La fine dei tempi arriva anche su console
Circa un anno fa abbiamo avuto modo di parlare su queste pagine di Warhammer: End Times – Vermintide, un gioco che, a dispetto del suo lunghissimo titolo, si basa su una formula cooperativa tanto semplice quanto divertentissima. Oggi, in occasione dell’esordio di Vermintide su Xbox One e PlayStation 4, torniamo a parlare del titolo di Fatshark, cercando di capire se la versione console si conferma all’altezza dell’ottimo successo riscosso tra i giocatori su PC.
Vermintide
Parlare della saga di Warhammer è sempre arduo: si tratta di un marchio così ampio e ricco di sfaccettature che è inutile anche solo tentare di farne un riassunto. Se siete estranei alla saga, vi basti sapere che si tratta di un famosissimo gioco da tavolo a partire dal quale, nel corso degli anni, sono stati sviluppati diversi videogiochi di successo, come ad esempio Warhammer 40000: Dawn of War. Esistono due grosse categorie all’interno dell’ambientazione di Warhammer: i classici RTS/Strategici che conosciamo grazie agli Space Marine rappresentano il contesto gotico-futuristico, mentre titoli come Bloodbowl – figuratevi, non lo sapevo neanche io – e, per l’appunto, Vermintide si collocano nella versione fantasy dell’universo di Games Workshop.
Forse la più trascurata dal punto di vista videoludico, l’ambientazione fantasy fa finalmente un salto di qualità con Vermintide, grazie a un’idea molto intrigante e – in parte – originale. Vermintide è infatti un un action fps cooperativo, dove un massimo di quattro giocatori sono chiamati a collaborare tra loro per superare i 13 livelli che compongono il gioco. Ovviamente bisogna subito sottolineare una cosa: il gioco appare, di fatto, come una reinterpretazione in chiave fantasy/gotica del famoso brand Left 4 Dead, l’esclusiva Valve che nel 2008 conquistò i giocatori grazie al suo eccellente gameplay cooperativo. Vermintide si basa senza troppi complimenti su quella stessa struttura e, tra un’orda e l’altra, saremo chiamati ad esplorare i livelli di gioco, portando a termine mansioni speciali come il rifornimento di cibo o la difesa di un mago durante un rito arcano.
La storia ci vede immersi nelle nebbie di Ubersreik, sfortunata città al centro di un’invasione di proporzioni bibliche: nel cielo è apparsa una seconda ed enorme luna, segno di oscuri presagi dei quali gli Skaven, ovvero i ratti giganti che massacreremo a ogni livello, si faranno odiosi portatori. A prescindere da questa premessa, Vermintide si concentra poco sul filone narrativo e lascia le informazioni sullo sfondo del gameplay, senza impensierire gli eroi con nozioni di dubbia utilità che potrebbero distrarli durante i loro exploit battaglieri.
E a proposito degli eroi, Vermintide offre a ognuno di loro abilità e pattern d’attacco unici, lasciando ai giocatori una buona varietà di scelta: il classico ed equilibrato soldato, il nano robusto e forzuto, l’elfa agile e letale, la devastante maga di fuoco e, soprattutto, il fighissimo cacciatore di streghe. Ognuno di questi archetipi è dotato di armi uniche che danno vita a uno stile di gameplay diverso per ogni personaggio, ma sempre soddisfacente e divertentissimo.
Oltre a spade e asce, sono presenti anche diverse armi da fuoco, ognuna in linea con le caratteristiche del personaggio che l’impugnerà. Gli eroi potranno anche effettuare parate e mosse caricate, a costo però di una fetta consistente di stamina, che verrà poi ricaricata col passare del tempo. Nonostante una velocità generale ridotta rispetto a L4D – forse anche per l’assenza dello scatto – Vermintide mantiene comunque alti i livelli di frenesia grazie allo scatto, effettuabile sia lateralmente che all’indietro.
Un gameplay decisamente avvincente insomma, non ai livelli di mostri sacri come Shadow Warrior certo, ma non temete, immersi come sarete in valanghe di ratti furiosi, non avrete proprio il tempo per annoiarvi. A tal proposito, come non citare i ratti “speciali” con cui vi troverete ad aver a che fare, come quelli armati di bombe velenose o dotati di letali gatling (aspettatevi ovviamente anche il ratto tank).
Per sopravvivere alle orde dei roditori potrete contare anche su oggetti curativi, bombe di varie tipologie e pozioni speciali capaci di farvi muovere e attaccare più velocemente. Un vero peccato che questa varietà non vada di pari passo col level design che, a dispetto del corposo numero dei livelli a disposizione, si riduce spesso a sezioni brevi e lineari. Al contrario di L4D, in Vermintide non ci saranno pause e fasi, il che significa che i livelli saranno completabili dall’inizio alla fine senza interruzioni. Purtroppo, come accennato sopra, alcuni di questi sono davvero poco ispirati, ed appaiono simili a corridoi percorribili – massacro incluso – in neanche 20 minuti.
Finito il livello, incasserete l’esperienza e accederete al lancio dei dadi: questa fase vi permetterà di mettere le mani sulla vostra ricompensa, la cui rarità aumenterà se avrete avuto modo di raccogliere i tre tomi unici disponibili in ogni livello. Questi libri occuperanno perennemente gli importanti slot utilizzati per gli oggetti di supporto, ma aumenteranno anche le vostre probabilità di mettere le mani su equipaggiamenti preziosi.
Gli equipaggiamenti consistono in armi e pezzi di armatura che, oltre a cambiare il “look” del vostro eroe, garantiscono modificatori che offrono a Vermintide un lieve quanto piacevole retrogusto ruolistico. Viene da sé che giocando a un livello di difficoltà maggiore avrete accesso a ricompense migliori, ma prima di accettare la sfida vi consigliamo di prendere dimestichezza col gameplay e con le diverse mappe, al fine di aumentare le vostre chance di sopravvivenza.
Fantasy Gotico
Uno degli aspetti decisamente più impressionanti di Vermintide è il suo comparto tecnico. La direzione artistica brilla e stupisce, con ambientazioni dark fantasy cupe e dotate di vene gotiche come non se ne vedevano dai tempi di Bloodborne. In generale, Vermintide vanta di un design stratosferico che rende giustizia alla lore da cui è tratto, peccato solo che il salto su console sia stato accompagnato da alcuni fastidiosi downgrade: il frame rate non è ancorato a 60 frame, anche se vista la densità poligonale si tratta di un compromesso accettabile; meno accettabile è lo stuttering che spesso affligge le scene del gioco, già colpito da un chiaro e netto taglio alla qualità generale del rendering. Ciò significa che la nitidezza poligonale del gioco risulta ridotta e che, ogni tanto, un fastidioso effetto di motion blur partirà senza alcun motivo. Difetti che comunque non rovinano assolutamente l’esperienza di gioco e che, anzi, offrono un compromesso dignitoso per quello che è forse uno dei migliori porting degli ultimi tempi. Poco da dire sulla sezione audio, dotata di pochi ma efficaci brani, e di un doppiaggio ispirato e capace di dare letteralmente vita ai personaggi.
Concludendo…
Questo porting su console, arrivato a distanza di un anno dall’esordio di Warhammer: End Times – Vermintide, funziona alla grande, malgrado qualche compromesso visivo. I server sono stabilissimi e giocare assieme ad altri giocatori è divertentissimo e appagante, anche se la varietà delle missioni non è esattamente eccezionale. In generale, non possiamo che dirci soddisfatti della versione console di questo Warhammer: End Times – Vermintide, che mantiene sostanzialmente inalterate tutte le buone qualità dell’edizione PC.