The Talos Principle è un’avventura rompicapo ideata inizialmente su PC cinque anni fa e già recensita sulle nostre pagine, approdata infine anche sulla piccola console di casa Nintendo. Si tratta di un titolo che nacque quasi per caso come una specie di esperimento sulla manipolazione di oggetti durante lo sviluppo di Serious Sam 4: ben presto i ragazzi di Croteam compresero che sopra le meccaniche in corso di studio si poteva costruire sopra un gioco a sé stante. E così fecero! Ci siamo quindi immersi nuovamente con piacere in un titolo senza età, che consente ai giocatori di impiegare la materia grigia interagendo nel contempo con IA impazzite e visionarie! Per scoprire se siete realmente esseri senzienti, continuate a leggere…
Benvenuto, bambino.
Come avete intuito il titolo oggetto di questa recensione non è solo un rompicapo in senso stretto, ma racchiude anche una pregevolissima componente narrativa che segue le gesta del nostro misterioso protagonista sin dalla sua “nascita”. All’inizio si viene accolti da una possente e profonda voce proveniente dall’alto, che utilizza per noi semplicemente l’appellativo “bambino”. Costui, che risponde al nome di Elohim ed ha tutta l’aria di ritenersi un vero e proprio Dio, ci indica subito le regole del gioco a cui vuole sottoporci all’interno di un giardino dell’Eden creato appositamente per noi. Nostro scopo sarà la raccolta di un certo numero di tetramini attraverso la soluzione di rompicapi di difficoltà crescente, con la promessa finale di poter ottenere la vita eterna! C’è solo un vincolo, imposto immediatamente dall’essere, per ottenere la ricompensa suprema: non dovremo mai avvicinare la Torre Proibita. L’incentivo è allettante, senza dubbio, ma potrebbe darsi che le promesse di questa entità superiore non rispondano esattamente alle aspettative più ortodosse di noi comuni mortali…
Sia fatta la mia volontà.
The Talos Principle propone una comoda visuale in prima persona (ma è anche possibile sceglierne altre in terza persona, smanettando nei vari menu) attraverso la quale si guida il nostro misterioso automa all’interno di alcuni scenari. Questi sono disposti in tre macro-ambientazioni alle quali poi va aggiunta la chimerica Torre Proibita. Le ambientazioni raffigurano tre periodi ben precisi della storia umana: il mondo romano, egiziano, medioevale.
Ogni scenario è diviso in 7 livelli, ognuno contenente un numero variabile di puzzle. La raccolta del numero sufficiente di tetramini consente di aprire le porte che sbloccano altri livelli oltre che gli attrezzi necessari per risolvere i rompicapi stessi. Gli enigmi sono sostanzialmente dei piccoli labirinti: nostro scopo è raggiungere il tetramino di turno. Questo di volta in volta va acquisito schivando ostacoli mortali (come droni esplosivi o torrette minigun) e/o sbloccando porte, saltando oltre muri e così via. All’inizio si utilizza un solo strumento per procedere: il Jammer, una torretta portatile che consente di bloccare da lontano il funzionamento di qualsiasi meccanismo elettronico (ivi incluse porte elettroniche). In seguito si potrà sbloccare il Connettore, un torretta diversa in grado di ricevere e trasmettere un fascio di luce di colore variabile. Attraverso il sapiente uso di queste ultime sarà necessario trasmettere e fare rimbalzare il fascio di luce verso interruttori di vario tipo, per aprire porte od attivare meccanismi.
A questi oggetti si aggiungono più avanti le ventole, gli esaedri (nome tecnico per indicare il cubo), i registratori ed infine le piattaforme. Alcuni puzzle, specialmente nel terzo scenario, spingono decisamente all’estremo l’utilizzo dei vari strumenti sulle quattro dimensioni conosciute, obbligando il giocatore a spremere seriamente le meningi per arrivare alla soluzione.
Ok, ma la storia?
Iniziamo con il dire che molti sono i riferimenti del gioco alla mitologia greca o ad argomenti religiosi, a cominciare dal titolo. Talos stesso infatti, nella mitologia è una gigantesca statua vivente di bronzo, invulnerabile, creata da Efesto. Le domande poste durante il gioco sono molto profonde ed accompagnano il giocatore su temi del transumanesimo, facendo riflettere su cosa renda gli umani esseri senzienti. Ci sarebbe differenza tra un essere umano ed una macchina tangibilmente razionale? Allora saremmo anche noi macchine, ma di un tipo diverso? Cosa definisce quindi una persona?
Questa autoanalisi avviene contestualmente durante il gameplay attraverso l’ausilio di alcuni terminali testuali, presenti in ogni livello. In principio sarà possibile semplicemente leggere alcuni testi di provenienza mista, estratti di blog, riviste, email. Attraverso queste informazioni si apprende il contesto dentro al quale ci si trova. In seguito, dopo le prime interazioni, farà prepotentemente la sua comparsa anche una IA digitale rispondente al nome di Milton, che inizierà una lunga serie di colloqui con il giocatore, attraverso sequenze di domande e risposte.
Ben presto si scopre che ci si trova in un periodo collocato temporalmente molto al di là di quello attuale dove la razza umana è stata decimata da un qualche tipo di epidemia. Fortunosamente un team di scienziati è riuscita, in extremis, a progettare una realtà virtuale in grado di sviluppare intelligenze artificiali che, forse, un giorno saranno in grado di prendere il nostro posto e portare avanti la nostra eredità. Quale sia il ruolo dei vari attori, Elohim, il giocatore, Milton, si scopre solo avanzando nella storia, che dispone anche di finali multipli. Questa componente di gioco è davvero intrigante e per alcuni eletti, da sola, costituirà un valido motivo per percorrere interamente il viaggio che Tom Jubert and Jonas Kyratzes hanno ideato.
Comparto Tecnico
Come abbiamo anticipato The Talos Principle è realizzato dai Croteam, gli stessi autori della serie Serious Sam. L’engine di gioco è il loro famoso Serious Engine che, dobbiamo dirlo, calza davvero a pennello per lo stile richiesto in questo frangente. La grafica è semplice, ma gradevole, fluida, mai tentennante. Forse l’unico appunto che si può fare è che ci voleva un po’ più di varietà: tre ambientazioni sono forse troppo poche per un titolo che richiede oltre 15 ore di tempo per essere completato (più altre 10 di Road To Gehenna). Il comparto audio include una pregevolissima colonna sonora che non stanca davvero mai neanche dopo lunghe sessioni. L’artista croato Damjan Mravunac ha davvero colto in pieno lo stile giusto creando un insieme di musiche ambient, ricche di segmenti vocalizzati magistralmente. Gli effetti sonori sono stati selezionati con cura. Tutto il parlato del gioco è stato tradotto in italiano con l’ausilio di doppiatori convincenti: decisamente sopra la media per gli standard videoludici. Peccato per i testi, talvolta complessi, che sono stati maldestramente tradotti alla lettera e sporadicamente causano qualche difficoltà di comprensione. Sulla Switch il gioco è decisamente fruibile, anche se in modalità handheld i testi dei terminali possono risultare troppo minuscoli: meglio selezionare subito la dimensione massima dal menu apposito. Unico aspetto negativo di questo porting sono i caricamenti tra i vari livelli, eccessivamente lunghi e tediosi. La versione digitale occupa circa 4 Gbyte di memoria nella console.
Concludendo…
The Talos Principle è un viaggio filosofico travestito da rompicapo. Oppure è un rompicapo, travestito da viaggio filosofico. Decidete voi, ma a prescindere dal punto di vista a noi è decisamente piaciuto. E’ un titolo che non invecchia perché offre un gameplay convincente ed una narrativa profonda costruita tramite flashback testuali e domande che analizzano temi molto attuali. L’unico appunto che ci sentiamo di fare è sulla varietà delle situazioni: verso la fine del secondo scenario si ha infatti la decisa sensazione che i vari rompicapi continuino a riproporre situazioni analoghe.