E’ passato circa un anno dall’uscita di The Division 2 – un’uscita che, almeno nelle fasi iniziali (come spesso accade ai giochi “infrastrutturalmente” complicati), è stata viziata in modo visibile da una serie di fallacie tecniche che ne hanno parzialmente edulcorato il pacchetto complessivo di contenuti – di già piuttosto vasto all’epoca – qualitativamente migliorato in quasi tutti gli aspetti rispetto al primo, seminale, capitolo. Di acqua sotto i ponti ne è passata e il titolo Ubisoft, oggi, è un ludo godibile, pulito – o quasi – a livello di mera programmazione e vastissimo. Una vastità che andrà, parallelamente, ad aumentare grazie all’uscita di Warlords of New York, espansione che aggiunge un bel po’ di carne sul fuoco per tutti i fidi esploratori di una New York devastata da un virus batteriologico.
Ma andiamo con ordine…
Una città, un intero mondo
Warlords of New York è la nuova espansione di stampo narrativo di The Division 2. Il content update, in un sol colpo, ci riporterà lì dove l’orrore è iniziato, nella “Grande Mela”. Una New York devastata da una versione modificata del vaiolo, rilasciata dal folle biologo Amherst, innescando una mortale pandemia che ha, di fatto, messo in ginocchio la megalopoli. Ma, nella novella espansione, il nemico numero non sarà lo scienziato, ma il suo erede spirituale, Aaron Keener, che al termine del primo capitolo della serie dichiarò la sua “edificante” intenzione di perseguire lo stesso piano di Amherst, ma su scala mondiale. Warlords of New York ci catapulterà in una sezione “nuova” della Grande Mela, Lower Manhattan, ricreata da Massive Entertainment in scala 1:1 con un lavoro che definire certosino è probabilmente limitativo. Una zona dichiarata nera, nella finzione ludica del gioco, ma che è divenuta improvvisamente, dopo il tragico passaggio di un furente uragano, terra di conquista non solo per gli agenti della divisione ma anche, e soprattutto, per tutti quei malintenzionati e criminali intenti a sfruttare il “deserto pandemico” per i propri loschi scopi.
Partiamo dai contenuti: Ubisoft propone nel novello pacchetto un’offerta piuttosto ricca, composta da cinque missioni principali, otto secondarie e quattro abilità speciali che otterremo uccidendo i “bracci destri” di Keener. In termini meramente ludico-meccanici, Warlords of New York ci proporrà una struttura progressiva piuttosto classica: Lower Manhattan è divisa in quattro differenti distretti, Two Bridges, Battery Park, Civic Center e Financial District, che saremo chiamati ad esplorare e visitare gradualmente seguendo le vicende del gioco, esplorando minuziosamente ogni angolo delle mappe e, al contempo, sbloccando i tanti rifugi sicuri che funzioneranno anche come inneschi per il viaggio rapido. L’obbiettivo sarà quello di ripulire la singola sezione, abbattendo il “capo” della gang che impera ivi, attraverso una missione cooperativa di difficoltà più alta rispetto allo standard. E’ bene sottolineare che Warlords of New York sarà, di base, user friendly: l’espansione infatti permette di creare in primissima battuta un personaggio di livello 30, con cui poter accedere a tutte le skill del titolo base, al contempo potendo di già sfruttare un equipaggiamento di tutto punto per poter iniziare.
Alla fine del tunnel
Ma, logicamente, un’espansione… espande il contenuto base offerto dal gioco: ergo, un’espansione è principalmente nuova “carne” data in pasto a chi la prima avventura l’ha affrontata a fondo ed esplorata in ogni suo punto. Per questo, la domanda che molti veterani del brand si porranno è la seguente: una volta finita la campagna principale, che si fa? Prima informazione fondamentale è il level cap, che passa da 30 a 40. Ma definirlo massimo non è propriamente corretto: al raggiungimento dell’ultimo livello, si sbloccheranno i cosiddetti livelli “Shade” che, in una struttura non molto dissimile dai talenti di Diablo 3, ci consentirà di accumulare esperienza al fine di sbloccare diverse caratteristiche bonus utili al nostro personaggio. A questo, com’è ormai consono per la produzione Ubisoft, si aggiunga anche la possibilità di affrontare a difficoltà superiore tutti i contenuti disponibili, dalla linea di trama principale, alle taglie o Roccaforti, con queste ultime che si riempiranno di nemici davvero ostici equilibrati da ricompense speciali, senza contare la possibilità di aggiungere delle “direttive”, ovvero dei parametri modificabili che andranno ad acuire o far differire l’esperienza di gioco in base alle nostre scelte. Ad esempio, potremo stabilire l’utilizzo delle abilità o la rigenerazione di skill e corazze ecc. Ogni direttiva applicata, aggiunge un 25% in più di guadagno in termini di esperienza.
Alla mole contenutistica aggiunta con Warlords of New York, va aggiunta anche il difficile raid “Operazione: Ore Buie”, una missione cooperativa speciale, particolarmente difficile non solo per l’asperità complessiva dei nemici, ma anche per l’intrinseca struttura di gioco che lo caratterizza, suddiviso in fasi con obbiettivi specifici da raggiungere via via più difficili, che culminano in boss ostici e difficili da abbattere, ognuno dei quali avrà delle meccaniche prestabilite e uniche, che renderanno gli scontri “personali” oltre che darvi la possibilità di accedere, una volta sconfitti, a quattro nuove abilità da poter utilizzare. Ubisoft, com’è tradizione, ha però in programma un supporto “extra” per il titolo davvero notevole: è di fatti da pochi giorni cominciata una nuova stagione di The Division 2, che ha portato con sé una serie di novità ed un ricchissimo programma di attività da svolgere per tutti i giocatori. Ogni stagione dura circa tre mesi ed è caratterizzata da una pseudo-campagna con al centro l’eliminazione di uno specifico obbiettivo, che muterà ogni tre settimane. A questo, si aggiungano anche gli eventi globali, che uniranno numericamente parlando i giocatori di tutto il mondo. Nonostante tanta carne al fuoco, Warlords of New York cade un po’ nello stesso problema del gioco base (e, logicamente, c’era da aspettarselo), ovvero risultare un po’ troppo ripetitivo a livello di gameplay, quantomeno in relazione allo “schema” complessivo delle missioni, in relazione proprio alla finzione narrativa dell’espansione, che vede Manhattan divisa in precise fazioni.
Tecnicamente…
Il lavoro svolto da Massive, da un punto di vista meramente estetico e più squisitamente tecnico, è sicuramente pregevole. Le ambientazioni di una Lower Manhattan devastata non solo dalla pestilenza ma anche dal violento fenomeno atmosferico, sono davvero cariche di pathos e dettagli, magistralmente mescolati per far realmente respirare la “fine del mondo” batteriologica che The Division ci fa vivere. Manhattan, per quanto deserta e frantumata, risulta inquietante, ombrosa e lugubre nel suo brulicare di violenza e pericolo.
L’effetto “civiltà in rovina” è visibile ad ogni angolo: Madre Natura sta letteralmente inghiottendo il regno d’asfalto e metallo degli uomini, con della robusta vegetazione che ricopre strade ed edifici – senza contare animali selvatici che passeggiano allegramente per le vie desolate della città. A livello di mera programmazione, Warlords of New York si presenta in forma smagliante: tolta qualche piccola compenetrazione poligonale, qualche lieve calo di fotogramma in sporadiche situazioni (tendenzialmente, quando ci saranno parecchi effetti e nemici a schermo), il gioco scorre fluidamente su Xbox One X. Warlords of New York si presenta in ottimo stato, seppur con qualche piccolo limite. Sicuramente, la caratteristica che al momento appare più sbilancia è il livello di difficoltà distribuito in maniera poco bilanciata, con improvvise impennate anche durante lo stesso livello di gioco che complicheranno notevolmente le missioni, specie se dovessimo optare per i livelli di difficoltà più alti.
Concludendo…
The Division 2: Warlords of New York è un’ottima espansione, in grado di catalizzare sicuramente l’attenzione dei fan, senza eccezioni. Detto ciò, ad un pacchetto di contenuti che concretamente mettono tanta carne sul fuoco rispetto all’offerta ludica del capitolo base, l’espansione però non si distanzia un millimetro dai concept del primo capitolo, andando semplicemente ad allargare le caratteristiche di base, con qualche piccola aggiunta davvero nuova. Sicuramente un must have per chi ama il gioco, anche se qualcosa in più in termini di innovatività dell’offerta poteva esser fatto.