Ricomprare o non ricomprare?
Mi dispiace ragazzi, ma state per beccarvi – per l’ennesima volta – uno dei miei pistolotti pre-recensivi. Innanzitutto questa non sarà una recensione vera e propria, visto che il gioco in questione altro non è che un – formidabile – remaster di un titolo uscito nel 2013. Quindi non vi tedierò su come il personaggio di Trevor Phillips sia una delle personalità – devianti – più memorabili della recente storia videoludica o su come il gioco sia un capolavoro citazionista narrativamente solidissimo (un bro flick tra pallottole, viaggi chimici e amicizie – più o meno – ritrovate). No, nelle prossime righe cercherò di spiegarvi esattamente perché questa versione actual-gen merita di essere riacquistata e giocata da cima a fondo.
The Elder Scrolls: Los Santos
Immagino che, una volta letto il titolo, dovrei ritenermi fortunato a non ritrovarmi immerso in un barile di pece, coperto di piume e – perché no – dato alle fiamme. Prima di tracciare il mio IP e lanciarvi in questa -tutto sommato- sacrosanta crociata volta a dare fuoco ai miei quarti posteriori, lasciatemi chiarire il concetto. Dopo un paio di ore passate in questo GTA V, mi sono trovato (nei panni di Michael) ad osservare una splendida alba lambire le acque azzurrine di Vespucci Beach. I complessi meccanismi neuronali che regolano – spesso fallacemente – i miei processi mentali hanno prodotto un pop-up celebrale recante una scena del mio passato videoludico. L’anno era il 2006, e un Nord piuttosto confuso – e altrettanto discinto – era appena sfuggito ai ceppi del carcere della Città Imperiale di Cyrodiil, finendo per trovarsi immerso fino alle ginocchia nel canale di scarico della capitale. Proprio la luce di un sole appena sorto mi diede allora il benvenuto in un mondo (al tempo) eccezionalmente vivo e assolutamente invitante. Un’alba che mi trovai a fissare per qualche minuto, incantato. Quella sensazione, elevata alla X (dove X equivale all’incredibile quantità di poligoni a schermo di questo remaster next-gen), è grosso modo la stessa che ha accompagnato il qui presente barbuto smargiasso per tutto il corso delle sue avventure criminali in GTA V. Santissima madre del godimento poligonale, non mi succedeva di gioire così tanto della placida nullafacenza giocazzona di un titolo da…..da mai, in effetti. Il fulcro di questo straordinario passo avanti sulla strada dell’immersività criminale ha un nome e un cognome, rispettivamente “modalità” e “prima persona”. Voi non avete idea (o forse l’avete considerando il lag di questa pseudo-review) di quanto la prima persona faccia bene a GTA V. Innanzitutto lode a Rockstar Games per la straordinaria coerenza e credibilità della prospettiva adottata. L’accurato posizionamento della videocamera (mi vedo le gambe, mi vedo le gambeee), unito a un’eccezionale cura per le animazioni (comprese le varie scenette idle), permette di “vivere” – letteralmente – questo remaster, calandoci completamente nei panni di ognuno dei tre membri del suo splendido cast. Un fenomeno quasi controproducente nel quadro narrativo del titolo, visto che, giocando a GTA V in prima persona, ci troveremo a perdere la cognizione della “pelle” del momento, e saremo sempre noi – i giocatori – gli attori protagonisti di un film d’azione tra i migliori mai scritti. In questo senso ci viene incontro – almeno nella versione PS4 – la striscia led del pad, che cambia colore a secondo del personaggio “indossato”, oltre ad avvertirci, con un’alternanza rossoblù, quando finiamo nel mirino della pula. Ogni scenario, ogni elemento, ogni azione, dal rapinare un negozio, al guidare un’auto, fino al rimorchiare – allarme eufemismo – un’allegra peripatetica stradale (leggasi battona) risulta vestito di una nuova, potente, ricchezza emozionale. Per darvi un’idea dell’incredibile plusvalore immersivo di questa modalità, vi dico solo che il volume distruttivo delle mie azioni criminose, nel corso di questo nuovo playthrough, è stato infinitamente inferiore rispetto al suo omologo old-gen, specialmente all’inizio. Perché, mi chiedete? Semplicemente perché la prima persona del nuovo GTA V rende la violenza e la brutalità, tipiche della serie, fin troppo realistiche, tanto da suscitare un certo – innegabile – disagio in alcuni frangenti. Fisime virtual-morali a parte, il gioco è divertente come non mai.
Ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho….mancato
Il sistema di controllo associato alla prima persona, selezionabile con una semplice pressione del pulsantone touch, risulta piuttosto intuitivo e – in ogni caso – estremamente personalizzabile. Nel menu delle opzioni possiamo scegliere liberamente lo schema di controllo maggiormente in linea con i nostri gusti, tra un’ampia selezione di modelli che variano da quello standard GTA-style, fino a variazione sul tema CoDBattlefieldFar Cry. Sul nodo “controlli” sono però costretto a spendere la prima parola di lamentela su questo remaster. Mirare – specialmente in prima persona – in GTA V è un casino. La levetta destra risulta drammaticamente imprecisa, scarsamente responsiva e dolorosamente afflitta da una certa dose di input lag. Certo, possiamo sempre optare per un utilizzo intensivo dell’aim-assist ma, senza considerare il “senso di colpa” causato da tale condotta, nessuno dei tre modelli di mira proposti (libera, assistita, semi-assistita) risulta opportunamente ottimizzato. Personalmente avrei inoltre gradito la possibilità di mantenere costantemente visibile il mirino, sebbene sia in grado di riconoscere le ragioni – immersione uber alles – di questa omissione. Sempre sul versante controlli, l’utilizzo del paddone centrale del DualShock 4 (usato per cambiare stazione radio, sfoderarerinfoderareselezionare le armi, mirare con le granate, ecc.) risulta saltuariamente impreciso e macchinoso. Diversa la questione sul fronte guida, decisamente più appagante, specialmente in prima persona. Diciamolo, sul fronte controlli Rockstar avrebbe potuto fare molto di più. Sarebbe bastato utilizzare il sistema di mira dell’ottimo Max Payne 3, piuttosto che continuare sul cammino – accidentato – di GTA IV. Speriamo caldamente che la versione PC non soffra delle stesse problematiche, pena la rivolta.
Remaster like a pro
Partiamo da un fatto: questo è il remaster tecnicamente più impressionante che io abbia mai avuto il piacere di giocare. Superato i discorso dell’ovvio upgrade a 1080p per 30 fps (decisamente stabili), va detto che ogni elemento del mondo di gioco è stato (ri)messo in linea con i migliori standard produttivi dell’attuale mercato tripla A. Complessità poligonale maggiorata, illuminazione dinamica perfetta, vegetazione ricchissima, effetti meteorologici fantastici e l’oceano, oddio, cosa non è ora l’oceano che lambisce le coste di Los Santos. Osservare come il moto ondoso sia coerente con le generali condizioni atmosferiche è un’esperienza assolutamente memorabile. In sostanza, non solo tutto è bellissimo e visivamente appagante, ma è evidente come ogni elemento sia stato ricostruito dalle fondamenta, senza limitarsi a una mano di vernice HD. Un plauso a Rockstar. La grande città costiera risulta ancora più viva e credibile, grazie a un incremento decisamente consistente del numero dei pedoni e delle automobili a zonzo per le strade di Los Santos, tutte perdine di una quotidianità urbana persistente che continua a muoversi – almeno apparentemente – a prescindere dalla vostra presenza. Anche l’intelligenza artificiale sembra aver fatto un netto passo avanti rispetto al passato recente, sebbene i fantastici siparietti nonsense tipici della serie siano ancora – fortunatamente, per quanto mi riguarda – all’ordine del giorno.
Crimini Online
Mi riservo il diritto di sospendere il giudizio su GTA Online fino all’aggiunta delle “heists” cooperative, previste per l’inizio del 2015, semplicemente perché, almeno per il momento, il comparto multiplayer di GTA V non si distanzia molto da quanto già visto nella precedente edizione del gioco. I pregi e i difetti, in sostanza, sono sempre gli stessi, e l’aumento del limite massimo dei giocatori per ogni istanza (da 15 a 30) rappresenta un cambiamento tutt’altro che cardinale, anche perché difficilmente vi troverete a partecipare a una sessione completa.
Concludendo…
Questa riedizione next-gen di GTA V rappresenta un passo avanti così consistente da sfuggire alla definizione di remaster. Acquistando questa nuova versione, avrete la possibilità di vivere il gioco da una prospettiva (la prima persona) che, seppur opzionale, vi permetterà di immergervi completamente in un mondo di esperienze assolutamente inedite e incredibilmente emozionanti. Il passo avanti è così sensazionale che vi assicuro che non riuscirete più a godervi un GTA senza la modalità in prima persona. Qualcosa di cui Rockstar è perfettamente cosciente, tanto da aver già garantito la futura persistenza di questa nuova, sorprendente, meccanica. Tecnicamente il titolo è un capolavoro assoluto che, malgrado qualche difettuccio sul fronte controlli, merita – a mani basse – un riacquisto a prezzo pieno. Consigliatissimo.