Con la morte, la vita trova nuovi spiragli e opportunità, in un ciclo infinito ed equilibrato. Unica eccezione a questa legge immutabile, noi: Dead Cells di Motion Twin manda candidamente a quel paese il concetto di game over e ci dona un macabro tipo d’immortalità. Quello ideato da Sebastien Bénard è un roguelike che riesce a condensare un ampio spettro di generi, adottandone le caratteristiche più gustose e rende la formula finale una tra le più riuscite degli ultimi anni. Tirare le cuoia per poi tornare nel regno dei vivi non è mai stato così appagante.

Una palla informe di materia organica cola attraverso le condutture di un’antica prigione, spappolandosi al suolo. Strisciando, dopo pochi metri essa ritroverà le proprie spoglie mortali, tornando in piedi e pronta a combattere. Con meno fronzoli di un pugno in faccia, Dead Cells ci da il benvenuto in un mondo macabro e fantasioso, popolato da creature deformi e quanto mai pericolose. Bastano le pochissime indicazioni del tutorial per aiutarci a muovere i primi passi in tali sudici e oscuri ambienti, i quali ci rivelano una trama mai narrata direttamente. Consci solo del fatto di essere eternamente prigionieri in una galera dove infezione e morte regnano sovrani, come il re dell’isola e le sue crudeli guardie, il nostro protagonista senza nome tenterà la fuga. Un po’ Dark Souls, un po’ The Binding of Isaac e tanto Castlevania costituiscono l’ossatura di un roguelike sempre fresco e assuefacente. Nemico dopo nemico ci allontaniamo sempre di più dal punto di partenza, raccogliendo l’equipaggiamento e i potenziamenti necessari per far strage di avversari ogni volta più potenti. Morire comporterà la perdita di ogni bottino e ci farà ricominciare da dove avevamo iniziato.

I percorsi multipli e le aree realizzate proceduralmente garantiscono un’esperienza mai ripetitiva, la quale invoglia il giocatore a percorrere ogni singolo corridoio alla ricerca di armi e oggetti casuali. Sarà possibile infatti trovare lame leggendarie fin dal principio, così come potrete portare a termine il gioco con l’arrugginita e smussatissima spada base. Le mosse a nostra disposizione sono poche e canoniche: potremo saltare fino a due volte di seguito, rotolare per schivare i colpi ed essere invulnerabili per una frazione di secondo, attaccare e difenderci con l’eventuale scudo. A queste andranno aggiunte poi abilità attive e passive, da raccogliere o sbloccare nel menù dei potenziamenti. Ottenute le apposite rune, potremo far crescere rampicanti, sfondare parti distruttibili del terreno di scontro oppure teletrasportarci. Tutto ciò sarà di vitale importanza per raggiungere zone prima inarrivabili, per trovare gadget e progetti davvero utili per la nostra sopravvivenza. Dead Cells non chiede al giocatore di fare oculata economia delle proprie finanze nè tantomeno di usare l’equipaggiamento con parsimonia: i brevi tempi di ricarica vi consentono infatti di utilizzare al meglio ogni strumento di morte secondario, tra bombe, granate congelanti, tagliole e reti elettrificate. Qualora foste particolarmente rapidi e potenti, potreste varcare in tempo una delle varie porte dotate di timer, dietro le quali si nascondono bottini golosi, oppure potrete semplicemente spendere del denaro per aprirne altre. Morire e ricominciare non è però un dramma particolarmente grande, in quanto – spendendo le cellule raccolte dai cadaveri dei nemici – sbloccherete nuove armi grazie ai progetti, abilità permanenti e migliorerete il drop di equipaggiamenti superiori. La difficoltà complessiva non è modificabile e si adatterà al livello raggiunto di volta in volta dal personaggio. Ah potrete anche scegliere il vostro tipo di dieta: i carnivori troveranno kebab, spiedini e cosce di pollo, mentre i vegani gusteranno ortaggi e verdure di vario tipo. Non che questo sia particolarmente rilevante ai fini del gameplay ma ci premeva sottolinearlo.

Artisticamente parlando ci troviamo dinanzi a un ottimo prodotto, a una pixel art ben realizzata, e una buona varietà di ambienti e nemici. Ogni singola mostruosità avrà più di un pattern d’attacco e starà a noi memorizzarli per evitare di subire ingenti danni. Gli scenari alternano colori molto accesi a sezioni grige, macabre e decadenti, con un contrasto d’atmosfera e sensazioni ben riuscito. Per quanto non si arrivi a gridare al miracolo, il titolo di Motion Twin svolge nondimeno un buon lavoro. Tutto scorre fluidamente nella maggioranza dei casi, con quale rarissimo fenomeno di framepacing. La colonna sonora accompagna dignitosamente l’azione, con alcune tracce da ricordare, come quella che fa da sottofondo ai nostri primi passi all’interno della prigione infetta.

Concludendo…

Prima del grande marasma di titoli tripla A che ci attende con l’avvento di settembre, era di grande importanza trovare qualcosa per trascorrere l’estate, come sempre incollati allo schermo. Poco impegno, leggerezza e tanto divertimento sono le cose che Dead Cells riesce a garantire: una perla da far propria, la quale si distingue nel panorama indie con grande merito. Credeteci quando vi diciamo che non scollerete più le mani dal pad e non lasciatevi scoraggiare dalle difficoltà iniziali, poiché dopo ogni morte – davvero tantissime – diverrete sempre più capaci e potenti. Vi consigliamo caldamente di dare un’opportunità a Dead Cells, vera sorpresa di questa calda estate.

CI PIACE
  • Rigiocabilità elevatissima
  • Gameplay ben congegnato
  • Buon comparto artistico
  • Difficoltà che regala soddisfazioni…
NON CI PIACE
  • …ma forse non alla portata di tutti
  • Qualche raro caso di framepacing
Conclusioni

Dead Cells è un roguelike che attinge a piene mani dai capisaldi del genere, quali Castlevania e Metroid, con l’aggiunta di elementi alla The Binding of Isaac e Dark Souls. Quella che è una sfida difficile ed entusiasmante, è allo stesso tempo la novità indie più sorprendente di questa estate.

8.7Cyberludus.com

Articolo precedenteIl caso ‘Loot Box’ è servito da lezione per Electronic Arts
Prossimo articoloEidos Montreal ci parla delle differenze tra Uncharted e Tomb Raider
Laureando in Mediazione Linguistica e Culturale presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale, si avvicina al mondo dei videogiochi già in tenera età. Appassionato di cinema e cortometraggi, carica su internet video satirici e talvolta demenziali con i 3Gamersacaso e The Gentlemen. Il suo obiettivo ultimo? Guidare le masse incolte sfruttando un pensiero laico, razionale e scientifico. A volte riesce persino ad essere serio.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!