L’annuncio di un videogame dedicato al team di antieroi più celebre del panorama DC, risale addirittura al 2010, quando ancora la serie di Batman Arkham stava macinando vendite e consensi da ogni parte del mondo. Tra rinvii ufficiali e news, poco allettanti, la nuova fatica dei Rocksteady, Suicide Squad: Kill the Justice League è finalmente tra noi. Le settimane post-lancio del gioco sono state a dir poco “tristi” per Warner Bros Games, che ha recentemente annunciato il fallimento di questo ennesimo esperimento live-service. Il titolo, infatti, non ha fatto altro che spingere l’utenza videoludica a rigiocare i vecchi capitoli di Batman, rendendo i server del titolo già mezzi vuoti poco dopo la finestra di lancio. Ennesima dimostrazione che, la componente live-service inserita a forza in videogame che, più che mai, avrebbero beneficiato di una struttura a giocatore singolo story driven, stanno stufando la massa.

Ma prima di gridare al disastro, com’è questo Suicide Squad: Kill the Justice League? Analizziamo insieme, la versione PC a noi fornita in occasione di questa recensione.

Buona lettura!

Uccidiamo la Justice League

La caotica fase introduttiva, che ci verrà mostrata a schermo una volta inizializzata una nuova partita, ci metterà nei panni della Suicide Squad, il team di anti-eroi già conosciuto nelle precedenti iterazioni cinematografiche dedicate al gruppo. Inizieremo questo prologo, mascherato da tutorial, che ci mostrerà degli eventi futuri dell’avventura, in cui prenderemo confidenza con il sistema di controllo di ogni personaggio, dando principale focus all’armamentario principale e alle abilità di movimento nello spazio.

Dopo qualche manciata di minuti, verremo invece portati alle origini del team, dove troveremo la direttrice dell’agenzia governativa A.R.G.U.S. Amanda Waller intenta a creare una squadra nota come Task Force X, composta dai detenuti dell’Arkham Asylum Harleen Quinzel / Harley Quinn, Digger Harkness / Capitan Boomerang, Floyd Lawton / Deadshot e Nanaue / King Shark, per una missione sotto copertura a Metropolis.
Solo all’arrivo in città, lo sgangherato team di anti-eroi capirà la gravità della situazione: Brainiac ha invaso la Terra e ha cominciato a fare il lavaggio del cervello ai suoi abitanti, inclusi i membri della Justice League Superman, Flash, Lanterna Verde e Batman. L’obiettivo della Task Force X è semplice: liberare la Justice League e fermare Brainiac prima che si impossessi di Metropolis e si muova per conquistare il mondo.

La componente narrativa, seppur sia uno tra gli aspetti più interessenti della produzione, ha in realtà dei problemi un po’ grossolani – il principale, è senza dubbio da ricercare nel legame tra il titolo e i Batman Arkham, precedenti fatiche dei ragazzi di Rocksteady. Poco viene accennato sul destino di Bruce Wayne al termine di Arkham Knight, seppur con qualche sparuto e rapido riferimento, tramite esperienze interattive dedicate all’eroe mascherato di Gotham, ora “rivelato” al mondo con la sua vera identità e nuovo membro della Justice League tra le strade di Metropolis. Poco viene detto anche in merito al cambio di etnia e caratterizzazione di Deadshot che, molti ricorderanno essere completamente differente nei titoli dedicati a Batman – viene infatti fatto intendere, forse un po’ troppo velatamente, che quel Deadshot altro non era che un impostore. Le giustificazioni vengono un po’ risolte in maniera frettolosa, delineando un collegamento frettoloso con gli Arkham, da parte di Rocksteady, quasi a voler tamponare le polemiche seguite dalle dichiarazioni sulla natura live-service del titolo, poco digerite dai fan fin dall’annuncio. Non convince nemmeno la decisione di riportare il Joker nello scenario, attraverso l’escamotage degli universi paralleli.

Dopo questi appunti, possiamo comunque dire che la narrativa di Suicide Squad: Kill the Justice League si lascia seguire, consumandosi in una decina di ore scarse.

Una Metropolis live service

Suicide Squad: Kill the Justice League miscella il meglio, e il peggio, di tutti i titoli live service che si sono visti fino ad’ora, mantenendo uno scheletro “vecchio” e stantio, che purtroppo fatica ad ingranare in molteplici occasioni.

Sebbene molte delle meccaniche di shooting e spostamento nella mappa open world di Metropolis, ci abbiano ricordato quelle di titoli “scanzonati” come Sunset Overdrive, il gameplay generale è un po’ complesso da valutare, o almeno da promuovere.

La giocabilità effettiva con le armi è abbastanza piacevole, e le abilità uniche dei vari personaggi aggiungono abbastanza varietà. Purtroppo, le missioni disponibili si ripetono eccessivamente, dato che, a conti fatti, ci ritroveremo a compiere gli stessi tre obiettivi, dall’inizio alla fine: difesa dalle ondate di nemici, missioni di scorta e sterminio degli avversari, puro e semplice.
Ogni membro della Suicide Squad ha una meccanica di spostamento sulla mappa che influisce sul combattimento. Captain Boomerang ha un boomerang per teletrasporarsi (ma non mi dire!), King Shark può saltare e sfrecciare in cielo, Harley Quinn ha un rampino e può oscillare attraverso l’aria, mentre Deadshot ha un jetpack. Alcune di queste meccaniche sembrano più raffinati degli altri, soprattutto Captain Boomerang, visto che potersi teletrasportare in giro per il campo di battaglia è incredibilmente divertente e consente a Boomerang di giocare in modi diversi. Volare in giro con il jetpack di Deadshot, invece, ci ha ricordato una versione “brutta” di quello che erano le meccaniche di volo di Anthem. D’altro canto, le meccaniche di movimento di King Shark e Harley sembravano piuttosto mediocri, se confrontate al restante party, senza fare una grande differenza durante il combattimento.

C’è un albero delle abilità per ogni personaggio, ma sono principalmente semplici bonus statistici. Questi sarebbero utili solo per chi cerca di equipaggiarsi e macinare l’end game proposto da Rocksteady ma, a conti fatti, si tratta solo di una versione “più difficile” delle stesse missioni già completate duecento volte prima di arrivare alla boss fight conclusiva. Abbiamo completato il titolo esclusivamente in modalità giocatore singolo, quindi non possiamo parlare nel dettaglio dell’esperienza online di Suicide Squad, ma possiamo comunque affermare che l’intelligenza artificiale dei compagni è, nel complesso, soddisfacente.

Le boss fight in Suicide Squad ci hanno invece sorpreso in positivo, riuscendo a caratterizzare al meglio i poteri di ogni eroe della Justice League, dandoci del filo da torcere dal primo all’ultimo.
È importante sottolineare che Suicide Squad: Kill the Justice League è un gioco live-service, con molti elementi tipici del genere, che vanno dalla possibilità di ottenere equipaggiamenti sempre migliori e più nuovi a nuovi personaggi e storie aggiuntive in arrivo.
Arrivati a poco più della metà della storia, iniziano a emergere prepotentemente gli elementi live-service: sebbene fossero già notevolmente evidenti con il ripetersi costante degli obiettivi di missione, questi elementi si traducono nei vari “contratti” che si riducono ad uccidere questi nemici o andare qui e ucciderli in questo modo – altri, includono anche uccidere un certo tipo di nemico per migliorare la qualità del tuo bottino giornaliero.

Il fatto di aver optato per un finale “aperto”, per inserire al meglio contenuti post lancio, è in questo caso un’arma a doppio taglio: siamo sicuri che la deludente ricezione da parte del pubblico non comprometta, nella sua quasi totalità, l’esito dei contenuti narrativi in arrivo? Non ne siamo così sicuri…

Una versione PC problematica

Sebbene tecnicamente, siamo rimasti abbastanza soddisfatti dalla resa audiovisiva di Suicide Squad: Kill the Justice League, abbiamo degli appunti da far notare qui in sede di recensione.
La prima, riguarda i problemi abbastanza evidenti della versione PC: nel nostro caso, abbiamo testato il titolo su una buona configurazione (allegata in fondo all’articolo), sfruttando un monitor ultrawide.

Il problema più grosso, oltre agli svariati cali di frame nelle fasi più concitate, è un bug che, ad oggi, ancora non è stato risolto, che provoca una spaventosa perdita di fotogrammi all’avvio (e al termine) di ogni cutscene, quando il gioco decide di restringere o allungare il campo visivo, per dar spazio ai filmati, con le consuete bande nere. Un effetto davvero fastidioso, che ci auguriamo venga preso in considerazione nei prossimi aggiornamenti.
Per quanto concerne, invece, la mole di dettagli e la modellazione generale dei personaggi, il risultato è senza dubbio ottimo: pur lavorando su una palette di colori più vivace, rispetto a quanto visto negli Arkham, i modelli dei protagonisti, oltre a quelli dei membri della Justice League, risaltano notevolmente, mettendo in mostra delle animazioni facciali curate e realistiche.

La Metropolis del titolo Rocksteady è varia e vasta anche se, come dicevamo, c’è veramente poco – se non i diversi collezionabili, enigmi – che sproni il giocatore ad esplorare ogni singolo angolo cittadino.

Per quanto riguarda la componente audio, buona la soundtrack ed altrettanto buono il doppiaggio – in lingua inglese, mi raccomando, visto che quello nostrano è a tratti parecchio irritante.

Concludendo…

Suicide Squad: Kill the Justice League è un’occasione persa. Il team di Rocksteady aveva tra le mani l’opportunità di calare nella nuova generazione, i giocatori della serie Arkham, fornendo però un prodotto live-service, ripetitivo e carente sotto notevoli aspetti. Considerato il fallimento in termini di vendite, sarà difficile che Warner Bros continui a lungo il supporto sul titolo in questione ma, ovviamente, la speranza di tutti è che accada un miracolo videoludico e il gioco diventi il live-service di riferimento per tutti gli amanti dei personaggi DC.

Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Ryzen 7 5800X
RAM: 32 GB DDR4

CI PIACE
  • La narrativa è buona, nel complesso
  • Visivamente d’impatto
  • Il gunplay di ogni personaggio è solido e variegato al punto giusto
NON CI PIACE
  • Grossolani problemi tecnici su configurazioni ultrawide
  • Incredibile ripetitività degli obiettivi
  • Collegamento all’Arkhamverse abbastanza inutile, se non dannoso
  • End game abbastanza debole
Conclusioni

Suicide Squad: Kill the Justice League è il live-service che tutti temevano. Una componente online che, ormai, sa di vecchio, unita ad una ripetitivà intrinseca nelle missioni storia e collaterali. Rocksteady ceffa clamorosamente il bersaglio, dopo aver regalato al pubblico l’indimenticabile trilogia degli Arkham. Una vera occasione persa che, ci auguriamo, costringa Warner Bros e l’industria videoludica a rivalutare qualsiasi live-service in futura uscita.

6.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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