Che cos’è il tempo?

Una domanda semplice quanto, probabilmente, quasi impossibile da ancorare ad una risposta definitiva senza scomodare grandi temi fisici, filosofici e spirituali. Per un uomo comune, è la “linea” di successione di una serie di eventi o fenomeni. In fisica, il tempo è una grandezza fondamentale, utilizzata spesso come unità di misurazione. Ma poche righe, non bastano minimamente per introdurre un concetto così complesso. Poche righe, però, servono invece a srotolare il tappeto rosso al protagonista assoluto di questa recensione, Serum. Un titolo uscito in Accesso Anticipato su Steam nelle scorse settimane, sviluppato da Game Island e prodotto da Toplitz Productions, che proprio dello scorrere del tempo ne fa uno dei protagonisti “silenti” principali. Ma andiamo con ordine!

Un siero per sopravvivere

Serum è un gioco d’azione in prima persona che mescola vari elementi provenienti da lidi ruolisti, di sopravvivenza e horror. Il filmato di apertura di Serum introduce l’interessante, e vagamente apocalittico, contesto narrativo. Un disastro ha colpito l’umanità, il blight, un agente biologicamente mutato tramutatosi fattivamente in una sorta di pestilenza in grado di contaminare ogni cosa. Gli scienziati hanno creato un siero, una sorta di “miracolo” scientifico che ha salvato gli esseri umani dall’orlo dell’estinzione. Tuttavia, il medicamento si è rivelato essere più una maledizione che un miracolo. All’interno del farmaco, infatti, v’era un mutagene in grado di infettare ogni cosa. Rilasciato accidentalmente nei biomi di ricerca, il mutagene ha imposto drammatici cambiamenti nell’ambiente, nelle creature e nelle persone.

Il Blight assume la forma di una nebbia tossica che inquina e trasforma ogni pianta e animale che tocca in una sua versione mutata ed estremamente più pericolosa. In sostanza, per sopravvivere, dovremo continuamente iniettarci questo siero che, però, protegge dalla succitata pestilenza solo per un breve periodo di tempo. Inoltre, non è possibile iniettarsi, ad esempio, due sieri contemporaneamente per prolungare la propria “immunità”, perché i livelli di tossicità aumenterebbero fino ad indurre una mutazione irreversibile ed incontrollabile o, diversamente, la morte.

Il colore della fine del mondo

Premesse narrative non particolarmente originali ma “stimolanti” a parte, come si “snocciola” fattivamente il titolo di Game Island? Come anticipato, ludicamente parlando il gioco alterna fasi tipiche dei titoli di sopravvivenza (esplorazione e costruzione di oggetti su tutto), a segmenti più spiccatamente horror e tensivi con annesso un sistema di combattimento piuttosto punitivo. Naturalmente, il cuore pulsante del gameplay è la continua ricerca del siero: sul nostro polso avremo un timer che ci mostrerà quanta “vita” avremo a disposizione dalla nostra (ovvero, quando dovremo tassativamente iniettarci un’altra dose di siero). Il siero si trova raramente in forma “compiuta” nell’ambiente. Quindi, se si ha la fortuna di trovarlo durante l’esplorazione, ci si può iniettare una nuova dose che dà più tempo per continuare ad esplorare alla ricerca di nuovi strumenti, materiali e progetti per la costruzione specifica di item. Altrimenti, sarà possibile creare il siero da materiali organici, sia da piante presenti nell’ambiente che da animali mutati che rilasciano gli ingredienti necessari una volta sconfitti. Per fortuna, tornare al nostro quartier generale ci consentirà di tirare un sospiro di sollievo: lì, difatti, non avremo necessità di iniettarci nulla e saremo perfettamente al sicuro. Avremo, dunque, tutto il tempo di analizzare gli ingredienti accumulati in nostro possesso e, al contempo, creare nuovi strumenti, tra accette, mazze, archi ecc., utili per la nostra sopravvivenza.

Gli sviluppatori hanno profuso un ottimo lavoro generale nella creazione di un mondo di gioco vivido e brutale allo stesso tempo, creando al contempo un loop di gioco sicuramente non particolarmente originale, ma coadiuvato in modo più che egregio da un corollario ludico ed estetico piuttosto tensivo e dalla tinte oscure ed horror. L’ambiente da esplorare, una sorta di foresta pluviale, sarà colmo di pericoli derivanti principalmente da una fauna e flora mutata non esattamente ospitale e tranquilla. L’esplorazione sarà resa ancor più difficoltosa dall’assenza di una mappa specifica da consultare. Nel corso del gioco, avremo la possibilità di sviluppare nuovi tipi di siero, in grado non solo di concederci più tempo a disposizione ma addirittura “potenziamenti” speciali per il nostro alter-ego. Tutto questo grazie ad una piuttosto originale meccanica di “produzione” del siero in stile alchemico: avremo una sorta di alambicco/bollitore con cui far “gorgogliare” il siero e che, nella fattispecie, ci introdurrà ad una schermata a cerchi concentrici in cui potremo selezionare specifiche “qualità” da attribuire al nostro speciale intruglio. Al momento, non ci saranno enormi possibilità evolutive o costruttive offerteci ne’, al contempo, sieri in grado di capovolgere nettamente le nostre chance di sopravvivenza nel pericoloso mondo di Serum. Con i sieri più duraturi avremo la possibilità di addentrarci di più nella terribile giungla che ci circonda.

Il cuore d’essa, in realtà, nasconde pericoli maggiori e segreti “indicibili”. L’obiettivo generale è quello di trovare una cura permanente per la peste e ciò ci spingerà sempre più in profondità nella succitata foresta. Se sopravvivere, di base, è piuttosto complicato, combattere i nemici sarà ancora “peggio”: Serum non è affatto un gioco semplice, da questo punto di vista. Non solo per una certa tendenza ad una difficoltà pre-impostata (i nemici saranno tendenzialmente coriacei e produrranno danni proporzionalmente alti) ma anche da alcune mancanze tecniche e concettuali non da poco. Nonostante Serum abbia un tutorial, in realtà esso spiegherà ben poco: ad esempio, non v’è un tutorial specifico per il combattimento e dovremo imparare sostanzialmente sul campo tutto ciò che c’è da sapere. Potremo bloccare i colpi o schivare, anche se le meccaniche sembrano ancora un po’ acerbe ed imprecise. Finiremo spesso per subire degli “stun” notevoli dai nemici, alle volte anche a distanze considerevoli, che si tradurranno nel nostro personaggio afflitto da una vista sfocata. E altrettanto spesso, saremo vittime infelici di vari bug presenti nel gioco, tra cadute incomprensibili, muri invisibili che ci bloccheranno il cammino, nemici che appariranno all’improvviso insta-uccidendoci ecc ecc. In generale, il combattimento in Serum sarà una questione di riflessi ma, principalmente, una faccenda di strategia e analisi dell’ambiente circostante: in questo senso, il titolo ci indurrà ad esser guardinghi e silenziosi, piuttosto che una sorta di rambo mutato intento a devastare ogni cosa.

Tecniche di sopravvivenza

Come ci si aspetterebbe da un titolo in Accesso Anticipato, Serum è ben lungi dall’essere completo sia contenutisticamente che tecnicamente. Nonostante, in generale, il gioco si presenti al pubblico con un’estetica di primissimo livello, curatissima a livello sia di qualità dei dettagli sia per quanto concerne il design dei modelli e degli ambienti (forse, quest’ultimi, un po’ “monotematici”), ed una pulizia tecnica accettabile, il gioco sarà contaminato da una pletora di bachi ed angoli da smussare. Seppur essi non siano concretamente “game-breaking”, vi saranno bug che ci uccideranno (letteralmente!) o rallenteranno notevolmente, aggiungendo un pizzico di frustrazione ad un’esperienza che, comunque, è di già interessante e stimolante. Anche a livello di performance, nonostante la presenza di un quantitativo di opzioni tecniche modificabili, Serum non offrirà prestazioni graniticamente fluide seppur, nella maggior parte del tempo, il titolo toccherà abbastanza facilmente i 60 fotogrammi al secondo (ormai, il minimo sindacale) anche su computer di fascia media. I controlli e, annessi ad essi, le animazioni saranno di buona fattura ma perfettibili: alcune movenze saranno piuttosto legnose così come i controlli restituiranno una sensazione “lata” di imprecisione. Per quanto concerne il sonoro, effetti e musiche saranno di buona qualità seppur un tantino limitate a livello di meri numeri.

Concludendo…

Serum è un gioco molto interessante venduto ad un prezzo più che accessibile. Il gioco mette sul piatto una narrativa ed un sistema ludico abbastanza solidi, seppur nulla che al momento posso indurre ad uno “sconvolgimento” del settore specifico. L’unione di componenti di sopravvivenza e vagamente horror crea una base di sviluppo vincente ma, al momento, vi sono diverse lacune contenutistiche e tecniche da tappare. Anche se ancora in un stato perfettibile, il pacchetto ludico confezionato da Game Island è di già ampiamente godibile ed accettabili. Sulla carta, vi sono tutte le premesse per ambire ad una posizione di spicco nell’inflazionato e giunglesco settore ludico dei titoli di sopravvivenza: dunque, non ci resta che attendere!

Articolo precedenteWestern Legends – Un sandbox nel Vecchio West edito da MS Edizioni
Prossimo articoloUno scorcio sul mondo di Fallout – Tra serie TV e videogiochi
Amante dei videogiochi, degli animali e del buon cibo, non rinuncio ai piccoli piaceri ludici e ad una buona compagnia! Anche Online!

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!