Ad una settimana dal lancio di PS5, abbiamo avuto occasione di provare con mano diversi titoli interessanti. Oltre alle due, incredibili, esclusive di punta – quali Demon’s Souls e Spider Man Miles Morales – un titolo, in particolar modo, ha tuttavia catturato la nostra attenzione: Godfall. L’ultima fatica di Counterplay Games, prodotta da Gearbox, è una tra le primissime esclusive console PS5 ad esser stata annunciata che, nonostante le buone premesse, è stata bersaglio di numerosi pareri negativi, sia di critica che pubblico.

Ma il titolo Gearbox è così deludente come la sua media Metacritic?

La risposta, almeno secondo il nostro punto di vista, è no. Dopo aver ricevuto Playstation 5, abbiamo spolpato a dovere l’offerta contenutistica dell’auto proclamato “looter-slasher”, divertendoci non poco con il combat system all’arma bianca proposto dai ragazzi di Counterplay Games che, per molti aspetti, ci ha ricordato quello dell’apprezzatissimo ultimo capitolo di God of War.

Chiamatela, se volete, “voce fuori dal coro”, ma questo speciale nasce con l’intento di porsi come alternativa alla classica recensione, impegnandosi a dimostrare – in cinque diversi punti – i motivi per non sottovalutare questa esclusiva (console) Playstation 5.

Via al primo punto!

1. Un combat system stratificato e dannatamente divertente

Godfall viene definito, dai suoi stessi creatori, il primo “looter-slasher” della storia, mescolando dinamiche ruolistiche, tipiche di giochi come Destiny o Borderlands, ad un gameplay tipicamente action che, per molti aspetti, ci ha ricordato quello dell’ultimo God of War. Guideremo l’eroe principale, Orin, all’interno di cinque diversi reami, ben caratterizzati in termini di design, indossando ben dodici armature (almeno è questo il numero al lancio del gioco, ma non escludiamo l’introduzione di altri contenuti post lancio) – esse, in soldoni, oltre a differire in termini prettamente estetiche, offrono al giocatore un effetto passivo diverso, relativo all’abilità “ultimate” (chiamata Furia dell’Arconte).

Tornando al combat system di Godfall, siamo rimasti piacevolmente colpiti dal feeling generale pad alla mano: grazie al DualSense, ogni colpo inferto o subito, potrà essere “sentito” dal giocatore. Grazie al mirino posto al centro dello schermo, potremo direzionare gli attacchi all’arma bianca in maniera sempre più precisa, alternando i più classici attacchi leggeri e pesanti, all’uso combinato dello scudo e della schivata. Non mancheranno, inoltre, le abilità offensive che, nelle situazioni più complesse, riusciranno a togliere le castagne dal fuoco. Sul fronte varietà, i ragazzi di Counterplay hanno lavorato solo, proponendo ai giocatori una vasta gamma di tipologie di armi, che spaziano dalle più “ingombranti” armi a due mani, per poi arrivare a poter equipaggiare ben due armi a una mano, che possono essere spade, spadoni e mazze. Ovviamente, cambiando equipaggiamento, la gestione degli scontri cambia considerevolmente, dando così occasione al giocatore di poter decidere quale stile di gioco maggiormente si addice a lui.

2. Ray tracing e tanta personalità

Graficamente parlando, il titolo Counterplay Games è una vera e propria gioia per gli occhi. Certo, alcuni potrebbero trovare l’esplosione di “luci e riflessi” un tantino eccessiva ma, lato nostro, abbiamo amato questa prova di forza di Gearbox, dando una vera e propria dimostrazione di quello che i giochi sono in grado di offrire su Playstation 5, a partire proprio dalla tanta osannata velocità dei caricamenti (in pochi istanti, infatti, entreremo in partita).

Godfall si presenta con due diverse modalità video: una che beneficia la risoluzione ed un’altra per le prestazioni. Vi possiamo assicurare che il titolo Counterplay, giocato in modalità prestazioni, si dimostra una vera e propria gioia da vedere e da giocare. Godfall, oltre a sfoggiare tanta personalità in termini di dettagli – sia per quanto concerne armi e armature – si presenta con un’ambientazione estremamente curata che fa largo uso della tecnologia di ray tracing, in grado di rendere ancora più efficaci i riflessi su armature e pavimentazione. Se a questo ci aggiungiamo una fluidità senza troppi intoppi, impossibile non promuovere il comparto audiovisivo di questo Godfall

3. Una droga chiamata “looting”

Uno tra gli aspetti di Godfall che, indubbiamente, riesce nell’intento di tenere incollato il giocatore al pad, è la meccanica di accumulo del loot – ad ogni forziere aperto, nemico ucciso o vaso spaccato, avremo accesso a drop dal livello di rarità differente. Che si tratti di armi, ciondoli, anelli o stendardi, completando missioni e uccidendo boss, otterremo pezzi di equipaggiamento via via più potenti che, equipaggiati, aumenteranno le nostre statistiche base nei tre valori proposti dal gioco: forza, spirito e vitalità.

Creare la “build perfetta” in Godfall diventerà ben presto la vostra ragione di vita, specialmente nelle missioni a difficoltà più elevata che richiederanno un giusto bilanciamento di tutte le statistiche. Grazie alla forgia presente nel Sanctum – l’hud che ci permetterà di rifiatare tra una missione ed un’altra – potremo inoltre potenziare i vari pezzi di equipaggiamento, spendendo le varie componenti che troveremo durante i nostri viaggi e/o smantellando oggetti nel nostro inventario non più utili. Esiste inoltre la possibilità di incantare un oggetto, a patto di disporre dei prerequisiti necessari, per portarlo ad un livello di rarità più elevato e, conseguentemente, migliorarne le statistiche.

4. Two is better than one

Una feature spesso snobbata dalla critica specializzata, in merito a Godfall, è quella relativa alla modalità cooperativa. Una volta completato il livello introduttivo del Tempio della Forgia Solare, sarà infatti possibile affrontare tutte le missioni – oltre quelle gioco libero nei tre diversi regni – in compagnia di un massimo di tre amici. La cooperativa è una feature tanto interessante – e divertente – quanto utile, in quanto permette di “velocizzare” quei processi di grinding inevitabili tra un regno ed un altro, che ci permetteranno così di ottenere in maniera più rapida i pezzi di equipaggiamento necessari a raggiungere un livello di potenza tale da affrontare in tutta serenità i vari boss.

La coop, inoltre, assume un valore aggiunto anche durante lo svolgimento delle attività end-game, attraverso le cosiddette Pietre del Sogno di cui vi parleremo nel dettaglio nel paragrafo successivo. Al momento, il gioco non presenta alcun matchmaking integrato, anche se la community ha in parte ovviato a questo problema, proponendo un canale Discord LFG, grazie al quale sarà possibile organizzare gruppi in compagnia di altri player sparsi per il mondo – sia per la versione PS5 che per quella PC.

5. L’offerta contenutistica ed endgame

Sul fronte della longevità Godfall offre una campagna dalla durata di circa 20 ore – valore che potrebbe variare a seconda del tempo che decideremo di dedicare al “grinding” tra una boss battle ed un’altra. Una volta arrivati al termine del nostro viaggio, il gioco ci metterà subito di fronte a tutte le attività connesse all’endgame, le cosiddette Pietre del Sogno: all’interno di esse avremo modo di affrontare i ricordi “idealizzati” dei nemici e delle sfide già affrontate durante la campagna, culminanti in una battaglia con una boss fight. Le Pietre del Sogno sono suddivisi in “round” che, una volta completati, ci daranno accesso ad informazioni sul Boss Finale, che affronteremo nell’ultima missione della Pietra. Il fallimento del round, ovviamente, comporterà la perdita dell’informazione e di eventuali ricompense. Sconfitto il boss potremo accedere alla Pietra successiva e così via…

Ovviamente queste attività di endgame sono in particolar modo legate alla crescita dell’eroe, cercando in primis di raggiungere il level cap (livello 50). Oltre alle Pietre del Sogno, il gioco mette a disposizione la cosiddetta Torre delle Prove, concettualmente simile a quella vista nei Devil May Cry, che ci metterà di fronte ad ondate di nemici via via più letali – una sorta di modalità “survival” per i completisti.

Infine…

Godfall si è rivelata una piacevole sorpresa nell’ambito della lineup di lancio di PS5. Un classico game as a service che, nonostante alcuni limiti grossolani, propone un combat system incredibilmente stratificato e divertente, puntando su una base contenutistica tutto sommato soddisfacente. Attendiamo futuri aggiornamenti e, ovviamente, le prime espansioni (che dovrebbero arrivare prossimo anno – a pagamento) per valutare il supporto post lancio di Gearbox

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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