Mentre un ramo di Square Enix procede a pieno regime nel portare avanti l’universo narrativo di Final Fantasy VII, l’uscita del sedicesimo capitolo della “Fantasia Finale” ha portato non poco scombussolamento nel panorama videoludico estivo, specialmente nel cuore dei fan che, da fin troppo tempo, aspettavano un capitolo principale della serie in grado di riportare la saga sui binari corretti, fatti di trame epiche e personaggi indimenticabili, oltre che di ambientazioni curate in cui immergersi per decine e decine di ore.
Le aspettative dei fan intorno all’uscita di Final Fantasy XVI si erano fatte fin troppo alte, vuoi perchè il titolo in questione porta la firma di Naoki Yoshida (il “salvatore” di Final Fantasy XIV) e la sua Creative Business Unit III, vuoi per uno stile narrativo volutamente più cupo e maturo e infine un gameplay più spettacolarizzato, atto ad attirare una nuova ondata di giocatori sul brand.
Pur non trattandosi del capolavoro definito che molti avrebbero desiderato, Final Fantasy XVI è indubbiamente uno dei migliori episodi della saga dell’ultimo decennio e noi, dopo averlo spolpato sulla nostra PS5, siamo quindi pronti a fornirvi il nostro responso finale.
Buona lettura!
Intrighi e tradimenti a Valisthea
Final Fantasy XVI ci porta nell’immaginario continente di Valisthea, plagiato da guerre secolari per il controllo dei Cristalli Madre, fonte di energia ed etere per la popolazione, in grado di dare forza e potere sovrumani ad alcuni individui dotati. A Valisthea, oltre ai diversi continenti in guerra, si ergono creature dalla forza quasi incontrollabile, gli Eikon, ognuno portatore di un elemento distintivo: Fuoco, Ghiaccio, Fulmine, Terra, Vento, Oscurità e Luce.
Gli Eikon si manifestano, tendenzialmente, all’interno di un corpo ospite, chiamato Dominante che può assumerne la forma se in grado di controllarne il potere a dovere.
La storia ci porterà nel Granducato di Rosaria, dove saremo tenuti a impersonare i panni di un giovane Clive Rosfield, primogenito dell’Arciduca Elwin, nonché protagonista dell’avventura. Nei panni del sedicenne protagonista, faremo la conoscenza di alcuni importanti comprimari, che assumeranno ben presto un ruolo chiave all’interno dell’avventura: Joshua, il fratello minore di Clive, fragile e malato è in realtà l’erede al trono del Granducato, poiché Dominante dell’Eikon del Fuoco, la Fenice. Sebbene sia in realtà Clive il candidato ideale per succedere al trono di Rosaria, la tradizione della famiglia vuole che sia proprio il Dominante ad ottenere questo beneficio, elemento che attirerà le cattiverie e le antipatie di Anabella, duchessa e madre di Clive, proprio a causa del “rifiuto” della Fenice verso di lui.
La trama, nelle prime ore di gioco, non tarderà a mettere in scena in maniera molto spettacolare gli intrecci narrativi caratterizzati da intrighi, guerre e tradimenti. Clive, ben presto, scoprirà che l’Eikon del Fuoco della Fenice non è l’unico nella famiglia e che la forza incontrollabile di Ifrit lo porterà a compiere delle scelte che ne altereranno il futuro. Dopo un balzo temporale di circa tredici anni, riprenderemo i panni di un Clive cambiato radicalmente, ora “schiavo” delle forze imperiali e impegnato nella cattura della Dominante di Shiva. Da qui in poi si aprirà la vera e propria narrativa di questo sedicesimo capitolo di Final Fantasy, nella quale Clive proverà a riprendere le redine della propria famiglia che, anni fa, gli è stata strappata di mano.
Eviteremo di entrare nei dettagli sui diversi colpi di scena alla base dell’incipit narrativo di Final Fantasy XVI, basti comunque sapere che la storia messa in piedi dalla Creative Business III è, probabilmente, una tra le migliori mai scritte per quanto concerne un episodio principale della saga, riportandoci in quegli anni in cui, a cavallo tra la generazione Playstation e Playstation 2, Final Fantasy stava vivendo un vero e proprio periodo d’oro, specialmente nell’occidente. Siamo comunque di fronte ad una narrativa non esente da difetti: non mancheranno fasi dell’avventura più “stanche”, dove spesso l’azione e la spettacolarità della sceneggiatura, lascia spazio a sezioni più dialogate e dal ritmo più compassato, ma resta comunque un titolo che offre un buon bilanciamento tra le fasi d’azione e le cinematiche, anche se spesso abbiamo notato una propensione più per la seconda, specialmente nelle fasi iniziali dell’avventura che possiamo considerare più “guidate”, rispetto alla restante mole contenutistica del gioco.
Un amaro addio al sistema di combattimento a turni?
Mentre saghe JRPG storiche come Dragon Quest faticano ad abbandonare gli schemi tradizionali tipici del genere, Final Fantasy, specialmente negli ultimi capitoli, ha molto spesso iniziato una fase di transizione verso una componente marcatamente action, per dare un tocco di dinamismo e spettacolarità al sistema di combattimento, altrimenti impossibile in un sistema a turni come in passato. Se nel remake di Final Fantasy VII possiamo comunque ancora osservare effimeri “strascichi” di un passato turn-based, Final Fantasy XVI non ci prova nemmeno a tenere fede alle proprie origini, rompendo gli schemi con un combat system interamente action dalle dinamiche cinematografiche e spettacolari. Specialmente nelle prime fasi dell’avventura, è bello vedere in azione le dinamiche del combat system, a volte intervallate da quick time event spettacolari e in grado di mostrare a schermo una vasta gamma di animazioni e colpi con cui ribaltare le sorti di una battaglia, ma è altresì vero che la natura, spesso, guidata dell’ultima fatica di Square Enix, sembra lasciare poco spazio di manovra alla fantasia del giocatore. Il sistema di combattimento, infatti, per quanto spettacolare visivamente, è lento ad ingranare e a mostrare il suo completo potenziale, dimostrando, in più occasioni, quanto il livello di difficoltà generale sembri essere tarato verso il basso.
La presenza di Ryota Suzuki, già al lavoro all’ultimo capitolo di Devil May Cry, ha sicuramente impattato sullo sviluppo del combat system di Final Fantasy XVI che, come dicevamo, mostra tutto il suo potenziale nelle fasi avanzate dell’avventura. Il gioco ci permetterà di alternare attacchi fisici diretti e veloci ad attacchi caricati, oltre che attacchi magici, combinando anche la meccanica del salto per aumentare la spettacolarità dell’azione di gioco. Nonostante le abilità base manchino, oggettivamente, di varietà, il gioco corre ai ripari sul fronte delle abilità degli Eikon. Clive infatti, potrà assorbire il potere degli Eikon degli altri elementi, durante lo svolgimento dell’avventura, consentendogli di switchare in tempo reale lo skill tree degli stessi, durante gli scontri. La componente ruolistica, seppur ridotta all’osso, offre un semplificato sistema di progressione del personaggio: Clive, completando missioni e sconfiggendo avversari in battaglia, potrà salire di livello, aumentando le proprie statistiche base e, conseguentemente, acquisire punti abilità, spendibili negli specifici rami dall’apposito menu.
In predefinite fasi dell’avventura, Final Fantasy XVI mette in piedi spettacolari scontri con gli Eikon, dove saremo tenuti a prendere il comando di Ifrit nelle battaglie vere e proprie. Seppur, per la maggior parte, scriptate e poco libere in termini di possibilità e movimento, sono le migliori occasioni in cui il comparto audiovisivo e la regia mettono i muscoli in mostra, tenendo il giocatore, pad alla mano, incollato allo schermo dall’inizio alla fine.
Final Fantasy XVI non scade nel clichè del titolo classico portato ad una struttura moderna e, sebbene il combat system abbia ormai abbandonato i canoni del genere di riferimento, le meccaniche esplorative sembrerebbero non aver subito alcun stravolgimento della struttura passata. Il titolo della Creative Business Unit III è infatti un’avventura incredibilmente lineare che difficilmente prova a lasciare spazio al giocatore in termini di esplorazione o contenuti secondarie. E’ vero che il gioco mette a disposizione quest secondarie o alcuni percorsi semi nascosti con oggetti da recuperare, ma siamo di fronte a contenuti davvero miseri in termini di qualità e varietà, un vero peccato – considerate le potenzialità narrative date dallo stile maturo dell’avventura, ci sarebbe piaciuto prendere parte a qualcosa di più interessante rispetto a delle fetch quest da MMORPG coreano.
Il piatto forte: il comparto audiovisivo
Final Fantasy XVI è un titolo interamente next gen e pensato per sfruttare appieno le potenzialità hardware di Playstation 5. In termini puramente prestazionali, il gioco si affida al giocatore, dandogli la possibilità di scegliere ben due modalità grafiche: risoluzione e prestazione. Mentre la seconda risulta essere la scelta più indicata, vista la dinamicità dell’azione di gioco, abbiamo comunque notato come spesso il gioco incappi in alcuni rallentamenti, oltre a non riuscire a garantire una risoluzione elevata per non rallentare il ritmo di gioco.
Il lavoro svolto dalla Creative Business Unit III è encomiabile. Il titolo, artisticamente parlando, presenta un design maturo e ricercato, nel character design dei comprimari, mostrando anche le bellezze del mondo di gioco, attraverso differenti e meravigliosi scorci delle zone più iconiche di Valisthea. Il design degli Eikon è incredibile e quando gli scontri tra queste maestose creature impattano sullo schermo è un vero piacere per gli occhi assisterne in prima persona.
Per la prima volta, abbiamo potuto saggiare un capitolo della serie doppiato in italiano e, dal canto nostro, abbiamo così deciso di affrontare l’intera avventura con l’audio nostrano, rimanendo piacevolmente colpiti dalla qualità complessiva e, in primis, dalla scelta attoriale in fatto di doppiatori. Resta comunque consigliabile, per i puristi, affidarsi al doppiaggio in lingua inglese, molto più accentuato nell’accento britannico e ideale per l’ambientazione “alla Game of Thrones” che gli sviluppatori hanno deciso di affidare alla produzione in questione. Poche parole, invece, sulla soundtrack che, come da tradizione per la serie, non delude in nessun modo, andando a rafforzare la spettacolarità delle scene d’azione proposte.
Concludendo…
Final Fantasy XVI è un capitolo dal potenziale illimitato che sembra, su diversi aspetti, aver tirato il freno a mano, facendolo allontanare dall’eccellenza per un soffio. Il titolo della Creative Business Unit III è spettacolare, narrativamente ottimo e divertente sul fronte gameplay ma altresì limitato nelle meccaniche di gioco e, forse, tarato troppo verso il basso sul livello di difficoltà generale. La linearità del titolo si fa sentire e si sente spesso l’esigenza di affrontare sequenze di esplorazione più ad ampio respiro – nonostante i limiti, però, siamo probabilmente di fronte ad uno dei capitoli della saga migliori dell’ultimo decennio, che finisce di diritto tra le esclusive irrinunciabili per ogni possessore di PS5.