La situazione con la saga di Metroid Prime non può che essere definita “preoccupante”. Vuoi per la situazione COVID che, negli anni passati, ha provocato un netto rallentamento nello sviluppo delle IP esclusive Nintendo, vuoi per uno sviluppo di un quarto capitolo “resettato” nel 2019, a causa di alcune problematiche interne, dopo ben quattro anni da quella notizia siamo di fronte a quello che molti videogiocatori potrebbero definire un “contentino”, in attesa di sviluppi e aggiornamenti su l’attesissima nuova iterazione delle avventure di Samus Aran.
Metroid Prime Remastered continua a dimostrare la grande forza delle IP Nintendo che, anche a distanza di così tanti anni dalla loro uscita originale, riescono comunque a imporsi sul mercato con una prepotenza ed una qualità senza precedenti. Considerato uno tra i migliori titoli della lineup di Gamecube, Metroid Prime è il primo capitolo della saga ad essere trasportato alle “tre dimensioni”, optando per una visuale in prima persona tipica degli shooter, anche se mantenendo le meccaniche di gioco tipiche degli episodi a due dimensioni della saga. Dopo l’ottima conversione del 2009 su Wii, la Metroid Prime Trilogy, siamo di fronte ad una delle migliori remastered mai giunte sulla libreria di Nintendo Switch, che grazie ad un codice fornitoci dal publisher siamo riusciti a spolpare a dovere.
Ecco quindi la nostra recensione della Metroid Prime Remastered.
Si torna su Tallon IV…vent’anni dopo
Come nel titolo originale, la trama di Metroid Prime Remastered segue le vicende della cacciatrice di taglie spaziale Samus Aran, che si reca sul pianeta Tallon IV per indagare su una misteriosa fonte di energia. Samus scopre che il pianeta è stato contaminato da una sostanza radioattiva chiamata Phazon, che ha mutato la fauna e la flora locali e ha attirato l’attenzione dei Pirati Spaziali, una razza di predoni interstellari. Samus deve affrontare i Pirati Spaziali e le loro creature sperimentali, tra cui il loro leader Ridley e il loro alleato Meta Ridley, oltre a un antico parassita mutato dal Phazon, il Metroid Prime.
Assurdo pensare che, dopo oltre vent’anni, il titolo riedito dai ragazzi di Retro Studios sia riuscito a mantenere così inalterato il fascino e il divertimento, in una generazione in cui la mole contenutistica e l’open world sembrano essere gli unici fattori di buona riuscita di un titolo di successo.
Metroid Prime Remastered può essere definito come un gioco di avventura in prima persona (e non shooter) ambientato in un mondo alieno ricco di misteri e pericoli. Nei panni della cacciatrice di taglie, Samus Aran, dovremo esplorare il pianeta Tallon IV, affrontando creature ostili, enigmi ambientali e boss fight dall’alto tasso di spettacolarità, utilizzando un vasto arsenale di armi, abilità e potenziamenti.
Il gameplay di Metroid Prime Remastered miscela sapientemente azione, esplorazione e puzzle solving, offrendo, allo stesso tempo, una grande libertà di movimento e di scelta al giocatore, che può decidere come affrontare le varie situazioni e quali aree visitare. Il gioco, pur non trattandosi di un open world in senso stretto, non presenta una struttura lineare e richiede spesso di tornare indietro in zone già esplorate per accedere a nuovi luoghi grazie ai potenziamenti ottenuti. Il gioco incoraggia anche la curiosità e la scoperta, premiando il giocatore con informazioni aggiuntive sul mondo di gioco, collezionabili e segreti – elementi che, in un certo senso, ritroviamo in titoli moderni come Elden Ring o lo stesso Dead Space, ove il cosiddetto “backtracking” è in realtà ben incastrato con le meccaniche di gameplay.
Il gioco si distingue anche per la sua atmosfera immersiva e coinvolgente. Il pianeta Tallon IV è un luogo vario e suggestivo, che va dalle foreste rigogliose alle rovine antiche, dalle caverne ghiacciate alle miniere industriali. Ogni area ha una propria identità visiva, sonora e narrativa, che contribuisce a creare un senso di mistero. Il gioco fa anche un ottimo uso della visuale in prima persona, che permette al giocatore di vedere il mondo attraverso gli occhi di Samus e di interagire con esso in modo realistico. Il gioco sfrutta anche il visore di Samus, che offre diverse modalità di visione (normale, scansione, termica e x-ray) che servono sia per combattere che per risolvere enigmi.
Uno degli elementi distintivi del gioco è la possibilità di trasformare Samus in diverse modalità, grazie alla sua tuta potenziata – queste trasformazioni le consentono di adattarsi a diversi ambienti, situazioni e nemici, e di accedere a zone altrimenti inaccessibili. La “Morph Ball” è indubbiamente la trasformazione più iconica e utilizzata di Samus, che consiste nel ridurre la sua tuta a una sfera metallica, per rotolare, saltare e attivare meccanismi (e può inoltre essere potenziata con vari accessori, come le bombe) – la Varia Suit è la trasformazione che permette a Samus di modificare l’aspetto della tuta di Samus, rendendola più robusta e dotata di spalline a forma di ali ed infine lo Scan Visor, una modalità visiva che permette a Samus di analizzare gli oggetti, i nemici e i terminali presenti nel gioco.
Risoluzione e frame rate
Ma cosa offre Metroid Prime Remastered dal punto di vista grafico? Come si comporta il motore grafico su una console ibrida come Switch? E quali sono le differenze rispetto alle versioni originali?
Il primo elemento che salta all’occhio è la risoluzione. Metroid Prime Remastered supporta una risoluzione dinamica che varia a seconda della modalità di gioco: in modalità docked, la risoluzione può arrivare fino a 1080p, mentre in modalità portatile si ferma a 720p. In entrambi i casi, la risoluzione si adatta al carico grafico del gioco, scendendo in alcuni momenti più impegnativi.
Il frame rate invece è bloccato a 60 fps in entrambe le modalità, garantendo una fluidità costante e una reattività ottimale dei controlli. Si tratta di un miglioramento notevole rispetto alle versioni originali, che giravano a 30 fps su GameCube e Wii.
Un altro aspetto che evidenzia il lavoro di rimasterizzazione è la qualità delle texture e dei modelli poligonali. Metroid Prime Remastered presenta texture più definite e dettagliate, che rendono più realistici gli ambienti e i personaggi del gioco. Anche i modelli poligonali sono stati rivisti e migliorati, con una maggiore cura per le proporzioni e le animazioni. L’effetto complessivo è quello di una grafica più moderna e pulita, che non tradisce però lo stile originale del gioco. Metroid Prime Remastered conserva infatti l’atmosfera e il design che hanno reso celebre la serie, aggiornandoli con una veste grafica più adatta alla generazione attuale. Un altro elemento che contribuisce a creare l’atmosfera del gioco sono gli effetti di luce e ombre: Metroid Prime Remastered sfrutta le capacità hardware di Nintendo Switch per offrire effetti di luce dinamici e realistici, che si riflettono sugli oggetti e sul visore di Samus. Anche le ombre sono state migliorate, con una maggiore precisione e profondità – in questo modo il gioco riesce a creare contrasti e sfumature che rendono ogni scenario unico e suggestivo.
Concludendo…
Metroid Prime Remastered è un esempio di come si può rimasterizzare un gioco senza snaturarlo. Il gioco mantiene intatto il gameplay e la narrazione dei capitoli originali, ma li arricchisce con una grafica più avanzata e fluida. Si tratta di un’occasione imperdibile per i fan della serie, ma anche per chi vuole scoprire uno dei capolavori del genere avventura-azione in prima persona.