Amnesia: The Bunker è il quarto capitolo della celebre serie di giochi survival horror Amnesia, iniziato con The Dark Descent nel 2010. Sviluppato da un team di talentuosi sviluppatori svedesi, i Frictional Games, questa volta si prendono le redini di un soldato durante la prima guerra mondiale. Nonostante non sia, a nostro avviso, uno dei titoli più riusciti della serie, The Bunker offre comunque un interessante connubio di generi che lo rende appetibile per qualsiasi aficionados del genere survival / horror …

La premessa è piuttosto semplice. L’anno è il 1916: Francia e Germania sono nel bel mezzo della prima guerra mondiale. Il soldato francese Henri Clement si dirige sul campo di battaglia per cercare il suo amico Augustin Lambert, scomparso durante un giro di pattuglia. Henri trova Lambert intrappolato in un grande cratere, gli fa bere dell’acqua per rianimarlo e tenta di portare Lambert in salvo. Tuttavia, questi vengono individuati dai tedeschi e Henri perde i sensi a causa di un’esplosione. Si sveglia qualche tempo dopo all’interno di un bunker, apparentemente abbandonato, senza alcun ricordo di come sia finito lì. L’unica via di uscita è completamente bloccata da una frana; quindi, la sola scelta è iniziare ad esplorare i tetri corridoi del rifugio che però non è del tutto disabitato: qualcosa di malvagio si aggira nei desolati corridoi!

Gameplay

Questa interessante premessa ci catapulta quindi nei panni del povero soldato Henri, in una avventura che si svolge interamente in prima persona. Gli Amnesia tra di loro non condividono nulla sotto l’aspetto della trama o dello scenario, ma sicuramente hanno molto in comune lato gameplay. Le attività da svolgere sono quindi in linea con tutti gli altri titoli della serie: si esplora, si cercano indizi leggendo diari, lettere, mappe, etc. e si raccolgono oggetti più o meno utili, cercando di trovare un modo per sbloccare l’uscita e, in fine, scappare. Cominciamo a descrivere l’ambientazione, decisamente azzeccata per un horror: il bunker è tetro, lugubre, composto da corridoi stretti e soprattutto, oscuro. L’illuminazione della intera struttura è scarsa e dipende interamente da un generatore a benzina che consuma più di una Bugatti lanciata a 300 all’ora. Al giocatore il compito di mantenerlo in funzione per avere sempre le luci accese, rifornendolo periodicamente di liquido, anche se si rivelerà piuttosto impossibile considerato che per un pieno completo, circa mezz’ora di luce, ci vogliono quattro taniche intere. Queste si trovano piuttosto frequentemente, ma sono in quantità finita: come ogni buon survival horror tutte le risorse sono limitate, scarse e una volta consumate tutte non c’è modo di produrne altre. Per fortuna abbiamo sempre con noi la nostra fida torcia a dinamo che provvede ad una fonte di luce illimitata, ma va ricaricata frequentemente con una azione molto rumorosa. E l’ultima cosa che vogliamo, ovviamente, è fare rumore!

Il rumore è male!

Come abbiamo anticipato per il bunker si aggira un terrificante mostro che brama la carne umana. Questo rappresenta una sorta di protagonista secondario molto importante perché, un po’ come accadeva in Alien Isolation, dispone di una IA autonoma ed è la nemesi del giocatore. Nelle fasi iniziali del gioco questa presenza si manifesta solo limitatamente, rimanendo all’interno delle pareti, udibile da un inquietante ringhio e visibile solo dalla polvere che attraversa i muri e ci segue, subdola. In seguito, il mostro inizia ad uscire dai buchi che costellano il rifugio, in special modo quando la luce viene a mancare. Per la prima volta nella serie, in The Bunker è possibile utilizzare armi da fuoco: Henri possiede il suo revolver di ordinanza, anche se i proiettili sono davvero molto limitati; perciò, nonostante siano armati, i giocatori di Amnesia: The Bunker si sentiranno piuttosto impotenti. Il mostro in Amnesia: The Bunker può ricevere più colpi del revolver a difficoltà più elevate prima di scappare (scordatevi di poterla uccidere), il che significa che, se si vuole sopravvivere, bisogna essere estremamente controllati con le munizioni. Meglio riservarle per far esplodere barili o sparare ai lucchetti? Oppure per salvarsi da una situazione mortale? A voi la scelta. C’è da dire che questa formula del mostro sornione che incombe un po’ ha stufato e alla lunga, The Bunker, non fa eccezione. Il demone a nostro avviso risulta davvero troppo molesto: magari lo avete visto 5 minuti prima in una zona distante centinaia di metri rispetto alla vostra; avete fatto piano, avete strisciato nel fango al buio eppure, senza preavviso, appare improvvisamente a pochi centimetri da voi, causando un potenziale game over e conseguente perdita di tutti i progressi fatti dall’ultimo salvataggio (no, niente auto-save qui, ci spiace). Purtroppo la sensazione di una IA che “bara” è molto forte e abbiamo trovato questo aspetto deludente.

Libertà di scelta … oppure no?

Amnesia: The Bunker offre un semi-open-world, all’apparenza c’è tanta libertà di movimento e nelle scelte su come procedere, ma in realtà è molto più lineare di quanto sembri in superficie. Il bunker è segmentato in zone distinte e raggiungerle richiede strumenti specifici che si trovano ovviamente in punti specific e che ovviamente devono essere raccolti in un certo ordine. A conti fatti ci è sembrato più alla stregua di un Metroidvania in prima persona che altro, una sorta di Resident Evil, ma con alcune differenze, tra cui sicuramente i puzzle; RE notoriamente offre una sola soluzione per i vari rompicapi proposti, mentre in Amnesia: The Bunker ai giocatori è concesso di affrontare ogni problema da più angolazioni. Ad esempio, potrebbe esserci una porta chiusa che conduce a una nuova area importante e si può decidere di cercare la chiave, oppure far saltare in aria la porta della stanza adiacente e poi passare attraverso un buco nel muro, oppure colpirla violentemente con un mattone fino alla rottura, aggirando completamente la necessità di trovare la chiave. Le scelte “violente” ovviamente risultano piuttosto rumorose e potrebbero attirare il mostro con un conseguente rischio di game over – la scelta, anche in questo caso, è sempre del giocatore.

Comparto tecnico

Amnesia utilizza un engine fatto in casa dai Frictional Games denominato HPL, arrivato alla versione 3.5 che fu già usato per Amnesia Rebirth e SOMA. La grafica si colloca decisamente su una soglia molto alta di qualità: ogni cosa è stata curata con dovizia di particolari. Le ambientazioni, i giochi di luce, gli oggetti, i corpi martoriati dei poveri soldati, tutto è disegnato con estrema pulizia, senza sbavature. Il comparto audio offre una pletora di magnifici effetti sonori, selezionati con grande cura ed associati ad ogni azione del giocatore in base al materiale manipolato: se prendete in mano un oggetto metallico sentirete suoni differenti da un’asse di legno, e così via. Il comparto musicale è fondamentalmente assente, fatta eccezione per una musica introduttiva piuttosto anonima. Il parlato, esclusivamente in inglese e limitato a pochi diari, non brilla per la recitazione mentre tutto il testo è tradotto in italiano con qualche imprecisione, ma in generale senza errori grossolani che ne compromettano la fruizione.

Concludendo…

Amnesia: The Bunker è un titolo interessante che, purtroppo, fa troppo affidamento sulla tensione creata dalla paura di perdere i progressi piuttosto che su altro. La bestia, una volta che vi si prende familiarità, non fa poi così paura e rappresenta più che altro un elemento di stress, perché quando si manifesta occorre iniziare una interminabile attesa. La cosiddetta storia non va davvero da nessuna parte: i pochi frammenti dei diari che raccontano le grottesche situazioni, i decessi e le vite dei poveri abitanti del bunker non creano di fatto nessuna trama, nessuna spiegazione veramente soddisfacente sull’esistenza del mostro. Il tutto convoglia su una esperienza piuttosto frustrante per la quale non si riceve molto in termini di narrazione o appagamento, purtroppo.

CI PIACE
  • Comparto grafico di grande qualità, curato nei dettagli, con scenari claustrofobici e effetti di luce di prim’ordine.
  • La struttura semi-open-world è gradevole e rappresenta un giusto passo avanti per la serie…
  • Alcuni elementi vengono randomizzati per poter rigiocare più volte la storia in modi leggermente differenti.
NON CI PIACE
  • … che però risulta sempre troppo lineare.
  • Il mostro si manifesta senza rispettare logiche temporali o di spostamento, il che vanifica la credibilità della situazione.
  • Alla lunga tedioso e l’unico vero elemento Horror è la possibilità di venire uccisi improvvisamente perdendo tutti i progressi.
Conclusioni

Amnesia: The Bunker è a tratti un titolo divertente, con enigmi divertenti da risolvere. I fan dei survival/horror della vecchia scuola, in particolare, troveranno più apprezzabile lo stile di gioco. Se avete il Gamepass potete provarlo senza spendere una lira, il che sicuramente è un valore aggiunto!

6.5Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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