L’annuncio di Assassin’s Creed Valhalla è avvenuto ormai da un paio di settimane, tuttavia l’imminente nuovo capitolo della saga continua a far discutere. Quando si parla di prodotti di tale portata, siamo abituati a vivere dibattiti e discussioni che prendono vita nei meandri del web protraendosi senza soluzione di continuità ed il caso Valhalla ne è un perfetto esempio.
L’utenza è sempre sull’attenti, pronta a blaterare sul fenomeno videoludico di turno, spesso senza conoscere minimamente il prodotto in questione. Vi ricordiamo infatti che del prossimo capitolo di Assassin’s Creed non si è ancora nemmeno visto uno stralcio di gameplay.
Appassionati che già adesso glorificano il titolo elevandolo prematuramente a gioco dell’anno, haters che sproloquiano sommergendolo di puerili critiche… Insomma, se ne vedono di cotte e di crude. Oggi vogliamo però soffermarci su una delle più frequenti lamentele che affligge la saga da qualche anno, ossia: “Questo gioco non è Assassin’s Creed!”
Ci siamo passati con Origins, Odyssey ed adesso stiamo vivendo la stessa situazione con Assassin’s Creed Valhalla. Ma cosa c’è di vero in un’affermazione così provocatoria? Chi siamo noi per stabilire cosa è Assassin’s Creed e cosa non lo è. Senza dubbio, nel 2017, con il lancio di Assassin’s Creed Origins la saga ha raggiunto un punto di svolta epocale, adottando una profonda mutazione che potremmo riassumere nella deriva da gioco di ruolo su cui Ubisoft ha deciso di virare. Questa trasformazione ha poi trovato il suo apice, l’anno dopo, in Odyssey, titolo che tracciò definitivamente il nuovo corso della saga. Sappiamo già che Valhalla proseguirà sulla via dei due predecessori, con lo scopo – a detta degli sviluppatori – di perfezionare ed ampliare ulteriormente la formula.
Secondo i detrattori, il problema di fondo è che Assassin’s Creed non nasce come gioco di ruolo, di conseguenza la rinnovata natura del brand – caratterizzata comunque anche da tutta una serie di nuove meccaniche di gioco – viene vista come uno snaturamento non necessario.
Assassin’s Creed non è più certamente quello di un tempo ma tale cambiamento non va vissuto con repulsione e negatività. Noi videogiocatori tendiamo ad avere la memoria sin troppo corta ma dobbiamo cercare di mantenere vivido nei nostri ricordi lo stato di abbandono nel quale si ritrovava la saga prima del rilancio. La serie stava diventando quasi l’ombra di sé stessa e già da Assassin’s Creed 3 cominciava seriamente a prestare il fianco a tutta una serie di criticità che la community (probabilmente la stessa utenza che oggi rimpiange il passato) cominciava a non tollerare più.
L’uscita a cadenza annuale dei vari capitoli era uno degli aspetti più criticati, anche perché i vari giochi proponevano ormai una formula di gioco stantia e priva di reali novità. La pochezza di idee in casa Ubisoft era lapalissiana e l’azienda sembrava ormai impantanata, incapace di lasciar respirare il suo franchise di maggior successo. Vogliamo parlare poi del combat system? Caratterizzato da una piattezza invereconda che rendeva i combattimenti il noioso contorno di un’avventura che pareva non aver più nulla da dire, anche a causa di una sceneggiatura sempre più sconclusionata e sempre meno avvincente. La ripetitività la faceva da padrona ed una rivoluzione era assolutamente necessaria.
In ogni caso, anche Origins ed Odyssey sono titoli tutt’altro che perfetti. E’ tuttavia innegabile che i suddetti hanno rappresentato una vera e propria boccata d’aria fresca per il franchise, che da troppo tempo sguazzava in un pozzo di mediocrità, risultando più che altro come una vacca da mungere sino allo sfinimento.
Probabilmente sarebbe stato moralmente più corretto farla finita con la saga e reinvestire idee e risorse in nuove IP ma le leggi di mercato sono dogmi inossidabili, comprendiamo dunque la scelta di Ubisoft che ha preferito non mettere da parte la sua gallina dalle uova d’oro.
La trasformazione di Assassin’s Creed, che vi piaccia o no, era inevitabile. Il nuovo corso ha ridato lustro ad una delle serie videoludiche più influenti della storia, non ci resta che attendere con sincera trepidazione l’arrivo di Valhalla.