Sono svedesi, abili nella progettazione e nel confezionamento di prodotti di qualità: non stiamo ovviamente parlando di Ikea, bensì di MachineGames. Gli sviluppatori di Wolfenstein 2: The New Colossus hanno realizzato un sequel di pregevole fattura per quel gioellino di The New Order, superando ogni aspettativa. Forti del sapiente aiuto da parte id Software, i programmatori sono ripartiti dalle solide basi gettate col primo capitolo e ne hanno ampliato notevolmente l’offerta ludica, sia quantitativamente che per qualità. Desolati da uno scenario videoludico come quello odierno, nel quale sembra esserci sempre meno spazio per i titoli in giocatore singolo, non abbiamo atteso un secondo oltre e ci siamo tuffati nello sparatutto Bethesda con lo stesso vigore di un Michael Phelps ai giochi olimpici.
Wir sind wieder da
La trama di The New Colossus parte direttamente da dove era stata interrotta nel capitolo precedente. Deathshead è stato finalmente eliminato e il buon Blazkowicz attende la propria ora, reggendo tra le mani una Caesar Salad composta dalle proprie interiora. Nel caso non abbiate giocato il primo episodio, non preoccupatevi: verrete messi al corrente di ogni avvenimento grazie ad un filmato riassuntivo piuttosto soddisfacente. Come dimostrato più volte nel corso di innumerevoli battaglie, “Terror Billy” è davvero duro a morire. Salvato dai propri compagni e riportato a bordo del sommergibile Martello di Eva, B.J sprofonderà in un lungo sonno, avvolto dalle ombre del futuro e dai demoni del passato. Al momento del risveglio, il protagonista si ritroverà più debole del solito, ricucito in numerosi punti e costretto a combattere su di una sedia a rotelle ma non per questo privo dell’immancabile istinto omicida. Le armate di Frau Engel sono alle porte e toccherà ai nostri eroi respingere gli invasori dal suolo americano.
Sebbene Blazko sia ancora vivo, si ritroverà a combattere non solo la minaccia teutonica ma anche contro la propria condizione fisica estremamente precaria, contro un passato del quale vuole gettare nell’oblio ogni doloroso ricordo e un futuro incerto, in cui non potrà vivere al fianco di Anya e dei due gemelli in arrivo. The New Colossus non è quindi solo una cavalcata a testa bassa lungo il sentiero della distruzione ma anche una storia di vendetta, retribuzione e redenzione. In un crescendo patetico perfettamente orchestrato da una regia cinematografica, trovano spazio numerosi flashback, pensieri catastrofisti e sogni ad occhi aperti. William Blazkowicz è un’inarrestabile macchina da guerra ma anche un essere umano, del quale la sceneggiatura mette sapientemente in mostra le debolezze e il dolore. Ciò che rende il prodotto di MachineGames peculiare è un gameplay frenetico e appagante, unito ad un comparto narrativo d’eccellenza. La trama presenta elementi tarantiniani volti all’esagerazione dell’azione e dei dialoghi, con momenti che non faticheremmo a definire brillanti – ad esempio il provino per un “noto regista nazista” – ma trova anche il giusto tempo per concentrarsi sulla riflessione, su quella “banalità del male” che insidia da sempre la mente degli esseri umani, confluendo in un finale catartico ed estremamente gratificante. Oltre al protagonista, anche comprimari, come Wyatt o Super Spesh e antagonista sono caratterizzati egregiamente: il generale Engel è probabilmente uno dei migliori villain degli ultimi tempi dopo Vaas di Far Cry 3, una donna spietata, folle ma allo stesso tempo calcolatrice. Gli sviluppatori hanno avuto successo quindi nel creare un cattivo degno di questo appellativo, spingendo il giocatore ad assecondare le proprie pulsioni omicida. Wolfenstein 2 riesce laddove DOOM aveva fallito: presentare uno stile di gioco unico con una narrazione solida e ben architettata. Non abbiamo quindi problemi nel riconoscere l’enorme valore del prodotto Bethesda, ritenendolo il miglior sparatutto attualmente disponibile.
Two machinenpistole is megl che one
Se dal punto di vista narrativo The New Colossus riesce a stupire grazie ad una trama monumentale, ricca di momenti comici, violenti e intimi, preparatevi ad essere assaliti fisicamente dal gameplay.
La creatura di MachineGames è un baccanale di devastazione, fuoco, proiettili e fiumane di sangue nazista. Esattamente come in Doom, potrete muovervi velocemente – capacità giustificata da elementi della storia – e impugnare fino a due contemporaneamente: non c’è bisogno di dirvi quanto sia orgasmico il feeling che scaturisce dall’ondata di morte da noi voluta. Il feedback degli strumenti di distruzione a nostra disposizione è pressoché perfetto e la grande varietà di bocche da fuoco rende l’azione sempre dinamica e frenetica. Tramite l’utilizzo dei potenziamenti, potrete modificare le vostre armi, aggiungendo silenziatori, caricatori estesi, soppressori, mirini e via discorrendo. In base alla scelta effettuata durante i primi istanti di gioco, avrete a disposizione un’arma speciale, in grado di cambiare in buona parte l’approccio all’esplorazione delle varie mappe. Sebbene le fasi più ignoranti e a volto scoperto siano predominanti, il gioco vi offrirà anche la possibilità di affrontare in stealth alcune sezioni. Sarà vostro compito infiltrarvi di soppiatto tra le fila nemiche e far fuori i vari comandanti, in modo tale che non vengano attivati allarmi e non arrivino rinforzi. Sui cadaveri degli ufficiali troverete i codici Enigma, grazie ai quali potrete localizzare i vari membri dell’alto comando nazista sparsi per gli Stati Uniti. Assassinandoli completerete la vostra “lista nera” e libererete ufficialmente il suolo americano dall’invasore straniero. Nel complesso il gioco si è rivelato piuttosto impegnativo, con un buon livello di sfida anche nelle difficoltà standard. Nel caso siate abbstanza folli da affrontare la campagna in modalità “Mein Leben”, sappiate che metterete a serio rischio la vostra possibilità di entrare nelle chiese di tutto il bel paese.
Wolfenstein 2 è quindi un titolo che va affrontato con una buona dose di ragionamento e preparazione psicologica. L’offerta ludica però non si limita al semplice completamento della story mode: potrete infatti completare tutte le missioni secondarie anche dopo i titoli di coda e ritornare in zone precedentemente esplorate per raccogliere gli innumerevoli collezionabili. A tal proposito, le aree di gioco sono state progettate con grande perizia, lasciando al giocatore la possibilità di scegliere fra un avanzamento lineare e un’esplorazione meticolosa, sfruttando svariati cunicoli e condotti dell’aria per sbucare alle spalle dei nemici. Durante la nostra cavalcata all’interno di un mondo ucronico e distopico, è stato possibile godere di una buona varità di situazioni: dalla fuga in carrozzella di Blazko al massacro al bordo del Panzerhund, il gioco saprà regalarvi momenti d’azione e spettacolarità di altissimo livello. Oltre la prima metà dell’avventura potrete inoltre scegliere uno fra tre potenziamenti meccanici – gli altri due saranno comunque recuperabili più avanti – i quali vi consentiranno di sfondare pareti, assottigliarvi come ratti nei cunicoli o elevarvi sopra le teste degli ignari nazisti. Come di consueto, saranno presenti alle le perk, potenziabili tramite l’esecuzione di determinate azioni come headshot e uccisioni silenziose. Quello di The New Colossus è quindi un sistema di gioco apparentemente semplice ma che nasconde una fitta trama di possibilità e chicche tutte da gustare.
Violenza audiovisiva
Dopo essere stati presi a sassate sulle gonadi da DOOM, non avremmo potuto desiderare altro se non Wolfenstein 2. Esattamente come nel titolo idSoftware, la violenza spadroneggia sotto ogni forma. Che sia tramite gli ettolitri di sangue tedesco versato per vostra mano o grazie alle note della colonna sonora composta ancora una volta dal genio metal di Mick Gordon, i vostri istinti più animaleschi verranno pienamente soddisfatti. The New Colossus si presenta in una veste grafica spaventosamente bella, merito del miracoloso engine id Tech 6, denominato simpaticamente id Tech 666 dal team di DOOM. Gli effetti particellari, le esplosioni, la resa del fuoco e del fumo sono a dir poco impressionanti: vi sembrerà infatti di poter respirare in prima persona quella inebriante commistione di gasolio ed emoglobina. Così come in molti altri titoli targati Bethesda, la direzione artistica è ancora una volta ispiratissima, dove scenari ricchi di dettaglio, come le strade di Roswell durante la parata, si scontrano con la desolazione post-atomica sulla costa orientale e con il freddo acciaio delle basi naziste. Buono il doppiaggio italiano con eccezion fatta per il protagonista: la voce di Blazkowicz è forse fin troppo fredda, persino nei momenti di maggiore partecipazione emotiva. Passando al lato prettamente tecnico, anche su di una PlayStation 4 in versione “liscia”, il framerate mantiene quasi costantemente i 60 fotogrammi al secondo, con una risoluzione di 1080p. Per ottenere tale miracolo, oltre alla potenza del motore grafico, è stato necessario stipulare qualche compromesso di natura tecnica, come alcune texture in bassa definizione o lente nel caricamento e sporadici casi di pop-up. Nel complesso, Wolfenstein 2 è un vero gioiellino, capace di soddisfare i palati più esigenti su console e devastare mascelle e mandibole a suon di pugni sui PC più performanti.
Concludendo…
Wolfenstein 2: The New Colossus è un acquisto pressoché obbligato per ogni amante degli sparatutto. Grazie ad una trama entusiasmante, personaggi principali e secondari memorabili e uno stile di gioco unico e appagante, il prodotto di MachineGames si candida prepotentemente per il titolo di FPS dell’anno. Figlio del prodigioso engine id Tech 6, il comparto tecnico strabiliante si sposa con una direzione artistica ispirata e dalla grande personalità. Con questa nuova aggiunta, Bethesda può contare dalla sua parte alcuni dei team di sviluppo più talentuosi del panorama videoludico odierno, divenuti ormai garanzie per la creazione di titoli single player. In un mondo in cui viene data sempre più importanza al multigiocatore online, è importante ricordarsi di quanto titoli del genere riescano a regalare emozioni, ore di sfida e divertimento. Per fortuna Bethesda sembra avere sempre ben in mente questo concetto.