Assassin’s Creed Odyssey ha rappresentato uno dei punti più alti della scorsa stagione videoludica. Facendo tesoro dell’ottima base tracciata dal predecessore, Origins, e limandone alcune asperità il titolo sviluppato da Ubisoft Quebec si impose di diritto come una delle migliori produzioni del 2018.

Nonostante la mastodontica longevità del gioco base, il pregevole action RPG ambientato nell’antica Grecia si è già arricchito di un corposo pacchetto contenente tre espansioni, L’eredità della prima lama, a cui sta per seguire il secondo ed ultimo trio di nuovi episodi, Il destino di Atlantide.

Ed è proprio de Il destino di Atlantide che vi parliamo oggi o, per meglio dire, del primo episodio di questa nuova serie di DLC: Campi Elisi.

Odyssey ci ha permesso di avere a che fare con l’affascinante mitologia greca in un’ambientazione di stampo realistico. In Campi Elisi, vivremo l’esperienza in maniera ancora più diretta, esplorando da cima a fondo lo splendido paradiso dell’Elisio.

Prima di cominciare con la recensione vera e propria, vi forniamo un paio di utili informazioni. Ubisoft ha deciso di concedere due diverse vie per accedere al nuovo DLC: la prima consiste nel completare le missioni Tra due mondi (nella serie di missioni principali delle creature leggendarie) e L’erede dei ricordi (nei racconti perduti della Grecia).

Qualora non doveste soddisfare i suddetti requisiti o, più semplicemente, abbiate voglia di cambiare personaggio giocabile rispetto alla vostra run principale, non temete poiché Il destino di Atlantide vi permette di creare un nuovo salvataggio utile ad accedere immediatamente ai contenuti di “Campi Elisi”.

Ci vediamo nell’aldilà

La storia di questo primo episodio de Il destino di Atlantide non ci ha convinto più di tanto. E’ il primo impatto a deludere maggiormente, eccessivamente legato all’arco narrativo “moderno” della serie. Il prologo vi metterà nuovamente nei panni della protagonista del presente, l’inutile Layla, intenta nel districarsi nella contorta, ed a tratti risibile, lore di Assassin’s Creed. Dopo aver speso decine e decine di ore gioco in compagnia di Alexios o Kassandra, ritrovarsi imprigionati in futili sezioni di gioco nel presente ha fatto franare al suolo le nostre povere gonadi.

Come avevamo asserito nella recensione del gioco base, anche in questo DLC le sortite moderne in compagnia di Layla sono noiose ed irritanti. La scrittura è debole ed i personaggi non godono del benché minimo carisma, la sensazione è che tutta questa breve fase iniziale di gioco ci trascini via con violenza dall’affascinante setting storico/mitologico che rappresenta il vero e proprio fulcro dell’esperienza di gioco. Vista la breve durata del prologo, tutto ciò potrebbe non rappresentare chissà quale problema se non fosse che la storia, anche una volta catapultati nel passato, fatica ad ingranare…

In breve, Alexios o Kassandra, devono accedere ad una sorta di “simulazione” dell’aldilà in modo da recuperare una qualche reliquia di grande valore. La destinazione è l’Ade ma è possibile entrarvici soltanto passando dall’Elisio, luogo governato da Persefone, despota che non ha la minima intenzione di farci passare. Comincia così un’avventura in cui il/la protagonista, potrà appoggiare la tiranna in modo da aggraziarsela o allearsi con la fazione ribelle per spodestarla. Questa premessa apre la strada ad una serie di bivi e ramificazioni narrative che si adattano alle nostre scelte di dialogo ed alle nostre azioni. Questo elemento di roleplay è certamente gradito, ma la sensazione alla fine è quella che le nostre scelte non abbiano influenzato più di tanto ciò che è accaduto a schermo.

La storia è scialba ed i nuovi comprimari non ci sono parsi particolarmente ben caratterizzati. Fortunatamente, l’apprezzabile enfasi posta su scelte e conseguenze unita ad una coerente crescita dei protagonisti hanno acceso in noi un barlume di speranza per ciò che potremo vedere nei futuri DLC. In definitiva, dopo le circa 6 ore trascorse nel regno di Persefone, un minimo di curiosità su come si svilupperanno gli eventi nell’episodio 2 ci è venuta. Speriamo che la storia riesca a sbocciare ne Il Tormento di Ade.

Le sezioni “moderne” sono diventate una vera e propria spina nel fianco…

Dove riposano i caduti…

Quindi, con il comparto narrativo che stenta a decollare, serve un gameplay che riesca nell’impresa di coinvolgere il giocatore facendolo soprassedere sulle mancanze nella scrittura. A livello puramente ludico, Campi Elisi regge? Nì.

Parlando del fattore open world, i Campi Elisi sono una location tanto affascinante quanto poco stimolante da esplorare. A differenza di Odyssey, qui non avrete a che fare con eventi casuali o dinamici, fauna, segreti, tesori sorprendenti, attività secondarie di rilievo o mercenari determinati a farvi secchi. Il giocatore si ritrova ben presto a girovagare da un indicatore di missione all’altro perché, fondamentalmente, la mappa di gioco non offre nessun altro meritevole punto di interazione.

L’inedia dell’esplorazione ci ricorda prepotentemente quanto sia maestoso l’open world di Odyssey. C’è da dire che l’ambientazione è visivamente impressionante, probabilmente uno dei paesaggi più maestosi mai visti sull’attuale generazione di console. Imponenti nella loro magnificenza e contraddistinti da una palette cromatica eccezionalmente vivida, il memorabile impatto visivo offertoci dai Campi Elisi ci farà dimenticare di trovarci in un mondo di gioco alquanto “vuoto”.

Fortunatamente, sono presenti alcune enormi fortezze nemiche che rappresentano una vera e propria sfida per il giocatore. Queste aree pullulano di nemici e, oltre a mettere a dura prova le vostre abilità di combattimento, vi costringeranno a dar sfogo alle vostre più elaborate tecniche stealth. Caratterizzate da un eccellente level design che si estende anche verticalmente e stracolme di nuove e minacciose tipologie di nemici, queste fortezze sono uno degli aspetti più riusciti del DLC. Proprio nella rosa delle new entry al cast degli avversari, meritano una breve menzione i temibili Colossi. Questi guerrieri si presentano sotto forma di statue dormienti, e vengono risvegliati soltanto se si manifesta una situazione d’allarme. Una volta allertati, farete bene a porre molta attenzione nello scontro poiché i Colossi abusano di attacchi magici parecchio pericolosi, godono di una notevole mobilità e sono piuttosto coriacei. Non mancano le classiche missioncine utili a diminuire l’influenza di Persefone nella regione, in un sistema ben poco dissimile a quanto visto già in Odyssey.

E’ innegabile che questo primo episodio del pacchetto goda di alcuni momenti ben riusciti, con alcune missioni molto ispirate che vi rapiranno a pieno. E’ un vero peccato che il tutto si traduca in prodotto dalla cura altalenante.

La nuova ambientazione è semplicemente splendida.

Concludendo…

Campi Elisi ha certamente i suoi punti di forza: un’ambientazione che lascia a bocca aperta, scelte e bivi di vario genere, un setting mitologico affascinante ed alcuni momenti di gioco ottimamente riusciti.
Purtroppo, il DLC non riesce a sfruttare a pieno i suoi assi nella manica offrendo al giocatore un’ esperienza che non lascia il segno pur avvalendosi delle solide basi offerte dal capitolo principale. E’ il comparto narrativo a deludere più del dovuto, con la storia del passato che fatica nel coinvolgere e gli eventi ambientati ai giorni nostri che rappresentano una vera e propria zavorra, non solo per questo contenuto aggiuntivo ma per l’intera serie! Inoltre, la sbalorditiva rappresentazione estetica dei Campi Elisi è veramente poco sfruttata, risultando priva di veri e propri stimoli ad esplorarla, triste sensazione che nella Grecia Antica di Odyssey non ci era mai capitata.

In definitiva, Campi Elisi è un inizio accettabile per Il destino di Atlantide e siamo veramente curiosi di sapere come si evolverà il tutto nel prossimo episodio. Il problema è che è stato fatto un deciso passo indietro rispetto ad Odyssey, e questo è innegabile.

 

CI PIACE
  • Ambientazione che toglie il fiato
  • Il gameplay funziona e diverte
NON CI PIACE
  • Narrativamente scialbo, a tratti noioso
  • Open world povero di attività realmente interessanti
Conclusioni

Il primo episodio de Il destino di Atlantide non convince del tutto. Il solido gameplay di Odyssey ed un’ambientazione meravigliosa tengono a galla un’avventura narrativamente debole ed un open world meno ricco di quanto era lecito aspettarsi.

7.7Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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