Call Of Cthulhu è l’ennesimo videogioco che, prendendo spunto dalle macabre storie del compianto H.P.Lovecraft, cerca di proiettare il giocatore – quale protagonista – in una storia tetra e misteriosa liberamente basata sugli scritti del grande autore. Dopo la deludente esperienza del gioco indie Lovecraft’s Untold Stories, sarebbe proprio il momento giusto affinché si presenti sul mercato un titolo che gli renda merito. Call Of Cthulhu parte decisamente avvantaggiato: è stato infatti sviluppato dal team Cyanide Studio, casa francese responsabile dell’ottimo Space Hulk Tactics già recensito in queste pagine non molto tempo fa. Il verdetto nella nostra recensione …
Se sono pazzo, è misericordia.
Il gioco inizia impetuosamente: ci si risveglia con le mani ricoperte di sangue in una tetra caverna straripante di carcasse sanguinolente di esseri non ben identificati, tra i quali spiccano parti di pesci e di uno squalo dimezzato. Dopo una breve esplorazione si finisce per assistere ad un raccapricciante rito satanico compiuto da esseri senza volto. In sottofondo si ode una lugubre voce avversa che sottolinea l’inevitabilità della situazione. Tra i seguaci amorfi si staglia il sacerdote del rito, che all’interno del cappuccio cela delle fattezze abominevoli a malapena visibili.
Un poliziotto senza volto esce dall’oscurità, ed inizia a sparare sul sacerdote, ma senza ottenere alcun effetto. Il mostro si avvicina inesorabile ed infine lo trafigge con il suo arto destro, che forse un tempo era un braccio, ma che ora, deforme, è formato da un cumulo di tentacoli. La sua attenzione quindi si rivolge al protagonista. Lo raggiunge, allunga una mano … il buio.
La paura più antica è quella dell’ignoto.
La storia ha inizio con il risveglio del protagonista della storia nel 1924: Edward Pierce, veterano della prima guerra mondiale, ormai caduto in disgrazia, dominato dall’alcool ed obbligato a prendere sonniferi per dormire. Il suo lavoro oggi è l’investigatore privato, ma nonostante abbia la fama di essere più che abile scopriamo che fatica a trovare un lavoro che lui ritenga “degno”, e rischia quindi di perdere la licenza.
La visita inaspettata di Steven Webster, ovviamente, cambierà la situazione. Questi chiede a Pierce di indagare sulla morte della figlia, Sarah Hawkins, pittrice di fama internazionale. Questa è ufficialmente morta insieme al marito ed al figlio in un incendio tre mesi or sono, ma secondo il padre qualcosa non torna, e disperato chiede a Pierce di investigare. Ha così inizio la nostra avventura…
Non opporti. Sei il prescelto.
Tutto il gioco si svolge in prima persona salvo quando si attivano delle scene di intermezzo che servono ad incollare le varie parti della storia. Questa è infatti divisa in capitoli – di norma tra uno e l’altro ha luogo un evento che modificherà l’ambientazione o la situazione.
Il nostro detective possiede una scheda di sette abilità che, poco dopo l’inizio, è possibile personalizzare con otto punti personaggio forniti (alla stregua di una semplice fase di creazione del nostro avatar). In seguito sarà doveroso affinare queste abilità per alterare anche radicalmente il modo in cui il nostro eroe interagisce e comprende i terrificanti eventi che si andranno a vivere. Le sette capacità sono: fiuto, eloquenza, forza, investigazione, psicologia, occultismo e medicina. Le prime cinque vanno incrementate man mano che avanza la storia spendendo i “character points” ottenuti; le ultime due invece vanno aumentate semplicemente giocando, trovando elementi come libri ed altre fonti di conoscenza che possono arricchire la comprensione del personaggio su questi temi.
Sconfina nella Follia.
In Call Of Cthulhu la componente esplorativa è sicuramente la più determinante: scordatevi di brandire un revolver e sparare all’impazzata. Questo è un titolo che punta forte sulla componente psicologica, in maniera più realistica se vogliamo, dove le soluzioni agli enigmi ed agli eventi di norma si trovano cercando indizi e parlando con i personaggi del gioco.
Laddove viene richiesta deduzione investigativa si attiva una modalità particolare, che il gioco chiama “ricostruzione”. Edward ha la possibilità di fermare il tempo e concentrarsi sugli elementi della scena; è possibile muoversi liberamente sul palcoscenico del misfatto di turno, individuando elementi dai quali Pierce produrrà delle conclusioni, anche sulla base dei valori delle abilità menzionate precedentemente, e la scena viene così ricostruita pezzo per pezzo con tanto di attori principali sotto forma di lugubri manichini annebbiati. Questo processo spesso è davvero intrigante ed ingegnoso, anche se in un paio casi si è dimostrato leggermente frustrante: fino a che non viene trovato l’ultimo indizio infatti non sarà possibile procedere oltre!
Molte fasi della storia richiedono generose sessioni stealth, dove il nostro eroe deve uscire da situazioni scomode evitando sguardi di creature ostili. Per defilarsi è anche possibile saltare dentro armadi (ormai va di moda…) o scivolare negli immancabili condotti di aerazione. Per qualche strano motivo queste azioni causano una immediata reazione claustrofobica al nostro eroe, che inizia a respirare faticosamente perdendo la vista, rendendo difficilissimo incedere.
Per chi conosce le storie di Lovecraft, molte delle ambientazioni saranno in qualche modo familiari. Il porto, il maniero, il museo, l’ospedale – contesti decisamente affini alle scritture del grande autore, e qui resi splendidamente. Una cosa infatti sicuramente non manca in Call Of Cthulhu: l’atmosfera. Gli ambienti, le luci ed i suoni ambientali sono malinconici e trasmettono un forte senso di angoscia. Questo è un gioco horror che non si avvale dei deprecabili “jump scares” per spaventare, ma che costruisce la tensione pezzo dopo pezzo, proprio come faceva Lovecraft nei suoi celebri manoscritti. Chapeau su questo punto di vista.
Comparto tecnico
Dobbiamo purtroppo iniziare constatando il fatto evidente che questo aspetto lascia molto a desiderare. Il conteggio dei poligoni langue fortemente: persino alcune scene di intermezzo, che sono spesso video precalcolati, sfoggiano una grafica che è talvolta peggiore di quella generata in tempo reale dal motore. A parte i protagonisti della storia i visi dei personaggi sono davvero simili, per non dire identici. Questo problema è particolarmente presente nel manicomio dove abbiamo potuto incontrare NPC indistinguibili a distanza di pochi metri l’uno dall’altro).
Gli ambienti sono visivamente splendidi, ricchi di dettagli e molto caratteristici, ma purtroppo l’interazione con essi è davvero limitata. Un piccolo gradino di venti centimetri in discesa costituirà un ostacolo invalicabile. Per fortuna almeno il motore fa scorrere tutto fluido e non abbiamo notato rallentamenti di alcun tipo, in nessuna situazione.
Il comparto audio è frammentato: da una parte abbiamo delle colonne sonore tetre e ben realizzate, con alcune melodie veramente degne di nota. Gli effetti sonori invece sono generalmente buoni, ma molto altalenanti e talvolta scadono nel mediocre. Il doppiaggio, in inglese, rimane convincente per gran parte della produzione.
Abbiamo potuto incontrare alcuni bug prettamente di natura cosmetica, come animazioni incerte e scattose, vestiti (specialmente gonne) che sembrano preda di crisi epilettiche autonome, e suoni talvolta che si interrompono o fuori sincrono. Fortunatamente sono tutti problemi minori che non pregiudicano il gioco e a cui sicuramente si potrà porre rimedio con una patch.
Concludendo…
Call of Cthulhu è un gioco che abbiamo apprezzato, ma che è minato da un comparto tecnico carente. A volte sembra addirittura di trovarsi di fronte un videogioco di 10 anni fa, per la scarsa qualità della realizzazione, e, ci teniamo a sottolinearlo, è davvero un peccato perché evidentemente le idee erano decenti, ma il budget a disposizione molto limitato.
Ciononostante non vogliamo bocciare il titolo francese, anche perché la storia è intrigante e mai noiosa: ogni capitolo ha sufficiente personalità per tenere incollato il giocatore fino al suo epilogo, anche se non mancano degli evidenti buchi logici (come quando analizziamo una sala da pranzo dopo tre mesi dagli avvenimenti e troviamo ancora le portate dei commensali nei piatti).
La componente stealth è molto presente, un po’ sulla falsariga di Amnesia The Dark Descent, ed è sviluppata in maniera onesta, anche se la IA dei nemici è molto elementare. A questo proposito, nonostante i salvataggi siano abbastanza frequenti, alcune scene dove si deve sfuggire dal mostro di turno hanno la capacità di frustrare per via della loro natura (In un caso specifico, prima di capire come procedere, abbiamo reiterato una sequenza quasi trenta volte, e le imprecazioni non sono mancate, ma per fortuna sono casi limite).
Se siete disposti a chiudere un occhio su un comparto tecnico non eccelso Call Of Cthulhu risulta essere un gioco molto godibile e che alla fine vale la pena di essere giocato.