The Pathless è l’ultima fatica dei Giant Squid, già sviluppatori dell’ottimo ABZÛ. Secondo il direttore creativo del progetto, Matt Nava, questo titolo si può riassumere con la frase “trova il tuo percorso”. Sì, perché in questo gioco ci si ritrova letteralmente sperduti in vastissimi territori da esplorare, senza alcun ausilio tipico dei titoli di questo genere, come mappe o sistemi di trasporto veloce, ma, grazie ad un interessante sistema di spostamento, non se ne sente davvero la mancanza!

Siete curiosi di saperne di più? Grazie ad un codice review – in versione PS5 – fornitoci dal publisher, abbiamo avuto modo di sviscerare appieno il titolo Giant Squid. Ecco le nostre finali considerazioni su The Pathless

In molti hanno tentato, ma nessuno è mai tornato!

The Pathless tiene davvero fede al suo nome catapultando il povero giocatore su un’isola piena di alte montagne, fitte foreste e rovine fatiscenti, alle redini del Cacciatore, un misterioso maestro arciere femminile dal viso coperto. Le lande in cui vive sono state maledette dallo Sterminatore di Dei, un’entità malvagia dai poteri straordinari e lo scopo, in soldoni, è trovarlo ed ucciderlo. Il terribile essere da tre occhi ha anche corrotto le quattro divinità locali, dalle sembianze di gigantesche bestie chimeriche, che devono quindi essere affrontate e riportate alla loro forma originale, prima di poter fronteggiare il Godslayer. Particolarità di tutta la produzione è che, come abbiamo accennato nella premessa, il gioco offre un sistema di movimento innovativo ed un territorio open-world senza interruzioni. Non ci sono mappe, NPC, mezzi di trasporto, waypoint, armi aggiuntive od armature: solo il giocatore, il suo arco e la sua fida aquila (ne parleremo tra poco).

Il nostro eroe, infatti, possiede doti acrobatiche incredibili ed è in grado di correre veloce come il vento, a patto però di riuscire a incoccare in continuazione le sue frecce sui bersagli che gli sviluppatori hanno comodamente sparso per il mondo. In pratica quando si inizia a correre la barra di stamina si consuma rapidamente, ma, colpendo I bersagli, viene ricaricata altrettanto velocemente. Riuscire a creare una combo tra bersagli colpiti, salti, scivolate e voli acrobatici richiede una buona dose di abilità con il joypad, ma risulta anche estremamente appagante e a lungo andare non fa rimpiangere i tradizionali waypoint degli altri giochi.

Il miglior amico dell’uomo è… l’aquila??

Il nostro misterioso arciere femminile parte da solo, ma dopo I primi minuti di gioco un’aquila dai poteri magici si unisce alla lotta. Questa si presenta inizialmente come un gigantesco volatile luminoso che viene liberato dalla nostra eroina durante la prima missione – in seguito prenderà le sembianze di una normalissima aquila bruna e ci seguirà ovunqe, rivelandosi un prezioso alleato. Essa è infatti in grado di sollevare oggetti e mantenere in volo anche la stessa Cacciatrice, per farla planare (un po’ come la vela di Breath Of The Wild).

Qualora la nostra amica pennuta dovesse subire danni è possibile richiamarla sul nostro avambraccio per accarezzarla e ripulirla dalla corruzione accumulata – un’azione tanto semplice quanto adorabile, nella sua realizzazione, che aiuoa a creare un legame di affetto tra il giocatore ed il volatile.

Ci sono in tutto quattro grandi regioni, separate da alcune colonne di vento a spirale che spingono I nostri impavidi eroi verso la successiva. Quando dicevamo che il mondo di gioco è senza soluzione di continuità, parlavamo davvero letteralmente: sarebbe per esempio possibile arrivare in fondo all’ultimo mondo di gioco e planare fino a dove si è iniziato, senza alcuna interruzione o caricamento nel mezzo. A parte I bersagli fissi ed i boss però, non ci sono altri nemici: tutto il gameplay è incentrato sull’esplorazione, il ritrovamento di contenuto opzionale e soprattutto la risoluzione di enigmi, necessari per raccogliere gli Emblemi. Questi vanno posizionati all’interno di una serie di tre obelischi, dopodichè si passa ad inseguire e combattere gli dei-bestia, una volta scovati. Le boss-fight possono essere considerate dei veri mini-game a sè, dove il giocatore dovrà comprendere come e dove colpire I giganti, in fasi differenti. L’idea generale di tutto il gameplay ricorda molto da vicino l’immortale Shadow Of The Colossus anche se, volendo confrontarli, The Pathless lascia da parte la componente epica degli scontri e la maestosità dei paesaggi a favore dell’azione pura e del puzzle-solving.

Poco contenuto, ma di qualità.

Il cacciatore ha in effetti un potere speciale che lo aiuta ad orientarsi, che si presenta sotto forma di “visione spirituale”. Questo viene attivato inizialmente tramite una specie di visore che viene raccolto durante la prima missione, quando è necessario individuare alcuni muri illusori, ma il suo potere va ben oltre. Attraverso la visione dello spirito tutto si tinge di una eterea tonalità di blu, con alcune aree di interesse lampeggianti di un rosso acceso. Spesso non c’è alcuna indicazione di cosa ci sia esattamente, magari si tratta di elementi necessari per far progredire la storia o di un’area che nasconde un collectible opzionale, ma grazie ad essa è sempre possibile orientarsi e capire dove dirigersi.

Una volta che uno degli dei viene evocato, compare nell’area di gioco una nube rossa in movimento che può raggiungere ed avvolgere il giocatore. Quando succede si attiva una specie di modalità di gioco alternativa, molto incentrata sul movimento “stealth”, nella quale il Cacciatore deve recuperare la pover aquila, che viene scagliata lontano e giace indifesa. Lo scopo è raggiungerla senza farsi individuare dal gigante di turno, che incombe sinistro nell’ambiente circostante. Gli scenari, la grafica e il design dei personaggi fanno uso di uno stile molto particolare, con tratti semplici, ma decisi e peculiari. In parte rievoca molto il loro titolo precedente già menzionato, ABZÛ. Se proprio vogliamo trovare un difetto, forse, è che I bersagli sparsi obbligatoriamente per il territorio rovinano in parte la seducente atmosfera naturistica proposta – forse si poteva trovare un’alternativa che sembrasse meno aliena al terreno, perchè in parte la loro presenza rovina l’illusione.

Una next gen di “primo pelo” che non delude

Proprio come il precedentemente citato ABZÛ, precedente produzione del team, The Pathless si presenta con un comparto audiovisivo di assoluto spessore. Lo stile di gioco, volutamente “povero” di poligoni, si affida completamente a scelte cromatiche indubbiamente originali e d’effetto. Anche gli scenari di gioco, piuttosto ampi, valorizzano gli effetti grafici, andando a creare – a tratti – un vero e proprio tripudio di luci e colori che ci ha affascinati non poco.

Su Playstation 5, The Pathless, oltre a vantare una quasi totale assenza di caricamenti, offre due diversi profili grafici: quello predefinito, performance, che predilige un frame rate a 60 fps a discapito di una risoluzione dinamica, ed infine il classico 4K/30 fps che, in tutta onestà, ci sentiamo di sconsigliare.

Concludendo…

The Pathless è un titolo particolarissimo, che merita attenzione. Nonostante sia praticamente privo di una componente narrativa, riesce comunque ad emozionare grazie ad una direzione artistica molto ispirata completata da una colonna sonora orchestrale di tutto rispetto dell’artista Austin Wintory. Per noi ha sofferto di una longevità limitata, dato che è possibile finire la storia principale in appena 7-8 ore, ma la ricerca di tutte le componenti opzionali può prolungare la voglia di giocarci ben oltre quella soglia. Purtroppo, nonostante il territorio esplorabile sia molto vasto, il gameplay può risultare ripetitivo velocemente.

CI PIACE
  • Direzione artistica singolare, che sa emozionare.
  • Meccaniche di movimento che richiedono grande abilità e trasmettono dinamicità.
  • Combattimenti con i boss spettacolari ed ingegnosi.
NON CI PIACE
  • Narrativa inesistente.
  • Poco contenuto che diventa presto ripetitivo.
Conclusioni

The Pathless è un titolo che brilla di luce propria sotto molti aspetti importanti. Tra I suoi punti di forza annovera l’esplorazione senza compromessi di un bellissimo ambiente di gioco, un sistema di movimento innovativo che stimola l’abilità del giocatore ed una serie di puzzle molto interessanti. Se siete in grado di chiudere un occhio sulla longevità limitata e sul gameplay poco vario, compratelo e non ve ne pentirete.

7.6Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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