Overkill’s The Walking Dead è l’ultimo nato di casa Overkill, già fautrice dei due ottimi Payday. Con un pedigree come il loro, quando si è saputo che erano all’opera su un FPS online basato sul franchise di The Walking Dead ovviamente le aspettative sono state subito altissime. Purtroppo, altri titoli molto promettenti basati sul popolare fumetto di Robert Kirkman si sono poi rivelato una delusione … riusciranno loro dove altri hanno fallito?
Il verdetto nella nostra recensione…
Zombie … anzi no, Vaganti!
Il gioco si apre con uno stupendo video in CGI, la cui qualità rivaleggia quella dei recenti titoli Blizzard. Si tratta di uno di quei video che fanno tornare il desiderio di poter vedere un giorno un film maturo con questa tecnologia sul grande schermo (l’importante è che non sia Disney).
Ci troviamo in un presente alternativo distopico, dove un’epidemia sconosciuta ha lasciato gran parte della popolazione infetta e priva di raziocinio. Tutti questi zom…no, scusate, vaganti, vagano (appunto) perennemente in cerca di carne umana, contro ogni legge fisica e teologica.
In tutto il paese si sono formate piccole comunità che cercano di sopravvivere, ed altre che cercano di sfruttare la totale anarchia per conquistare il potere.
Il video narra la storia dal punto di vista di un gruppo di persone in particolare, che costruiscono un piccolo accampamento alla larga dai morti viventi, in cerca della pace in mezzo alla devastazione. Purtroppo un altro gruppo di malintenzionati gli ha sottratto recentemente un bene preziosissimo, il purificatore d’acqua: inizia lo scontro. Finito il video, invece, inizia l’orrore.
Il Dubbio
Quando parliamo di orrore, non parliamo tanto del tema horror del gioco, ma del gioco stesso. Sì perché ci troviamo di fronte ad prodotto che ha davvero tanti problemi, ed è davvero un mistero come il nome OVERKILL possa esservi stato associato.
La prima ora di gioco è atroce. OTWD è infatti completamente privo di un qualsiasi tutorial od aiuto; e a questo aggiungete che i menu sono mal fatti e poco intuitivi.
Una volta giocherellato un po’ con le voci del menu, si riesce ad entrare nella lobby. Ovviamente nessuna spiegazione sulla differenza tra i vari personaggi (i soliti quattro, Left 4 Dead docet), ma poco male – evidentemente chi compra questo gioco deve essere già edotto sui concetti dei giochi online, le lobby, le attese, i kick, etc.
Dopo qualche tentativo andato male (dovendo fare i conti con strani errori forniti dal server e contatori di attesa per l’avvio della partita che continuano anche quando la squadra è già al completo), inizia il caricamento. I caricamenti sono uno dei punti deboli del gioco, il disco (NB: meccanico nel nostro caso) non smette mai di frullare anche durante le partite. Solo per iniziarne una ci vogliono circa 2 minuti di attesa (questo quando, ovviamente, non “crasha” a metà strada).
La pazienza è la virtù dei forti
Per allietarci durante il caricamento avremo modo di visionare dei video in bianco e rosso (sì, rosso), ed udire una voce fuori campo che narra le vicende del gruppo e ci prepara all’avvio della missione. La cosa fantastica è che, tenendo premuto un pulsante, è possibile saltare il video introduttivo; ma se il caricamento non ha ancora terminato, si viene semplicemente sbattuti su una schermata statica con la percentuale di completamento – grazie per la possibilità.
Quando la partita cominicia, tante cose possono accadere. Magari chi ospita la partita è dotato di un veloce SSD e voi siete indietro di qualche minuto sul gioco – nessun problema: vi materializzerete direttamente davanti ad un’orda di zomb.. no, vaganti, che non tarderanno a massacrarvi. Considerate che il caricamento, anche se la partita è iniziata, non avrà finito. Quindi con buona probabilità potrete assistere solo ad un frame di gioco per ogni 4-5 secondi trascorsi, e l’agonia sarà molto veloce.
I caricamenti sono davvero terrificanti. Il sistema usato per le prove è dotato di 16 Gb di RAM, ma il gioco ne usa a malapena 3, e continua a caricare ininterrottamente dal disco durante le partite. Lo stuttering che ne risulta riesce a devastare molteplici momenti di gioco; questo avviene in una maniera così irritante (si bloccano i comandi, e quando tornano ci si ritrova in un posto differente magari a ridosso di cadaveri ambulanti) che talvolta abbiamo dovuto reprimere dei seri istinti di violenza.
Gameplay
Facciamo per un attimo finta che non ci siano problemi, e parliamo del gameplay. Il gioco prevede una serie di missioni di difficoltà crescente (e la curva è calibrata alla perfezione: la prima è difficile, la seconda praticamente impossibile senza salire di almeno 4 livelli).
In ogni missione lo scopo è differente. Nella prima occorre semplicemente difendersi dalle orde di non morti, ricostruendo di volta in volta le palizzate che crollano sempre esattamente nello stesso istante (ma hanno il timer?).
Durante la seconda missione fa la sua comparsa l’indicatore della furia zombi. Anche questo arriva senza presentazione alcuna – si impara sulla propria pelle che dove questo è presente, meglio fare tutto in silenzio. L’utilizzo di armi da fuoco attira le orde di vaganti, che ad un certo punto saranno così compatte da essere praticamente impossibile proseguire.
Questo aspetto è gradevolmente preso in prestito dalla serie, dove uno dei dictat più importanti è appunto l’utilizzo delle armi bianche per non indurre l’interesse dei cadaveri nelle vicinanze.
Quando si finisce una missione, occorre fare un “salto” nell’accampamento per interagire con gli NPC ed ottenere le successive, in singolo (niente multiplayer qui). Francamente viene da domandarsi perché sia necessario subirsi 3 minuti di caricamenti (tra andata e ritorno) solo per avvicinarsi ad un personaggio e prendere la missione; non potevano permettere di farlo direttamente dalla mappa? Ovviamente OTWD non distingue tra i livelli normali e gli accampamenti, per cui si viene comunque proiettati nella lobby del multiplayer che rimane in attesa di giocatori che mai arriveranno …
I ferri del mestiere
I personaggi giocabili sono 4: Heather, l’esploratore, una ragazza la cui arma preferita è la balestra. Grant, lo stratega, esperto cecchino. Maya, il supporto, la cui arma preferita sono i mitragliatori, ed infine Aidan, il tank, che predilige i fucili. Tutti sono dotati di tre armi: a parte l’arma principale, esiste un’arma secondaria (di norma un tipo di pistola, automatica, revolver, etc.), ed un’arma bianca. Quest’ultima, si scopre ben presto, è quasi sempre la più utilizzata per due ottimi motivi: il primo è la menzionata necessità di non fare chiasso, la seconda è che le munizioni sono davvero scarse, e vanno conservate.
Oltre alle tre armi ogni personaggio è dotato di 2 oggetti craftabili ed un’abilità speciale. Quest’ultima è variegata: il supporto può “costruire” la borsa medica, uno zaino dal quale è possibile curarsi, lo “stratega” può costruire una specie di bomba molotov, e così via. Gli altri due oggetti sono le bende (per curarsi) ed i grimaldelli, per scassinare serrature. Per poter craftare occorrono diversi ingredienti, consumabili, che vanno raccolti durante le missioni.
Power-up … oppure power-down?
Durante i livelli è possibile scovare delle casse speciali contenenti nuove tipologie di armi e modifiche da applicarvi, per aumentare la potenza di fuoco.
Non manca un ricco albero di crescita delle abilità dei nostri beniamini che, uccidendo vaganti, guadagneranno esperienza e saliranno di livello. I potenziamenti sono divisi in tre sezioni principali: le abilità personaggio e le abilità principali, che sono proprie di ogni eroe, mentre la terza invece è dedicata agli accampamenti, dove è possibile migliorare le difese, ingrandirli e costruire stazioni dove effettuare modifiche e crafting.
La crescita degli eroi è abbastanza prevedibile: esiste un ramo dedicato ad accrescere la potenza della armi (munizioni, etc.), uno dedicato all’abilità secondaria, uno dedicato alla salute, alla stamina, al crafting, etc.
Comparto tecnico
La grafica adottata da Overkill’s The Walking Dead è generalmente ottima. I personaggi ed i vaganti sfoggiano ottimi modelli e texture degne dei tripla A più blasonati. Gli ambienti sono allo stesso modo ben realizzati, ma più altalenanti.
Dove però si atterra decisamente al limite del penoso è sugli oggetti interattivi / in movimento, che sembrano provenire dal peggiore indie sul mercato. Anche le relative animazioni sono al limite del decente, sembra quasi che tutta la fisica applicata agli esseri viventi (ehm..) sia completamente assente. Cancelli, porte ed altri oggetti si muovono fluttuando nel vuoto senza inerzia e trapassando qualsiasi altro elemento.
Il comparto audio è buono – le musiche sono molto ben realizzate e gli effetti sonori fanno decisamente il loro dovere.
L’engine che muove il tutto sembra sviluppato da due entità completamente differenti: per quanto concerne il gameplay, l’esplorazione ed i combattimenti è davvero entusiasmante, mentre per il crafting, la raccolta oggetti, le interazioni siamo sulla soglia del mediocre.
Concludendo
Overkill’s The Walking Dead è un gioco a dir poco incompleto, che avrebbe dovuto essere rilasciato in Early Access e restarci a lungo. Così com’è oggi non possiamo consigliarlo a nessuno, se non ai fan più sfegatati della serie di fumetti (con la serie televisiva ha poco a che fare).
Quando si riesce a giocare, senza i problemi e i bug che lo attanagliano, è quasi divertente ed appagante, ma accade davvero di rado, e per pochi minuti.
A parte i problemi tecnici è anche tormentato da scelte contestabili che dimostrano solo l’incompetenza del team che lo ha sviluppato. Quando si perisce per esempio, si va nella classica modalità “spettatore” mentre si attende la rinascita. Durante questa modalità intanto non ci è dato vedere le missioni ed eventuali scadenze (ma perchè?). La telecamera è posizionata così male che se per caso i superstiti si trovano in spazi angusti è impossibile assistere ad alcunchè dato che ci si ritrova schiacciati contro le texture dei muri. Una volta finito il tempo di attesa il respawn avviene direttamente accanto ad uno dei superstiti a caso (non ci è dato sapere con che logica viene scelto). Se questi si trova circondato da vaganti, in 5 secondi siamo di nuovo a terra.
I bug, come già descritto durante la recensione, sono innumerevoli. Spesso cosmetici (lucchetti che rimangono appesi al nulla, texture dei cancelli che si sovrappongono ai vaganti, zombie che fluttuano a mezz’aria), ma i peggiori riguardano la stabilità (crash frequenti), il network (disconnessioni), ed gli infausti caricamenti che causano spesso pause nel gameplay.
Tutte queste cose potevano essere accettabili 15 anni fa, ma oggi decisamente no.