Non potete immaginare la trepidazione con la quale attendevo l’uscita di Captain Tsubasa: Rise of New Champions, certamente figlia della mia parte più nostalgica, quella che affonda le radici in un passato ormai lontano, ma ancora pesantemente permeato di una patina di gloria che stenta a dissiparsi: con una crostatina nella mano destra e un succo di frutta in quella sinistra, le puntate di Holly e Benji hanno reso i miei pomeriggi passati davanti a Bim Bum Bam un qualcosa di memorabile, momenti degni di essere ricordati e indelebilmente legati alla spensieratezza di una fase preziosa come la “prima gioventù”. Proprio per questo motivo ho sempre trovato ingiusto che il brand non avesse ancora avuto, nonostante qualche pavido tentativo poco riuscito, un esponente videoludico che rendesse onore alla grandezza dell’anime.
Dopo tanti anni ecco che il sogno del me bambino potrebbe diventare realtà grazie allo sforzo dei ragazzi di Tamsoft, storica casa di sviluppo giapponese famosa per aver dato i natali ai franchise di Battle Arena Toshinden e Senran Kagura, che in seno a Bandai Namco hanno tentato la via – non facile – di maneggiare il ‘lore’ (se così si può definire) dietro alla storia di Tsubasa Ozora, il giovanissimo calciatore giapponese alle prese con la scalata ai vertici del calcio mondiale.

Le cose purtroppo non sono andate come auspicato e, nonostante le innegabili qualità di un prodotto rispettoso dell’anime a cui si riferisce, il risultato non è esente da critiche…

Dalle Scuole Medie ai Mondiali giovanili senza fermarsi mai

Captain Tsubasa: Rise of New Champions è un gioco senza fronzoli, nel bene e nel male, e la cosa è resa subito evidentissima dall’esiguo numero di possibilità (soltanto due) che mette davanti lo scarno menu: la prima è la modalità “Versus” in cui sarà possibile giocare in modalità competitiva o cooperativa fino a un massimo di quattro giocatori in locale, oppure organizzare sessioni multiplayer che si configurano come veri e propri minitornei; la seconda è la modalità principale dell’intera esperienza, chiamata “Il Viaggio”, a sua volta suddivisa in due macrocampagne nettamente slegate tra loro e, per questo, val la pena descriverle singolarmente per capire meglio in cosa consta l’offerta ludica del gioco targato Tamsoft.

Partiamo con la campagna “Episodio Tsubasa”, una sequenza di sette partite che ripercorrono l’arco narrativo del Torneo delle Medie, un momento meno conosciuto da parte di chi ha vissuto Holly e Benji in televisione tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, serie che invece ha trattato il Campionato Nazionale delle Elementari, arco narrativo in cui inizia la grande amicizia e la sana rivalità tra Tsubasa e Wakabayashi.
Per riassumere brevemente, la campagna ci farà ripercorrere le vicende della Nankatsu (la nostra NewTeam), ormai la squadra da battere per l’intera generazione adolescenziale giapponese, che è alla ricerca del terzo titolo consecutivo ma è orfana del suo portiere Genzo Wakabayashi (Benjamin Price), da poco trasferitosi in Europa nelle fila dell’Amburgo. L’incontro con i personaggi che hanno reso famoso l’anime è davvero piacevole, a ogni partita parte una lunga sequenza dialogata che introduce le intenzioni, i rapporti tra i comprimari, le rivalità tra i campioni, ma lo fa spesso in modo troppo pedante. Per fortuna tali sequenze sono skippabili in qualsiasi momento. Questo “Episodio Tsubasa” si configura però come un tutorial necessario alla comprensione del gameplay, più che a una parte della campagna vera e propria, visto che a ogni partita verranno introdotte alcune meccaniche necessarie a gestire le particolarità delle squadre avversarie.

La seconda campagna, definita “Episodio New Hero”, è il vero perno sul quale l’intera produzione si fonda: impersoneremo un giovane calciatore da personalizzare a piacere grazie a un potente editor decisamente in linea con lo stile dell’anime, più precisamente con il tratto del recente remake del 2018. Sarà possibile non solo sceglierne l’estetica, ma anche le caratteristiche tecniche e fisiche, nonché i personaggi con i quali stringere legami di amicizia e la scuola di appartenenza. Premettendo che nessuna scelta precluderà l’accesso a qualsiasi tipo di esperienza, sia essa sociale che calcistica, qualsiasi scelta farete il fine ultimo sarà sempre quello di raggiungere la convocazione al mondiale giovanile con la maglia del Giappone, kermesse prestigiosa in cui sarà possibile sfidare i giocatori più forti del mondo.
In questa campagna, oltre ai tantissimi dialoghi presenti anche nell’Episodio Tsubasa, il giocatore sarà chiamato a decidere come rispondere a dialoghi a scelta multipla che saranno in grado di influenzare la trama. L’aspetto che più ci ha convinti è l’introduzione di meccaniche ruolistiche che vi porteranno a curare, tra un match e l’altro, dinamiche sia inerenti allo sviluppo delle caratteristiche del vostro alter ego, sia inerenti alla cura del legame e delle affinità con altri compagni di squadra.

Questo lungo viaggio dai Tornei delle Medie ai Campionati Mondiali giovanili non è lunghissimo, ma saranno necessarie non meno di una quindicina di ore di gioco per arrivare a sollevare la Coppa del Mondo insieme a Tsubasa e Hyuga: certo, un paio saranno dedicate a seguire la lunga visual novel che caratterizza l’esperienza, ma siamo sicuri che il vero fan del brand – solo lui! – non se ne lamenterà più di tanto.

State attenti alla Zona-V

Chi si aspettava l’immediatezza di un PES purtroppo rimarrà deluso da quanto offerto da Captain Tsubasa: Rise of New Champions. L’impianto di gioco è profondamente arcade, legato quasi del tutto al consumo e riempimento di due barre, una personale e una di squadra. Quella personale si consuma con la corsa, i tiri, l’esecuzione di finte e subendo contrasti, mentre quella di squadra si riempie con un contrasto andato a buon fine o con un dribbling ben eseguito. Quest’ultima, quando totalmente riempita, permette di far entrare la propria squadra in una temporanea “Zona-V”, una sorta di modalità “Berserk” in cui la prima barra, quella personale di ogni giocatore, non si esaurisce mai e permette di concatenare una lunga serie di finte, mosse speciali e tiri. Va da sé che in questa modalità è necessario spingere in attacco per cercare di segnare “il gol in più dell’avversario”. Se alle prime partite il gameplay risulta immediato e divertente, dopo qualche partita è purtroppo evidente una certa ripetitività causata proprio dalla dipendenza del gameplay a questo tipo di meccanismo. A questo si aggiunge una difficoltà di gioco non troppo stimolante, con la maggior parte delle squadre avversarie che segue pattern prevedibilissimi, al limite della stupidità.

Tecnicamente il gioco è povero sotto tanti punti di vista (pochi dettagli, animazioni legnose, qualche bug) ma nonostante ciò riesce a restituire egregiamente l’appeal dell’anime, probabilmente l’unica cosa davvero importante per questo genere di giochi. Da segnalare, nonostante la leggerezza della grafica, un’ottimizzazione del codice ai limiti dell’accettabile: abbiamo dovuto riavviare il gioco più di una volta poiché, inspiegabilmente, alcune sequenze dialogate scattavano in modo vistoso, risultando poi fluide una volta ricaricate. Anche la lunghezza dei caricamenti sembra essere più figlia di una poca cura nella pulizia del codice che di una sete inesauribile di risorse hardware.

Concludendo…

Captain Tsubasa: Rise of New Champions ci ha fatto penare, soprattutto nel momento in cui abbiamo dovuto pensare al voto alla fine della recensione. Per questo motivo abbiamo optato tra la media di due valutazioni, relative ai due target possibili di videogiocatori a cui questo prodotto è indirizzato: se siete appassionati sfegatati del manga ideato da Yoichi Takahashi, avete una passione smodata per qualsiasi arco narrativo dell’universo di Tsubasa e siete intenzionati, con pazienza, ad ascoltare ogni singolo dialogo, guardare ogni singola animazione di gioco per il puro e semplice gusto della rievocazione nostalgica del brand… beh, in quel caso aggiungete anche cinque punti al voto in calce e consideratelo come un gioco sicuramente non perfetto, ma immediato e in grado di toccare le giuste corde per rendere anche accettabile l’esborso dei 50€ necessari all’acquisto del gioco; se invece fate parte di una categoria più selettiva, affamata di esperienze ludiche di livello e che aspettavano Captain Tsubasa: Rise of New Champions per mettere le mani sopra a un gioco di calcio arcade come non se ne vedevano da tempo, prendete il voto e sottraete immediatamente cinque punti. In questo caso quello che percepirete sarà un titolo a malapena sufficiente, in grado di divertire per poco tempo a causa di una dipendenza dalle meccaniche legate alla “Zona-V” che faranno piombare ben presto l’intera esperienza in un baratro di ripetitività.

CI PIACE
  • Atmosfera fedele all’anime
  • Episodio New Hero divertente
  • Le prime partite sono entusiasmanti…
NON CI PIACE
  • …poi diventa tutto ripetitivo
  • Tecnicamente poco ottimizzato
  • Tanti dialoghi potrebbero non piacere
Conclusioni

Captain Tsubasa: Rise of New Champions riesce molto bene a far leva sull’evocazione dei tratti, dell’atmosfera, delle dinamiche di un franchise storico. Purtroppo, nonostante tutto quello che c’è di buono nell’offerta, il giocatore deve anche fare i conti con una realizzazione tecnica non eccezionale e un gameplay presto ripetitivo.

6.5Cyberludus.com

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Studente di "Archeologia e Culture Antiche" all'università di Salerno, passa il suo tempo interessandosi di tante, troppe cose. Nulla però è in confronto della sua passione per i videogiochi, quasi insana. Predilige il gioco su PC, il retrogaming, gli RPG e gli strategici, ma non disdegna tutto il resto, ad esclusione dei simulatori di guida che evita neanche fossero debiti.

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