L’ombra del predecessore
“Final Fantasy VII” è ricordato da tutti come uno dei migliori videogames di sempre , e per una serie di giustissime motivazioni: una trama commovente, una struttura di gioco solida, una colonna sonora impressionante e tanto, tanto altro. Quando arrivò nelle case di tutto il mondo era come se la rivoluzione fosse finalmente arrivata e tutto fosse cambiato: Cloud , con i suoi assurdi capelli biondi, e tutti gli altri personaggi si sono conquistati un posto nei cuori dei giocatori, un posto che difficilmente riusciranno a perdere. Il problema principale di “Final Fantasy VII” sta, forse, nell’aver oscurato con la sua fama i suoi successori, soprattutto l’episodio immediatamente successivo. Molti, ancora stregati dalle atmosfere di questo settimo capitolo, hanno vissuto l’avventura seguente in maniera più approssimativa , carichi di un’ingiustificata convinzione che nulla avrebbe mai potuto emozionarli più di così. E non si può commettere errore più grande quando si affronta un videogame, di qualunque genere esso sia. “Final Fantasy VIII” si fa comunque spazio nella libreria PSX, entrandovi in maniera dirompente, chiara dimostrazione che SquareSoft (ora Square-Enix) aveva ancora moltissime carte da giocare. ” Excitate Vos E Somno!”, svegliatevi dal sonno, giocatori, è tempo di seguire i SeeD nella loro avvincente storia!
“Io sarò lì, lo prometto?”
Due mesi prima della sua uscita, una demo non giocabile di “Final Fantasy VIII” iniziò a comparire tra i dischi acquistabili nelle edicole? Per quanto tutti fossero curiosi di scoprire i contenuti ludici del titolo, tutto quello che veniva offerto ai giocatori era soltanto un filmato introduttivo? Per quanto sia eretico utilizzare il termine “soltanto” in questo particolare frangente: Liberi Fatali , magistrale brano del maestro Nobuo Uematsu , fa da sfondo a una delle migliori scene introduttive di sempre, oltre che a una delle migliori su PSX. Non si era mai visto nulla di simile, soprattutto se si considera il versante grafico: il duello tra Squall Leonhart (protagonista del gioco) e Seifer Almasy , suo rivale, prosegue senza sosta, mentre strane e confuse immagini gli fanno da contorno in uno scenario che si fa, secondo per secondo, sempre più epico. Lo scontro sembra non terminare mai, fino a quando una ferita sporca il volto dei due ragazzi, bagnando il terreno roccioso col loro giovane sangue . Non c’è che dire, come primo impatto era decisamente promettente, e i giocatori iniziarono a sperare vivamente che tutte queste rosee aspettative non finissero disattese, sparse via come le piume che circondano i due combattenti nel loro duello . Fortunatamente non fu così, e grazie al cielo tutte queste promesse furono mantenute, perlomeno nelle prime fasi di gioco. Squall Leonhart è un ragazzo di diciassette anni, uno degli studenti del Garden; u n Garden è una struttura che raccoglie diversi ragazzi con l’intento di farli diventare parte di un corpo speciale, allo scopo di proteggere il mondo di fronte ad eventuali crisi. Nel Garden di Balamb, residenza del protagonista, i ragazzi imparano cosa vuol dire combattere, si addestrano per missioni militari e di recupero e imparano a gestire il potere delle Guardian Force, bestie mitiche dalle capacità impressionanti, che loro possono richiamare in battaglia per ottenere la vittoria con maggiore facilità. Nonostante l’ambiente in cui vive sia tranquillo e gioviale, Squall è un ragazzo taciturno e schivo, convinto che l’unico modo per sopravvivere a questo mondo senza soffrire sia rimanere completamente solo, senza affezionarsi e senza farsi aiutare da nessuno. Solo col tempo capirà quanto questo ragionamento porti solo a creare altra sofferenza, e che solo la fiducia nel prossimo è la carta vincente per vivere una vita serena.
Dalla Materia alla condivisione
Credo che tutti conoscano la formula basilare su cui si fonda ogni episodio della serie Final Fantasy: si esplorano zone piene di nemici, si effettuano scontri casuali e si fa guadagnare esperienza ai propri personaggi, trasformandoli in vere e proprie macchine da guerra. Tuttavia, ogni Final Fintasi possiede alcune caratteristiche particolari; nello specifico, ogni episodio permette al giocatore di far evolvere il proprio personaggio in maniere differenti. Si passa da schemi semplici e sublimazioni come in “Final Fantasy IV” fino ad arrivare alle Materia di “Final Fantasy VII”. In “Final Fantasy VIII” tutto si basa, invece, sulla relazione di simbiosi fra i personaggi e i loro Guardian Force. Ogni volta che si guadagna un Guardian Force nel corso del gioco, sia che si conquisti attraverso la trama principale sia che lo si recuperi (come molto spesso accade) mediante missioni secondarie, il giocatore può assegnare una di queste bestie a un componente della propria squadra: così facendo non solo si potrà evocarla in combattimento ma si potrà anche usufruire di alcune abilità speciali, che si accumuleranno man mano che questi spiriti acquisiranno esperienza. Nel frattempo, i l giocatore potrà migliorare le statistiche dei propri guerrieri attraverso il sistema Junction : durante le battaglie, grazie a questo rapporto simbiotico coi Guardia Force, sarà possibile assimilare magie e poteri dai nemici indeboliti e assegnare alcune determinate magie alle statistiche del personaggio, fino ad incrementarle a livelli decisamente elevati. Ogni magia ha un effetto diverso : alcune sono più adeguate per aumentare difesa e punti vita, altre per l’attacco o il potere magico. Ciò ovviamente non nega la possibilità di utilizzare normalmente le magie in battaglia contro i nemici. I Guardian Force, inoltre, sviluppano alcune facoltà che rendono i personaggi capaci di rubare oggetti ai propri nemici, occuparsi dei propri compagni ecc. ecc., rifinendo le possibilità e le combinazioni di strategie. Ogni personaggio, inoltre, possiede dei normali attacchi in corpo a corpo, differenti a seconda dell’arma: le armi dei personaggi sono migliorabili ed è possibile acquistare alcuni upgrade in alcuni negozi specifici, i JunkShop , nei quali, al modico prezzo di qualche guil e di qualche oggetto specifico (alle volte alcuni oggetti sono abbastanza rari), si potranno ottenere nuovi potentissimi mezzi di distruzione. Nei momenti critici i personaggi possono sfoderare alcune mosse speciali, sostitutive delle LIMIT dell’episodio precedente, con le quali sconfiggere i propri avversari risulterà ancora più semplice. Semplice? Già, questo è il problema principale di “Final Fantasy VIII”: nonostante sia tecnicamente impeccabile e abbia diverse trovate strategiche interessanti, il gioco è davvero semplice . Alcuni scontri con i boss si possono concludere con una sola mosse e altri nemici risultano troppo deboli per resistere alle sbilanciate statistiche modificate dal sistema Junction o alle incredibili mosse speciali che, soprattutto verso la fine del gioco, diventeranno sempre più frequenti e letali.
Arriva Triple Triad: minigioco con quel qualcosa in più?
Tra le tante novità introdotte da questo titolo una delle più interessanti (e, di certo, la più singolare) è l’arrivo di Triple Triad: trattasi di un gioco di carte diffuso nel mondo di “Final Fantasy VIII”, e quasi tutti i personaggi che si incontrano nel gioco sono capaci di giocarci! Durante il loro “vasto peregrinare”, Squall potrà chiedere a un passante, a un ragazzino del Garden, perfino a un’anziana signora, di giocare a carte . Ogni giocatore possiede delle carte differenti e una determinata strategia di gioco, senza contare che ogni zona dei vari continenti ha le sue regole, come fossero preservate da un’antica tradizione. Giocare a Triple Triad non è un semplice svago collezionistico: una volta accumulate le carte sarà possibile, mediante una particolare abilità, trasformarle in alcuni oggetti , talvolta rari, altre volte addirittura irrecuperabili in altre maniere! Questo strano approccio rende il titolo ancora più profondo e interessante, in quanto spesso capita che l’atmosfera e la tensione vengano spezzate da una gioviale partita a carte, dove ognuno può mettere in pratica la sua scaltrezza o perdere miseramente tutta la propria collezione nella ricerca di una carta rara!
Concludendo…
“Final Fantasy VIII” è un capitolo molto particolare della serie: introduce molti nuovi aspetti strategici, che purtroppo verranno accantonati in seguito, e mostra al mondo di cosa è realmente capace la PSX come console. Peccato che, per una serie di piccole pecche, tra le quali la sua facilità e i ritmi a volte blandi e confusi, questo titolo non abbia ottenuto il successo che meritava, soprattutto perché nell’ombra del suo mastodontico predecessore. Ciò non toglie che si tratta di uno dei migliori titoli per PSX, un vero e proprio must: è uno strano controsenso, vero? Un gioco poco apprezzato come rappresentante del suo genere alla fine è diventato un must… Bizzarrie del mondo videoludico, viene da pensare. Tuttavia, le sensazioni che grafica, musica e trama possono offrire sono state eguagliate o superate da pochissimi altri videogames; questo basta a rendere “Final Fantasy VIII” una incredibile pietra miliare, nonostante le sue lievi imperfezioni.
Alessandro Perlini