24 maggio 1915 – 4 novembre 1918.
Quasi due anni e mezzo di ostilità. Dodici sanguinose battaglie di trincea. Oltre un milione di morti. Sono questi i numeri che hanno caratterizzato la Grande Guerra sul fronte italiano, combattuta tra il Regio Esercito italiano e l’Impero austro-ungarico, in un vasto territorio ai piedi delle alpi che si estendeva dal confine svizzero sino a quello sloveno. Il cosiddetto Fronte dell’Isonzo (per via del lungo fiume che attraversa la zona) fu il teatro principale della Prima Guerra Mondiale in Italia, nonché ambientazione di alcuni degli eventi più significativi dell’intero conflitto.
Le dodici battaglie dell’Isonzo furono una serie di scontri sanguinolenti e tragici, combattuti in territori ostili e in condizioni metereologiche spesso estremamente avverse. La battaglia più nota, tristemente conosciuta in Italia come la disfatta di Caporetto, portò ad una schiacciante sconfitta dello schieramento italico e causò la morte di oltre 80.000 soldati tra i due schieramenti.
La premesse per la creazione di un titolo bellico degno di nota c’erano tutte dunque, non a caso i ragazzi di BlackMill Games, sotto l’egida di M2H, hanno accettato la sfida. Isonzo è infatti il terzo titolo consecutivo di BlackMill basato sulle più importanti battaglie che hanno carattaerizzato la Grande Guerra. Il primo, nel 2015, fu Verdun – incentrato sui fronti occidentali della prima guerra mondiale – seguì poi Tannenberg, rilasciato nel 2019 ed incentrato sul fronte orientale della guerra. Questa audace trilogia ha così dato vita alla WW1 Game Series, un’ambiziosa raccolta di FPS bellici ambientati nel corso della Prima Guerra Mondiale e caratterizzata da una realizzazione credibile e curata delle varie battaglie.
In sostanza, Isonzo è FPS multiplayer online hardcore, tattico, che ha come ambientazione la Prima Guerra Mondiale e, più precisamente, le battaglie sul fronte italiano. È un titolo totalmente privo di componenti single-player ed è abbastanza simile, nello stile, all’apprezzato Hell Let Loose, ambientato però durante la Seconda Guerra Mondiale. Effettivamente sono veramente pochi gli FPS ambientati nel corso del primo conflitto, fondamentalmente l’unico prodotto con cui possiamo confrontare Isonzo è Battlefield 1. Il gioco a tema WW1 sviluppato da DICE ha infatti molti punti in comune con il lavoro di BlackMill in termini di realismo dell’approccio, rappresentazione delle ambientazione e cura nella riproposizione delle armi. Esiste però una netta differenza tra le due opere: il ritmo di gioco.
In questo particolare titolo, così come nei due precedenti capitoli della “serie” sviluppata da BlackMill, non abbiamo la velocità ed il dinamismo del Call of Duty o del Battlefield di turno. La missione della software house olandese era chiaramente quella di immergere in giocatori in un contesto bellico realistico, senza però andare ad inficiare più di tanto la godibilità ludica dell’esperienza di gioco. Il rispetto per il materiale trattato è lapalissiano e per appurarlo basta ammirare la cura con la quale sono stati realizzati i campi di battaglia, le divise storiche dei due schieramenti o le armi.
Isonzo giunge sul mercato al lancio con un’unica modalità chiamata Offensiva, basata sui due eserciti che assumono i ruoli di attaccante e difensore e combattono per il controllo di punti strategici. Offensiva, a sua volta, si divide in tre diversi eventi: Guerra di montagna, Strafexpedition e 6 Battaglia dell’Isonzo. Il tutto, fondamentalmente, permette ai giocatori di lanciarsi in agguerrite battaglie ambientate in 6 diverse mappe che vanno dalla città di Gorizia alle Dolomiti, passando per il monte Fior e l’altopiano del Carso. Certamente, al momento, le ambientazioni non sono tantissime ma il team di sviluppo ha già confermato che nel tempo verranno aggiunti nuovi contenuti, sia in termini di mappe che di armi e divise. Apprezzabilissima la possibilità di attivare il crossplay tra le console Xbox e PlayStation, in modo da riempire velocemente le lobby, anche grazie all’affiatata community del gioco. Nei casi più estremi, comunque, i posti vacanti vengono riempiti da bot gestiti dall’IA.
BlackMill, forse prendendo spunto dall’ottima modalità Operazioni di Battlefield 1, è riuscita con Isonzo a catapultare i giocatori in violente e lunghe battaglie dai ritmi compassati. La cura per la fedeltà storica riposta dal team di sviluppo si palesa già prima dell’inizio del match, con la schermata di caricamento che mostra delle nozioni relative all’area su cui si basa la mappa, aggiungendo così un ulteriore tocco di realismo e ricordandoci che su quelle terre si è veramente combattuto sanguinosamente, poco più di cento anni fa.
In ogni battaglia, la squadra attaccante ha due obbiettivi: occupare le basi nemiche o distruggerle piazzando degli ordigni esplosivi. Ogni match conta di varie fasi, in cui ogni volta che la squadra attaccante raggiunge un obiettivo richiesto, i difensori battono in ritirata andando ad appostarsi su nuovi punti di controllo che gli attaccanti dovranno ovviamente conquistare. L’incedere è questo e la battaglia finisce soltanto quando tutti gli obiettivi non vengono conquistati o l’esercito in difesa riduce le forze nemiche di un determinato numero di unità.
Su ogni campo di battaglia è possibile costruire avamposti, piazzare mortai o mitragliatrici fisse. Così come è possibile distruggere gli equipaggiamenti avversari o tagliare le barriere di filo spinato disseminate per l’area di gioco. Sono presenti ben sei diverse classi di personaggi nel gioco: Gli Ufficiali, che possono chiamare il supporto dalle stazioni di comando; i Fucilieri, fondamentalmente la fanteria di base; gli Ingegneri che sono responsabili della fabbricazione di armi e ostacoli; gli Assaltatori, che trasportano armi più veloci e letali; gli Alpini, specializzati in ricognizione e per finire, non manca ovviamente la classe dei cecchini.
Il sistema di movimento e la mappatura dello shooting risultano particolarmente familiari per i giocatori già avvezzi agli FPS. Oltre a camminare e correre il personaggio può saltare e scavalcare piccoli ostacoli, accovacciarsi, distendersi e mirare. Muovendosi in fase di mira la precisione diminuisce, mentre sparando da accovacciati si gode di una maggiore stabilità ma, al contempo, ci si rende obbiettivi più facili da colpire. Non esiste, ovviamente, una scivolata, e questo potrebbe portare gli abituali giocatori di CoD ad avere un iniziale impatto straniante. In generale, comunque, il sistema di movimento e lo shooting sono più lenti rispetto agli altri sparatutto. Le armi dell’epoca restituiscono un feedback abbastanza credibile e risultano dunque non particolarmente maneggevoli ma comunque estremamente letali, spesso basta un colpo per atterrare l’avversario portando a situazioni in cui chi spara per primo vince lo scontro.
Forse si poteva lavorare meglio nella differenziazione delle varie bocche da fuoco, soprattutto per quanto riguarda i diversi fucili bolt action utilizzabili nelle fasi iniziali, che risultano ben poco differenti l’uno dall’altro pad alla mano. Un’altra occasione persa riguarda la non implementazione di un benché minimo supporto alle caratteristiche del DualSense di PlayStation 5. Fortunatamente, almeno il sistema di mira risulta estremamente gratificante, essendo totalmente manuale e privo di aiuti.
Un elemento che purtroppo danneggia, seppur in minima parte, il grado di coinvolgimento generale deriva dalla pochezza del comparto tecnico. La distruttibilità ambientale è pari a zero, le molteplici esplosioni che investono i campi di battaglia non sono affatto spettacolari o coreografiche e la rappresentazione delle fiamme è decisamente old-gen. Tutti questi piccoli dettagli purtroppo rimbombano pesantemente in un gioco che nasce con lo scopo di ricreare un conflitto bellico storico incredibilmente intenso, caotico e brutale. Le animazioni, inoltre, appaiono leggermente ingessate ed il livello di dettaglio grafico risulta generalmente sotto la media delle produzioni odierne. Non possiamo ritenerci del tutto soddisfatti neanche per quanto riguarda le prestazioni su PS5, avendo potuto appurare varie problematiche come screen tearing, leggeri cali di FPS o zone delle mappe glitchate in cui è sin troppo facile rimanere incastrati tra geodata.
Nonostante questi innegabili difetti, Isonzo riesce nell’impresa di offrire un approccio grintoso e realistico alla Grande Guerra. È un FPS in cui l’incedere è lento, in talune situazioni persino faticoso. Le bocche da fuoco necessitano dei loro tempi per sparare e ricaricare. Queste caratteristiche forse non faranno felici gli amanti del dinamismo e della frenesia sui campi di battaglia virtuali, ma renderanno estremamente appagati gli amanti di esperienze di guerra tendenti al realismo, in cui chi attacca a testa bassa senza ponderare opportunamente ogni passo finisce per morire malamente. L’iconica natura claustrofobica della guerra di trincea è catturata in modo superbo, ma non mancano comunque sterminati spazi aperti a loro volta estremamente pericolosi, in cui basta un attimo per finire trucidati da un cecchino appostato dalla lunga distanza. La varietà degli scenari è effettivamente notevole, che si tratti di verdi aree boscose ricche di ripari o aperte zone montuose in cui risulta controproducente star fermi a “camperare”.
Per accrescere il livello di immersione, il team di sviluppo ha lavorato bene per quanto riguarda il sound design ed in generale la realizzazione artistica. Ogni battaglia ci immerge in un tripudio di urla di dolore di soldati morenti e mutilati, con i loro corpi disseminati per l’arena, insieme a quelli di innocenti bestie come i cavalli, visibilmente dilaniati dalle esplosioni. Buona la soundtrack che ben si sposa col periodo storico di riferimento
Il gioco propone anche un modesto sistema di personalizzazione del personaggio attraverso varie uniformi, tipi di viso, berretti/elmetti e persino accessori come bende, sigarette ecc. Alcuni elementi si sbloccano aumentando di livello mentre altri, a quanto pare, sono ottenibili soltanto comprando dei DLC.
Concludendo..
Nonostante Isonzo nasca con la chiara intenzione di proporre un’esperienza di gioco tendente al realismo, il team di sviluppo è riuscito a creare un ottimo compromesso capace di accontentare gli appassionati di FPS che riescono ad apprezzare un prodotto dai ritmi più compassati ma comunque intensi ed avvincenti. Trattandosi di un prodotto dichiaratamente multiplayer, l’assenza di una campagna per giocatore singolo non deve essere vista come un difetto. Discorso diverso invece va fatto per l’attuale pochezza di mappe e modalità, caratteristica, questa, che potrebbe portare molti giocatori ad abbandonare il titolo prima del previsto.
In fin dei conti, però, il punto focale dell’esperienza di gioco è dato dal realismo nella realizzazione dei campi di battaglia, delle uniformi e delle armi e dal riuscito intento di catapultare i giocatori in battaglie realistiche e cruente. Isonzo è un titolo che palesa l’amore e la cura della software house nei confronti della materia storica trattata, riproposta a schermo con estremo rispetto e dedizione.