Mortal Kombat 1, sviluppato dal solito NetherRealm ed edito Warner Bros Games, può essere – a tutti gli effetti – considerato un soft reboot della serie. Un ennesimo tentativo, quindi, di rilanciare una serie che da alcuni anni riesce nell’intendo di raggruppare fan di tutto il mondo, appassionati sia del genere picchiaduro sia delle “generosissima” dose di violenza gratuita che, fin dai suoi esordi, la serie ha saputo regalare su grandi e piccoli schermi. Dal canto nostro, abbiamo potuto mettere le mani sulla versione PC del titolo, che fin dalla fase di lancio si è saputa distinguere per il bollino “Verificato”, a testimoniare l’effettiva compatibilità con Steam Deck.

Insomma, non perdiamoci in ulteriore chiacchiere e diamo il via alla nostra recensione di Mortal Kombat 1!

Moooortal Kombaaat!

Prima di addentrarci nelle viscere (è proprio il caso di dirlo) della componente contenutistica di Mortal Kombat 1, perchè non partire proprio dalla modalità storia che, in questo reboot, si prospetta molto più interessante rispetto alle passate edizioni, proprio in virtù della sua volontà di raccontare “qualcosa di diverso”.
Le vicende di Mortal Kombat 1 si collegano direttamente al suo predecessore, Mortal Kombat 11, ed in particolare agli eventi successivi al DLC Aftermath. Al termine del citato DLC, infatti, ricorderemo l’ascesa di Liu Kang a Dio del Fuoco e alla successiva “forgiatura” di un nuovo universo. Un universo, appunto, che darà il via agli eventi di Mortal Kombat 1.

Il gioco ci immerge immediatamente nella storia con Raiden e Kung Lao che ci verranno presentati nelle loro nuove “umili” vesti. Questo avviene attraverso la narrativa cinematografica iconica per cui Mortal Kombat è diventato noto nell’ultimo decennio: il titolo è diviso in vari capitoli e si sviluppa come un film intervallato da scene di combattimento. Le scene di combattimento, tuttavia, ti vedono assumere il ruolo di un personaggio e affrontare un avversario. Sì, il fattore novità da questo punto di vista è pressocchè nulla, ma ha funzionato in passato ed è ancora efficace ora.

La storia di Mortal Kombat 1 riavvia la serie con Liu Kang intento a radunare un gruppo di combattenti per affrontare l’Outworld in un torneo di arti marziali. Favoriti dei fan come Johnny Cage, Sub-Zero, Scorpion e altri faranno la loro comparsa qui, ma alcuni combattenti piuttosto importanti che erano in Mortal Kombat 11 sono stati lasciati fuori. Questo potrebbe deludere alcuni fan.

La storia di Mortal Kombat 1 è molto piacevole da seguire, dall’inizio alla fine. Le cinematiche sono incredibilmente curate anche se, come al solito, il doppiaggio in lingua italiana lascia parecchio a desiderare. Anche se la storia non è estremamente lunga – dura circa 7 ore – sono risultate molto piacevoli, oltre che una “festa” per gli occhi.

Finish Him!

Passando al gameplay in sé, Mortal Kombat 1 si configura in modo estremamente simile al suo predecessore. I giocatori saranno in grado di eseguire “Kombo” e attacchi incredibilmente scenografici come il predecessore, con la differenza principale che Mortal Kombat 1 è molto, molto meno brutale di quanto lo fosse Mortal Kombat 11.

Sembra che gli studi NetherRealm abbiano davvero ridotto il livello generale di violenza del gioco e abbiano puntato su un gioco di combattimento più contenuto e controllato questa volta. Questo sarà oggetto di divisione nella community, ma i nuovi giocatori si divertiranno comunque un sacco a sperimentare il sistema di combattimento: concatenare combo e rispondere agli attacchi nemici è sempre estremamente divertente. Il gioco presenta anche un esteso tutorial per spiegare come eseguire tutti gli attacchi e le abilità “basiche” – questo ci aiuterà a familiarizzare con ogni personaggio del roster.

Come nel predecessore, anche in Mortal Kombat 1 gli attacchi “iconici” di ogni personaggio sono stati mantenuti. Sub-Zero può ancora lanciare “armi” ghiacciate e creare cloni di ghiaccio, mentre Liu Kang può ancora sferrare calci volanti. La differenza tra Mortal Kombat 11 e Mortal Kombat 1 sta però nella grafica del gioco e nella sua presentazione nei combattimenti. Mortal Kombat 11 aveva un aspetto più dettagliato e più scuro per i suoi personaggi, mentre Mortal Kombat 1 è più attenuato ma visivamente presentato in modo diverso. Ci sono illuminazioni diverse e migliori animazioni usate nel gioco questa volta, il che rende i personaggi più “vivi”.

Questi cambiamenti saranno comunque piuttosto divisivi, con alcuni fan che preferiranno sicuramente lo stile più vecchio di Mortal Kombat 11 rispetto al nuovo stile di Mortal Kombat 1. Dal canto nostro, abbiamo trovato entrambi eccellenti e abbiamo comunque apprezzato che il livello generale di violenza sia stato adeguato. Sia chiaro, Mortal Kombat 1 è comunque estremamente brutale e violente – quindi, state pronti a scene sanguinolente su schermo. Sangue e viscere vengono versati ovunque qui, specialmente durante le Fatality, ma sembrano meno viscerali e scioccanti rispetto a Mortal Kombat 11.

Ritornando alla componente contenutisica, Mortal Kombat 1 opta per semplificare molte cose. Ora c’è una modalità Storia, una modalità Torre e una modalità Invasione. L’Invasione funziona in modo diverso dalla modalità Cripta di Mortal Kombat 11 ed è, onestamente, piuttosto ridotta. Anche gli oggetti cosmetici e gli sblocchi sono stati notevolmente ridotti qui. Il gioco ha una modalità foto per visualizzare i modelli dei personaggi, ma ancora una volta, con meno opzioni cosmetiche disponibili: concentrarsi sul combattimento effettivo era sicuramente l’obiettivo del team.

Graficamente, come già detto, Mortal Kombat 1 ha un aspetto fantastico, ma la differenza nello stile visivo rispetto al suo predecessore è estremamente evidente. Anche con tutte le impostazioni grafiche al massimo, è difficile capire perché molti dei dettagli più fini del gioco precedente siano stati trascurati. La lista dei personaggi, che si attesta poco sopra i venti, sembra al momento troppo esigua, ma altri personaggi sono in arrivo tramite DLC. Sì, è discutibile secondo me, ma sembra essere diventato la norma con i giochi di combattimento in questi giorni: se si vuole un personaggio specifico, bisognerà “solo aspettare” che venga aggiunto al gioco tramite DLC. O peggio, potrebbe non essere mai aggiunto.

Ovviamente, non tutti possono essere soddisfatti, ma almeno Mortal Kombat 1 riporta indietro ogni personaggio importante principale con alcune eccezioni alla regola. La mancanza di una Sonya giocabile è scioccante, ma speriamo che diventi giocabile in futuro e non solo come personaggio Kameo. I Kameo, vera e propria novità di Mortal Kombat 1, sono sostanzialmente dei personaggi di supporto, che possono essere evocati in combattimento per eseguire attacchi supplementari – questo attiverà delle combo visivamente molto spettacolari ma, a conti fatti, il loro ruolo è sostanzialmente relegato a quello di mere comparse.

La modalità online versus funziona davvero bene anche se, a tratti, il netcode sembra mostrare alcune grinze lato ottimizzazione. C’è da dire che tecnicamente, il titolo NetherRealm presenta un’ottima ottimizzazione generale su PC, permettendo al gioco di girare degnamente anche su piattaforme portatili, come Steam Deck, su cui ci siamo divertiti parecchio ad affrontare alcuni spezzoni della storia.

La colonna sonora di Mortal Kombat 1 svolge il suo compito e gli effetti sonori sono azzeccati in tutto il gioco. Tuttavia, il vero difetto è ancora una volta il doppiaggio in lingua italiana, che dimostra l’estrema pigrizia del team di localizzazione nel rendere le cutscene credibile come quelle nella lingua originale. Peccato.

Concludendo…

Mortal Kombat 1 non sarà di certo il capitolo rivoluzionario che tutti stavano aspettando, ma rimane un soft reboot di pregevole fattura, obbligatorio se si è fan di lunga data della serie o, perchè no, incuriositi da questo longevo franchise e interessati a prenderne parte approfittando di questo “reset” narrativo.

CI PIACE
  • Il miglior sistema di combo e attacchi di tutta la serie
  • Artisticamente ottimo e ben ottimizzato su PC
  • La modalità storia intrattiene benissimo
  • Buona l’idea di base dei Kameo…
NON CI PIACE
  • …ma che andava sfruttata meglio
  • Roster limitato
  • Doppiaggio in italiano sempre altalenante
Conclusioni

Un soft reboot che in realtà riprende molto da suo predecessore, introducendo però i Kameo (anche se non sfruttati a dovere) e una nuova trama, piacevole da seguire dall’inizio alla fine. Un titolo per i fan ma anche per chi si vuole avvicinare alla serie per la prima volta.

8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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