The Mooseman è indubbiamente un prodotto particolare. Quello che è il voler dar vita alle leggende degli antichi popoli nella zona dei monti Urali, si rivela essere un viaggio onirico e intrigante. Più che giocare pad alla mano, dall’inizio alla fine ci sembrerà di ripercorrere con lo sguardo un’intera pittura rupestre, tentando di comprendere ciò che i nostri predecessori hanno ancora da raccontarci.
La leggenda narra che colui il quale possieda la conoscenza sarà l’unico a poter discendere negli abissi del mondo dei morti. A separare i due regni, un baratro cosmico con solo un piccolo ponte per attraversare in sicurezza, sorvegliato dallo spirito dell’Orso primordiale. Con un incipit ermetico e silenzioso, muoviamo i nostri primi passi in un bosco, allontanandoci senza apparente motivo dal nostro villaggio con solo un bastone per camminare. Vestendo i panni di un probabile sciamano o druido, scopriremo di essere i prescelti e di possedere la “conoscenza”, una sorta di “vedenza” per dirla alla Maccio Capatonda. Grazie a questo potere potremo passare da una visione della realtà all’altra, per svelare ciò che è nascosto. Tutto ciò è ovviamente un escamotage ai fini del gameplay, permettendo agli sviluppatori di inserire alcuni puzzle mai veramente impegnativi.
Ciò che più impressiona in questa avventura a scorrimento orizzontale è l’estrema cura nella ricerca svolta dal team di sviluppo. Numerosissime sono infatti le storie e leggende estrapolate dai reperti delle popolazioni autoctone, riportate con perizia di particolari anche nella lingua del luogo. In The Mooseman ritroviamo inoltre anche la riproduzione grafica di alcuni resti storici del luogo, da conservare nella galleria delle icone. Certo, inserire magari qualche sottotitolo almeno in Inglese durante le sequenze di intermezzo non avrebbe guastato: questo serve indubbiamente a immergere di più il videogiocatore, ma far leggere e ascoltare i dialoghi in cirillico potrebbe essere stato forse un po’ pretenzioso.
Sorvolando sulle sequenze d’intermezzo, il gioco presenta i testi completamente tradotti in Inglese e vi capiterà senza ombra di dubbio di soffermarvi a leggere le svariate storie narrate nelle gallerie, fondamentali per capire al meglio la trama diretta e in sottofondo. Non stiamo però parlando di uno scopo didattico o divulgativo alla Alberto Angela: The Mooseman ci regala tutte queste opportunità di conoscenza puramente ai fini della narrazione, per creare un’atmosfera unica, sognante e a volte inquietante, accompagnata da un’ottima colonna sonora, completamente composta da sonorità proprie dei nativi degli Urali.
A livello di gameplay, il prodotto di Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko riesce a unire diverse meccaniche provenienti da più titoli, come Limbo e Never Alone riuscendo nel proprio intento di risultare una creazione ibrida e interessante. La camminata è sempre lenta, non si corre mai anche dinanzi ai pericoli: il giocatore si ritroverà quindi lungo un cammino conoscitivo e di formazione piuttosto che una semplice fuga o scampagnata per i boschi innevati. I puzzle – come detto precedentemente – sono piuttosto semplici ma ricreati con uno stile visivo intrigante e ben realizzato. Il comparto grafico-artistico è indubbiamente il pezzo forte dell’intera produzione, seguendo lo stile delle pitture rupestri: tutto è riproposto con delle pennellate di grigio e bianco in varie tonalità. Gli scenari così come i personaggi sono formati da figure e forme sovrapposte, le quali scorrono con i nostri passi. I pericoli invece presentano alcuni tratti in rosso, visualizzabili solo tramite la visione spirituale. Le transizioni forse un po’ troppo grezze e forzate rivelano purtroppo l’amatorialità del progetto, il quale resta nondimeno di ottimo livello e fattura.
Concludendo…
The Mooseman è un progetto intrigante e affascinante. Indubbiamente non apprezzabile dalla massa anche per via di alcune mancanze (come la localizzazione in Italiano) e scelte di game design, questa avventura saprà catapultarvi in una realtà ben distante dalla nostra, sia per tratti culturali che temporali. Vi consigliamo di dargli una possibilità, specialmente se appassionati di storie e culture straniere.