Eccoci finalmente a parlare del terzo ed ultimo episodio dell’arco narrativo de Il destino di Atlantide di Assassin’s Creed Odyssey, il meritato epilogo dell’epica storia di Alexios o Kassandra. Giudizio di Atlantide, com’è facilmente intuibile dal titolo, è ambientato ad Atlantide, città leggendaria in cui l’antica razza divina Isu convive difficoltosamente con dei modesti umani. La splendida ambientazione che fa da sfondo al racconto nasconde una società soggiogata dal caos e prossima ad un imminente catastrofe – ed è qui che entra in gioco il nostro eroe.

Dopo un viaggio che ci ha permesso di attraversare il lucente Elisio ed il cupo regno degli inferi, ci ritroviamo dunque ad Atlantide insieme al sovrano del luogo: Poseidone. Una volta sul posto, il re del tridente ci conferisce il titolo di “dicaste”. Fondamentalmente, da questo momento incarneremo il ruolo di giudice e giuria col compito di riportare l’equilibrio nella tormentata città, risolvendo rogne di varia natura ed occupandoci a modo nostro degli oppositori di turno.

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Dopo questa premessa, comincerà una nuova avventura ricca di scelte e bivi morali. Favorirete la ribellione umana rischiando di causare un disastro o aiuterete gli Isu a prevaricare la razza più debole? Questo episodio punta sul mettere in difficoltà il giocatore proprio sotto il profilo del dilemma socio-politico, costringendo spesso a compiere delle scelte discutibili ma presumibilmente necessarie. Purtroppo, alla fine, il nostro intervento non avrà chissà quali ripercussioni sullo sviluppo della trama principale.

Proprio come nei DLC precedenti, l’impressione è quella che la storia segua una direzione ben precisa ignorando fondamentalmente le nostre scelte, il che è un gran peccato vista e considerata la delicatezza di certe questioni passate sotto il nostro giudizio. Fortunatamente, nel complesso, Giudizio di Atlantide, narra una storia sufficientemente intrigante, risultando probabilmente più godibile rispetto a quanto visto nei due predecessori. In ogni caso, il giudizio complessivo sulla sceneggiatura dell’arco narrativo è appena accettabile, la trama è dimenticabile e forse lascia fin troppe questioni in sospeso o, comunque, non le chiarisce a dovere. Anche questo episodio ha degli evidenti problemi di scrittura: alcuni personaggi potevano essere gestiti meglio così come gran parte dei dialoghi, spesso sbrigativi e raffazzonati, ma almeno la storia scorre via liscia senza eccessive e superflue artificiose lungaggini. Ciò porta a missioni principali abbastanza ispirate, caratterizzate da una spiccata brillantezza che rende l’incedere divertente e discretamente impegnativo al tempo stesso. Le fasi di combattimento ricopriranno un ruolo centrale nell’avventura. Nuovi nemici Isu, tra cui i temibili comandanti, metteranno a dura prova le vostre abilità in battaglia soprattutto nelle battute iniziali dell’avventura, prima di aver appreso a fondo i pattern d’attacco dei nuovi temibili nemici, e ciò renderà particolarmente ostica l’impresa di liberare i vari accampamenti.

Oltre alla main quest, comunque, il gioco offre una modesta quantità di contenuti opzionali che, spesso e volentieri, premiano il giocatore con ricompense di tutto rispetto. Cercare di guadagnare nuove armature, armi ed equipaggiamenti leggendari caratterizzati da un particolare design al limite del fantascientifico rappresenterà certamente una piacevole spinta al completismo estremo.

Un’odissea dimenticabile 

L’ultimo elogio da dedicare a questo episodio riguarda la stessa Atlantide, ennesima raggiante dimostrazione artistica del team di sviluppo, riuscito nell’intendo di donarci una nuova ambientazione semplicemente meravigliosa. La città, imponendosi su un idilliaco mare cobalto, offre degli scorci semplicemente sbalorditivi grazie a panorami suggestivi ed aspre e complesse architetture dal marcato tratto futuristico. Visivamente siamo di fronte ad un vero e proprio spettacolo,una gioia da esplorare anche grazie al riuscito accompagnamento sonoro, che ci immerge placidamente in un affascinante contesto ultraterreno.

Le ambientazioni memorabili sono state una costante in Odyssey e nei vari DLC rilasciati, così come perpetua è stata la sofferenza nel doversi sorbire superflue ore di gioco nei panni di Layla nelle odiose sezioni ambientate nel presente. Anche in Giudizio di Atlantide, purtroppo, avremo a che fare con la protagonista del presente. Come abbiamo detto più volte, Layla è un personaggio mal scritto, carismatico quanto un calzino sudato e la storia che la riguarda è una vera e propria sofferenza per tutti quelli che vogliono semplicemente godere della reale esperienza di gioco, senza esser strappati via con violenza dall’odissea di Alexios o Kassandra. Tutto ciò è avvilente e non possiamo che pregare le divinità Isu per far sì che questa agonia non prosegua nel prossimo titolo della serie. Fortunatamante, l’erede di Desmond Miles avrà un ruolo abbastanza marginale, per non dire effimero, nelle abbondanti sei ore di gioco necessarie al completamento dell’episodio.

Concludendo…

In definitva, potremmo anche definire Giudizio di Atlantide come il migliore episodio DLC di Assassin’s Creed Odyssey. L’ambientazione è sensazionale, l’avventura intrattiene gradevolmente e la storia, seppur alquanto debole, chiude degnamente le memorabili avventure di Alexios o Kassandra. Per quanto riguarda la trama del presente, essa è ancora terribile, rappresentando di netto la parte peggiore dell’esperienza. La fortuna è che questa storyline occupa veramente una percentuale risibile nella durata totale dell’avventura.

Il destino di Atlantide non è un arco narrativo privo di imperfezioni ma, pur non raggiungendo le vette qualitative offerteci da Odyssey, aggiunge quasi venti apprezzabili ore di gioco ad un prodotto che, già di sua natura, è semplicemente enorme.

CI PIACE
  • Nel complesso, un finale dignitoso
  • Ambientazione superba
NON CI PIACE
  • Narrativamente debole e storia “odierna” disastrosa
Conclusioni

L’arco narrativo Il Destino di Atlantide non sarà stato perfetto, ma rappresenta un’aggiunta più che gradevole per un gioco immenso come Assassin’s Creed Odyssey.

8.3Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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