Dire “survival”, specialmente in ambito PC, significa dire tutto e niente. Perché, si sa, il marketing è oggi giorno imperante e basta aggiungere la possibilità di costruire un falò o cucinarsi un sandwich per giustificare il tag “sopravvivenza” su Steam, almeno secondo editori e sviluppatori. Però, per chi non è proprio di primo pelo, “survival” significa innanzitutto immersività e lotta contro le avversità, caratteristiche che ben pochi titoli che si fregiano del citato tag riescono a trasmettere. Sarà questo il caso? È la domanda fatidica che ci poniamo approcciando all’anteprima di Wild West Dynasty, titolo che, appunto, si fregia dell’etichetta “survival”, edito da Toplitz Production e sviluppato da Moon Punch Studio. Per i più attenti, il publisher è lo stesso di Medieval Dynasty, con cui il gioco protagonista dell’articolo odierno, condivide diversi aspetti concettuali e meccanici. Ma la condivisione è vera o presunta?

Dunque, bando alle ciance, ecco a voi l’anteprima della versione in accesso anticipato di Wild West Dynasty!

Look at my Colt!

Wild West Dynasty è un gioco d’azione dalla visuale in terza persona, con spiccate caratteristiche ruolistiche e tipiche dei titoli di sopravvivenza. Com’è lecito intuire, il titolo “sguazzerà” nella più classica tradizione dei western filmeschi, non solo esteticamente ma anche concettualmente. Nonostante il titolo sia in uno stato (molto) grezzo, di base offrirà un intreccio narrativo principale affiancato da un buon numero di storyline secondarie. In Wild West Dynasty, impersoniamo il giovane Dakota West, aggredito da alcuni banditi nel mentre era intento, con la propria madre, a raggiungere la “ridente” cittadina di Hope. Madre che, purtroppo, morirà in seguito ai colpi di pistola esplosi dai malviventi, lasciando il nostro alter ego solo e sperduto, alla mercé del selvaggio West. Di lì, Dakota sarà chiamato non solo a sopravvivere, ma anche e soprattutto a scoprire il mistero che si cela dietro l’assalto dei banditi. Un caso? Un piano ben riuscito? Sicuramente, una premessa narrativa non particolarmente originale ma che, comunque, da quel necessario “fil di trama” che spesso e volentieri, in giochi del genere e specialmente in early access, solitamente è assente. Nonostante all’orizzonte non vi sia una rivoluzione narrativa, l’aria che si respira nel gioco sarà tutto sommato gradevole, con una forte dose di ironia che fa da sfondo alle vicende (tra le altre cose, intrise di citazioni videoludiche e filmesche di vario tipo), narrate spesso attraverso vignette ben realizzate e dallo spiccato tono western. Come già anticipato, il gioco presenterà una struttura fortemente legata alle missioni, primarie e secondarie, che si intrecceranno anche alla capacità del nostro protagonista di costruire via via oggetti più complicati, raccogliendo risorse di vario tipo e ottenendo progetti costruttivi progressivamente più intricati. I blueprint potranno essere sbloccati compiendo azioni di vario tipo, completando missioni secondarie oppure scovando dei libri specifici sparsi in varie location della vasta mappa di gioco. In generale, sarà abbastanza facile ottenere i progetti principali semplicemente seguendo la linea narrativa più importante. In generale, la quasi totalità delle missioni legata ad essa sarà costruita intorno ad un canonico “parti da A, vai a B e ritorna ad A”, senza grandi variazioni sul tema ma, anzi, peggiorato da alcune scelte strutturali non facilmente digeribili.

Ad esempio, ci capiterà spesso di affrontare missioni in cui saremo chiamati a raccogliere una serie di oggetti. Peccato che, ogni qual volta ne raccoglieremo uno, dovremo tornare subito indietro per consegnarlo invece che proseguire nell’ottenimento degli altri, pena il “congelamento” della missione. Se a questo si aggiunge che, al momento, potremo muoverci solo a piedi (i cavalli esistono fisicamente nel gioco, ma come semplice “oggetto di scena”) e spesso dovremo percorrere chilometri per il completamento di una missione, il tedio è sostanzialmente servito. Non solo noia, ma anche confusione: capiterà ad esempio che un personaggio non giocante ci inviti a prender possesso, proprio nelle primissime ore di gioco, di una vecchia fattoria per rimetterla a nuovo ed espanderla. Peccato che, in realtà, la possibilità non sia stata ancora implementata nel gioco (tra l’altro, faccenda scoperta solo dopo un bel po’ di tempo passato a girovagare sui forum di Wild West Dynasty alla ricerca del perché non si potesse far nulla). Naturalmente, com’è tradizione dei titoli survival, il nostro eroe dovrà tenere a bada diversi indicatori, tra cui i classici fame e sete, oltre che la temperatura che nel deserto oscillerà tra caldissimo e freddissimo nell’arco di poche ore. Al momento, però, sopravvivere sarà piuttosto semplice, tanto da rendere quasi inutile attività solitamente cruciali come la caccia (che, al momento, consentirà di ottenere solo carne dalle carcasse degli animali) o la costruzione di edifici produttivi ad hoc. Infatti, basterà girovagare nei principali insediamenti alla ricerca di casse e botti, per poter trovare cibo e bevande in abbondanza oltre che vari oggetti che potremo “appioppare” ai venditori NPC nelle città, accumulando un bel gruzzoletto. Se si considera che, dopo un po’, gli oggetti si rigenereranno automaticamente, imbandire la tavola sarà un gioco da ragazzi. Girovagando per la vasta mappa di gioco, riusciremo ad incappare anche in aree “segrete”, spesso nascoste da sterpaglia varia o assi di legno da abbattere, dove sarà possibile scovare oggetti e armi di vario tipo, oltre che eventualmente piccoli accenni alla generale ambientazione del gioco. Anche le variazioni di temperatura, in realtà, al di là di un mero effetto grafico, non produrranno “perturbazioni” tali da indurre urgenze o modificare il complessivo gameplay.

Vita alla Frontiera: sangue, sudore e… bug

Survival significa anche e soprattutto costruire e in Wild West Dynasty sarà, ovviamente, possibile farlo. Peccato che, allo stato attuale, lo specifico sotto-sistema ludico soffra di una generale “innecessità”: la stra-grande maggioranza delle missioni, infatti, non richiederanno nessun tipo di “edificazione” complessa, né tanto meno la costruzione di strutture servirà per sopravvivere visto che potremo facilmente erigere un riparo di fortuna con pochi e facili ingredienti, in modo da far trascorrere la notte e riposare senza pericolo alcuno. Oltre a carenze “sistemiche”, dedicarci all’innalzamento di edifici sarà un’esperienza un po’ farraginosa, contro intuitiva e afflitta da bug. Premessa alla costruzione sarà, naturalmente, la raccolta dei materiali che avverrà in modo piuttosto classico (per abbattere un albero, dovremo avere prima in mano un’ascia), coadiuvata col progredire del gioco anche da appositi edifici produttivi. La scelta del tipo di costruzione da espletare sarà affidata ad una serie di interfacce a ruota non proprio chiarissime: se gli oggetti basici andranno prima fabbricati e poi “piazzati” sul terreno, per le strutture più complesse vi saranno dei passaggi aggiuntivi. Una volta selezionato l’edificio, vedremo apparire uno “scheletro” della costruzione composto da vari segmenti. Avvicinandoci con un martello (lo strumento deputato alla riparazione/costruzione degli edifici), dovremo scorrere con la rotellina del mouse (tra l’altro, funzione non descritta in modo chiaro dal gioco e scovata a tentativi) tra le varie componenti dell’edificio che sarà possibile inserire nell’apposito segmento.

In linea teorica, una volta che vedremo, ad esempio, il “fantasma” di una parete con finestra “illuminato” di verde, quello sarà il “segnale” che il gioco ci darà per indicarci la fattiva possibilità di costruirla. Ebbene, capiterà piuttosto spesso che nonostante il “fantasma” verde e i giusti quantitativi di materiali, sarà inspiegabilmente impossibile costruire l’oggetto prescelto. Se si supereranno i tanti bug connessi alla costruzione, Wild West Dynasty offrirà già da subito una nutrita selezione di edifici e anche la possibilità (al momento, più teorica che pratica) di creare un vero e proprio insediamento con tutta una serie di strutture e servizi ad hoc, anche se al momento anche questa caratteristica si presenta in modo solo abbozzato (specialmente, se si compie un parallelo con Medieval Dynasty). Anche il comparto del titolo che strizza l’occhio ai classici dettami ruolistici, non gode di buonissima salute: compiendo azioni di vario tipo, dall’uccisione di animali all’abbattimento di alberi passando per il completamento delle quest, otterremo esperienza che ci consentirà un aumento di livello e il conseguenziale e canonico ottenimento di punti. Questi potranno essere distribuiti in due “alberi verticali” di abilità che copriranno svariati campi d’azione accessibili al nostro personaggio. Ogni ramo dell’albero necessiterà di un livello minimo di accesso e consentirà l’unlock di skill predefinite. Peccato che, anche in questo caso, il gioco tenda ad un certo stato confusionale: ad esempio, una delle primissime abilità che apprenderemo sarà quella dello scuoiamento degli animali, abilità in teoria molto utile per ottener pelli utili per raggranellare un discreto gruzzoletto di denaro. Peccato che, ancora una volta, l’abilità, nonostante venga enumerata visivamente all’interno del citato albero, non sia però stata ancora inserita fattivamente nel gioco (e, ovviamente, la cosa non è affatto indicata, inducendo ancora una volta il giocatore a “sguazzare” sui forum alla ricerca di risposte).

Nel gioco, al momento, si potrà entrare in possesso anche di (poche) armi, tra mischia e distanza, anche se il combattimento in Wild West Dynasty sarà fortemente limitato. Non avremo libertà di colpire chiunque, ma solo pochi target “naturalmente” aggressivi come ad esempio lupi, cinghiali ecc. In aggiunta, oltre a tutta una serie di limitazioni tecniche del combattimento, tra hit box “ballerine” e animazioni assenti o mal implementate, al momento nel titolo non avrà senso affrontare i nemici con armi in mischia, dati gli altissimi danni che essi ci arrecheranno e la relativa facilità di uso di pistole e affini (acquistabili molto facilmente e in grado di uccidere con un sol colpo quasi ogni cosa). Paradossalmente, vi saranno anche situazioni opposte, dove la relativa animazione d’attacco degli avversari, data una sua innaturale lentezza quasi subisse un forzoso “ralenti”, diverrà facilmente schivabile. A render ancor più deficitario il sistema di combattimento, ci penserà una intelligenza artificiale ben lungi dall’essere brillante ed impegnativa ma che, concretamente, si limiterà al lanciarci contro gli avversari, sempre che essi riescano a superare alcuni scogli (come il girare in tondo all’infinito o all’incastrarsi in varie asperità dello scenario). V’è un’altra cosa da considerare: il titolo di Moon Punch Studio è orientato a proporre un gameplay molto simile, come più volte ripetuto, a Medieval Dynasty, dove lo scopo è, appunto, creare una dinastia e fondare/gestire un villaggio. Nonostante alcune meccaniche rudimentali siano di già state fissate, come il poter creare edifici e posizionarvici dentro dei personaggi non giocanti, al momento non vi saranno meccanismi gestionali granché profondi o sviluppati. Dunque, ludicamente parlando, Wild West Dynasty si presenta in uno stato sicuramente giocabile, ma ben lontano dalla perfezione e colmo di limiti concettuali e segnali “ambigui” che mostrano, in teoria, qualche fallacia nel developing plan generale del gioco.

Caricatore pieno, caricatore vuoto

Se da un lato prettamente ludico Wild West Dynasty mostra il fianco in diversi ambiti, è probabilmente il segmento tecnico quello in cui il gioco è maggiormente deficitario. Se dovessimo etichettare con termini noti il generale status di sviluppo, potremmo affermare che il gioco targato Moon Punch Studios versa in uno stadio Alpha, per certi versi nemmeno così tanto pieno. Il gioco è, difatti, tecnicamente ed esteticamente grezzo, colmo di spigoli e angoli evidentissimi. Partiamo col lato visual: in generale, usando la cautela necessaria correlata allo status di accesso anticipato, Wild West Dynasty è un lavoro ben lungi dall’essere completo. La sensazione che traspare, allo stato attuale delle cose, è di un titolo graficamente non al passo con i tempi e fermo, orientativamente, ad una decina di anni fa. Anche su gaming rig di fascia alta, lo spettacolo non è dei migliori: Wild West Dynasty è infatti un tripudio di texture in bassa risoluzione e copia incollate un po’ dovunque, alle volte addirittura mancanti (come nel caso di personaggio non giocante con la “testa viola” poiché privo della texture dei capelli). Una bassa qualità che, oltre ad un mero impatto estetico, renderà spesso difficoltosa la raccolta di materiali a terra come bastoni e pietre, confusi nelle texture “melmose” del terreno.

Un aspetto visuale manchevole che colpisce anche e soprattutto i modelli poligonali dei personaggi, suddivisi in pochissimi archetipi differenti (alle volte messi vicini uno all’altro), caratterizzati da texture mediocri e animati dalle stesse movenze, spesso in sincrono. Movenze che, in generale, soffriranno anch’esse di una evidentissima legnosità e di una altrettanto visibile vetustà, scadente spesso nel parodistico (come la “volante” animazione relativa alla capriola che compirà il nostro alter ego) oppure in grado di disorientare parzialmente (come la innaturale flessione del corpo del nostro protagonista nel mentre si cerca di scoccare una freccia). Wild West Dynasty manca, tecnicamente, in tante altre cose: dall’interfaccia utente, confusionaria, limitata e non chiarissima, ai lunghi caricamenti e al frame rate tendenzialmente instabile che tocca quote piuttosto basse in certi frangenti (ad esempio, di notte capiterà di assistere ad un netto calo di fluidità, che scenderà intorno ai 10 fotogrammi al secondo anche su computer piuttosto potenti). Persino il comparto audio, egregio pensando allo stato complessivo del gioco, ha qualcosa da farsi “perdonare”: a partire dall’unica traccia musicale che si ripeterà all’infinito, passando per effetti sonori regolarmente fuori sincrono con le azioni, “tagliati con l’accetta” oppure completamente assenti.

Concludendo…

Wild West Dynasty è Medieval Dynasty nel Far West? Potenzialmente, si. Ma allo stato attuale delle cose, visto un accesso anticipato “molto anticipato”, il gioco non è null’altro che un ossuto fondamento di quello che, fra molto tempo, potrebbe (il condizionale è d’obbligo) divenire un gioco interessante. Il titolo, nonostante presenti una struttura ludica di base “giocabile” con tanto di intreccio narrativo ed una generale sceneggiatura rudimentale ma gradevole, ha ancora innanzi a sé enormi passi da compiere. L’esperienza, infatti, al momento è minata da un comparto tecnico vetusto e colmo di errori e limitazioni, oltre che da una struttura ludica frammentata, limitata oltre che tediosa e confusionaria. Chiunque ha gradito Medieval Dynasty, potrebbe valutare di sborsare la cifra (non indifferente, considerando lo stato del gioco) richiesta, ben valutando però quello che è Wild West Dynasty al momento: un investimento rischioso con un (probabile ma lontano) guadagno futuro.

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