“Gioco famoso per molti motivi e ricordato per altri, Neon Genesis Evagenlion 64, per correttezza Shinseiki Evangelion 64, è un titolo davvero particolare, che sfugge alla realizzazione generica e superficiali di molti altri lavori tratti da anime o manga.”
Carta d’identità particolare
Neon Genesis Evangelion è da molti considerato il picco assoluto toccato nella storia dell’animazione giapponese, una pietra miliare dell’animazione mondiale. L’uscita della serie in Giappone nel 1995, e dei due film conclusivi nel 1997, aveva creato un mito senza precedenti, un popolo di otaku assatanati, che non vedeva l’ora solo di mettere le mani su una versione giocabile delle vicende della Nerv. Fino al 1999 tutti i titoli usciti si sono rivelati dei fiaschi notevoli, con l’unica eccezione di Girlfriend of Steel, avventura grafica uscita per Sega Saturn e PC nel 1998, interessante solo per gli appassionati alla serie. Per il resto uscirono vari capitoli per Saturn e Playstation, ma mai niente che potesse essere seriamente preso in considerazione. Siamo nel 1999, il Nintendo64 era già, prematuramente, moribondo, e Nintendo preparava gli ultimi grandi titoli per tentare di rimettere in piedi la situazione, come Donkey Kong 64 e Zelda: Majora’s Mask. Inoltre aveva messo sul mercato l’Expansion Pack (aggiunta di 4MB di Ram), il Disk Drive, controverso lettore di dischi ottici, e il kit per Internet (con tanto di mouse e tastiera), ovviamente gli ultimi due non uscirono mai dalla terra del Sol Levante. In quella situazione Bandai, forse in modo impopolare visto lo strapotere della prima console Sony, decise di sviluppare un adattamento proprio sull’ultimo magico Nintendone a cartuccie. Voleva essere qualcosa di originale, e ben fatto, che andasse contro i titoli usciti finora su Evangelion, senza quindi una struttura rigidamente ancorata a minigiochi e convenzioni troppo nipponiche, insomma un videogioco serio e completo. Una grande sfida sia a livello di programmazione, per i limiti di capienza delle cartuccie, sia per la poca diffusione della piattaforma (anche se in verità in Giappone il N64 non ha sofferto come in occidente).
Approccio multiforme e grafica spacca-mascella
Bandai non scelse di sviluppare un banale picchiaduro 3D, ma progettò qualcosa di molto più complesso e ambizioso: una sorta di sintesi della serie in capitoli, con obiettivi variabili e, soprattutto, impostazione al controllo e alla giocabilità sempre diversa e sorprendente. Non solo scontri tra mecha nipponici quindi, anzi una varietà di situazioni in grado di catalizzare l’attenzione degli appassionati, per la grande fedeltà alla serie, e a tutti gli altri per la multiforma natura del gioco. Una volta caricata la prima missione avremo modo di ammirare sequenze compresse tratte dalla serie, con addirittura il doppiaggio originale, misto all’eccellente ricostruzione in 3D degli ambienti, nel caso della prima missione vedremo il centro operativo della Nerv. Dopo l’introduzione, commovente per ogni otaku, non potremo far altro che restare sconvolti per la fantastica pulizia grafica e della costruzione poligonale nel compleso. Gli evangelion e gli angeli sono disegnati con una perizia impressionante, il Nintendo64 sfruttato davvero al massimo con risultati davvero lodevoli. Per quanto riguarda il sonoro, nei limiti di spazio delle cartuccie, è stato fatto un lavoro eccellente, ogni personaggio ha tantissimi campionamenti presi direttamente dall’anime, anche se a volte saranno un pò compressi, mentre le colonne sonore sono state tutte ricomposte in midi, con un suono molto fedele alle originali, ricreando l’atmosfera originale. Nelle sezioni picchiaduro, come le prime due missioni contro i primi due angeli, lo schermo avrà diversi parametri da tenere in considerazione. In alto a sinistra avremo l’energia vitale rimanente al nostro Eva, in alto a destra quella dell’angelo nemico. In basso a sinistra troveremo la sincrografia, ovvero il tasso di sincronia con l’Eva che aumenterà in base ai colpi andati a segno e diminuirà con i colpi subiti, più alta sarà la sincronia più alti saranno i danni inflitti dai nostri colpi. E’ bene notare che il dato di partenza sarà esattamente quello della serie, esempio il 41% nella prima missione, quando Shinji si sincronizzerà per la prima volta, miracolosamente, con l’Eva01. In basso a destra avremo un segnalatore che segnalerà, nel caso in cui venga reciso il cavo d’alimentazione, quanto resterà d’autonomia al nostro Eva.
Mentre al centro troveremo una chicca per gli appassionati, troveremo l’inquadratura da dentro l’abitacolo, realizzata con spezzoni della serie, che mostreranno le reazioni del pilota in ogni momento, sia sonore che visive. Altre riquadri potranno apparire su schermo, infatti capiterà di vedere le reazioni di Misato o della dottoressa Ritsuko, con grande piacere degli amanti della serie. Oltre agli scontri fisici con gli angeli, il giocatore sarà chiamato, come detto, a compiere missioni più svariate che, il più delle volte, saranno eseguibili con la pressione al momento giusto di una determinata combinazione di tasti, in altri casi saremo proprio chiamati a colpire ripetutamente una serie di tasti in modo tale da compiere azioni diverse. E’ bene dire che nei capitoli in questione l’inquadratura e la concezione grafica cambierà di volta in volta, inoltre lo stampo (anche visivo) sarà quello della serie, in intere sezioni saranno ricostruite intere scene della serie col motore grafico del gioco, o mixando serie e animazioni in 3D. In alcune missioni avremo l’impressione di rigiocare la serie in 3D, come nella missione 9 dove saremo chiamati a annientare un angelo (Zeruel) introdottosi fin nella sala di controllo della Nerv, missione che ci chiederà riflessi e velocità, dovremo infatti colpire nel momento nel modo giusto la combinazione di tasti e inclinazione della leva analogica. Altro esempio la missione numero 6, in cui dovremo scendere in profondità, a bordo dell’Eva02, per recuperare l’embrione di un angelo, utilizzando un eco scandaglio, oppure la strepitosa missione numero 3, che ricalca in modo perfetto una delle sequenze migliori (e più famose) della serie, l’operazione Yashima. In questo frangente l’inquadratura sarà in prima persona, stile FPS, e dovremo usare il fucile a positroni per colpire l’angelo nei pochissimi secondi in cui potremo sparare, avremo solo due possibilità di colpire (nella seconda Rei ci farà da scudo per qualche secondo), sia per il poco tempo a disposizione, sia per la lentezza del fucile a caricare (nella serie veniva assorbita tutta l’energia elettrica del Giappone per poter scalfire l’angelo!).
Giocabilità e longevità
Se l’impianto grafico è quasi sempre perfetto, con rare cadute di tono, il commento sulla giocabilità è diverso. Nelle sezioni picchiaduro avremo a che fare con una certe lentezza dell’Eva, che non sarà scattante come la controparte animata. Le mosse sono molte, al contrario di quanto dicono molti, ma sono piuttosto difficile da eseguire e variano in base al contesto e, soprattutto, al tasso di sincronia con l’Eva. In certi momenti sembrerà quasi una lotta meccanica, vista la poca velocità dell’azione, ma non è realmente un gran problema visto che comunque la risposta dei comandi è sempre positiva. Più che la velocità, infatti, il problema potrebbe essere la velocità un pò eccessiva sin dal livello easy, che potrebbero portare frustrazione ai non appassionati, che non avrebbero molti motivi per proseguire la loro avventura. Per quanto riguarda le modalità differenti dallo story mode, trovermo altre modalità una volta finito il gioco come la Simulation Mode che man mano che avanzeremo nel gioco verrà aggiornata, esiste anche un trucco che permetterà a due giocatori di sfidarsi, ma questa modalità risulta misera e risibile. Le missioni saranno in origine undici, e ogni volta che termineremo il gioco con difficoltà diversa, quindi easy, medium e hard, avremo quindi altre tre missioni, la 12, 12.5 e 13, tutte e tre relative allo splendido film conclusivo. In più una volta completato in tutte le difficoltà avremo modo di ascoltare tutti i campionamenti vocali e sonori, quindi dagli effetti FX alle voci di ogni personaggio, e una sezione per ammirare i (fantastici) modelli poligonali degli Eva, degli angeli e alcune chicche come la fregata della Nerv.
Piccole note sulla lingua…
Il titolo, essendo uscito unicamente in Giappone, non è stato tradotto però, per fortuna, tutti i menu principali del gioco sono in un intuitivissimo inglese, quindi non c’è il rischio di perdersi tra indecifrabili Kanji, certo che, però, per apprezzare appieno la trama bisognerà conoscere piuttosto bene la serie (per chi non lo avesse mai fatto, è un ottima scusa per rimediare…). Per poterlo giocare bisogna procurarsi un Nintendo64 JAP o, al limite, una versione USA con una mod per il riconoscimento universale delle cartuccie, i N64 PAL sono meno prestanti degli altri due fratelli e, anche con un adattatore, non sono in grado di far girare degnamente il gioco.
Conclusioni
E’ curioso che, nonostante siano passati ben otto anni, il videogioco migliore tratto dalla serie di Evangelion sia questo capitolo uscito per Nintendo64, contro le miriadi di mediocri uscite su console Sega prima e su Sony oggi (ultimo il pessimo picchiaduro Evangelion: Battle Orchestra, uscito a luglio su PS2). Sperando che il Rebuild in atto (remake della serie in quattro nuovi film, il primo uscito il primo settembre, con conclusione verso fine 2008) possa portare nuovi capitoli giocabili sulle console next-gen, il miglior gioco tratto da Evangelion resta ancora questa perla uscita su N64. Un capolavoro grafico, un approccio nuovo e originale al genere, con qualche caduta di qualità in un paio di missioni e una giocabilità picchiaduro migliorabile, ma comunque un titolo di indiscutibile spessore.