Leggere la parola “Hood”, probabilmente, porterà tantissimi di noi ad uno scatto pavloviano di “completamento”, aggiungendogli prima, istantaneamente, Robin. Una delle figure leggendarie che, da secoli, popola la fantasia e l’immaginario comune e, in una sorta di “effetto domino”, anche una buona fetta dei media moderni. Perché, Robin Hood, un po’ storia e un po’ leggenda, di film, cartoni e libri ne ha ispirati tanti: per tutte queste ragioni, Hood: Outlaws & Legends, titolo sviluppato da Sumo Digital ed edito da Focus Home Interactive, ha sin da subito catturato (è il caso di dirlo) l’attenzione di una buona fetta del mondo videoludico. Un’attenzione catalizzata non solo per l’aver pescato a piene mani proprio dalle leggende correlate all’immortale ladro in calzamaglia, ma anche e soprattutto per la sua componente ludica: un po’ PvE, un po’ PvP.
Ma bando alle ciance, ecco a voi la recensione di Hood: Outlaws & Legends nella sua versione PC!
Guardie e ladri
Hood: Outlaws & Legends è un gioco d’azione in terza persona, che mescola diversi elementi presi da giochi stealth, classici sparatutto e ruolistici. Ma, al di là dell’archetipo videoludico di appartenenza, il titolo sviluppato da Sumo Digital si pone come un’esperienza competitiva online dove, in sostanza, due squadre di esperti ladri, ognuna composta da 4 eroi con talenti ed abilità differenti, agiranno per sgraffignare un bottino. Naturalmente, prima di poter metter le mani sui preziosi, avremo diversi ostacoli dinanzi a noi: un maniero, colmo di guardie e insidie e, naturalmente, la squadra avversaria. In sostanza, il fulcro del gameplay del titolo risiede in una formula, sulla carta, semplice ma che, in realtà, si rivela piuttosto intricata e colma di sorprese. Hood: Outlaws & Legends, in questo senso, si pone in modo piuttosto innovativo, offrendo ai giocatori una modalità che è sia PvP che PvE (in gergo, PvPvE), ovvero tesa sia allo scontro tra giocatori che alla più classica “sopraffazione” dell’intelligenza artificiale. Detto ciò, il gioco offrirà al momento soltanto questa modalità (oltre una modalità allenamento, che sostanzialmente sarà identica solo che affronteremo solo l’IA). Una scelta che, nonostante ci vedrà in situazioni quasi sempre intriganti e “diverse”, porterà alla lunga inesorabilmente ad una ripetizione, sia meccanica che concettuale.
Approfondendo l’aspetto più squisitamente videoludico, il gameplay di Hood: Outlaws & Legends si svolge seguendo uno specifico “rito”: le due squadre contendenti iniziano ai lati opposti della mappa (nel gioco, ve ne sono al momento soltanto 5 seppur ben caratterizzate). Al centro concettuale d’essa, solitamente, il maniero da conquistare. Naturalmente, prima di giungere ad esso, guardie, ostacoli e “complicazioni”. In linea di massima, l’obiettivo sarà sempre lo stesso: rubare la chiave del caveau, rubare lo scrigno coi preziosi e fuggire. Naturalmente, un approccio “alla Rambo” non sarà esattamente consigliabile: le guardie saranno ben armate e, in un battibaleno, potranno far scattare l’allarme attirando altri sgherri, oltre che mettendo l’intera area in lockdown. Il primo obiettivo, ci vedrà fronteggiare il temibile “Sheriff”, un massiccio e pesantemente armato figuro al quale è stata affidata la protezione della chiave e che vagherà per la mappa alla ricerca di ospiti “non invitati”. Un figuro che, in poche mosse, è in grado di spazzar via un’intera squadra “disattenta”, mettendo fine alle sue velleità robinhoodesche. Perciò, l’approccio al temibile avversario dovrà esser cauto: in questo senso, lo Sheriff non potrà esser ucciso ma unicamente atterrato per un lasso di tempo limitato, eliminando solo temporaneamente la minaccia.
Una volta ottenuta la chiave, ci toccherà scovare la posizione del caveau, nel mentre saremo impegnati non solo a tenere a bada le guardie, ma anche e soprattutto il team avversario.
Tra ruberie e assalti
E, infine, una volta ottenuto lo scrigno, dovremo trasportalo nel punto di estrazione: un compito non facile, visto che dovremo optare se trasportarlo usando un solo membro del team oppure due, naturalmente impattando complessivamente sul nostro potenziale offensivo/difensivo. Giunti nel punto di estrazione, partirà un timer: in quel frangente, Hood: Outlaws & Legends diviene una sorta di “Re della Collina” dove il bottino realmente ottenuto sarà complessivamente legato a quanto ne riusciremo fattivamente ad estrarne, armeggiando una pesante e lenta carrucola. Un riassunto del complessivo gameplay che, però, non rende affatto onore a quello che la modalità trasmette: strategia, adrenalina, combattimenti intensi e, in generale, un feeling di dinamismo e di allerta continua. Anche la sola necessità, ad esempio, di catturare specifici punti di respawn sparsi per la mappa, sarà ad esempio una variante cruciale per la buona riuscita della missione. Senza contare che, com’è lecito attendersi, le mappe non saranno “semplici” ma al contrario cosparse di sotterranei, passaggi segreti (alcuni, “apribili” solo da determinate classi), edifici e quant’altro.
In generale, come anticipato, nonostante l’unica modalità sin qui presente risulti, alla lunga, ripetitiva meccanicamente, essa però non sarà mai fattivamente noiosa, specialmente quando ci si troverà dinanzi team avversari preparati (l’Ia complessiva del gioco, in se, non si rivelerà mai particolarmente preoccupante). Detto ciò, affrontando più di qualche partita, si noterà ben presto che, nonostante l’idea di partenza sia sicuramente ben architettata, nel concreto il gameplay avrà diverse limitazioni e “derive” non proprio ortodosse rispetto all’iniziale concept. La prima annotazione “agrodolce” giace nell’essenza stessa del gameplay, dove sarà sostanzialmente possibile perdere tutto all’ultimo secondo, nonostante si siano completate le “tre fasi” in modo eccelso: una scelta che rende sicuramente più intenso e “pepato” il muover ludico del gioco ma che potrebbe frustrare una fetta dei giocatori (soprattutto considerando che, alla lunga, risulta la strategia con meno rischi e più alte possibilità di guadagno). Un gameplay che, seppur indirizzi i giocatori nel percorrere la via del ladro, fatta di oscurità, tattica e, solo se indispensabile, uso della forza, non rende però la scelta “obbligata”. Sulla carta, un’ottima cosa, ma in concreto si tradurrà spesso in sessioni che somigliano più ad una sorta di deathmatch a squadre tra teppisti e guardie, piuttosto che una sfida tra astuti ladri. E, in aggiunta, c’è da valutare un ultimo, fondamentale limite: l’assenza di un matchmaking bilanciato e che, piuttosto spesso, mette a confronto player alle prime armi con giocatori di alto livello (e ottima conoscenza delle mappe). Senza contare che, oltre ad una certa disparità, l’attuale sistema di “pairing” dei giocatori risulta a più tratti anche piuttosto lento nel trovare squadre. In linea di massima, tutte le criticità, in gran parte lamentante dalla community, sono state recepite dagli sviluppatori che hanno già annunciato di esser a lavoro per limare tutti gli “angoli”.
Quattro brutti ceffi per uno sporco lavoro
Come brevemente anticipato, in Hood: Outlaws & Legends avremo a disposizione quattro classi basate visibilmente sulla leggenda di Robin Hood. Tra cui, com’è lecito attendersi, proprio il mitico ladro in calzamaglia, equipaggiato con il suo leggendario arco e che sarà in grado di lanciare devastanti frecce esplosive. Accanto a Robin, Marianne, la quale potrà rendersi completamente invisibile e letale, grazie alla sua veloce balestra che potrà scoccare dardi a ripetizione e rivelarsi distruttiva sulla corta distanza. Accanto ai due, l’immancabile Little John che, come la leggenda ci ha insegnato, di “little” avrà ben poco. L’energumeno, infatti, vagherà per la mappa con un mastodontico martello a due mani che schiaccerà, letteralmente, i nemici nei combattimenti in mischia. Ultimo, ma non per importanza, Tooke, basato sul leggendario Frà Tuck, che svolgerà il cruciale ruolo del curatore di squadra. Ma, in realtà, il loro “senso visibile” sarà unicamente la punta dell’iceberg: i compiti che potranno assolvere saranno strategicamente diversi.
Ognuna delle classi, nonostante il ruolo differente che si troverà ad assurgere durante il concitato gameplay, obbedirà però ad una serie di “severe” leggi ludiche. A cominciare dall’immancabile stamina, la “moneta” per ogni azione che vorremo compiere: dagli attacchi, alle parate sino ai movimenti, la barretta dell’energia dovrà esser dosata a pennello, per non trovarsi nell’ardua situazione d’esser “esausti” nel pieno della battaglia. Come detto, Hood: Outlaws & Legends aggiunge ad una ricetta molto gradevole, anche un immancabile pizzico di ruolismo: completando le ruberie, oltre a prezioso bottino, otterremo anche esperienza, le quale ci consentiranno di accedere a tutta una serie di possibilità. A partire dallo sblocco di una serie di abilità passive specifiche per ogni classe: potremo portarne in battaglia soltanto tre, che andranno ad impattare direttamente sul tipo di gameplay. Detto ciò, il ruolo d’ognuno sarà ben definito proprio dalle caratteristiche fondanti delle classi che, al momento, non sono particolarmente bilanciate nel complesso (e avrebbero potuto esser più approfondite anche a livello di mero combattimento) ma che, comunque, sono tranquillamente giocabili senza grosse perplessità (tra cui, l’immancabile “meta” che attanaglia ogni gioco multiplayer).
Tecniche tra luci e ombre
Hood: Outlaws & Legends è un prodotto tecnicamente pregevole: graficamente il titolo si rivela ben realizzato, offrendo scorci d’impatto e che regalano quel senso di “oscurità medievale” che da sempre ammanta le avventure del prode Robin Hood. In generale sia i nemici, sia i personaggi utilizzabili, saranno ben realizzati e rifletteranno, artisticamente, l’immaginario comune legato al leggendario ladro in calzamaglia. Ad aumentare le possibilità estetiche, anche una vasta collezione di oggetti cosmetici che sarà possibile acquistare con la moneta sonante ottenuta in game. Un’estetica che brilla anche nel dettaglio profuso nel caratterizzare le mappe di gioco, vicine per temi ma sufficientemente distanti per peculiarità concrete e tendenzialmente ben concepite a livello di design e intricatezza. Naturalmente, dove v’è luce, c’è per definizione qualche ombra: Hood: Outlaws & Legends, al momento, conta più di qualche incertezza tecnica, fra schermate di caricamento “nere”, animazioni non sempre al top (specialmente quelle di combattimento) e qualche rallentamento durante i punti più concitati. Anche la sopracitata e lodata estetica, sarà in parte “vittima” di qualche piccolo bug. Un plauso, invece, senza indugi, per il comparto sonoro: gli effetti sono vibranti e sicuramente ben fatti, così come le musiche accompagnano in modo coerente e mirato le fasi salienti del gameplay, con aumenti di volume o cambi verso tematiche più “nervose” nelle fasi cruciali del gameplay.
Concludendo…
Una buona idea, una buona realizzazione ma non senza qualche limite strutturale: Hood: Outlaws & Legends è in sostanza questo, un videoludo interessante e in larga parte avvincente, seppur al momento ancora da “limare” e ripulire. Gli sviluppatori sembrano molto attenti alle richieste della community e ciò potrebbe trasformare il titolo, tra qualche tempo, in una perla assoluta del concetto di “PvPvE”: solo il tempo riuscirà a rispondere ad una difficile domanda. Al momento, il titolo di Sumo Digital resta un’esperienza sicuramente valida ma non senza visibili asperità, tecniche e concettuali.