Il recente Back for Blood ha riportato in auge ciò che, decenni fa, il leggendario Left 4 Dead della Valve aveva saggiamente insegnato: cooperative wins over all. Perché, per quanto ci si sforzi a rendere un videogame competitivo con modalità sempre più raffinate ed ingegnose, una sana e “ortodossa” cooperazione sarà sempre più divertente, appagante e foriera di un reale “gioco di squadra”. In questo senso, The Anacrusis, sviluppato ed edito da Stray Bombay e rilasciato in Accesso Anticipato nei giorni scorsi su Steam (oltre che dal day one su Xbox Game Pass), si pone nella stessa immaginaria linea concettuale che, da qualche anno, vede sempre più esponenti aggiungersi alle già piuttosto sostanziose fila, ovvero quella dove la cooperazione diviene fondamentale per la sopravvivenza.

A pochi giorni da un altro titolone appartenente al settore, ovvero Rainbow Six Siege Extraction, la domanda sorge spontanea: riuscirà The Anacrusis a ritagliarsi una fetta di “luce della ribalta”?

Bando alle ciance, ecco la recensione!

Alieni a perdita d’occhio

The Anacrusis è uno sparatutto in prima persona, orientato alla cooperazione online sino a 4 giocatori in totale. Sin dalle prime battute, saremo accolti da un’estetica sicuramente originale e che si rifà visibilmente ai “parametri” standardizzati dello Sci-fi filmesco degli anni ‘60 e ‘70. Dunque, colori sgargianti, pettinature a caschetto e abiti in pieno stile dell’epoca, condiranno in modo dissonante uno shooter che, nostro malgrado, ci vedrà affrontare orde su orde di terribili alieni. Com’è (quasi) da tradizione, l’intreccio narrativo sarà nulla più che una “maniglia girata” per introdurci al mondo di gioco: The Anacrusis ci mette all’interno di una nave spaziale nei panni di 4 sopravvissuti senza particolari abilità o caratteristiche, “colpevoli” unicamente d’essersi loro malgrado ritrovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. In modo particolare, i nostri eroi, turisti di una nave spaziale di stampo turistico, si ritrovano a fronteggiare un’inattesa invasione si simil zombie alieni, null’altro che gli altri turisti trasformati dallo spandersi di un virus alieno.

Il “modesto” incipit narrativo sarà introdotto da un breve filmato del gioco che, dopo pochissimo, ci butterà in mezzo alla mischia. Al momento di redazione dell’articolo, il titolo consta di tre distinti episodi, ambientati in diverse zone e che ci metteranno di fronte (al momento, a pochi) alieni dalle intenzioni non particolarmente gradevoli.

Boom, headshot!

Il rischio che corrono giochi del genere, sta nel non variegare sufficientemente l’offerta attraverso diversi “artifizi”, in modo da tenere alto il mordente complessivo: in questo senso, al momento The Anacrusis non dà grandi “soddisfazioni”. Tolta la palese ispirazione al modello e allo stile inaugurato da Left 4 Dead, il titolo sembra meccanicamente riproporre pedissequamente le caratteristiche del capolavoro Valve, “dimenticando” di ispessire il contenuto intrinseco del gioco con elementi che fuorviano anche solo parzialmente dal costante “shoot & reload”. In modo sostanziale, ognuno dei quattro player disponibili sarà sostanzialmente contraddistinto quasi esclusivamente da caratteristiche estetiche. Infatti, al momento, nel titolo non vi sarà una distinzione ruolistica tra i vari personaggi che, così come si era usi su Left 4 Dead, saranno sostanzialmente “uguali” per caratteristiche e possibilità, non permettendo al momento nessun tipo di “interpretazione” ruolistica che ne cambi effettivamente il ruolo intrinseco. L’unica differenza sarà, nell’effettività delle cose, stabilita dalle scelte di equipaggiamento che opereremo durante lo scorrere dei livelli: ogni personaggio avrà a disposizione infatti tre armi e tre tipologie di strumenti “extra” utilizzabili, tra granate dagli effetti differenti, kit di cura e booster di varia natura, i quali saranno ottenibili durante il corso dei livelli.

L’altra possibilità di personalizzazione, sarà costituita dai “matter compiler”, postazioni fisse sparse per il gioco che ci consentiranno di scegliere tra tre bonus casuali che diverranno permanenti solo per la partita in corso. Ma, anche in questo frangente, al momento i limiti sono piuttosto evidenti: poche le armi a disposizione per falcidiare le schiere aliene che, al contempo, conteranno tra le proprie fila un numero al momento solo sufficiente di alieni “speciali” che, in linea di massima, prendono visibilmente spunto dalla tradizione inaugurata da Left 4 Dead. Ad esempio, abbiamo il “Flasher” in grado di accecarci, il possente e devastante “Brute” che ci caricherà a vista, lo “Spawner” che richiamerà orde e orde di nemici ecc. Per quanto concerne il concreto gameplay, il titolo sembra ispirarsi concettualmente al primo Left 4 Dead anche per quanto concerne la strutturazione dei livelli: nei tre episodi al momento giocabili, i quali potrebbero essere completati in una sola ora di gioco, sostanzialmente non si farà null’altro che percorrere aree di gioco piuttosto grandi, intervallate da regolari “orde” che saranno preannunciate da mostruose urla, sino alla più classica “safe room” che segnerà la fine del livello.

Tecnicamente

Nonostante sia sostanzialmente un Early Access, The Anacrusis poggerà su di un comparto tecnico non particolarmente sgargiante o performante, ma sicuramente solido. Sin dalle prime battute, il gioco scorrerà piuttosto fluidamente anche su sistemi non particolarmente performanti, garantendo anche una buona scorrevolezza in full hd (al momento, l’unica risoluzione “standard” selezionabile). Su di un rig di fascia medio/bassa, è stato piuttosto facile mantenere in modo quasi costante i 60 frame al secondo con dettagli ad Ultra a 1080p, anche nelle situazioni più caotiche caratterizzata da decine e decine di nemici a schermo.

Nonostante una buona performance tecnica e un concept dell’estetica sicuramente intrigante, The Anacrusis perde un po’ di terreno per quanto riguarda i dettagli più squisitamente estetici: non solo la caratterizzazione dei personaggi principali sarà piuttosto limitata, ma al momento anche i nemici non brilleranno per qualità dei modelli poligonali o design accattivanti. Uno scalino più in basso e impatteremo con il vero “ventre molle” del comparto tecnico del gioco: gli ambienti. Essi saranno sostanzialmente uguali (a tal punto che risulterà alle volte persino difficile orientarsi) e, quasi costantemente, piuttosto spogli di dettagli. Completa lo “sguardo tecnico” sul gioco il comparto audio, qualitativamente di discreto livello seppur piuttosto limitato e alle volte “discordante” (immaginate di falcidiare decine e decine di zombie alieni in una nave hi-tech anni ‘60 con una musica ambient, quasi “zen”, di sottofondo: strano, eh?).

Concludendo…

The Anacrusis è un buon titolo e, con una decisa roadmap già prestabilita, potrebbe divenire un punto di riferimento per chi ama gli shooter cooperativi in stile Left 4 Dead. Al momento, il titolo si trova in Early Access e le limitazioni, in concreto, sono davvero tante: pochi (quantitativamente e qualitativamente) i livelli, poche le armi e gli strumenti, poca la caratterizzazione dei personaggi e un approccio “old school” al gameplay che, con la svolta ruolistica e l’alta personalizzazione presente negli ultimissimi titoli del settore, potrebbe allontanare gli utenti più giovani. Nonostante ciò, la base di partenza è piuttosto solida, anche tecnicamente, e il futuro è ancora da concretizzare: non ci resta che aspettare!

CI PIACE
  • Artisticamente originale
  • Gameplay old school…
NON CI PIACE
  • …forse un po’ troppo
  • Zero personalizzazione ruolistica
  • Qualche problema tecnico
Conclusioni

The Anacrusis, nonostante l’effettiva carenza di contenuti, è un buon titolo e, con una roadmap di contenuti ragionata, potrebbe divenire un punto di riferimento per chi ama gli shooter cooperativi in stile Left 4 Dead e Back 4 Blood.

VERDETTO

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