menare le mani in Marvel’s Spider-Man 2 è un continuo concatenarsi di attacchi e schivate, con l’aggiunta di una speciale “counter” chiamate deviazioni, da effettuare quando determinati attacchi nemici risultano impossibili da schivare normalmente. Tutto trae molta ispirazione da quanto visto nelle iterazioni videoludiche del Batman di Rocksteady: ogni attacco semplice può essere concatenato ad abilità e gadget di diverso tipo, in grado di infliggere danni ai nemici senza dare loro il tempo di rifiatare. Agli attacchi dovremo alternare le schivate che, grazie ad una sorta di “allerta” dovuta ai sensi di ragno, dovranno essere effettuate con il giusto tempismo per non rischiare di essere eliminati dai nemici anzitempo.

Ad un certo punto dell’avventura, che eviteremo di spiegare nel dettaglio per non incorrere in fastidiosi spoiler, lo Spider-Man di Peter Parker verrà a contatto con il simbionte che, in un modo o nell’altro, cambierà le nostre abilità in combattimento. Nuove combo e una nuova abilità “triggerabile” con la pressione simultanea dei due analogici, ci permetterà di scatenare una lunga serie di attacchi, in grado di sbaragliare con assoluta semplicità le legioni di nemici che si porranno davanti.

Nonostante le poche novità, pad alla mano, il gioco riesce comunque a proporre alcune variazioni al combat system dei predecessori: in particolare, in alcune sezioni di gioco, capiterà di attaccare in combo con l’altro Spider-Man, scatenando delle finisher davvero belle a schermo. Il dualismo Peter-Miles è stato gestito molto bene – sebbene la progressione lato missioni principali sia vincolata ad uno solo dei due, al di fuori di esse potremo switchare, quasi sempre, in tempo reale dall’uno all’altro Spider-Man utilizzando lo smartphone, modalità che, per certi versi, ci ha ricordato quella dell’intramontabile GTA V.

Come nelle precedenti iterazioni, la progressione dei due Spider-Man è vincolata ad una sorta di sistema di crescita “stile RPG” – i ragazzi di Insomniac si sono sbizzarriti nel fornire perk e abilità uniche ai due nostri eroi che, come in passato, potranno salire di livello e acquisire abilità in rami a loro dedicati, oltre che uno “condiviso” da entrambi. Non mancheranno inoltre le possibilità di potenziare gadget e craftare costumi, una volta ottenuti specifici gettoni ottenibili con il completamento di crimini o attività secondarie.

Le potenzialità tecniche di PS5

Marvel’s Spider-Man 2 non sarà un prodigio tecnico come Ratchet & Clank: Rift Apart ma rappresenta comunque un buon passo avanti rispetto alle due precedenti iterazioni, che un po’ soffrivano della natura cross-gen. Insomniac Games, potendo lavorare esclusivamente ad una versione PS5, si è potuta sbizzarrire, puntando forte sulla effettistica e modellazione poligonale di protagonisti e comprimari: i dettagli dei costumi, eroi o villain che siano, e gli effetti che ne scaturiscono durante gli scontri, sono ottimi e rappresentano appieno il duro lavoro del team nel dare al gioco una vera e propria impronta da blockbuster videoludico.

New York, d’altro canto, è come la ricordavamo – sebbene non spaccamascella, abbiamo apprezzato il suo aspetto “mutevole” nelle diverse fasi della storia principale, oltre che la maggior vita che si avverte passando radenti al suolo – aspetto davvero non da poco.

Il gioco, allo stato attuale, si presenta con due diverse impostazioni grafiche: in modalità Qualità il titolo di Insomniac Games utilizza una risoluzione 4K dinamica che oscilla fra i 1944p e i 1656p a 30 fps, mentre in modalità Prestazioni scende a 1440p dinamici con cali fino a 1260p e 60 fps. Giocando, dall’inizio alla fine, in modalità Prestazioni segnaliamo che non siamo mai incappati in cali degni di nota.

Un plauso, sicuramente, va alla colonna sonora, sempre azzeccata e con alcune tracce che evidenziano ancora di più le comparse dei villain. John Paesano è riuscito nell’intento di dare un giusto “peso” alle apparizioni di Kraven, con dei brani potenti ed epici al punto giusto. Ottimo anche il doppiaggio, in lingua originale, e buona la localizzazione in italiano, in linea con le esclusive a cui Sony ci ha abituati nel corso degli ultimi anni.

Concludendo…

Marvel’s Spider-Man 2, se analizzato come mero prodotto di intrattenimento videoludico, funziona. La narrativa è sicuramente l’aspetto maggiormente riuscito, in questa produzione, capace di mettere in mostra una scrittura scorrevole e ricca di eventi, ben montati su schermo grazie a scelte di regia spesso molto azzeccate. Quello che funziona meno, purtroppo, sono tutti gli elementi che riguardano il gameplay e l’open world – da un lato troviamo un combat system ancora “legato” ad un free flow stile Batman Arkham, poco vario e povero di sfida, mentre l’open world, si affida ancora una volta a task riempitivi e collezionabili copia/incollati per tutta la mappa, che incentivano ben poco all’esplorazione della viva New York di Insomniac Games.

CI PIACE
  • Narrativamente ben scritto, riesce a dare il giusto focus ad ogni personaggio su schermo
  • Tecnicamente ineccepibile, fluido e dettagliato
  • Storia principale varia e ricca di situazioni dal forte impatto cinematografico
NON CI PIACE
  • Open world nuovamente ancorato a vecchi canoni
  • Il combat system non offre particolari innovazioni rispetto al precedente capitolo
  • Meccaniche stealth povere di sostanza
Conclusioni

Insomniac Games riesce nell’intento di sfornare un ottimo sequel, che ben si incastra con gli intrecci narrativi dei precedenti due capitoli. Il duo Peter-Miles funziona benissimo, sia per quanto concerne la loro “vita privata” che quella da amichevoli Spider-Man di quartiere. La narrativa è il punto forte dell’intera produzione ma si sente davvero la mancanza di miglioramenti alla formula di gameplay e, specialmente, all’open world ancorato a vecchi e superati canoni.

8.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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