Fin dal suo annuncio ufficiale, Tiny Tina’s Wonderlands ha suscitato tutte le nostre più complete attenzioni. Non solo perchè, come da tradizione, il marchio Gearbox Software è per noi, ma anche per molti altri giocatori, sinonimo di garanzia di divertimento, ma anche perché il titolo in questione si configura come uno spin off della serie Borderlands, trilogia che abbiamo amato e apprezzato, grazie alle sue meccaniche di shooting immediate e alle feature di “looting” in grado di tenere incollato il giocatore allo schermo per ore, senza mai stancarsi.
Qualche tempo fa, sulle nostre pagine, abbiamo portato la recensione di Borderlands 3, ultima iterazione della fortunata serie che, dal nostro punto di vista, pur non raggiungendo l’eccellenza, si è saputo dimostrare un ottimo titolo, grazie alla solida base di gameplay dei precedenti capitoli.
Arriviamo quindi a Tiny Tina’s Wonderlands, seguito ufficiale del DLC di Borderlands 2, Tiny Tina’s Assault on Dragon Keep (rilasciato gratuitamente su Epic Store, qualche mese fa, e reso anche disponibile – in versione riveduta – su Playstation Plus), che ci porterà a “vivere” in prima persona un gioco di ruolo fantasy da tavolo, nell’universo creato da Gearbox.
Ecco quindi le nostre finali considerazioni sul titolo, recensito nella sua versione PC!
Si inizia a ruolare!
Come dicevamo, Tiny Tina’s Wonderlands comincia direttamente dopo il finale di Assault on Dragon Keep (per questo, vi consigliamo di recuperarlo il prima possibile, prima di buttarvi su questo titolo), e sarà ancora una volta ambientato all’interno del gioco di ruolo da tavolo “Bunkers & Badasses” – chiaramente ispirato al celebre e osannato Dungeons & Dragons – con l’amata Tiny Tina nei panni del dungeon master – o, per meglio dire, “bunker master”.
La trama, con il solito stile irriverente e scanzonato a cui i ragazzi di Gearbox ci hanno abituati da anni, inizia con Valentine, Frette e il giocatore, noto come “The Newbie” (la matricola), intenti ad affrontare, per l’ultima volta, il Dragon Lord (il Signore dei Draghi). Grazie all’aiuto dello “Stallone da culo” – vecchia conoscenza della serie Borderlands – l’improbabile “party” di eroi riuscirà nell’intento di fermare il cattivone di turno, imprigionandolo per sempre. O forse no.
Il Signore dei Draghi viene quindi imprigionato per secoli, quindi il gioco ricomincia, questa volta con il nostro alter ego eletto a ruolo di “Tessifato” (The Fatemaker), personaggio che dovrebbe rappresentare il fulcro della nuova campagna creata da Tiny Tina.
Da questo momento in poi, il gioco metterà in mostra la sua anima da GDR classico proponendoci una scheda di creazione del personaggio, partendo dalla scelta più importante: la classe. Il giocatore avrà una vasta gamma di classi diverse da cui attingere, per dare la propria impronta all’alter ego. Troviamo lo Stilomante, classe principalmente orientata agli attacchi critici corpo a corpo, il Domartiglio, che vanterà un companion “viverna” a dargli manforte durante gli scontri, Sparamagie, il classico mago, Brandimorte, una sorte di necromante in grado di sacrificare la propria salute per infliggere ingenti danni ai nemici, il Guardaspore, una sorta di “ranger” specializzato negli attacchi a distanza e infine il Brr-serker, un “picchiatore”, nel vero senso del termine.
Scelta la classe avremo poi modo di dare un corpo ed un volto ad il nostro eroe, scegliendo tra una vasta gamma di personalizzazioni estetiche tra colore della pelle, lineamenti del viso, capelli, ecc.
Si chiude con la background story del nostro personaggio, che darà bonus (e malus) alle statistiche generali, scelta obbligata che servirà a delineare in maniera più precisa le abilità di riferimento del “Tessifato”. Il gioco infatti presenta un sistema ruolistico preponderante, rispetto a quanto visto in Borderlands. La scheda del nostro personaggio presenta un sistema di caratteristiche, suddivise tra forza, destrezza, intelligenza, saggezza, costituzione e sintonizzazione, valori che potranno essere decisi in fase di creazione oltre che aumentati ad ogni level up, durante lo svolgimento dell’avventura.
Nel tavolo da gioco di Tiny Tina
Nonostante la natura RPG più marcata, Tiny Tina’s Wonderlands presenta, alla base, il medesimo gameplay da “looter shooter” che ha reso famosa la serie di Borderlands.
Approdati nella Valle Sopita, la prima location che fungerà anche da tutorial, avremo così modo di familiarizzare con le novità del gameplay e dare un’occhiata alla rinnovata interfaccia “essenziale”, che ci accompagnerà durante tutta la nostra avventura. Nonostante l’ambientazione fantasy classica, i ragazzi di Gearbox hanno comunque optato per l’inserimento di armi da fuoco all’interno del titolo, sfruttando un escamotage narrativo tanto semplice quanto azzeccato: è il gioco di Tiny Tina quindi le regole le decide lei!
Il gioco infatti, una volta portate sul campo le bocche da fuoco, non si discosta più di tanto dallo stile di gameplay di Borderlands 3, a parte il cambio di ambientazione più marcato, passando dagli scenari post apocalittici alle coloratissime location fantasy di “Bunkers & Badasses”. Il combat system è stato arricchito di molti elementi fantasy che, a seconda della scelta iniziale in termini di classe, offriranno al nostro eroe una vasta gamma di abilità secondarie in battaglia: scordiamoci quindi granate o altro, in Tiny Tina’s Wonderlands le magie saranno all’ordine del giorno, utilizzabili in accoppiata ad asce o spade per gli attacchi corpo a corpo. Esistono poi abilità ricaricabili che provocano danni ad area in grado di tirarci fuori dai guai nelle situazioni più complesse.
Curiosa, invece, la scelta di optare per uno sviluppo più lineare dell’esplorazione del mondo di gioco. Il gioco, infatti, presenta un’unica world map esplorabile chiamata Overworld, dove saremo tenuti a spostare il nostro personaggio a mo’ di miniatura (in stile super deformed), sullo stile di alcuni JRPG classici, come i primissimi Final Fantasy, Dragon Quest o, più recentemente, Ni No Kuni. All’interno della world map potremo incappare, saltuariamente, in incontri casuali che, oltre a consentirci di guadagnare esperienza, presenteranno drop di loot di rarità randomica. La ricerca spasmodica di loot e, conseguentemente, raccolta di equipaggiamento/armamentario sempre più potente, rimane, come da tradizione per la serie Borderlands, l’aspetto preponderante di tutta la produzione, nonchè la principale “spinta” finalizzata allo sviluppo del personaggio. Da questo punto di vista, potrete perdere semplicemente decine e decine di ore a creare il personaggio definitivo, senza mai stancarsi.
Nonostante una ripetitività intrinseca di situazioni di gioco e gameplay, il gioco diverte, specialmente in compagnia. Il gioco infatti propone una cooperativa online, su PC, fino a quattro giocatori, dandoci così modo di condividere la nostra avventura e i nostri progressi con amici, dando vita a situazioni di gioco caotiche ma allo stesso tempo dannatamente divertenti – aspetto sicuramente molto importante per un gioco di questo tipo.
Il gioco, lato longevità, dura un po’ meno rispetto a Borderlands 3, pur presentando una campagna discretamente longeva, della durata di circa 15 ore – senza contare, appunto, la miriade di contenuti secondari in grado, senza troppi fronzoli, di raddoppiare questo numero.
Cel-shading in salsa fantasy al tavolo tre, grazie!
Come per Borderlands 3, i ragazzi di Gearbox hanno deciso di puntare – ancora una volta – sulla solidità dell’Unreal Engine, per questo spin off.
Nella versione PC, da noi provata, siamo rimasti piuttosto colpiti dalla solidità del comparto tecnico, che impreziosisce quanto di buono già visto con le loro precedenti iterazioni. Il titolo presenta infatti il solito stile cel-shading di pregevole fattura che, in questo caso, riesce a dare una marcia in più alle ambientazioni fantasy e alla modellazione poligonale di nemici e personaggi di supporto. Ottima anche l’effettistica e il comparto sonoro, caratterizzato da un doppiaggio – in sola lingua inglese – d’eccezione: oltre all’ottima Ashly Burch nei panni di Tiny Tina (già apprezzata nel recente Horizon Forbidden West), troviamo anche Andy Samberg – nei panni di Valentine – e “LEGO Batman in persona” Will Arnett nel ruolo del cattivone di turno.
Concludendo…
Tiny Tina’s Wonderlands pur non elevando l’esperienza di gioco di Borderlands 3, riesce comunque a divertire parecchio, proponendo il medesimo gameplay reso celebre dalle precedenti iterazioni Gearbox, “affogato” in un setting fantasy riuscitissimo, caricaturale e impreziosito da alcune meccaniche di gioco in grado di far sorridere i fan dei GDR cartacei alla D&D. Un buon titolo che, specialmente in cooperativa, meriterebbe di essere acquistato per passare qualche ora di puro divertimento in compagnia di amici.
Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Intel Core i7-11700K
RAM: 32 GB DDR4