Un nuovo anno zero per la serie targata Giants Software?
Il brand “Farming Simulator” è oggi una realtà affermata, un’etichetta celebre, forte sul mercato e osannata dalla sua ampia cerchia di fedelissimi. Non dimentichiamo, però, che sono passati quasi nove anni dal suo debutto, avvenuto nel 2008. È strano, oggi, pensare a quanto le cose siano cambiate in questo relativamente breve arco di tempo. Prima di diventare una serie da quattro milioni di copie, infatti, l’opera di Giants Software ha dovuto attraversare diverse fasi, differenti periodi che l’hanno portata a essere ciò che è oggi.
Inizialmente, Farming Simulator fu accolto come una “bizzarria”, qualcosa di non concepibile in chiave ludica e distante anni luce da tutto ciò che poteva fare parte del classico universo del videogioco. Per la pressoché totalità del pubblico fu percepito quasi come uno scherzo, un esperimento per pochi eletti, magari conoscitori del settore, magari semplici giocatori dai gusti “bislacchi”. In barba all’incertezza generale, la serie non si fermò lì.
Facciamo un bel salto in avanti e pensiamo per un istante a Farming Simulator 2011, quindi affianchiamogli il sequel (F.S 2013) pubblicato giusto un paio di anni dopo. Il paragone? Impietoso. Non tanto per questioni tecniche, comunque rilevanti, quanto per i progressi a livello contenutistico. Da una manciata di veicoli si passò a oltre cento mezzi licenziati, con tanto di partnership con i brand più importanti del settore. E non solo: le mappe ampliate, il passaggio dall’inglese e il tedesco a sette localizzazioni ufficiali, il maggiore supporto alle mod. E molto altro ancora. Fu la svolta commerciale: centomila copie il primo, sei volte tanto il secondo. Solo per quanto concerne il mercato digitale.
Una serie di piccoli e grandi cambiamenti, per un contesto di fondo rimasto sempre e comunque fedele alle sue origini. Tuttavia, in quei ventiquattro mesi, a subire la trasformazione più radicale (e ben nascosta) non fu altro che il progetto nella sua interezza, con gli sviluppatori decisi più che mai a fare di Farming Simulator ben più del “giochino dei trattori”, come molti lo ritenevano. Doveva essere una simulazione realistica a tutti gli effetti, non solo di nome, quindi, ma anche di fatto. Un cambio di rotta fondamentale, complesso e difficile, concretamente ultimato con Farming Simulator 15, il capitolo che oltre a segnare l’affermazione dell’IP su console, annichilì i predecessori a livello contenutistico e qualitativo. Farming Simulator, finalmente, divenne una simulazione, in quanto percepita come tale dall’intera collettività.
A questo punto, edificate le fondamenta, a mancare è “soltanto” la parte più difficile. La strada è tracciata, e punta direttamente verso la verosomiglianza, il continuo ampliamento del gameplay e del parco mezzi, oltre che l’affinamento di ogni meccanica di gioco.
Meno di due mesi fa, in occasione della nostra intervista, Giants Software ci aveva fornito numerose anticipazioni sull’incombente nuovo capitolo, destando tutta la nostra curiosità. Oggi, col senno di poi, possiamo dirvi che con Farming Simulator 17 la S.H svizzera è riuscita non soltanto a essere all’altezza delle aspettative, ma addirittura a donare alla serie qualcosa di quanto mai insperato per un brand giunto a questo livello di maturazione: un nuovo anno zero.
Farming Simulator 17: le macro-novità del gameplay
Come potrete facilmente immaginare, l’iter di gioco di Farming Simulator 17 è rimasto fedele alla serie. Ritengo perciò non sia necessario spendere parole su quelle meccaniche di base che oramai, anche solo per “sentito dire”, conosce con ogni probabilità anche il neofita.
Oltrepassando le comunque gradite “minuzie” implementate in questo nuovo episodio, quali nuove tipologie di semina, un capo di bestiame in più, i treni per trasportare celermente le merci e infine le cinghie da carico, le concrete novità sulle quali dobbiamo soffermarci sono essenzialmente due: il noleggio dei mezzi e il lavoro per conto di altri agricoltori. Ambedue le meccaniche, oltre a costituire un ampliamento del gameplay, possono essere interpretate come un chiaro tentativo degli sviluppatori di sveltire le “tempistiche d’entrata” entro i pieni ritmi di gioco. Il tutto a favore dei principianti.
Non è difficile intuire il perché: la possibilità di noleggiare i macchinari di gioco a costi relativamente contenuti risparmia al giocatore quelle decine e decine di ore “lavoro” altrimenti necessarie per acquistare mezzi dal costo quasi sempre impegnativo. In questo modo, basterà selezionare il veicolo (o l’attrezzo) di nostro interesse, versare un’abbordabile quota iniziale e avere da parte qualche “spicciolo” per sostenere i costi giornalieri. Gli effetti pratici di tutto questo? Immediata diversificazione di gioco e accesso ai mezzi più costosi sin dai primi momenti, per tempi di gioco più celeri e un’esperienza meno frustrante per i meno pratici del “mestiere”.
Se invece non siete tipi da noleggio e preferite acquistare uno ad uno i vostri veicoli andando a rinfoltire in modo permanente il vostro garage, non preoccupatevi, poiché in breve tempo potrete contare su un discreto capitale. Non sarà necessario attendere giorni e giorni in attesa della raccolta del grano, perché vi basterà svolgere qualche lavoretto per i vostri vicini di casa. Proprio così: sono sempre alla ricerca di qualche volontario disposto a fare il lavoro sporco al loro posto. Effettivamente, questi scansafatiche farebbero di tutto per non lavorare, pagandovi anche con assegni da quasi cinque zeri. Niente male, vero? Attenzione, però, dato che a una paga molto alta corrisponde sempre una mansione impegnativa e prolungata, con incarichi capaci di superare abbondantemente le due ore. Questa seconda novità, oltre a giovare al gameplay secondo le stesse modalità del noleggio, è mirata all’importante funzione di tutorial. Svolgendo questi lavoretti, infatti, avrete modo di imparare a utilizzare pressoché ogni tipologia di veicolo e attrezzo presente nel catalogo.
Parco mezzi, aspetto tecnico e mondo di gioco
Come ci aveva già anticipato Giants Software, Farming Simulator 17 presenta un parco mezzi semplicemente incredibile, forte di 250 differenti veicoli (e macchinari) perfettamente riprodotti su schermo e “ufficialmente licenziati” grazie agli accordi con oltre settanta brand leader del settore. La realizzazione grafica di questi gioiellini è semplicemente impeccabile, con il “Giants Engine” che, pur non costituendo un motore all’ultimo grido, concede il meglio di sé anche grazie alle meticolose attenzioni degli sviluppatori per gli effetti dinamici della luce.
Molto gradevoli anche le ambientazioni, vastissime, liberamente esplorabili e caratterizzate da alcuni scorci onestamente degni di nota. Tuttavia, a questa vastità si contrappone un senso di “vuoto” percepibile sin dai primi minuti. Il mondo di gioco è infatti “spento” e completamente privo di vita, con edifici per la quasi totalità privi di funzione e ridotti a mero riempimento. Stesso discorso per i passanti, uomini e donne che vagano senza meta quasi fossero dei fantasmi, proprio come capita per i conducenti delle altre vetture. A prevalere è una forte sensazione di solitudine, capace di ridurre la mappa di gioco al pari di un misero contenitore al cui interno trova spazio il solo giocatore, isolato da tutto e tutti.
Cambiando tema, altri punti deboli sui quali Giants dovrà lavorare risiedono nella fisica, storico difetto della serie e anche questa volta approssimativa e insoddisfacente, in aggiunta all’interfaccia di gioco, che seppur semplificata e “alleggerita” risulta ancora parecchio ruvida e macchinosa, soprattutto pad alla mano.
“L’agricoltura è l’arte di saper aspettare” (Cit.)
Contrariamente a quello che spesso si legge e che molti giocatori credono, Farming Simulator 17 non è un titolo eccezionalmente impegnativo. Per lo meno non quanto a topic o a “difficoltà d’esecuzione”. E non è nemmeno un videogioco mirato a chissà quale particolare tipologia di giocatore o ancor più ai “trattoristi” di professione.
Vi parlerò sinceramente: non ho mai nutrito alcun interesse per macchine agricole o trattori. E vi dirò di più: per quasi diciassette anni ho abitato in un paese di ottocento anime in cui buona parte delle persone, per lavoro, ha a che fare tutti i giorni con le stesse situazioni ricreate in questo prodotto. Ho sempre avuto tutto sotto il naso, dunque, ma non ho mai “allungato l’occhio”. Nemmeno una volta. Eppure, Farming Simulator 17 mi ha letteralmente catturato. Ma è proprio questo il più grande pregio di Farming Simulator: la sua capacità di far percepire come “vicino” un mondo magari collocato agli antipodi rispetto a chi gioca.
È un universo a portata di click, in cui possiamo rifugiarci in qualunque momento. Un mondo che richiede in realtà non troppe ore per essere compreso, ma tante, tantissime, per essere veramente apprezzato. Se “l’agricoltura è saper aspettare”, vale lo stesso discorso per Farming Simulator. Ecco l’unico vero motivo per cui questa serie potrebbe non essere per tutti.
Abbiamo sì o no la pazienza di aspettare? Siamo capaci di spendere ore, ore e ancora ore a trebbiare, seminare e irrigare campi giganteschi per il semplice gusto di farlo? I frutti del lavoro e la soddisfazione, in questo gioco, arrivano solo investendo senza timore tempo e passione. Il tutto senza contare troppo le ore. Quello di Farming Simulator 17 (e dei suoi predecessori), in conclusione, è un divertimento diverso, unico. Forse più un atto di fede, un piacere di natura personale, un gradevolissimo vezzo.
Concludendo…
Farming Simulator 17 costituisce l’anno zero della serie, nonché il suo punto più elevato. Seppur non perfetto, questo nuovo capitolo è forte di numerosi passi avanti riguardanti pressoché ogni aspetto di gioco. Giants Software ha oramai imboccato la via della “levigazione”, secondo una tabella di marcia che con ogni probabilità condurrà il brand verso nuove, altissime vette qualitative. Splendida conferma per l’habituè, nonché ghiotta occasione d’approccio per il curioso, Farming Simulator 17 ha il potenziale sufficiente per soddisfare adeguatamente entrambi. Quel che è certo, è che con una simile base di partenza il prossimo capitolo non potrà che essere qualcosa di semplicemente eclatante. Nel frattempo, ecco a voi servite centinaia di ore di gioco. Sia su PC che su console.