I più anzianotti non potranno – avvicinandosi a Two Point Hospital, prodotto da SEGA e sviluppato da Two Point Games – non provare un senso di positivo dejàvù, una brezza fresca ma che viene da molto, molto lontano. Perché, al sol sentire la parola “Hospital”, un gamer con almeno una trentina d’anni sul groppone, non potrà non ricordarsi di Theme Hospital, gestionale ospedaliero totalmente fuori di testa, sviluppato da Bullfrog Productions ed edito da Electronic Arts. Un’esperienza meta-ludica come poche, in grado di unire ad una meccanica gestionale complessivamente profonda e difficile, un’estetica folle e in grado di parodizzare in modo intelligente quello che, solitamente, è un luogo di “dolore”.
In quest’ottica, con le ovvie differenze, Two Point Hospital va ad inserirsi nello stesso continuum spirituale del titolo EA, cercando ovviamente di tracciare una linea netta con il passato pur continuando a “spiarlo” da dietro la barricata.
Ma procediamo con la review…
Un folle metodo di cura
Two Points Hospital è un gioco gestionale legato all’ambito ospedaliero, in cui saremo chiamati a rivestire il difficile ruolo di manager di un ospedale di tutto punto, dove avremo il compito di organizzarne in modo armonico i servizi non dimenticando, naturalmente, il profitto e non facendo caso se i nostri pazienti sono fantasmi o aberrazioni dal fascino comico irresistibile. Il titolo, a quasi due anni dall’uscita su PC in cui si è avvalso del suo status di Accesso Anticipato su Steam, è sbarcato da pochi giorni su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, portando la sua folle panacea medica anche nel mondo del gaming console. Appena avviata la modalità campagna (l’unica al momento, disponibile, poiché le modalità The Superbug Initiative e Sandbox, già presenti su PC, saranno aggiunte gratis durante il mese di marzo), il titolo ci introdurrà ad una serie di profondi tutorial che ci permettono di entrare nel cuore pulsante del gioco, ovvero la gestione complessiva di una struttura ospedaliera completa. Vestendo il nostro camice bianco “apicale”, dovremo occuparci di tutti gli aspetti principali del managing, dalla gestione del personale, sino all’oculato bilanciamento delle spese per poter in questo modo accedere a nuove strutture.
Oltre ad adocchiare costantemente il nostro portafoglio, volano che ci consentirà, tramite un’oculata gestione, di poter espandere il nostro ospedale offrendo servizi via via più innovativi e avanzati come sale diagnostiche, farmacie, corsie e via dicendo, un altro parametro che saremo chiamati ad attenzionare è la soddisfazione del paziente/cliente, ma anche del personale che saremo chiamati a scegliere in base a caratteristiche di varia specie, da abilità specifiche a caratteristiche personali. Se volessimo suddividere il gameplay complessivo in fasi salienti, Two Points Hospital potrebbe esser sezionato in tre parti: la costruzione della struttura ospedaliera, con tanto di oggettistica tecnica e più squisitamente estetica, l’assunzione e gestione del personale e, infine, il bilanciamento delle entrate e delle uscite. Senza dimenticare che, il tutto, è tenuto insieme da una verve parodistica molto divertente, anch’essa emanazione spirituale della pietra miliare Bullfrog, tra fantasmi che infesteranno i corridoi del vostro nosocomio a pazienti affetti da una sindrome da rockstar o con la testa a forma di lampadina, senza dimenticare macchinari per la cura che, a conti fatti, sembrano più divertentemente dannosi del malanno che dovrebbero curare.
“Dottore, chiami un dottore!”
Ma, proseguendo innanzi con la carriera da dirigente, aumenteranno esponenzialmente le aree di intervento: oltre alla possibilità di gestire più strutture differenti o di espandere quelle esistenti acquistando lotti di terreno liberi nelle immediate vicinanze, saremo chiamati anche al miglioramento/sostituzione tecnologica degli strumenti, ad analisi di mercato che sfoceranno in un marketing mirato per attrarre il paziente, senza dimenticare la costante necessità di migliorare le cure investendo nello sviluppo e nella ricerca. I nostri sforzi lavorativi andranno a confluire, alla fine di ogni anno, in una sorta di premiazione che eleggerà il miglior medico, il miglior infermiere: ottenere più premi, significherà aumentare in modo vertiginoso la reputazione dell’ospedale, il che avrà l’effetto di attirare più clienti e, di conseguenza, aumentare i profitti in modo considerevole. Senza contare che, come ogni gioco che si rispetti, avremo facoltà di trovare anche metodi “alternativi” di guadagno, come distributori di cibo, bevande ecc.
Two Points Hospital, in questo senso, offre un complessivo gameplay curato, profondo e divertente, riuscendo anche nel difficile compito di incorniciare il tutto in un sistema meccanico intuitivo ed un incedere ludico tarato in modo magistrale, fondato su di una curva di apprendimento gradualmente più complicata (seppur, in generale, il gioco sia più che accessibile anche nelle fasi più avanzate). Se volessimo trovare un neo (anzi due) alla complessiva produzione, di base eccellente, Two Points Hospital soffre un po’ di una certa ripetitività contestuale: come detto, il titolo offrirà un livello di sfida intermedio che non impensierirà chi ha masticato più di qualche gestionale. Una difficoltà non particolarmente ostica non solo per quanto concerne la complessiva asperità intrinseca dei livelli, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la generale strategia di approccio alla costruzione dell’ospedale, che inizierà quasi sempre dagli stessi reparti per una bilancia costi/benefici piuttosto rigida.
Ma, questi nei, rendono anche il gioco uno dei migliori punti di partenza possibile per tutti i neofiti del genere che volessero avvicinarsi al settore. Un’altra considerazione da fare, possibile per chi ha giocato in passato Theme Hospital, è che in sostanza, il titolo SEGA ripropone in salsa aggiornata tecnologicamente tutte le sfaccettature che il prodotto Bullfrog, qualche decade fa, offrì. Con un esempio passato di partenza così “mostruoso”, sia meccanicamente che contenutisticamente, ci si sarebbe aspettato un lavoro di maggior personalizzazione ed espansione dei contenuti in Two Point Hospital che, nella sua certa pregevolezza, sembra più un omaggio “aggiornato” al titolo Electronic Arts che un titolo a sé stante. Naturale che, l’ottimo lavoro svolto e il solido supporto post lancio che il titolo ha avuto su PC, fanno be sperare per un’evoluzione futura che sterzi verso lidi via via più personali.
Diagnosi tecnica
Ma veniamo al dubbio “metodico” che ogni gamer veterano avrà colto sin dalle prime battute: Two Points Hospital, in quanto gestionale e quindi naturalmente votato alla soluzione di controllo mouse/tastiera, come funziona su PlayStation 4? La trasposizione su console, in generale, è più che buona: la mappatura dei comandi è semplice ed intuitiva e sfrutta, sostanzialmente, gli stessi concetti meccanici di cui si avvale la controparte per Home Computer. Con la pressione del tasto quadrato, si accederà al menù, posto in basso a sinistra su schermo, dove compariranno vari menù e schermate relativi alla mera costruzione delle stanze, aggiunta degli oggetti e assunzione del personale ecc. Con R3 potremo accelerare o rallentare il tempo o fermarlo completamente con la pressione della levetta sinistra, L3. I trigger saranno adibiti invece al controllo dello zoom, con R1 ed L1 che saranno invece dedicati alla rotazione degli oggetti e delle stanze. Una soluzione sicuramente fluida e che non ha fatto particolarmente rimpiangere mouse e tastiera.
Parlando di questioni più meramente tecniche e grafiche, la versione PlayStation 4 di Two Points Hospital offre un comparto indistinguibile o quasi dalla versione PC ispessito anche da performance complessivamente solide. Il titolo su PS4 Pro risulta assolutamente fluido, con caricamenti piuttosto veloci e praticamente nessun bug o problema tecnico in grado di inficiare il complessivo lavoro di programmazione svolto, se non qualche piccola compenetrazione poligonale (soprattutto fra i modellini umani) e breve calo di frame rate quando l’afflusso nei corridoi sarà notevole. A questo si aggiunga uno stile estetico azzeccatissimo, divertente e piuttosto vario, che poggia anche su di un numero sorprendente di animazioni e scenette a cui potremo assistere.
Concludendo…
Two Points Hospital è un tuffo nel passato, in grado di far ammassare fiotti di nostalgia nei gamer più vetusti. Un gestionale completo e profondo, corroborato da un complessivo humour che ne investe ogni aspetto. Un titolo non particolarmente difficile (e che, proprio per questo, potrebbe non attirare i veterani in cerca di una sfida) e un po’ ripetitivo ma che, anche grazie ad una traslazione meccanica su console davvero ben congegnata, riesce a divertire in pieno senza far rimpiangere un PC.