Quel cabinato gigantesco…
Quando si è videogiocatori dai 3 anni di età come lo sono io, tutte le sale giochi si sono sempre poste come stanzoni immensi, pieni di divertimento, dove con le tue gambine dovevi arrampicarti qua e là aiutato dal familiare di turno per vedere quali giochi già conoscevi o quali no, per evitare il Mortal Kombat a volume massimo che ti spaventava o altri “pericoli” sparsi. Ogni cabinato era imponente, dovevi prendere uno sgabello e mettertici seduto o in piedi, per poter giocare. Poi, un giorno, quando credi di aver visto tutto, vedi nello stanzino qualcosa di nuovo… Qualcosa di enorme… Un cabinato da 4 giocatori che a malapena riusciva a passare dalla porta della stanza (e ti chiedi come ce l’abbiano portato, lì dentro) e provi a giocare a questo gioco, finendo miseramente la tua partita con estrema rapidità. Era un picchiaduro a scorrimento… Ai tempi avevo già sbucciato e spolpato Final Fight e Captain Commando, qualche volta Cadillacs & Dinosaurs… Ma qualcosa di più profondo non era mai arrivato… Fino a quando, da quell’anno, il gettone poteva spalancarti un portone, per farti finire in un mondo di prigioni e di draghi malvagi…
Arcade + RPG = Perfezione
Ma perché io non riuscivo a passare il primo livello? Eh, ce ne misi di tempo per capire, quasi 10 anni, quando riuscii a rigiocare a Dungeons & Dragons: Shadow Over Mystara… Io ero abituato a premere 2 tasti, salto e pugno. Per gli altri beat ‘em up bastava e avanzava, se riuscivo a vincerci anche a Tekken 2 poi… Ma no, per questo gioco no… L’ascia, la spada, il bastone, tutte le armi principali erano solo parte del corredo d’attacco del tuo personaggio. Ognuno di questi protagonisti (6 tipi, Elfo, Mago, Guerriero, Nano, Chierico e Ladra, possiede un comparto di armi e magie specifiche (il mago e l’elfo hanno addirittura magie diverse a seconda dei costumi), attivabili tramite appositi menù in-game, la cui unica scomodità sta nella necessità di riflessi fulminei, in quando mentre sono aperti ogni altro movimento è bloccato. Ognuna di queste abilità si potenzia nel corso dei livelli, con un egregio sistema di level-up e grazie ad alcune armi e oggetti magici. Ogni personaggio, in più, può giovare delle particolarità della sua razza: l’elfo ha frecce infinite e può rimbalzare sui nemici; il mago ha magie più potenti; il nano danneggia di più e parte con armi più sofisticate, ecc. ecc..
Un’avventura in continua evoluzione
Qui si parla di Dungeons & Dragons… E’ giusto che anche qui, come nel gioco reale su carta, il “master” possa far fare determinate scelte al suo giocatore. Grazie ad alcuni bivi proposti dal gioco, ogni volta il giocatore può far fronte a una battaglia diversa, scegliendo di viaggiare per strade marittime o terrestri, fermando o non fermando certi personaggi e facendo acquisti nei negozi. Molto particolare è il sistema di sub-quest nascoste, solitamente legate a particolari armi o equipaggiamenti: caso particolare è quello delle due spade maledette, che il chierico o il guerriero (a seconda che sia la numero 1 o la numero 2) devono purificare per ottenere alcune armi leggendarie. Tuttavia l’unico modo per purificarle è utilizzarle quando sono maledette, il che comporta il subire parecchi danni: però il giocatore deve scoprire da solo il processo di purificazione delle spade, e una volta che queste son pronte all’azione proseguire può essere più semplice.
Vivere qualcosa di epico
Dungeons & Dragons: Shadow over Mystara è un grande, grandissimo gioco… I personaggi richiedono allenamento e sperimentazione prima di poter essere utilizzati al meglio e le novità continue che la storia offre sono un ottimo stimolo a giocare e rigiocare. L’avventura è molto lunga (in due ci si mettono circa 2 ore a finirla, e per un gioco da sala giochi non è poco!) e tra ottimi effetti grafici e una colonna sonora fantastica la voglia di giocare non finisce mai. Lo dico senza pensarci due volte: forse questo è il picchiaduro a scorrimento più completo di sempre. E vi assicuro che prima di darmi contro (è un’affermazione “pesante” a suo modo) vi consiglio di provarlo. Scommetto che ne resterete talmente coinvolti che separarvene sarà dura… Durissima…
Alessandro “Il Notturno” Perlini